
ARCHIVIO
Prima
pagina
Arte
e spettacolo
Attualità
Comunicati stampa
Copertina
Cron(i)che Napolitane
Denunce ed appelli
Economia e sviluppo
Editoriali
Eventi socio-culturali
Fotoreportages & VideoNews
Giustizia
Identità
Lettere al Direttore
Personaggi
Piove (Governo Ladro)
Pizza e mandolino
Politica
Rassegna stampa
Segnalazioni utili
Società
Storia-Miti-Eroi
Turismo
Messaggio
n° 1
Insulare DUE SICILIE: mennuli ciuruti e mari funnuti
commenti 1
Messaggio
n° 14
Turismo Archeologico
commenti 0
Messaggio n° 166
Croce senza Delizia
commenti 2
Messaggio
N°252
Cusano Mutri (Bn) - Sagra dei Prodotti Tipici Locali
commenti 0
Messaggio
N°275
BUSSATE ALLA PORTA DEGLI INFERI
commenti 0
Messaggio N°343
Voci dal sottosuolo
commenti 0
Messaggio N°358
PRIMO CONGRESSO EUROPEO REGIONI STORICHE
commenti 0
Messaggio
N°464
Nuovi
lumi sulle Terme di Baia
commenti 0
|

Messaggio
N°464 28-09-2007 - 22:44
Tags: Turismo
Nuovi
lumi sulle Terme di Baia
Bagliori
di Antichità alle Terme di Baia un corto circuito temporale negli
scavi Orazio dichiarò che nessuna insenatura al mondo risplende
più di Baia (Nullus in orbe sine bajis praelucet amoenis) e dal
28 settembre, fino alla fine di ottobre, le Terme del Parco Archeologico
di Baia risplenderanno anche di notte, dal venerdì alla domenica,
grazie ai giochi di luce di Bagliori d’Antichità.Lo spettacolo
consente di visitare le Terme di Baia sfruttando la suggestione
per mostrarne anche gli aspetti del passato. Il percorso si snoda
attraverso gli scavi con la compagnia di un attore-guida che interagisce
sia con i visitatori che con i personaggi del passato, narrando
la storia del sito ed esaltando i fasti dell’impero romano in
un incontro irreale e senza tempo. La voce fuori campo del personaggio,
che dialoga con l’attore-guida, è quella di Luca Ward uno dei
più famosi doppiatori italiani (di Keanu Reeves, Antonio Banderas,
Pierce Brosnan, Russell Crowe e Hugh Grant) e attore nelle fiction:
Elisa di Rivombrosa, Cento Vetrine, La squadra e Incantesimo4.
I visitatori assisteranno a proiezioni e giochi di luce fino a
confondere la realtà attuale con quella del passato, con scene
del 107 d.C. e visioni che riportano al 2007, con effetti speciali
in una sorta di cortocircuito spazio-temporale. Il presente incontra
il passato e il passato incontra il presente, in un suggestivo
mix di suoni, luci, dinamici effetti scenici che restituiscono
vita alle antiche rovine dando la percezione della grandezza dei
luoghi, vestigia della passata magnificenza dell’impero. Una maniera
originale ed emozionante per visitare le Terme di Baia, la città
che al tempo dell’antica Roma rappresentava la residenza estiva
degli imperatori e dei patrizi e che oggi, a causa del bradisismo,
è in parte sommersa dalle acque del mare. Per la produzione dell’evento
sono stati installati ben 300 punti luci e 70 punti audio e vengono
effettuate 20 videoproiezioni Il progetto è realizzato dalla Soprintendenza
per i Beni Archeologici delle province di Napoli e Caserta e finanziato
dalla Regione Campania (Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali)
con fondi europei POR Campania 2000-2006 misura.2.1 azione d)
Progetto Integrato “Grande Attrattore Culturale Campi Flegrei”
ed è inserita nel circuito Campania Artecard.
Le visite in notturna nelle Terme di Baia, a partire dalle 19.30,
durano di circa un’ora e mezza con gruppi di massimo 50 visitatori,
partenze ogni 20 minuti circa con prenotazione obbligatoria al
numero 199.24.06.24 info: www.pierreci.it.
U F F I C I O S T A M P A:
Kühne & Kühne Ass.ti Tel. 081 761.42.23 Cell. 339 83.83.413 –
393 9522118
e.mail: kuhnepress@tin.it
riferimento
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 0
_____________________________________
Messaggio
N°358 del 14-06-2007 - 19:03
Tags: Turismo
Notiziario
Inars-Ciociaria
PRIMO CONGRESSO EUROPEO REGIONI STORICHE

URSE Unione
Regioni Storiche Europee
PRIMO CONGRESSO EUROPEO DELLE REGIONI STORICHE “IDENTITA’ CULTURALE
E TURISMO” Per la promozione internazionale dei Beni culturali
e del Turismo culturale Appuntamento da non perdere al Palazzo
della Provincia di Frosinone sabato 16 giungo alle ore 10, data
in cui si svolgerà il Primo Congresso europeo delle Regioni Storiche,
organizzato dall’URSE e dall’INARS CIOCIARIA, patrocinato dalla
Regione Lazio e dalla Provincia di Frosinone, in collaborazione
con la Banca della Ciociaria. Il Congresso riunirà delegati delle
Regioni storiche europee, con lo scopo di attivare sinergie e
protocolli d’intesa per la promozione del turismo culturale e
per la tutela dei beni culturali. Dopo la registrazione dei partecipanti,
il Congresso si aprirà con relazioni di esperti del settore turistico,
imprese, associazioni no profit, rappresentanti enti pubblici
e privati, rappresentanti governativi dei Paesi UE e dell’allargamento.
Un programma intenso che avrà come moderatore la presidente dell’URSE
e dell’INARS CIOCIARIA, Prof.ssa Cristina Amoroso e come relatori,
tra gli altri, l’on. Paola Brianti, giornalista, presidente Commissione
Consiliare Permanente “Affari Comunitari e Internazionali” della
Regione Lazio, l’on. Vanda Ciaraldi, presidente XII Commissione
Consiliare Permanente Regione Lazio, la Prof.ssa Tetyana Kuzik,
presidente F.U.I – Federazione Ucraini in Italia e il giornalista
Gabriele Ratini, direttore Rivista FORUM, periodico culturale
internazionale in quattro lingue, l’ avv. Vittorio Giorgi, esperto
in "questioni storico-giuridiche degli italiani nel mondo" e "cooperazione
internazionale", il Dott. Mandù, presidente Associazione Sud-est
asiatico per la UE. Nel corso del Congresso sarà presentato ufficialmente
il portale delle Regioni Storiche Europee, realizzato dallo Sponsor
Ufficiale Tecnico dell’URSE, la “Starnet Software” di Marco Parpaglioni,
www.urse.org / www.urse.it, nel quale sono illustrate le oltre
quattrocento cinquanta regioni storiche nell’UE, con la finalità
di attivare anche incisivamente il “Giornale URSE” on line in
una rete di comunicazione con Regioni Storiche Europee, soprattutto
con quelle che la storia degli ultimi cento anni ha fortemente
penalizzato nella loro identità storico-culturale, determinando
un rallentamento nella crescita culturale, sociale ed economica,
come la Frisia, la Ciociaria ed anche l’Istria che in una sua
piccola regione storica (la Ciceria), oggi appartenente parte
alla Croazia e parte alla Slovenia, richiama nella lingua neolatina
e nel toponimo la nostra regione storica che ha il suo centro
a Frosinone, ultrasecolare capoluogo della Provincia di “Campania
et Maritima”.
U.R.S.E. Unione Regioni Storiche Europee Villa Cristina – Via
del Vecchio Casale - 03010 ALTIPIANI DI ARCINAZZO - PIGLIO FR
- ITALIA
Tel. 347.6326361 – Tel.Fax. 0775.598011 - E.mail: inarsciociaria@libero.it
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 0
riferimento
____________________________________
Messaggio
N°343 del 06-06-2007 - 15:27
Tags: Turismo
Voci
dal sottosuolo

Visita Guidata
Teatralizzata nel sottosuolo Napoletano
Un percorso unico tra mito e leggenda, fra cultura e tradizione
in una cava sotterranea. Come nel viaggio dantesco della Divina
Commedia, una guida, nel ruolo di “Virgilio”, accompagnerà nel
sottosuolo un pubblico che, senza rendersene conto, interpreterà
“Dante”, in una perfetta sincronia fra visita guidata e spettacolo
che creerà interazioni con gli attori i quali, ora mantenendo
un copione appositamente studiato, ora improvvisando, trascineranno
il pubblico lontano dalla realtà, in epoche completamente diverse
da quella in cui si vive:...fiabe, leggende per grandi e piccini,
storia e cultura prenderanno tutti per mano per mostrare che,
grazie ad una piccola “porta” su Piazza Cavour n°140 sarà possibile
scendere per 25 metri sottoterra, dove la Napoli che viviamo oggi
si trasformerà in una città del tutto nuova, antica e ricca di
misteri che nel corso dei secoli hanno accompagnato Neapolis,
Palepolis, Partenope la città della sirena che, per colpa del
suo amore non corrisposto per Ulisse, si lasciò morire sull’isolotto
che oggi ospita il Castel dellOvo. Appuntamento il 09 Giugno 2007,
ore 12.00 piazza Cavour, 140 Visita guidata Teatralizzata con
rinfresco. prenotazione obbligatoria ai numeri 334.6227785, 339.7020849,
347.5706003 per info e dettagli: Voci dal sottosuolo oppure scrivici
su info@nartea.com
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 0
riferimento
____________________________________
Messaggio
N°275 del 22-04-2007 - 19:05
Tags: Turismo
BUSSATE
ALLA PORTA DEGLI INFERI
da cirobiondi@alice.it
Storia, natura,
letteratura, teatro, arte,sport, tradizioni e gastronomia intorno
al Lago di Averno nel Parco Regionale dei Campi Flegrei. Attività
dell’Associazione Culturale Le Ali di Dedalo onlus. DISCESA AGLI
INFERI. Passeggiata da Monte Nuovo all’Averno al tramonto, attraversando
il profumo delle ginestre e il sapore del vino flegreo. 25 aprile
e 28 aprile La passeggiata da Monte Nuovo al Lago di Averno partirà
alle ore 16:00 dall’Oasi Naturalistica di Monte Nuovo per giungere
al Lago di Averno al tramonto, accompagnati dall’associazione
culturale “Le Ali di Dedalo onlus”. Si costeggerà Monte Nuovo,
una delle aree più pregiate e protette del
Parco Regionale dei
Campi Flegrei, attraversando la macchia mediterranea inebriati
dal profumo della fioritura delle ginestre che in questi giorni
colora di giallo le pendici del vulcano. Non solo l’olfatto e
la vista ma anche il gusto sarà deliziato; da Monte Nuovo si discenderà
infatti verso il cratere dell’Averno attraversando il vigneto
Rusciano di cui si assaggerà il vino offerto dai produttori. Lungo
il percorso panoramico, che permette un punto di vista privilegiato
sui crateri flegrei, saranno realizzate attività di interpretazione
naturalistica e del paesaggio e saranno presenti esperti che illustreranno
i progetti di recupero dei sentieri. Si raggiungerà il lago alla
luce del tramonto e l’udito sarà deliziato dal canto degli uccelli
e dalle parole del Poeta, si concluderà la discesa nella pseudo-grotta
della Sibilla dove in una suggestiva atmosfera, accompagnati dal
“mitico” Sign. Carlo Santillo, ci interrogheremo sul passato e
il futuro della nostra terra . Prenotazioni obbligatorie presso
le Terme Stufe di Nerone tel 081 8688006 E-mail info@tsdn.it .
Costo: 5 euro per degustazione e spettacolo. Raduno Oasi Naturalistica
di Monte Nuovo ore 16:00 o su richiesta presso la stazione della
Cumana di Arco Felice. Note: Alcuni tratti del percorso sono accidentati
e ricchi di vegetazione. Si consigliano ai partecipanti scarpe
comode e pantaloni lunghi.

VII CICLO TOUR DEI CAMPI FLEGREI
“I
Campi in movimento” 1 maggio 2007 Passeggiata ciclo - turistica
nel Parco Regionale dei Campi Flegrei, lungo il percorso , sono
previste soste nei punti di interesse naturalistico e storico
- archeologico. Giunge alla settima edizione il ciclotour dei
Campi Flegrei, iniziativa ideata e realizzata dall’Associazione
Culturale Le Ali di Dedalo onlus con la collaborazione del G.S.
Stufe di Nerone, che riscuote sempre più successo e che lo scorso
anno ha visto la partecipazione di 120 persone. La passeggiata
ciclistica amatoriale di circa 20 km , nasce con l’obiettivo di
avvicinare all’uso della bicicletta come mezzo per scoprire e
vivere intensamente e lentamente il territorio. Quest’anno il
ciclotour ha come tema il movimento ed in particolare due “movimenti”
caratterizzanti il passato e il futuro di questa terra. Il primo
movimento è il bradisismo, il ciclotour 2007 toccherà alcuni luoghi
legati a questo fenomeno. Il secondo movimento è il “movimento
di cambiamento” verso il futuro cui guardiamo pieni di aspettative
e di speranze, che il P.I.T. Campi Flegrei, la nascita del Parco
Regionale dei Campi Flegrei ma soprattutto i cittadini flegrei
possono innescare, il ciclotour toccherà dunque alcuni siti dei
Campi Flegrei in cui sono in corso progetti di restauro e recupero.
Partenza ore 9:30, la passeggiata amatoriale gratuita è aperta
a tutti.
Raduno prato adiacente parcheggio delle terme Stufe di Nerone,
possibilità fitto bici su prenotazione tel 334 9072795
E-mail lealididedalo@libero.it
Per chi proviene da Napoli è possibile raggiungere le Stufe in
ferrovia Cumana ( stazione Lucrino) con la bicicletta pagando
doppio biglietto.
Per scaricare il programma completo 2007 delle iniziative dell’Associazione
Le ali di dedalo onlus visita il sito www.lealididedalo.it
immagini di Mauro Caiano VIP-Napoli
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 0
riferimento
______________________________________
Messaggio
N°252 del 11-04-2007 - 20:55
Tags: Turismo
Cusano Mutri (Bn) - Sagra dei Prodotti Tipici Locali
sindacocm@virgilio.it

COMUNICATO
STAMPA
la manifestazione Dal 20 aprile al 1° maggio Cusano Mutri ospiterà
la “Sagra dei prodotti tipici”, una lunga kermesse dedicata alla
buona cucina a base di piatti e prodotti tipici, ove troveranno
ampio spazio numerosi eventi per divertirsi, distrarsi ed apprezzare
le bellezze storiche e naturalistiche che si celano fuori e dentro
il borgo medievale. A prestarsi da sfondo alla manifestazione
saranno, infatti, le strade lastricate del centro storico, le
piazze ed i vicoli caratteristici, dove si snoderanno la mostra-mercato
dei prodotti tipici ed artigianali e gli stands gastronomici nei
quali si prepareranno pietanze degne della più nobile e ricca
tradizione. Sempre nel centro storico, tra musica, spettacoli
ed intrattenimenti vari, si potranno visitare: le preziose chiese,
ricche di reliquie ed opere d’arte; il Museo Civico del Territorio,
con una sezione dedicata alla civiltà contadina ed una alla geo-paleontologia;
l’ex Convento dei Padri Agostiniani, un fabbricato di pregio nel
quale saranno allestite interessanti mostre fotografiche, di pittura
e di scultura. L’attrattiva più dinamica e coinvolgente sarà senza
dubbio il vasto programma di escursioni naturalistiche: a qualche
chilometro dal centro urbano, si ci potrà calare nella natura
più spettacolare ed incontaminata delle Gole di Caccaviola, nelle
quali il percorso-avventura ivi creato farà divertire, meravigliare
ed impegnare nella scoperta di scenari naturali mozzafiato. Altrettanto
appassionante sarà il sentiero del Salto dell’Orso, con partenza
in fuoristrada dal paese, tra impervi sentieri ed irrinunciabili
vedute panoramiche; si arriva nel bosco per giungere ad ammirare
un’imponente cascata di ben trenta metri d’altezza. Continueranno,
inoltre, sempre a grande richiesta, le passeggiate lungo il Titerno,
nell'itinerario che si districa tra le Forre di Lavello per scoprire
la bellezza dei fenomeni carsici, e le passeggiate a cavallo tra
i sentieri del Matese. Sempre numerose sono, dunque, le opportunità
di svago e di divertimento che le Sagre cusanesi sono in grado
di offrire per un pubblico ampio,variegato, di tutte le età che
finora ha dimostrato di apprezzare un’offerta destinata ad arricchirsi
e a migliorarsi per il solo piacere di regalare soddisfazione
a tutti i visitatori.
Per informazioni: www.comunecusanomutri.it
0824.862120 - 0824.862003
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 0
riferimento
____________________________________
Messaggio
N°166 del 15-02-2007 - 13:48
Tags: Turismo
Croce senza Delizia
agenzia di TeleradioNews/Sangiovanni & Gosta
Croce, due
abitanti, quattro cani.

Torna
alla ribalta la micropoli sbarcata due anni fa con il freelance
casertano Sangiovanni sulle pagine di Libero e al “Maurizio Costanzo
Show”. Gli oltre cento residenti hanno abbandonato il borgo, che
negli ultimi due anni ha raddoppiato la popolazione: Mario Ruggiero
e Filippo Almerico, sentinelle e feudatari della caratteristica
micropoli. C’era una volta Croce, piccola frazione di Rocchetta,
con cui formava il comune. Croce, un paese senza delizia: un destino
segnato dal nome. Meno di quaranta km, e dalla sontuosa Reggia
di Caserta, ci si trova di fronte uno spettacolo che dire desolante,
è usare un eufemismo. Un paese con due abitanti, tornati a ripopolare
il borgo- dopo la morte di Carlo Izzo, l’unico abitante fino a
due anni fa. Ad abitare ora
il paese fantasma, Mario Ruggiero,
63 anni, e Filippo Almerico, 65 anni- diventati custodi e sentinelle,
regnanti unici del paesino casertano, abbarbicato sui costoni
del lussureggiante Montemaggiore. Un paese-gulag, da cui sono
scappati tutti. Due abitanti fissi, quattro cani ed un gatto!
Che la domenica raggiunge la cifra record di otto/dieci presenze!
Una vera Croce, abitare a Croce: difficile per chiunque accettare
l’assenza assoluta di servizi e mezzi pubblici, nessuna scuola,
nessun medico, nessun ufficio comunale, nessun negozio. Una frazione
cancellata, crocefissa e flagellata dalle istituzioni: un girone
infernale per tutti, giovani, bambini, anziani. Tutti scappati.
Viaggio con il notes nel paese abbandonato. Quarantacinque minuti
da Caserta: dopo aver lasciato alle spalle, Pontelatone e Formicola-
e una dozzina di tornanti, raggiungiamo la meta. C’infiliamo in
un vicolo, per entrare nel borgo. Una stradina angusta, percorsa
per venti metri. Di esseri umani, nemmeno l’ombra. Cercarne è
inutile. É la conferma, siamo a Croce, il paese fantasma. Della
toponomastica, nessuna traccia. Non un’insegna di un bar, di un
generi alimentari, di un negozio. Nessuna cabina telefonica. Isolato
dal mondo. Vecchi portoni chiusi col catenaccio. Andiamo avanti,
identica scena. Tutto chiuso. L’acqua, l’incuria hanno fatto del
paese tabula rasa. Un paese senza voci, con due abitanti e quattro
cani, lasciati a vigilare le caratteristiche casette in pietra,
immerse nella lussureggiante vegetazione, fortunatamente resistita
al cemento Una frazione cancellata, crocefissa e flagellata dalle
istituzioni- che ha costretto i giovani ad emigrare, che ha impedito
agli anziani del luogo di vivere con serenità la loro quotidianità-
Morte lenta ed
inesorabile, per la micropoli, praticamente invivibile,
senza servizi: un problema frequentare la scuola, distante dal
borgo fantasma, che non ha mai visto un mezzo pubblico. Di qui
l’esodo massiccio. Dopo ventidue minuti, il primo incontro: è
un bastardino, “solo come un cane” che abbaia, alla nostra vista.
La desolazione, continua: gli unici rumori sono i click della
digitale. Ci fermiamo, le uniche voci, sono le nostre. Il sole,
comincia a calare- la delusione per non aver incontrato alcun
residente, è palpabile nelle nostre facce. “Ancora cinque minuti
e andiamo via”- recitiamo sincronizzati. Da quei minuti di ulteriore
pazienza, il premio. A quindici metri da noi, sbuca da un portone,
un uomo. É Mario Ruggiero, uno dei due “marziani”- che dimorano
a Croce. Ci guarda, rallenta il passo, sembra non gradire la nostra
intrusione. Ma poi guadagnata la fiducia si apre e diventa cordiale
e loquace. Dopo qualche minuto si affaccia dal balcone Filippo
Almerico, comparso dopo avere sentito l’insolito chiacchiericcio.
Sono loro i signori, padroni, le sentinelle del borgo. I due tornati
qui, per amore
del borgo, per scelta o necessità. “Macché paese
fantasma-tiene a precisare Filippo Almerico, ex camionista -ci
siamo noi- i giornali locali- hanno sparato un sacco di boutade-
sono state dette tante inesattezze. Voci che hanno allertato i
malintenzionati-procurando furti e danni nelle case (ndr. che
sono al 98% disabitate). Tempo fa- un giornale locale riportò
che il paese era abitato da due turisti della domenica, nominati
sul campo- unici feudatari del borgo -da un cronista compiacente,
a scapito dei veri abitanti del borgo cancellati furbescamente.
“Più di un anno fa ho conosciuto Filippo -ricorda Mario Ruggiero-
che aveva una casa qui- mi sono innamorato del posto- e ho deciso
di viverci. In questo luogo magico -Mario- raccoglie tronchi di
ciliegio, ulivo e acero- e realizza vere opere d’arte- che arredano
le case di personaggi noti dell’intera penisola. “Un luogo che
m’ispira- niente traffico, niente stress, niente liti: a fare
da colonna sonora il cinguettio di uccelli di tutti i tipi. É
meraviglioso vivere qui. Un paese tutto “nostro”. Tanta, forse-
troppa tranquillità. Da queste parti la lite condominiale è del
tutto sconosciuta. Questo è Croce, due abitanti, quattro cani
e un gatto. Un paese da favola- finito due anni fa sulle pagine
di Libero, il giornale diretto da Vittorio Feltri- e al “Maurizio
Costanzo Show”- raccontato dal giornalista freelance casertano-collaboratore
di trasmissioni televisive nazionali. Il nuovo interesse per Croce,
“l’incremento” della popolazione. Raddoppiata! Due abitanti fissi.
Che nel week-end diventano una dozzina. Compresi gli amici più
fedeli dell’uomo!
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 2
riferimento
Inviato
da Anonimo
il 15/02/07 @ 14:11
a me pare una vera Delizia e non una Croce,
un posto così esclusivo. Mi ci trasferirei immediatamente!
marina
--------------------------------------------------
Inviato
da Anonimo
il 17/02/07 @ 12:26
Vuoi vedere che ci piazzeranno un centro
sociale polivalente?
Claudia
---------------------------------------------------
Messaggio
N°14 del 15-11-2006 - 16:47
Tags: Turismo
Turismo
Archeologico

Sarà un
vero debutto nel mondo del mercato turistico internazionale
la partecipazione di Castellammare di Stabia con un proprio
stand alla nona Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
che avrà luogo a Paestum da domani al 19 novembre. E saranno
delle riproduzioni su pietra dei dipinti presenti in Villa
Arianna e Villa San Marco agli Scavi di Stabiae, i due gioielli
del patrimonio archeologico della città, ad introdurre i visitatori
nello stand organizzato dall’Azienda di Cura, Soggiorno e
Turismo di Castellammare, amministrata da Annamaria Boniello.
La borsa, organizzata dalla Provincia di Salerno, presieduta
da Angelo Villani, e dall’Assessorato al Turismo della Regione
Campania, guidato da Marco Di Lello, rappresenta l’unica manifestazione
al mondo che consente l’incontro del segmento dei beni culturali
con il business professionale e vede la presenza di 110 buyers
esteri (provenienti da Australia, Austria, Belgio, Canada,
Corea, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Nuova Zelanda,
Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Russia, Spagna,
Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Ungheria). Per sviluppare le
relazioni con le altre nazioni e per approfondire la dimensione
internazionale dell’evento, ogni anno viene invitato un paese
estero quale ospite ufficiale: dopo l’Egitto, il Marocco,
la Tunisia, la Siria, la Francia e l’Algeria, quest’anno sarà
la volta della Grecia. Ed in questo quadro di promozione internazionale
dei beni archeologici s’inquadra la presenza dello stand dell’Azienda
di Turismo nel quale sarà allestita una mostra con riproduzioni
dei mosaici, degli affreschi presenti a Villa Arianna e Villa
San Marco, pezzi rari che si trovano in alcuni dei musei più
importanti d’Italia. L’allestimento è stato possibile grazie
al supporto dei Lions di Castellammare e del responsabile
cultura del sodalizio Franco Acanfora. Nella quattro giorni
sarà poi presente la Ras (Restoring Ancient Stabile), la Fondazione
italo americana rappresentata in Italia da Ferdinando Spagnuolo
finanziatrice di alcune delle più importanti opere di valorizzazione
dei beni archeologici stabiesi, che presenterà le azioni in
campo come i programmi di turismo culturale per il 2007 e
i seminari internazionali per gli addetti ai lavori che saranno
realizzate in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica
di Pompei guidata da Pietro Giovanni Guzzo. Nello stand allestito
dall’Azienda saranno presenti inoltre con un corner l’associazione
degli albergatori stabiesi presieduta da Pietro Irollo che
presenterà i nuovi pacchetti turistici, la Snav, la società
di navigazione guidata dal comandante Raffaele Aiello che
ha sponsorizzato una pubblicazione sugli ultimi dati statistici
sul turismo a Castellammare, l’Associazione Baia di Napoli
che presenterà gli itinerari turistici per il 2007 e le Terme
di Castellammare, presiedute da Luigi Vingiani, che presenteranno
la nuova linea di prodotti cosmetici e i pacchetti benessere
della beauty farm. Nello stesso periodo sarà presentato inoltre
www.stabiatourism.it il sito dell’Azienda realizzato dalla
web agency Erreciweb. “La presenza di Castellammare alla Borsa
- dichiara l’amministratrice dell’Azienda di Cura, Soggiorno
e Turismo di Castellammare di Stabia Annamaria Boniello -
segna il ritorno della città nel patrimonio turistico da valorizzare
nel panorama del turismo culturale. La Borsa rappresenta ormai
un importante appuntamento annuale per l’approfondimento e
la divulgazione di temi e problematiche inerenti la fruizione
e la valorizzazione del patrimonio culturale rendendo possibile
l’approfondimento di importanti tematiche quali l’impegno
del pubblico e del privato per la promozione del patrimonio,
il binomio turismo-cultura. Grazie al supporto dell’assessore
al Turismo della Regione Campania, Marco Di Lello – conclude
- (nei) in questi quattro giorni cercheremo di far conoscere
agli operatori internazionali del turismo anche un sito archeologico
considerato troppo spesso minore come quello di Castellammare.
Ma questa è solo la prima di una serie di fiere che vedranno
l’Azienda in prima linea nel rilancio del patrimonio archeologico
della città.”
Castellammare di Stabia 15 novembre 2006
Ufficio stampa: Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Castellammare
di Stabia Comunicazione & Relazioni esterne :
Roberto Race3470885233
3339064533
press@stabiatourism.it
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 0
Riferimento
Messaggio
N°1 del 10-11-2006 - 10:01
Tags: Turismo
L'insulare delle DUE SICILIE Sicilia: mennuli ciuruti e mari funnuti
di Marina Salvadore
Una
leggenda tutta regnicola tratta della “Terra al di là del
Faro” attraverso le mitiche imprese di tal Cola Pesce che
- con il “munaciello”, la “bella ‘Mbriana”, la “Janara”, il
Pulcinella ed altre figure leggendarie del Meridione, condivide
l’antica storia delle piccole patrie del Regno delle Due Sicilie.
Cola - o, Nicola - era detto Pesce o bambino-pesce, perché
già dalla sua nascita sul litorale partenopeo, dimostrava
d’essere un figlio del Mare. L’acqua del mare nostrum era
il suo habitat naturale ed egli vi trascorreva in ammollo
i buoni tre quarti di ogni dì. Conosceva e comunicava con
tutte le creature degli abissi, era un nuotatore abilissimo
e velocissimo in grado di compiere molte miglia marine, da
un estremo all’altro del Mediterraneo e del Tirreno - andata
e ritorno - in una giornata. Resisteva a incredibili apnee,
a profondità ancora più incredibili, alla ricerca di rarità
e di tesori sommersi che mostrava agli uomini sulla terraferma.
Il Re delle Due Sicilie, incuriosito oltremisura dalle voci
di popolo che magnificavano le imprese di Cola Pesce, volle
un giorno metterlo alla prova. Si presentò sulla spiaggia
di Santa Lucia, luogo deputato del piccolo eroe del mare,
e gli chiese di andare per suo conto a curiosare nei profondi
abissi della Sicilia insulare. Cola, si tuffò all’istante
e velocemente raggiunse la Terra al di là del Faro, inabissandosi
nei suoi più profondi anfratti. In serata, rientrò presso
il suo Re raccontandogli meraviglie di quei fondali e di quella
Terra ma soprattutto la stranezza che la Sicilia fosse un’isola
sostenuta da tre pilastri, dei quali uno spezzato! La Sicilia
può dirsi patria delle patrie, perchè è stata fenicia, greca,
romana, bizantina, araba, normanna, francese, spagnola, duosiciliana,
italiana. Ognuna di queste ere e di queste civiltà ha impresso
indelebilmente i suoi segni nel carattere della Trinacria;
carattere ch’è magnificato soprattutto nell’arte e nella gastronomia,
laddove – e, pochi lo sanno – il primo trattato di gastronomia
al mondo fu vergato proprio in Sicilia nel quarto secolo a.C.
da Archéstrato da Gela e, per quanto riguarda l’arte e l’artigianato
– in particolare, riferite all’arte della ceramica – sin dal
neolitico se ne trovano testimonianze, anche se l’affermarsi
di un’arte ceramista vera e propria ebbe gran respiro nell’epoca normanna-sveva. Ma è anche importante sapere che il primo
dizionario della lingua italiana, pubblicato a Firenze nel
1500, fu scritto dall’agrigentino Niccolò Vella. Arte e Cultura
sono figlie di Trinacria, dove per Cultura s’intende la Lingua,
il Pensiero e la Tavola. A riguardo del “Pensiero” e della
Filosofia, il siciliano classico è autarchico e con humor
sottile, simile a quello hyddish, suole affermare che se è
vero che il Pensiero ha avuto origine in un primo uomo – Abramo
– sicuramente nel triangolo magico isolano deve essere accaduto
un gran cataclisma o un fenomeno naturale di vaste proporzioni
per cui la Sicilia ha partorito improvvisamente –e, precocemente
rispetto all’evoluzione di altri popoli della terra – uomini
dal pensiero rivoluzionario; altrove – tanto per dire,…al
Nord – ancora oggi questo Pensiero non è stato perfezionato.
Un esempio? L’eroe Empedocle, che anticipò di migliaia d’anni
le teorie che furono care (e che resero celebre) il contemporaneo Nietzche circa il dramma umano; ma Nietzche pagò eroicamente
le sue idee ancora non esaustive distruggendosi la salute
psichica, impazzendo, mentre Empedocle offrì tenacemente la
propria vita, suicidandosi, decretando il compimento e la
soluzione finale del suo rivoluzionario Pensiero. E, comunque,
il siciliano autarchico non ha tutti i torti nel ritenersi
“intellettuale” , nel senso più vero del termine, se pensiamo
che quattromila anni fa, mentre al Nord si lanciavano da un
ramo all’altro della Grande Quercia, da noi nasceva la Civiltà
della Magna Grecia. Del resto, storicamente (non ce ne voglia
il “druido” Bossi) anche i primi secessionisti sono stati
siciliani e, per contro, dovunque sia stato deportato, esiliato
o sia forzosamente emigrato ( in tutte le ere) il siciliano
si è portato sempre dietro e “dentro” l’isola perché – è vero
l’assunto - il siciliano è di per sé, nel carattere, un’isola
egli stesso, ragion per cui lo svilente luogo comune circa
l’Omertà ed il celebre refrain delle tre note scimmiette “Non
Vedo Non Sento Non Parlo” è retaggio populista ammannito in
tutto il mondo, esattamente come le menzogne storiche risorgimentali
che vogliono ancor oggi gli abruzzesi tutti briganti, i napoletani
tutti mariuòli, i calabresi tutti testoni, i pugliesi tutti
opportunisti, ergo...i siciliani tutti mafiosi!.... Servirà
mai a qualcosa ricordare che l’antica Trinacria, patria dei
Sileni divenuta quindi Sicilia, patria dei Sicani è quel territorio
italiano che ospita il maggior numero di miti storici e che
ha scritto le più numerose pagine della Storia Europea? La
Mafia è solamente un aspetto della storia più recente della
Sicilia ma NON E’ LA STORIA DELLA SICILIA! Infatti, basta
fare il parallelo tra i due più famosi “sbarchi” in Sicilia,
per rilevarne la presenza; sia lo sbarco dei Mille quanto
quello “Alleato” della (si spera) ultima guerra mondiale sembrano
rispettare lo stesso copione pur se con diversa potenza bellica
e, ambedue, sono stati possibili grazie alla cooperazione
della Mafia, fenomeno moderno che - certamente - ai tempi
di Federico II, non a caso detto Stupor Mundi, non esisteva
ancora. Ma qui il discorso si farebbe molto lungo... perché
è molto lunga da raccontare TUTTA la storia della Sicilia.
Il luogo del mitologico ratto di Core o Persefone, dal tempo
di quei tempi, è stato ambientato in Sicilia, come pure i
luoghi abitati dalle ninfe che dettero origine e nome alle
sorgenti di Ciane e di Aretusa, per non parlare di Diana e
Artemide e, via via, delle loro trasmutazioni epocali, al
passo con le nuove ere e le nuove culture. Per secoli! In
breve, da Morgantina, una delle città greche più antiche di
Sicilia e fino alle rovine della Fortezza di Messina, il libro
di pietra della Civiltà Mediterranea, è ancora tutto da leggere
ma la saggezza popolare sottolinea che “ dunni c’è vista nun
ci voli prova”. La prerogativa della Sicilia è la Luce; per
molti versi è una luce talmente intensa che a volte acceca
(soprattutto i delatori del Sud ed i razzisti di stampo lombrosiano
) e finisce col precipitare nelle tenebre dell’ignoranza e
della negazione questa Patria che fu detta da Stupor Mundi
“Regno del Sole”, quello Stato fondato da Ruggero II d’Altavilla
nel 1130, nato a Palermo più di 870 anni fa e presente con
i suoi simboli storici nella nostra bella e gloriosa bandiera
del Sud, in quello stemma “borbonico” (poiché i Borbone sono
stati i legittimi successori di Stupor Mundi) che è il DNA
stesso della nostra patria duosiciliana e del nostro popolo.
E, il rosso e il giallo del fuoco e del sole di Sicilia fanno
opportunamente da sfondo a tutti i vessilli di tutte le province
del Sud. Ponte sì ponte no...anche senza ponte e con uno dei
tre pilastri su cui poggia, spezzato, la Sicilia è sempre
riuscita, nei millenni, a collegarsi alla terraferma e ad
esportare e diffondere la sua vasta cultura, i suoi prodotti,
il suo genio. La cultura del Mare, con le attività marinare
e marittime, è stata quel “ponte” di collegamento, da sempre
; un ponte - come quello storico sul Garigliano - distrutto
dalla continentalizzazione - quasi, una primitiva riminizzazione
- provocata dall’Unità d’Italia, che ha privato tutto il Sud
ovvero quella terra che confinava con “l’Acqua Santa e l’Acqua
Salata” ( come ripeteva orgoglioso Ferdinando II di Borbone
) delle sue naturali peculiarità, possibilità e ricchezze.
In fondo, anche i famosi fasci siciliani all’inizio del ‘900,
altro non furono che protesta contro il nuovo stile di vita
“continentalizzato” che i siciliani, per natura, non potevano
assolutamente accettare, stante la naturale, atavica, isolanità
ch’è ben più che una caratteristica geografica; è - come detto
sopra - un irrinunciabile e prezioso elemento del carattere
e dello spirito siculo. Un modo di essere, di ESISTERE ! Bisbetici
ed indomabili, i siciliani hanno subito durissime repressioni
ed hanno pagato con un alto tributo di sangue la loro fierezza
reazionaria, con il solo onore di essere morti “in piedi”;
per gli altri, risparmiati dalla falce della “signora in nero”,
la dignità e l’orgoglio gli han vietato di sottomettersi agli
invasori e di prestare loro qualsivoglia giuramento di fedeltà
: hanno scelto la via dell’emigrazione, autoconfinandosi nelle
lontane terre degli U.S. e del Sudamerica, in Australia, ed
anche in Africa e nel Nord Europa. Soprattutto per loro è
valso il motto “O Briganti o Emigranti”! Ed è alla luce di
queste considerazioni che sottintendono la fierezza del siciliano
che - scevri dal giudicare politicamente anche i fatti del
triennio 1943/46 - si possono meglio giustificare le “originali”
e “spettacolari” insorgenze degli indipendentisti isolani
che, se nel 1860 furono definiti BRIGANTI; immediatamente
dopo il 1943 furono definiti BANDITI. (cnfr. I PRIMI SECESSIONISTI
- Mario Spataro - Controcorrente ed.) “ Cu passò, Casa Savoia?”
è un modo di dire prettamente siculo, sin dagli inizi del
1700, per sottolineare eventi disastrosi dovuti alla jattura;
così come a Napoli, per esempio, è sintomatico dire “E’ succieso
‘o quarantotto!”, per descrivere eventi molto turbolenti di
qualsiasi natura. Sì è che nel 1713, all’ingresso in Sicilia
di un “visitor” sabaudo, Vittorio Amedeo di Savoia, al cui
corteo faceva strada una pletora di valletti che scandiva
le celebri grida : “Passa Savoia...Passa Savoia”, seguì una
terribile carestia e pestilenza. Così, i siciliani non poterono
esimersi dal considerare jettatori e malefici i Savoia e...quell’intuito
arcano - la storia ha poi dimostrato ampiamente - fu quantomai
profetico, ad ogni passaggio di Casa Savoia sulla Terra al
di là del Faro, acclarandone la singolare virtù di apportatrice
di sfortuna, sventura e distruzione. I ne-Fasti di Casa Savoia
celebrati in Sicilia sono innumerevoli. Basterà qui ricordarne
solo due : Bronte e Palermo, 1860/1866, sustanziati dai due
seguenti versi popolari siciliani anch’essi divenuti celebri
come il “Passo’ Casa Savoia” : “ Con una canna in mano rimase
la Sicilia/il bel regno è finito a gambe all’aria/Oro e argento
si sciolsero in aria/di carta l’han vestita la Sicilia” che
alludeva alla confisca ed al trafugamento delle casse pesanti
di lire-oro di tutto il Regno, convertite in cartacei
biglietti
fiduciari (che restarono in vigore fino al 1875) e, l’altro
detto : “Ai tempi antichi arrubbava unu sulu/ora nni vannu
cincucentu ‘n culu! “, sottolineando nel decennio immediatamente
successivo all’Unità la corruzione selvaggia del Governo del
regno d’Italia. (cnfr, LA STORIA PROIBITA - AA.VV. - Controcorrente
ed.) Anche a Bronte, come in molte località del Regno delle
Due Sicilie, i “cafoni” ovvero i lavoratori della terra avevano
creduto alle bugie garibaldine circa l’assegnazione di moggi
di terra ai più poveri, sfruttati fino ad allora - in barba
alle buone leggi borboniche sui Demani ed gli Usi Civici-
dai massari delle baronie (ecco, i mafiosi!) ; quelle stesse
baronie che tradirono il loro Re e la loro Bandiera, proprio
per punire il re per la protezione paternalista che accordava
ai più poveri ed emarginati, ai “bifolchi”, concedendo in
uso terreni demaniali che confinanavano con i Feudi baronali
e sui quali, ovviamente, questi ultimi con arroganza sconfinavano,
aggredendo ed estorcendo...... Ma Bronte era anche nota come
la Ducea inglese di Nelson - un feudo di circa 25.000 ettari
donata da S.M. Ferdinando I all’ammiraglio, quale ricompensa
per il concreto aiuto da questi fornitogli durante la repressione
dei moti repubblicani del 1799... ed è ovvio che l’invasione
piemontarda delle Due Sicilie, sostenuta con i soldi della
Massoneria Inglese ( sbarco dei mille compreso ) tenesse in
buon conto la protezione degli inglesi e delle loro proprietà
sul suolo regnicolo, per cui lo stesso Garibaldi si premurò
di inviare ben due battaglioni di cacciatori, al comando dello
spietato Bixio, per reprimere le prime insurrezioni dei bifolchi
contro i “massari” del luogo, in attesa dell’avverarsi delle
promesse di Garibaldi....... Ci fu, tra i bifolchi, chi vedendo
entrare Bixio pensò di essere davvero vicino alla liberazione
ed alla giustizia ma ben presto, i villici, si resero conto
d’essere stati nuovamente traditi, imbrogliati...ed ora, si
trovavano definitivamente in trappola. I sentimenti e la cronaca
di quei martiri di allora sono stati ben evidenziati in un
noto film di Florestano Vancini “Bronte, cronaca di un massacro
di cui non parlano i libri di scuola” ed anche dal celebre
meridionalista Angelo Manna nella sua opera tragica in sonetti
“Care Paisane” . La repressione di Bixio fu feroce e spropositata
e costò molte vittime, tra notabili e reazionari, compreso
un insano di mente, dopo un processo farsa, una fucilazione
di massa con i cadaveri lasciati esposti, insepolti, a futuro
monito, dopo una razzia delle casse ed un centinaio di prigionieri
presi a caso tra la popolazione e portati via. Fu con Bronte
che cadde il mito garibaldino e che fu resa nota la vera identità
degli invasori che s’erano spacciati per “liberatori”.........
Fu con Bronte che la Sicilia ritrovò se stessa e la forza
di ribellarsi e numerosi altri cruenti e feroci episodi designarono
quella che era divenuta ormai vera guerra di rivolta e che
sfociò nel 1866 con i moti di Palermo, dove l’aguzzino Raffaele
Cadorna, fece in un solo giorno duemila vittime e più di 3.600
prigionieri, tra cui il “noto brigante d’Acquisto” che altri
non era che il novantenne vescovo di Monreale Benedetto d’Acquisto!!!!!!
Si commenta da sé. Ad ogni repressione di stampo sabaudo -
è bene ricordarlo - seguiva sempre il saccheggio e la spoliazione
soprattutto delle Chiese, dei Conventi e dei Monasteri. I
prelati erano visti come reazionari ed a loro, a Palermo,
fu anche proibito di indossare le vesti talari........( cnfr.
DUE SICILIE 1830/1880 Antonio Pagano- Capone editore) Certo,
ci si stringe il cuore se pensiamo che la toponomastica di
quasi tutti i centri della Sicilia e del Sud intero, inneggia
ai nostri aguzzini piuttostochè a coloro che ci nobilitarono
sin dall’antichità ma abbiam fede nella classe dirigente del
futuro - che sarà più consapevole e preparata e meno imbibita
di menzogna risorgimentale - e che ripristinerà l’orgoglio
e l’identità siciliana, sotto l’egida di quel glifo ottopetalo,
simbolo di Stupor Mundi; quel Federico II che dimorava nella
Torre Pisana del Palazzo dei Normanni, dove ora siede il presidente
di turno dell’Assemblea Regionale Siciliana. Se è vero che
i luoghi si impregnano delle energie sottili di chi vi ha
dimorato, noi speriamo vivamente che i “notabili” siciliani
facciano “il pieno” di queste energie! Ma vi starete ancora
chiedendo “Perché, TRINACRIA ? “.. Perché sin dall’antichità,
dai tempi dei Saraceni - come spiega il prof. Massimo Costa
dell’Università degli Studi di Palermo - l’unica divisione
amministrativa più teorica che pratica, era quella della divisione
dei confini negli storici Tre Valli; oggi la cartina geopolitica
della Sicilia, prevede nove province regionali, sullo schema
di divisione amministrativa erede diretta delle province o
valli borbonici che però ricalcavano la suddivisione geopolitica
comunque nella Val Demone, nella Val di Mazara e nella Val
di Noto. Ed il simbolo talismanico di Trinacria detta anche
Triscele o Trichetria è stato, nei secoli, esportato un po’
dovunque; soprattutto al Nord, nell’isola di Man, probabilmente
da quegli stessi Normanni che vi arrivarono dalla Sicilia
nel secolo XI, ragion per cui, su molti blasoni di famiglie
nobili del Nord - per esempio, degli Stuart d’Albany - si
ritrova il simbolo della Trinacria (dalla rivista “L’ISOLA”
n. 2/anno V - Bruxelles). Ma ritroviamo lo stesso simbolo
anche nell’arma dei Drocomir di Polonia, dei Rabensteiner
di Franconia, degli Schanke di Danimarca. “Mennuli ciuruti
e mari funnuti”, per descrivere poeticamente la ricchezza
dell’agricoltura e della pesca di quest’isola che si bagna
in un mare di Luce vivificante, riflessa dai gialli, gli aranci
ed i rossi dei frutti partoriti dal fertile suolo lavico,
dalle potenti energie ctonie, del fuoco e del sole, in un’abbondanza
e qualità organolettiche uniche di frutta, ortaggi, legumi,
erbe, grani, semi e spezie, in un trionfo gastronomico di
sapori, aromi e profumi dal carattere forte com’è forte il
carattere di Sicilia! Nei mari funnuti la grazia di Dio equivale
all’abbondanza ed alla varietà delle specie ittiche, difficili
da reperire in altri mari italiani, come, per esempio, nel
caso della CERNIA che qui raggiunge dimensioni notevoli poiché
essendo una specie di profondità trova nei fondali trinacrii
il suo habitat ideale o nel caso dei TONNI e dei PESCI SPADA
che sulle rotte delle stagionali migrazioni si trovano a passare
per i canali e le correnti che lambiscono questa terra, insediata
al crocevia delle rotte migratorie medesime. Se poi si pensa
che in molti piccoli comuni siciliani, provvisti ancora di
pozzi neri, i pescatori hanno l’obbligo di pulire direttamente
a mare il pesce pescato, per quel naturale ciclo biologico
che vale tanto sulla terra quanto nell’acqua, le specie ittiche
trovano ancor più ricchezza di cibo che ne aumenta la stanzialità
quindi la proliferazione. Un discorso a parte merita il vino.
Se per gli antichi greci Enotria era chiamata la Calabria,
se poi il primato enologico passò a Campania Felix, quei vini
di Sicilia che un tempo venivano utilizzati solo per tagliare
vini deboli di altre regioni italiane, oggi imbottigliati,
riscuotono ampi consensi sui mercati nazionali ed internazionali,
rendendo la produzione enologica siciliana un punto di forza
dell’economia, laddove alcuni vini si sono anche meritati
premi e riconoscimenti internazionali in vari Saloni tematici
tra i più importanti, compreso quello di Torino. Specialità
tipiche a denominazione di origine controllata, come il Bianco
d’Alcamo o il rosso Terre di Ginestra, sono anche i vini dolci
fruttati, passiti e mandorlati , marsala, zibibbo, moscato
e malvasia, tra i più noti e che sin dai tempi dei Borbone
- nella zona del trapanese soprattutto - erano divenuti prodotti
di esportazione degli imprenditori inglesi colà stanziati,
insieme ai tessuti (Inghram, quello famoso ancora oggi per
le camicie, celebrò i suoi albori imprenditoriali in Sicilia,
nell’ottocento). Il pistacchio, d’importazione araba, insieme
al mandorlo, al carrubo, al sesamo e al cedro è alla base
di molte specialità dolciarie della Sicilia, la cui produzione
pasticcera risente molto dell’influsso arabo . Cassate di
ricotta, “mustazzola” ovvero pasticceria secca preparata con
miele e mandorle, i celebri “dolci di riposto” così detti
per via del fatto di essere stipati nelle credenze, i marzapane
ed i mandorlati, la pasta di mandorle, la “ghigghiulena” ch’è
un torrone di sesamo, i nucatoli, i “pastizzi” ed i “pastieri”
anche salati come la “palummedda cu l’ova” ed anche la famosa
cioccolata di Modica, prelibatezza rara preparata secondo
la ricetta tradizionale della dominazione spagnola in quella
ch’era chiamata la Contea Modicana. Non a caso, la prestigiosa
rivista italiana con redazioni a N.Y ed a Mosca “Luxury”,
presente ogni anno al Salone internazionale del Lusso ha dedicato
un ricco inserto alla Sicilia, soprattutto alla sua gastronomia
e, della famosa cioccolata di Modica e DI altre bontà così
ci dice :” Ogni panetto di forma squadrata, è aromatizzato
con vaniglia o cannella. Anche la carruba, coltivata in particolare
nel territorio di Modica sin dai tempi dei Greci è utilizzata
per preparare dolci, marmellate, farine, aromi, glasse, sciroppi,
gelatine, oltre ad avere proprietà balsamiche... Pennette,
paste dolci, torte e gelati sono solo alcune delle delizie
preparate col pistacchio.... Molte ricette dell’isola, quali
il cous cous alla trapanese, la cassata siciliana e la granita,
che sono prettamente di ispirazione araba, hanno gusti e aromi
orientali...” Ma anche i prodotti della pastorizia sono ineguagliabili
ed alcuni formaggi e ricotte godono della denominazioni d.o.c..
, come il canestrato, la scacciata, il primo sale, la provola
e la tuma. Spezie, olive, capperi e ortaggi trionfano in mille
profumate preparazioni che danno piacere al palato ma anche
agli occhi, con i loro colori vivaci. Pani speziati accompagnano
ogni vivanda, dalla Sciakisciuka di Pantelleria ch’è una caponata
di verdure varie alla Cucurummà di zucchine, agli onnipresenti
involtini di Pescespada divenuti ormai più simili ad uno snack
che ad una vera e propria pietanza. Le preparazioni a base
di pesce, a parte le grigliate, non sono mai banali ma veri
e propri trionfi gastronomici dove la fantasia, il basilico,
le patate, i peperoni e lo zenzero partecipano dell’opera
d’arte e dove per tener “morbido” in cottura un polpo o una
piovra, si aggiunge all’acqua di bollitura un turacciolo di
sughero o, per grigliare a dovere una formaggetta o una provola,
per evitare che squagli, la si spolvera preventivamente di
farina di grano duro. Questi siciliani cucinano come se facessero
ceramiche artistiche, opere d’arte, offerte sacerdotali, con
l’amore, la cura ed il rispetto dovuti ad ogni dono di Dio.
Ed è a proposito della Tavola che si misura il grado di Civiltà
di una Nazione, le sue Tradizioni, la sua Cultura quindi allorchè
la menzogna risorgimentale continuerà a dirvi che al Sud noi
si era selvaggi, poveri, affamati e sporchi, non le credete.
Da noi, non è mai morto di fame nessuno e sulle nostre tavole
c’erano le stesse cose che imbandivano la tavola dei nostri
Re. Ed oggi, oggi che il Nord dell’industria e delle Banche
ha miseramente fallito, la Sicilia ed il Sud intero si preparano
ad affrontare il loro più autentico “risorgimento”, avendo
dalla loro ricchezze inestimabili e carte importanti da giocare,
per rilanciare l’economia ; la Storia, la Civiltà, il Turismo,
l’Agricoltura e la Gastronomia. Ben venga la Devolution purchè
non si verifichi un’altra invasione delle Due Sicilie e quella
perniciosa contro-diaspora che potrebbe vedere una corrente
migratoria di “cummenda” del Nord verso le nostre imprese
locali. Dio voglia che la nostra Identità ed il nostro Orgoglio
trionfino, per rimboccarci le maniche e tornare ad essere
autosufficienti ed autodeterminati, così come ai tempi delle
Due Sicilie, con la costituzione magari di una unica ed inattaccabile
MacroRegione del Sud!
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 1
riferimento
Inviato
da terranuova0
il 10/11/06 @ 14:55
BENVENUTI SULLA COMUNITY.
fuoco57
|
|