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N°769 11-08-2008 - 19:53 Omaggio ad Enrico e Paolo Moscarelli Dal
CD "Bottega F.lli Moscarelli - autori di canzoni napoletane" abbiamo
tratto il brano "Acqua passata", ultima composizione degli eclettici
fratelli che, lo ricordiamo, hanno firmato alcuni successi di Peppino
Di Capri e di altri noti artisti. ******************** Info : Rammentiamo ai lettori che la presentazione del disco e le schede biografiche degli autori sono al post n.700 di questo online! Buon ascolto! Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 6 Inviato
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N°707 14-06-2008 - 00:09 merci
Miss Monroe Per grazia divina non apparteniamo alla Casta dei critici d’arte, a quella eccelsa categoria di poco più che falliti artisti, più spesso invidiosi dell’inarrivabile talento altrui e che son soliti travestire di pseudo-intellettualità e omologata saccenza l’acrimonia più pura, a tal punto che da CASTA li si potrebbe tranquillamente definire “CASTRA” per quante vittime fanno sul terreno di quell’eccellenza cui – come il graal – noi tutti aneliamo, imponendo sul mercato artisti ed opere la cui mediocrità è consona al malanimus che li agita e che, purtroppo, è monetizzante, remunerativo. Questo, in ogni settore dell’arte ma – attenzione! – quando si parla di MUSICA, la CASTRA sfiora l’autorità dittatoriale imponendo con la collaborazione dei “giornalai” e dei media nazionali gusti e tendenze, solitamente lesivi dell’ANIMA MUNDI, perché la Musica – qualsivoglia genere – è matematica dell’Universo, è codice della Creazione, è - così come definì Dio San Bernardo di Chiaravalle – ALTEZZA LUNGHEZZA AMPIEZZA LARGHEZZA… ed una scintilla divina alberga nel nostro DNA, per cui la musica è nostra stessa essenza e manifestazione. Ispirazione. La mediocrità di certa musica imposta noi la recepiamo istintivamente, rabbiosamente, perché soffoca la nostra stessa essenza… ch’è MUSICA!… ovvero quell’energia vitale che ci consente di ESSERE: “sentire”, manifestare, emozionare. E’ una Legge della Natura non scritta ma codificata in noi e suscettibile di innumerevoli variazioni, come innumerevoli proprietà di linguaggio e d’espressione… e nessuno può privarci di questa facoltà extraumana, di questo sacro sigillo ch’è “orecchio” ma soprattutto “psiche”. Oggi, la fresca invenzione della “televisione commerciale”, attraverso i suoi soloni della CASTRA e con la complicità del gossip morboso, ha letteralmente chiuso il sipario sul palcoscenico dell’eccellenza artistica nel nostro Paese, in tutti i campi, costringendo gli irriducibili affamati d’arte a praticare le vie “underground”, più degne delle sette segrete e dei protomartiri cristiani, dove il “passaparola” al pari di un segreto svelato riunisce accoliti ed estimatori d’eccellenti artisti nazionali che la TV eviterà di proporci, con quella sua mania ragionieristica d’impippare di mediocre e banale la vasta utenza lobotomizzata e pagante, anaffettiva e vorace, dai sensi ormai ottusi… è così che – accade troppo spesso – i nostri migliori artisti, vittime, come i meridionali del post-risorgimento italiano devono poi decidere se essere BRIGANTI o EMIGRANTI… e spesso ce li soffiano, i migliori, gli establishment nord-europei o oltreoceano… come accade per la “fuga dei cervelli” (ma questa è un’altra storia). Non è un posto per giovani, quest’Italia gerontocratica ed in mezzemaniche nere da contabile primo novecento… eppure, proprio nei suoi giovani troverebbe auspicata rigenerazione e bellezza, motivazione e sostentamento… se non li sbattesse fuori dal suo pittoresco, oleografico, manieristico “piccolo mondo antico”. E’ di giovani italiani che vogliamo parlarvi! E’ della musica giovane ma senza tempo che vogliamo riappropriarci: creativa, espressiva, libera, coinvolgente. Una botta di vita! Sono italiani i Merci Miss Monroe e giovanissimi, già al secondo godibilissimo album per i quali i “soliti esperti”, allertati, si stanno sperticando in ricerche agiografiche, studi filosofici, spicciole sociologie, per fingere, poi… come sempre… di aver scoperto l’acqua calda in agosto. Li hanno definiti “punk-romantici”, “indie”… ma “con rimandi sonori importanti quanto evidenti pop”, “country folk”, “surf rock”, “… con un mood da saloon”… “…una componente melodica inoccultabile”… ed altre amenità escatologiche di omologata cultura… esternazioni plastificate di polverosi trandy-man babilonesi. BASTA!… I Merci Miss Monroe sono semplicemente ed assolutamente FANTASTICI e piacciono anche ai non giovani, perché la loro musica è assimilabile ad un traduttore simultaneo che parla innumerevoli lingue, quante sono le radici degli innumerevoli stati d’animo, dei venti e delle maree che albergano – spesso timide e inespresse – nell’animo di tutti, giovani e meno giovani. La si può assurgere a musicoterapica, a seconda degli stati d’animo, la loro arte, praticata generosamente e consapevolmente ma soprattutto creativa, intuitiva. BELLA! Non a caso, due brani dal primo disco sono stati scelti per la colonna sonora dell’ottimo film di Gianni Zanasi “Non Pensarci”, in sala dall’aprile 2008, non è un caso che questi giovanotti hanno già solcato in lungo e in largo, acclamati, il corposissimo underground dello Stivale e del nord-Europa, che abbiano masterizzato un loro disco a Miami, in uno studio da Big, che abbiano straveduto – e nessuno lo sa – i loro dischi, che facciano già da tempo da “spalla” ai gruppi internazionali in concerto. Quattro bei ragazzi, lavoratori e studenti che dal bigio hinterland milanese e varesino, con competenza, umiltà e passione sono in ascesa per un grande successo internazionale che neppure immaginano. Una chicca identitaria: il batterista, re del tamburo, suono primordiale, è di origine napoletana e gli saremmo grati per uno scoop cui aspiriamo, una disfida partenopea con il mitico percussionista Tullio De Piscopo (dopodime, il Vesuvio!) magari in una kermesse verace nella culla della indimenticabile band “Napoli Centrale”. Ai “mMM” consigliamo di tutto cuore di rifuggere dal marketing dei discografici rampanti il cui brand obsoleto è composto di sgallettate e bulli che tolgono smalto all'immagine degli artisti, confinandoli in un'allure esasperata, volgare e grossolana, ormai blase' e, soprattutto, di tenersi lontani dalla Rai Tv e da Mediaset, dai “pippi baudi” e “sanremini” vari, per non scadere, mai, nella globalizzazione che sfavilla di luccichìo il successo come l’oro di Bologna. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 ______________________________ Messaggio
N°700 11-06-2008 - 13:57 Premiata Ditta F.lli Moscarelli All’approssimarsi dell’evento culturale “LA CANZONE NAPOLETANA TRA VECCHI E NUOVI CANTORI” curato da Luigi Rispoli per la Provincia di Napoli in collaborazione con Umberto Franzese e che si svolgerà in Napoli presso la Chiesa di S. Severo al Pendino – Via Duomo 286, lunedì 16 giugno 2008, alle ore 17,00, ci è gradita l’occasione per promuovere, extra programma dell’evento, un’autentica chicca della storia della canzone napoletana, meritevole di ampia divulgazione. ”Bottega F.lli Moscarelli – autori di canzoni napoletane” è il titolo glamour di una raccolta di canzoni pensata umilmente come omaggio agli amici ma che, presto, sarà doverosamente inserita nella grande distribuzione. Paolo Moscarelli, realizzando questo CD si è tolto lo sfizio di cantare canzoni composte da lui (musicista) e dal fratello Enrico (autore dei testi) e coglie l’occasione per ringraziare Peppino di Capri, Carlo Missaglia e Pino Barra per averne già interpretato e inciso la maggior parte. La realizzazione di questo CD è anche frutto del sapiente apporto dei musicisti Giorgio Savarese, Maurizio Pica e Salvatore Minale. C’è infine un omaggio di Paolo a Salvatore Di Giacomo, di cui ha musicato e cantato una delle più famose liriche”Pianneforte ‘e notte”. LA VOCE DI MEGARIDE annuncia che a breve presenterà in anteprima assoluta in rete il promo-video di questa deliziosa rassegna napoletana, per offrire ai lettori l’opportunità di ascolto di qualche brano ed agli autori un segno di vivo apprezzamento. ******* Enrico Moscarelli nasce a Napoli, ai piedi del promontorio di Pizzofalcone, nei pressi del Castel dell’Ovo, il 29 aprile 1939. Già all’età di dieci anni, suo nonno, Enrico Parziale, poeta e musicista, gli ha insegnato a scrivere, come si deve, nella lingua napoletana. A diciannove anni vince il primo concorso letterario del primo Comitato Studentesco del Liceo “Umberto I” di Napoli, e a ventiquattro anni (1963), dopo aver concluso una notevole attività semi-professionale di cantante solista di complesso (un anno intero, tutte le sere, a Roma, in famosi “Night Club” e due stagioni sulla Riviera Adriatica), scrive il testo letterario di quella “Signo’ dint’ a ‘sta Chiesa”, che rimane la canzone più famosa dei due fratelli. La canzone, come è noto, fu incisa per la prima volta nel 1971 e portata lungamente al successo da un grande Peppino di Capri, che l'ha anche nuovamente interpretata nel 2005 e inserita in un suo CD di brani incisi dal vivo. Più recentemente la canzone è stata ancora incisa da Carlo Missaglia e da Pino Barra. Tra le notizie riguardanti Enrico, dottore in giurisprudenza, non si può mancare di includere la sua attività di funzionario, di elevato livello, di un importante ente pubblico, e il suo straordinario interesse per la filosofia antica e per la filologia classica, nonché la sua singolare conoscenza del greco antico e dell’antica Ellade, che egli considera, tra l’altro, parte viva e profonda dell’anima di Napoli: sua è la prima traduzione mondiale delle “Testimonianze” e dei “Frammenti” di Ecateo di Mileto (Edizione: La Città del Sole, Napoli, 1999), presentata all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Appena qualche anno fa ha realizzato un’altra, più ampia, pubblicazione: il libro, intitolato "I quattro grandi Milesi – Talete, Anassimandro, Anassimene, Ecateo - testimonianze e frammenti, con testi originali a fronte (Edizioni Liguori), con il patrocinio del già nominato Istituto, che rappresenta il più importante traguardo raggiunto fino ad ora da Enrico nel settore degli studi umanistici. Dopo “Signo’ dint’ a ‘sta Chiesa”, molte sono le composizioni note di Enrico: da “Paura ’e muri’”, su musica di Peppino di Capri e del fratello, a “Gelusia” (1973) a “Zitto zitto”(1985) a “Jamme, ja’” (1991), canzone che, con “Signo’ dint’a ‘sta Chiesa”, testimonia la possibilità di coniugare la canzone napoletana “alta” con l’impegno civile, e che, per tale impegno, non è necessario ricorrere alle sottoculture, spesso oltremodo promosse e corteggiate. Paolo Moscarelli nasce a Napoli (Via Chiatamone) il 16 gennaio 1942. Scopre la chitarra a 12 anni e, pochi anni dopo, comincia, come tanti altri ragazzi, a suonare nei “complessi”. Lo ritroviamo, a cavallo tra liceo e Università, come cantante, in giro per l’Italia, in un gruppo insieme al fratello Enrico con il quale comporrà la maggior parte delle sue canzoni, che saranno poi interpretate, in modo assolutamente prevalente, da Peppino di Capri, ma anche da altri. Tra le tante canzoni ricordiamo “Signo’ dint’’a ‘sta Chiesa”, “Zitto zitto”, “Me dice ‘o core”, “Limone d’oro”, “Jamme, ja’”, “Gelusia”. Nel 1971 lascia l’attività di “orchestrale” e, laureatosi in giurisprudenza, diventa Commissario di polizia e viene inviato a Palermo. L’impegno delicato (essendo stato destinato alla squadra mobile di quella Questura) non gli impedisce di comporre canzoni (sempre con il fratello Enrico (che nel frattempo aveva vinto un concorso per dirigenti INPS ed inviato a Trento) canzoni regolarmente incise da Peppino di Capri, nel corso degli anni ’70. Nel 1980 Paolo viene trasferito prima a Napoli (dove coglie l’occasione per comporre canzoni anche per Fred Buongusto (“Facciamo pace”, “Stretti” e altre) e poi a Roma, dove ricoprirà, da Questore, incarichi di alto prestigio istituzionale. A Roma Paolo compone anche musiche da film (sua è la colonna sonora del film-fiction “Senza confini”, storia dell’eroico Commissario Palatucci, interpretato da Sebastiano Somma e Chiara Caselli, e musiche per il teatro di Vittorio Marsiglia (ancora su testo letterario del fratello Enrico). Nel 2002 Paolo lascia l’Amministrazione degli Interni, perché chiamato a dirigere l’antipirateria della Società Italiana Autori ed Editori. Comincia in questo periodo la collaborazione con Gianni Belfiore (autore di tutti i testi italiani di Julio Iglesias) e tuttora compone canzoni con il fratello Enrico. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 2 Inviato da Anonimo
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