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N°803 14-09-2008 - 15:07 ALMANACCO
NAPOLETANO “‘E FIGLI SO’
PIEZZ’E CORE” Schiaffeggia il figlio di 15 mesi. Condannata a 8
mesi: libera - Condannata a otto mesi di reclusione con pena sospesa.
È quanto incassato dalla mamma che l’altro giorno ha schiaffeggiato
il figlioletto di 15 mesi e aggredito un poliziotto intervenuto
per bloccarla. Una triste storia di cui a farne le spese sono due
bambini, uno di 4 anni e l’altro di 15 mesi. I due sono stati temporaneamente
sottratti alla madre e affidati agli assistenti sociali. Il fatto
è successo martedì sull’R2. Un agente libero dal servizio era sull’autobus
quando ha sentito un bambino che urlava. La madre, innervosita dal
suo pianto, lo stava schiaffeggiando alla presenza dell’altro figlio
di 4 anni. L’agente ha sentito il dovere di intervenire, prima come
privato cittadino e poi come poliziotto, nel tentativo di calmare
la donna. Dopo essersi fatto largo tra i vari passeggeri, il poliziotto
ha raggiunto la donna invitandola a calmarsi ma questa ha iniziato
ad inveire anche contro di lui continuando a malmenare il piccolo,
tanto da farlo cadere dal passeggino. A nulla è servito che l’ispettore,
in forza presso il commissariato di polizia Vasto-Arenaccia, si
qualificasse quale appartenente alle forze dell’ordine. La donna,
L. D. G., 41 anni, si è scagliata contro il poliziotto colpendolo
con schiaffi e pugni ed afferrandolo al collo. Il poliziotto, riuscito
a divincolarsi dalla donna, ha invitato l’autista dell’autobus ad
arrestare la marcia, avvisando con il suo telefono cellulare il
113 per l’invio di una “Volante”. Nel frattempo due uomini, uno
dei quali poi identificato per il fratello della donna, G. D. G.
di 44 anni, hanno aggredito l’ispettore alle spalle. Per il caos
creatosi tra i passeggeri, l’autista è stato costretto ad aprire
le porte dell’autobus, circostanza che ha agevolato la fuga di uno
dei due uomini. Il poliziotto, infatti, è riuscito a bloccare solo
la donna e suo fratello, arrestandoli perché responsabili entrambi
dei reati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il piccolo
di 15 mesi e mezzo è stato ricoverato in osservazione presso l’ospedale
Santobono ed affidato, così come il fratello di 4 anni, ai servizi
sociali ” SCHERZA CON I FANTI MA LASCIA STARE I SANTI”. SALERNO.
Alle vittime, quasi sempre anziani, offriva un “pacco regalo”: un
quadro di San Pio in cambio di una offerta. In realtà l’obiettivo
era di mettere in atto una truffa e rubare loro dei soldi. È quanto
si verificava nel Cilento, in provincia di Salerno dove Raffaele
De Falco, trentanovenne napoletano è stato arrestato con l’accusa
di rapina impropria e truffa. L’uomo è finito in manette dopo che
ha truffato due anziani, a Salento ed Orria, piccoli comuni dell’entroterra.
In entrambi i casi, dopo essersi fatto aprire la porta di casa,
aveva offerto alle ignare vittime il “pacco regalo” contenente un
quadro di Padre Pio in cambio di una offerta. Senonchè, a Salento,
il truffatore ha voluto “esagerare”. Quando l’anziano ha estratto
i soldi, lo ha spintonato portandogli via trecento euro. Sulla strada
del ritorno ha poi bussato alla porta di una anziana donna di Orria,
facendosi consegnare 100 euro in cambio del solito “regalo”. L’uomo
è stato bloccato dai carabinieri della compagnia di Vallo della
Lucania, diretta dal capitano Daniele Campa. Riconosciuto dai due
anziani, è stato arrestato. ” ERRARE E’ UMANO PERSEVERARE E’ DIABOLICO”
Bassolino ammette le colpe - Antonio Bassolino analizza il sondaggio
che lo vede ultimo tra i governatori: «È stato fatto a giugno ed
ha influito la crisi dei rifiuti». Poi cerca di spegnere le polemiche
sul Forum delle Culture: «Velardi ha votato la delibera sull’Accampamento
per la pace, che è solo il primo passo. Il Forum è un’occasione
importante e dobbiamo lavorare tutti assieme». Infine, tra il serio
e il faceto parla del proprio futuro: «Continuo a lavorare. Fino
al 2009? Beh, anche fino al 2010, 2011...». ” SI RISPETTA IL CANE
PER IL PADRONE” Incrocio Border Collie di 1 anno legato ad catena
di 50cm (NA) Sono un simpatico cagnetto di taglia media, circa 14
kili, color rossiccio di 1 anno circa, legato senza umanità ad una
catena di nemmeno 50 cm a Sant' Antonio Abate (NA)! Grazie a Daniela
e Luisa sono stato liberato il 09.09 e hanno denunciato lo sporco
"proprietario" che non mi ha nemmeno riconosciuto come suo! Non
potevo correre, nemmeno muovermi, intrappolato nella mia solitudine
sotto una baracca che somigliava ad un riparo.. .provate ad immaginare
le mie pene. In un contesto di gran degrado e di "MUNEZZA" attorno
a me. Purtroppo ero costretto a defecare e ad urinare tutto in quel
misero angolo e respirare il tutto. Ero infestato di pulci e zecche
e tutte mosche attorno! Il cibo? Quando se ne ricordavano! Ero costretto
a mangiare gli avanzi di alcuni giorni e l'acqua come vedete era
imputridita nello squallido secchio. Purtroppo i vigili avevano
chiamato l'Asl e l'accalappiacani mi ha portato al canile... pensate
che nell' uscire da quell' inferno non riuscivo nemmeno a camminare.
VI PREGO, PRENDETEMI CON VOI! ...Vi amerò per sempre. (Contattare
Daniela 348 8533604 o 081 5321133 mariadaniela17@hotmail.com"
PIU' CONOSCO GLI UOMINI PIU' AMO LE BESTIE" LA SOLITA STORIA. ABBANDONATA.
FINITA SOTTO UN’AUTOMOBILE. VIVA X MIRACOLO MA LASCIATA SUL CIGLIO
DELLA STRADA CON ZAMPA ROTTA.. VIENE TROVATA E SALVATA DAL PAPA'
DI UNA VOLONTARIA NEL SOLITO PAESINO DELLA CAMPANIA (PER INTENDERCI,
LO STESSO DOVE E’ STATO RINVENTO IL CANE SCHELETRICO POI MORTO!!)
LA CAGNOLINA E’ ANCORA UNA CUCCIOLA. E’ STATA VISITATA E SOCCORSA
MA PARE CHE IL NERVO SIA COMPROMESSO: DOBBIAMO FARE ALTRE INDAGINI.
NON ABBIAMO UN POSTO AL COPERTO. PIOVE... LA PICCOLA E’ IN UN TERRENO
DOVE VIENE ALMENO NUTRITA E SARA' PORTATA DA VETERINARI DI FIDUCIA.
SERVE AIUTO X STALLO O ADOZIONE CON LA CONSAPEVOLEZZA CHE POTREBBE
RIMANERE ZOPPA... E’ DOLCE E TIMIDA FA TANTA PENA.. PER OGNI INFORMAZIONE
ASS DOGSANGELS TEL 33960890017 WWW.DOGSANGELS.COM
Inviato da: vocedimegaride: 0 - Commenti: 0 _________________________________________ Messaggio
N°802 14-09-2008 - 12:30 Di Garibaldi non ce ne bastava uno! Segnaliamo
questo brillante intervento su "Il Brigante" dell'amico Andrea Balia,
sperando che faccia riflettere, una volta di più, tutti coloro sparsi
in mille greggi che si dicono meridionalisti e che perseverano nell'inguaribile
individualismo narciso, mandando in fumo ogni razionale possibilità
di unione delle forze e delle indiscusse potenzialità di riscatto,
difesa e tutela del Mezzogiorno, per troppo amore di se'. Il Sud
continua a pascersi nel comodo piccolo mondo antico delle baronìe
e benchè stracciato e prono continua ad essere terra di conquista,
pozzo di San Patrizio, cornucopia della solita bastarda classe dirigente
locale e nazionale. La triste terza via del socialismo italiano
Apprendiamo in queste ore una notizia che ne contiene due al suo
interno. Entrambe, purtroppo, tristi e decadenti, sinonimo da un
lato di ignoranza storica volgarmente strumentalizzata per dare
un po’ d’aria alla bocca, atteggiarsi a declamatore di citazioni
colte e suggestive, coniugandole ad una piaggeria di bassa lega;
dall’altro come conferma ulteriore della triste strada che una buona
parte del socialismo italiano ha intrapreso dal dopo/tangentopoli,
incamminandosi in una direzione che non fa che suggellare tutto
il negativo che certi personaggi politici avevano combinato all’epoca,
e la loro pervicacia a voler rientrare in scena. Qualche giorno
fa si è tenuta la festa per l’ingresso in Forza Italia di Giulio
Di Donato. E’ stato accolto da un gruppo di vocianti sostenitori
al grido di: “con te vinceremo!”, il tutto tra gli abbracci di Stefania
Craxi (la sempre più incredibile figlia dell’ex premier!) che ha
dichiarato la sua felicità perché il socialismo italiano sta finalmente
trovando il suo approdo. Intendiamoci subito: non ne vogliamo fare
un problema di Destra e/o Sinistra, ma solo di etica, coerenza e
dignità. E’ veramente poco sostenibile e inquadrabile, in un ragionamento
logico e politico, che chi crede o ha creduto nel socialismo pensi
o possa sostenere che la collocazione più giusta per lui sia il
partito del Cavaliere. Chi sa di storia ricorda che già ce ne fu
uno negli anni venti a passare la barricata; ma si chiamava Mussolini
e andava a fondarsi un suo partito, modificando il socialismo cui
aveva aderito da giovane in una cosa nuova, che stava a Destra ma
non pensando di ritrovare l’ideologia socialista in una preesistente
formazione dalla parte avversa. A torto o a ragione il suo iter,
criticabile e non condivisibile, aveva (pur fra tutte le condanne
ovvie al fascismo) un suo processo pur se azzardato. Qua siamo invece
alla frutta: va bene tutto pur di rientrare in scena! Logico che
a differenza d’altri stati europei il socialismo italiano sia un
pallido ricordo. E questa è la prima notizia, alla quale non avremmo
ad onor del vero dedicato il nostro modesto tempo pensando di scriverci
su qualcosa. Ma la notizia si colorisce e diventa intrigante riguardandoci
più da vicino, nel momento in cui leggiamo le dichiarazioni di Di
Donato a suggello del suo rientro in politica attiva nel primo partito
d’Italia. Aprite bene le orecchie: “Il Berlusconi neogaribaldino,
giunto a Napoli a liberarci dal vecchiume neoborbonico, appare un
eroe felice ed amato dalla gente ma isolato rispetto ad un establishement
locale fatto di baroni e tromboni suonati e decaduti…”. E qui non
sai se ridere o incazzarti: Inviato da: vocedimegaride: 0 - Commenti: 2 Inviato da Anonimo
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N°787 31-08-2008 - 21:48 Napoli ADDIO ! LETTERA APERTA
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N°786 30-08-2008 - 20:05 'O Paese 'e Pullecenella Raffica di scarcerazioni choc (Dal quotidiano Roma del 30/08/2008 ) Si sono macchiati di reati gravi ma ciò non è bastato a trattenerli in carcere. Nel giro di poche ore dal loro fermo sono stati già liberati i due babyboss che hanno scatenato una rivolta per impedire il loro arresto e un rapinatore che dopo uno scippo ha tentato di investire un agente per sfuggire al controllo. È scoppia la polemica sulle scarcerazioni facili. Nel primo caso il gip non ha convalidato il fermo per Raffaele Amato, 18 anni, detto “Lelluccio” e nipote dell’omonimo ras scissionista, e Francesco Ferro, 26 anni, suo complice nella fuga e nella resistenza. Nel secondo caso, il giudice monocratico, ha scarcerato dopo la condanna a nove mesi il 26enne Antonio Cavaliere. L’uomo ha prima cercato di rapinare una giovane donna a Chiaia e poi per sfuggire all’arresto ha preso in pieno un poliziotto con il suo scooter. Esposito (la DESTRA): l'immediata scarcerazione degli arrestati di Melito demotiva le Forze dell'Ordine La pressocchè immediata scarcerazione dei due delinquenti, uno dei quali nipote del boss locale, il cui arresto a Melito era stato contrastato in maniera estremamente violenta da un centinaio di amici e famigli è una di quelle notizie che non avremmo mai voluto leggere- Lo afferma in una nota Bruno Esposito- dirigente nazionale de LA DESTRA-la formazione politica che fa capo al senatore Storace-Le Forze dell'Ordine, prosegue la nota, fanno il loro dovere, ma se lo sforzo ed i rischi ai quali vanno incontro per svolgere il loro dovere vengono vanificati da provvedimenti permissivi del magistrato di turno, si rischia di demotivare in maniera grave chi è quotidianamente in prima fila per il rispetto della giustizia. Ci saremmo aspettati, il giorno dopo, afferma l'esponente della Destra, non certo la scarcerazione dei due criminali, ma l'incriminazione e se del caso l'arresto di quanti avevano aggredito i Carabinieri, causando danni e ferite, per impedire che potessero fare il loro dovere. Ci auguriamo che, nello specifico, il provvedimento possa essere presto revocato e, per il futuro, che i Responsabili degli Uffici Giudiziari facciano in modo che Forze dell'Ordine e tutta la Magistratura possano combattere la criminalità con lo stesso rigore, tenendo conto del contesto "associativo" in cui sono maturati i comportamenti così gravemente lesivi dell'ordine pubblico e della legalità. (rif 333 2400397) Inviato da: vocedimegaride: 0 - Commenti: 11 Inviato da Anonimo
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il 31/08/08 @ 10:51 via WEB ____________________________________________ Inviato da Anonimo
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N°772 15-08-2008 - 11:06 AAA
Auguri di "Buon Ferragosto!" , monnezze! SCEGLIENDO DI VIVERE A NAPOLI, HO LASCIATO LA BARACCOPOLI DI KOROGOCHO (CON LA DISCARICA DI NAIROBI A FIANCO) E HO TROVATO UNA NAPOLI IN LOTTA CONTRO DISCARICHE E INCENERITORI. Sono convinto che Napoli è solo la punta dell’iceberg di un problema che ci sommerge tutti. Infatti, se a questo mondo, gli oltre 6 miliardi di esseri umani vivessero come viviamo noi ricchi (l’11% del mondo consuma l’88% delle risorse del pianeta!) avremmo bisogno di altri 4 pianeti come risorse e altri 4 ove buttare i rifiuti. I poveri di Korogocho, che vivono sulla discarica, mi hanno insegnato a riciclare tutto, a riusare tutto, a riparare tutto, a rivendere tutto, ma soprattutto a vivere con sobrietà. E’ stata una grande lezione che mi aiuta oggi a leggere la situazione dei rifiuti a Napoli e in Campania, regione ridotta da 20 anni a sversatoio nazionale dei rifiuti tossici. Infatti esponenti della camorra in combutta con logge massoniche coperte e politici locali, avevano deciso nel 1989, di sversare i rifiuti tossici in Campania. Questo perché diventava sempre più difficile seppellire i nostri rifiuti in Somalia. Migliaia di Tir sono arrivati da ogni parte di Italia carichi di rifiuti tossici e sono stati sepolti dalla camorra nel Triangolo della morte (Acerra-Nola- Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Nord di Napoli) e nelle campagne del Casertano. Questi rifiuti tossici bombardano oggi, in particolare i neonati, con diossine, nanoparticelle che producono tumori, malformazioni, leucemie.. il documentario Biutiful Cauntri esprime bene quanto vi racconto. Bisogna poi aggiungere il disastro della politica ormai subordinata ai potentati economici-finanziari. Questa regione è stata gestita dal 1994 da 10 commissari straordinari per i rifiuti, scelti dai vari governi nazionali che si sono succeduti, capaci di spendere oltre 2 miliardi di euro, per produrre oltre 7 milioni di tonnellate di ecoballe, che di eco non hanno proprio nulla: sono rifiuti tal quale, avvolti in plastica che non si possono nè incenerire, né seppellire perché inquinerebbero le falde acquifere. Buona parte di queste ecoballe, accatastate fuori la città di Giugliano, infestano con il loro percolato quelle splendide campagne denominate Taverna del re. Oggi la Campania ha raggiunto gli stessi livelli di tumore del Nord-Est, che però ha fabbriche e lavoro. Noi, senza fabbriche e senza lavoro, per i rifiuti siamo condannati alla stessa sorte. Il nostro non è un disastro ecologico -lo dico con rabbia- ma un crimine ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. Ne è prova il fatto che Prodi, a governo scaduto, abbia firmato 2 ordinanze: una che permetteva di bruciare le ecoballe di Giugliano nell’inceneritore di Acerra, l’altra che permetteva di dare il Cip 6 (la bolletta che paghiamo all’Enel per le energie rinnovabili) ai 3 inceneritori della Campania che trasformano la merda in oro. Ulteriore rabbia quando il governo Berlusconi ha firmato il nuovo decreto n. 90 sui rifiuti in Campania. Berlusconi ci impone, con la forza militare, di costruire 10 discariche e 4 inceneritori. Se i 4 inceneritori funzionassero, la Campania dovrebbe importare rifiuti da altrove per farli funzionare. Da solo l’inceneritore di Acerra potrebbe bruciare 800.000 tonnellate all’anno! E’ chiaro allora che non si vuole fare la raccolta differenziata, perché se venisse fatta seriamente (al 70 %), non ci sarebbe bisogno di quegli inceneritori. E’ da 14 anni che non c’è volontà politica di fare la raccolta differenziata. Non sono i napoletani che non la vogliono, ma i politici che la ostacolano perché devono ubbidire ai potentati economici-finanziari promotori degli inceneritori. E tutto questo ci viene imposto con la forza militare vietando ogni resistenza o dissenso, pena la prigione. Le conseguenze di questo decreto per la Campania sono devastanti. Se tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo 3 della Costituzione), i Campani saranno meno uguali, avranno meno dignità sociale, così afferma un recente Appello ai Parlamentari Campani: Ciò che è definito tossico altrove, anche sulla base normativa comunitaria, in Campania non lo è; ciò che altrove è considerato pericoloso qui non lo sarà. Le regole di tutela ambientale e salvaguardia e controllo sanitario, qui non saranno in vigore. La polizia giudiziaria e la magistratura in tema di repressione di violazioni della normativa sui rifiuti, hanno meno poteri che nel resto d’Italia e i nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e novità, non saranno in grado di tutelare, come altrove accade, i diritti dei Campani... Per questo sono andato con tanta indignazione in corpo all’inceneritore di Acerra, a contestare la conferenza stampa di Berlusconi, organizzata nel cuore del Mostro, come lo chiama la gente. Eravamo pochi, forse un centinaio di persone (la gente di Acerra, dopo le botte del 29 agosto 2004 da parte delle forze dell’ordine, è terrorizzata e ha paura di scendere in campo), ma abbiamo tentato di dire il nostro no a quanto accade. Abbiamo distribuito alla stampa volantini: Lutto cittadino; La democrazia è morta ad Acerra; Ne danno il triste annuncio il presidente Berlusconi e il sottosegretario Bertolaso. Nella conferenza stampa (non ci è stato permesso parteciparvi!) Berlusconi ha chiesto scusa alla Fibe (ricordo che la Fibe è sotto processo), per tutto quello che ha subito per costruire l’inceneritore ad Acerra! Uno schiaffo ai giudici! Bertolaso ha annunciato che aveva firmato il giorno prima l’ordinanza con la Fibe perché finisse i lavori! Poi ha annunciato che avrebbe scelto con trattativa privata, una delle 3-4 ditte italiane e una straniera, a gestire i rifiuti. Quella italiana sarà quasi certamente la A2A (multiservizi di Brescia e Milano) e quella straniera la Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua e la seconda al mondo per i rifiuti. Sarà quasi certamente Veolia a papparsi il bocconcino e così, dopo i rifiuti, si papperà anche l’acqua di Napoli. E’ la stravittoria dei potentati economici-finanziari, il cui unico scopo è fare soldi in barba a tutti noi che diventiamo le nuove cavie. Sono infatti convinto che la Campania è diventata oggi un ottimo esempio di quello che la Naomi Klein nel suo libro Shock Economy, chiama appunto l’economia di shock: DOVE C’E’ EMERGENZA GRAVE VIENE PERMESSO AI POTENTATI ECONOMICO-FINANZIARI DI FARE COSE CHE NON POTREBBERO FARE IN CIRCOSTANZE NORMALI. ****************** "Buon Ferragosto!", Antonio Bassolino: non esagerare con la 'mpepata 'e cozze, stasera al veglione!!! Megaride Inviato da: vocedimegaride: 0 - Commenti: 2 Inviato da vocedimegaride __________________________________________ Inviato da Anonimo
il 16/08/08 @ 10:23 via WEB _________________________________________ Messaggio
N°770 12-08-2008 - 11:02 BOSSI,
sei un ingrato! Leggo sulla “Repubblica” del 10 agosto che Bossi, a Pontida”, ha dichiarato: « Abbiamo fatto un errore madornale a seguire Garibaldi e i Savoia. Ora dobbiamo rimediare ». A mio modo di vedere si tratta di un caso che più che indurre alla collera, presenta caratteri umoristici: il sedicente rappresentante degli italiani del Nord, che, in questo contesto nazionale e politico, hanno ottenuto lo sviluppo del loro territorio fino a vederlo diventare una delle aree più ricche dei paesi industrializzati, non è contento di quella politica economica dello Stato italiano, che ha tenuto conto, per oltre centocinquant’anni, quasi esclusivamente degli interessi di quell’area, come ormai i maggiori studiosi di storia economica italiani e stranieri riconoscono. Bossi non è contento e aspira ad una piena indipendenza del Nord. Indipendenza da chi? Da quelle altre aree che fino ad ora sono state trattate, a differenza del “suo” Nord, senza troppi riguardi dallo Stato italiano, per non parlare del Sud, di cui si può dire che è stato trattato alla stregua di una colonia e che, nel frattempo, è diventato il territorio più povero di quella che fu l’Europa Occidentale. Per non parlare, poi, di Napoli, grande capitale europea fino a centocinquant’anni fa, e di gran parte della Campania, un tempo felix: il Sud del Sud grazie alle politiche di questa Italia. Bossi dimentica che – come ha dichiarato recentemente un personaggio politico non molto distante dal suo partito, il leader del Movimento per l’Autonomia Raffaele Lombardo, Presidente della Sicilia - « siamo stati unificati con la violenza. La crescita del divario Nord-Sud è un effetto dell’unità d’Italia » [Il Mattino, 7 agosto 2008]. E questo divario, a tutto vantaggio del Nord, Bossi lo deve a quel Garibaldi e ai Savoia (con l’aiutino di Gran Bretagna e Francia), che l’ineffabile Ministro così duramente – ma, per riguardo alla sua intelligenza, io credo per finta - contesta. Il vero e solo rimedio sarebbe restituire il mal tolto al Sud, altro che indipendenza e federalismo, promuovendone rapidamente il riscatto sul piano della ricostruzione morale, civile ed economica. A beneficio di tutti, se si vuole davvero salvare l’Italia. Non certo dando consigli ai napoletani per distinguere la plastica dal cartone. Inviato da: vocedimegaride: 0 - Commenti: 3 Inviato da Anonimo
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N°717 22-06-2008 - 14:52 Ordinaria
follia a Napoli Il lavoro che svolgo mi porta a girare molto in centro, spesso sono in coda a qualche sportello, ufficio comunale, sezione amministrativa in attesa del mio turno. L’altro giorno ero per una pratica all’INPS di Via Galileo Ferraris a Napoli - zona stazione - il meglio in fatto di inefficienza della pubblica amministrazione. A quarant’anni, dopo più di venti passati tra gli uffici pubblici, non hai più voglia di litigare con nessuno. Sai che hai perso l’intera mattinata, che contribuirai positivamente alla flessione del PIL nazionale, ma qualsiasi tua rimostranza mossa all’impiegato sull’inefficienza e l’inettidudine di molti suoi colleghi finisce contro il muro di gomma che protegge da sempre la pubblica amministrazione. Anche quella mattina prendo il numeretto e aspetto indolente, l’arrivo del mio turno. Prima di me c’erano soltanto 47 persone. Con una media di 10 minuti a testa e due sportelli funzionanti (contro i sette disponibili) per fine mattinata ce l’avrei fatta. Ma, come al solito, qualsiasi previsione è sbagliata quando ti accingi ad un ufficio pubblico. Uno dei due impiegati, infatti, si alza e senza motivo lascia il posto di lavoro. Il suo collega, intuendo forse che il compagno sarebbe mancato per le prossime due ore dallo sportello, guarda con faccia assonnata la platea di imbecilli in attesa e depresso abbassa gli occhi sulla pratica che stava sbrigando sapendo che di li a poco dovrà litigare con l’intera utenza che chiederà a gran voce dell’assenza prolungata del suo collega. Non avevo voglia di leggere il “giornalino della metro”, anche “il mondo nuovo” di Huxley comprato la sera prima, stentava a partire. Optai quindi per il solito giochino che mi rilassa e che mi piace fare quando c’è da aspettare molto tempo nelle code. Mi avvicino con passo felpato alla calca di gente in attesa, in cerca di qualche buon soggetto da analizzare. E’ quel gruppo di persone che si schiaccia contro i vetri dell’ingresso con il numero 96 tra le mani ed il display che proietta fiocamente il 12 che mi da le maggiori soddisfazioni. C’è tra loro talmente di quel materiale umano da assicurare tranquillamente ore ed ore del mio gioco preferito. Mi incanta osservare le persone molto da vicino, attentamente, cercando di notare i particolari del corpo che a prima vista sfuggono all’occhio distratto. Mi piace soffermarmi come un microscopio sulle parti scoperte del corpo e notare, che so, dei peli che spuntano come piante di gerani dalle orecchie; Scoprire magari che si lava le orecchie, diciamo, di tanto in tanto. Questa cosa ovviamente mi costringe ad avvicinarmi inverosimilmente alla preda. Causa la miopia senile galoppante devo stare molto attento a non essere frainteso e scambiato per un psicopatico, omosessuale o pedofilo a seconda che la preda sia rispettivamente una racchia psicopatica, un signore del gentil sesso ovvero un dodicenne rompicoglioni. Lo stato di usura dei calzini è quello che la preda maschio mostra più facilmente. Colore, buchi e smagliature della calza sono obiettivi raggiungibili per chiunque. Più difficile è capire se il calzino è pulito oppure è stato riutilizzato più volte prima di vedere qualche goccia d’acqua. L’estate assicura a questi fantastici signori veri girocollo “sudore e polvere”. Le donne “cha cha cha” sono quelle che mi piacciono da morire. L’orecchino bijoux simil oro, stinto in prossimità dell’aggancio all’orecchio, con cerchi talmente grandi da ospitare comodamente un pappagallo brasiliano. Il gancetto ruotato nel verso opposto - senza che la spagnola se ne rendesse conto - rendeva il lobo paurosamente cianotico. La ricrescita alla radice dei capelli biondo platino tradisce il sottostante brizzolato della ultratrentenne ed il pelozzo - con perifrasi “superfluo” - fa capolino superbamente dalla calza da 30 den. Credetemi capisco le donne che - a differenza di noi uomini - dedicano ore ed ore al restauro e concordo con loro che simili circostanze possono minare alla base qualsiasi libidine del maschio. Il giochino però finisce quasi sempre male. A furia di frugare nella personalità del pensionato di turno rimango perplesso. Mi viene da pensare al suo quotidiano, a quella mattina che inforcando distrattamente quel calzino bucato l’anziano signore si riprometteva di vincere finalmente contro l’INPS e di ottenere l’agognato aumento ingiustamente negato. Ma in quale momento della sua vita sto guardando? E come posso ironizzare sui 30 euro di aumento indispensabili a tanta povertà. Un momento prima lo biasimavo quando lo sentivo affannarsi davanti al vetro di protezione, inveendo contro l’impiegato per un certificato sbagliato. Ma adesso capisco la verità mi è tutto più chiero ed improvvisamente quell’omino mi torna simpatico. Mi fa addirittura tenerezza, vorrei difenderlo. Noto anche che somiglia un po’ a mio nonno. Ricordo bene. Anche lui ha sofferto ed è morto di pensione sociale. Probabilmente una mattina di non tanto tempo fa anche lui ha protestato con altrettanta rabbia per le medesime ragioni. Con un po’ di amarezza arriva il mio turno all’ufficio pensioni. L’impiegato allo sportello è una donna sui cinquanta, proiettata ai cento chilogrammi. Davanti al computer una confezione di medicinale per le cardiopatie e il flacone per le pillole “zantax” per l’ulcera allo stomaco. E’ veramente inutile arrabbiarsi per così poco di fronte alle disgrazie della gente. Finisco col ringraziare l’impiegata per aver respinto la mia pratica per una fotocopia mancante negli allegati. Ma va bene così, tornerò un altro giorno. Esco fuori dall'ufficio. Come sempre a Napoli la giornata è splendida e decido di rimandare un appuntamento per fare due passi. Perché, come si dice, la vita è una sola e deve essere vissuta il più possibile. Fuori dal cancello dell’Inps ritrovo l’omino di prima, fermo alla fermata dell’autobus. Mi avvicino per offrire un passaggio. “Vi ringrazio dotto”, mi dice con la stessa voce che ancora mi commuoveva, “ma sta arrivando mio figlio col Mercedes”. “Sapite a macchina è a mia, ma me scoccia e guidà”. “Bona jurnata” Inviato da: vocedimegaride: 0 - Commenti: 2 Inviato da tommypa84 _________________________________________________ Inviato da Anonimo
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N°715 21-06-2008 - 17:50 CATTOLICI
TRA CACCAVELLE E MASTELLI Venerdì 20 giugno, ore 18.00, l’Hotel San Germano di Agnano, famoso sito partenopeo noto per le Terme, è colmo di gente venuta dagli angoli più nascosti della Campania. Volti cafoni, con il sole stampato tra le rughe, avvocati di provincia, dirigenti di ASL locali, politici cotti decotti ed emergenti. Tra di loro il sempreverde Fantini e l’ancora giovane Consigliere del Comune di Napoli Antonio, detto Nino, Funaro. La gente aspetta il Campeador, il Cid provinciale che da un momento all’ altro dovrebbe apparire. Nell’attesa Fantini prova ad incantare la platea. Persone esperte nell’arte dell’oratoria possono avvertire subito che ciò che dice l’onorevole è un blaterare con un linguaggio obsoleto. L’accenno alla questione meridionale è immancabile, poco credibile in chi è stato sempre un uomo del Sud e di governo. L’oratore rivendica una maggiore attenzione da parte degli alleati che dovrebbe tradursi in incarichi maggiori e di spessore diverso magari più appetibile. La platea è tiepida, qualche applauso strappato alla noia, niente di diverso. Il risveglio avviene solo quando l’oratore accenna ad un’alleanza diversa con alleati più attenti ai bisogni dei cattolici dell’UDEUR (è un segnale verso il centro-destra di possibile offerta e di probabile adesione) poiché a detta dell’oratore il proprio partito è determinante per il raggiungimento di qualsiasi maggioranza. Noto che tra il pubblico qualcuno sbadiglia. Finalmente alle 19.40 appare il Campeador, si muove con fare dinoccolato e quasi a disagio. E’ filtrata la notizia,messa in giro abilmente per preparare l’attesa, che il Cid provinciale è stato trattenuto sull’autostrada da un incidente. Fa parte della scenografia. Quasi è un obbligo per mascherare il vuoto. L’entrata è paesana. Mani tese verso signore imbellettate di una borghesia di provincia. Pochi i napoletani veri. Intorno il cordone di sicurezza è presente. Mi domando perché cercare di ostentare bisogno di sicurezza tra chi dovrebbe essere un amico? Il Campeador sale sul palco. Sembra l’ombra dell’uomo sicuro di qualche tempo fa. Il resto è noia. L’eterno ritornare sui temi del già detto e ridetto. Decido di andarmene perché ho fretta di normalità . Torno a casa e finalmente ritrovo persone vere... Inviato da: vocedimegaride: 0 - Commenti: 0 ______________________________________________ Messaggio
N°704 12-06-2008 - 13:24 A passeggio
per Largo 'e Palazzo Ho
la fortuna di vivere in quella che era generalmente considerata la
più bella città del pianeta fino a, più o meno, 150 anni fa. Nel tardo
pomeriggio di una recente domenica, giunto a metà percorso della mia
passeggiata pomeridiana lungo Via Caracciolo e Via Partenope, fino
a raggiungere Piazza del Plebiscito, mi è venuta l'idea di visitare
la Chiesa di S. Francesco di Paola, prospiciente alla
Reggia. In realtà, avevo già avuto modo di ammirare il suo interno,
davvero maestoso, ma volevo dare ancora uno sguardo a quella meravigliosa
opera dell'uomo, dopo di che avrei voluto, passando attraverso le
colonne centrali, dare un'occhiata panoramica a quella che fu la magnifica
reggia, di fronte al colonnato semicircolare, che fu la residenza
dei regnanti di stirpe borbonica. Non solo, però, ho dovuto attraversare
la piazza, trasformata in un buon numero di campi di calcio, ma anche
sotto il colonnato, sulla cui sommità avevo potuto ammirare, quelle
magnifiche statue evocanti divinità elleniche, gruppi di ragazzi non
disturbati da vigili o altri, ma da me solo, giocavano vigorosamente
le loro partite. La chiesa era chiusa e la sua porta d'ingresso era
stato riutilizzata come porta di una delle squadre in campo. I gol
rimbombavano, amplificati dalla grande cassa armonica. Allora, per
togliere il disturbo, ho ripreso il viaggio a ritroso, ma ho voluto
vedere la reggia, uscendo dalle colonne centrali. Le colonne erano
magnificamente istoriate da sublimi frasi d'amore della serie "Patrizia
ti amo". Una notizia alla quale, ho pensato, i cittadini e i turisti
non saprebbero rinunciare e che impreziosiscono, con la raffinata
grafica e il loro vistoso colore rosso o azzurro, quelle usuali colonne
che, altrimenti, non avrebbero senso, ad eccezione di una che era
stata anche profumata a seguito di improrogabili urgenze corporali.
D'altra parte, i nostri aggraziati e acculturati rampolli – per l'avvenire
dei quali gli eccellenti politici non dormono la notte - non saprebbero
più dove scrivere le loro poetiche e pittoriche espressioni dense
di originalità e inventiva (basti pensare ai catenacci), avendo esaurita
l'intera scogliera del lungomare, che altrimenti sarebbe rimasta banalmente
bianca, come quella di Dover. Dimenticavo però un accenno alla Reggia:
non so di chi sia il merito, ma il forte spirito patriottico verso
questa Italia che tanto bene ha voluto e vuole a Napoli e l'odio verso
i deprecati Borbone, sono certo la causa del deliberato abbandono
del regale edificio: esso viene giustamente castigato mediante finestre
allo sfascio e tende cadenti. Le statue degli ex re di Napoli, tipiche
di questa reggia, restano severamente ridimensionate (ne è rimasto
coinvolto persino l"'incolpevole" Vittorio Emanuele) mediante la copertura
di un decennale denso strato di polvere molto scura di origine forse
non africana, bensì democratica e repubblicana. Ma il futuro dell'intera
piazza è facilmente prevedibile: i ragazzi e i loro palloni saranno
presto fatti sgombrare per far posto a qualche megaconcerto galattico
di qualche indiscutibile genio musicale, che farà vibrare fino al
fondo dello stomaco gli appassionati, in attesa di qualche fantasmagorica
scultura moderna di fine anno, che sarà collocata al centro della
Piazza del Plebiscito per la gioia del popolo, e che ci lascerà senza
parole, come sempre. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 ________________________________ Messaggio
N°682 24-05-2008 - 00:12 BRAVO
CAVALIERE!!! Che
emozione ieri, per i poveri ed ingenui napoletani vedere tutta quella
gente che compone il suo governo, e nel rivedere le scene date su
tutte le TV dai tg locali e nazionali, decine e decine di volte, mi
viene la pelle d’oca.( operazione esclusivamente di immagine ovviamente,
nulla di concreto).Francamente devo dire, mi viene ancora di più la
pelle d’oca se penso a quello che tutti voi cervelloni siete riusciti
a partorire in questo incontro partenopeo.La prima considerazione
che mi viene di fare leggendo i quotidiani di oggi è inevitabilmente
tentare di comprendere se i vostri cervelli siano o meno collegati
con il mondo che vi circonda, se vedete l’evidenza, se vi rendete
conto dei disastri e delle malvessazioni, umiliazioni, a cui ogni
singolo cittadino è sottoposto grazie alla vostra incoerenza ma soprattutto
alla vostra (ovviamente vostra in quanto politici ).IL gigante praticamente
ha partorito un topolino, un topolino anche mezzo scemo a quanto pare.Ma
è mai possibile che la cosa più intelligente che siete riusciti a
tirare fuori dopo ore ed ore di chiacchiere è verosimilmente l’arresto
di chi ostacola la realizzazione di discariche? Voi politici avete
insozzato una intera regione, Voi politici avete depredato miliardi
di fondi per porre fine a questa tragedia dei rifiuti, senza mai volutamente
o per incapacità sempre Vostra riuscire a sanarla, Voi politici avete
disatteso ai compiti ed ai ruoli istituzionali per cui eletti dal
popolo, creando danni gravi alla salute dei cittadini, alle imprese
ed a tutte le attività produttive, sempre Voi incapaci di amministrare
con lode ed onore la cosa pubblica, strozzate i cittadini con tasse
abominevoli ai limiti dell’estorsione,senza nulla!!!! ma proprio nulla
dare in cambio , praticamente servizi zero , osate dopo tutto ciò
decidere che i cittadini che difendono il loro territorio, la loro
salute, e la salute dei propri figli vanno carcerati??? Ma ho capito
bene?Scusi caro signor Cavaliere Presidente, e quelli che hanno ridotto
in questo vergognoso stato il nostro Onorato territorio, Lei e i Suoi
Ministri cosa prevedete ?Incluso quel signorino con cui ha deciso
di collaborare !!??? tale don antonio di Afragola, che si dichiara
politicamente colpevole, e già per questo andrebbe destituito, poi
se ci sono altre responsabilità speriamo in Santa Magistratura. Costui
da ben venti anni amministra Napoli e la Campania, prima come sindaco
e poi da governatore, cosa si prevede? La camera a Gas? La sedia Elettrica?
O peggio per punirlo gli faremo gestire i prossimi dieci milioni di
euro stanziati dall’UE per sistemare la questione dei rifiuti!!!Caro
Signor Presidente Cavaliere mi consenta, Lei sta partendo con il piede
sbagliato, Napoli ed i napoletani i Campani tutti hanno bisogno d’altro,
hanno bisogno di una seria svolta , di un vero cambiamento, di amministrazioni
ed amministratori capaci, hanno bisogno d’aria pulita, ma a quanto
pare non è cambiata né la musica né i musicanti!!!CHE DELUSIONE!!!
(non che ce lo aspettassimo ma Lei conferma tutti i nostri dubbi).
Per favorire un giusto confronto e per onestà intellettuale riportiamo
a riguardo, dopo il punto di vista della "destra", il pensiero della
"sinistra" di Lucio Garofalo - IL GOVERNO BERLUSCONI DICHIARA GUERRA
AI CITTADINI CAMPANI Il primo Consiglio dei Ministri del quarto governo
guidato dal neoduce Berlusconi, insediatosi "simbolicamente" (ossia
demagogicamente) nella città di Napoli, ha varato una serie di decreti
ministeriali di segno eccezionale, sotto la spinta e la "spada di
Damocle" esercitata da alcune contraddizioni che sono state dipinte
e raffigurate dalla propaganda di regime come "drammatiche emergenze"
di natura sociale, sanitaria e di ordine pubblico, costruite ad arte
dai mass-media e dalle forze politiche di governo. In pratica, è stata
annunciata una linea estremamente dura per affrontare in modo drastico
e radicale talune questioni problematiche quali lo smaltimento dei
rifiuti a Napoli e in Campania, e il tema della "sicurezza", alimentato
e gonfiato da un'infame campagna mediatica di stampo xenofobo, se
non addirittura razzista, che ha contribuito non poco ad istigare
la popolazione italiana ad un sentimento di odio razziale rivolto
in particolare contro le comunità Rom ed altri gruppi etnici migranti
e presenti nel nostro territorio. Sul versante dei rifiuti è stato
compiuto un vero e proprio "salto di qualità" nella strategia da mettere
in campo, ovvero un pauroso balzo strategico-organizzativo che sancirà
il passaggio da una gestione repressiva di natura "ordinaria", condotta
finora dalle forze di polizia deputate all'opera di repressione interna,
ossia quelle istituzioni delegate alla "normale amministrazione" dell'ordine
pubblico, ad un'azione gestita direttamente dalle forze armate, come
se si trattasse di un'operazione di tipo bellico da attuare all'interno
del paese. Infatti, la designazione di Guido Bertolaso, rilanciato
alla grande nella veste di capo della Protezione civile nazionale,
scelto per affiancare la Presidenza del Consiglio, vale a dire lo
stesso Berlusconi, che si assume in tal modo la diretta responsabilità
politica del problema, procede proprio nel senso di un'impostazione
in chiave militarista della risoluzione della "emergenza rifiuti"
in Campania. Inoltre, i siti individuati come discariche per lo smaltimento
dell'immondizia saranno dichiarati aree di "interesse strategico nazionale",
vale a dire zone strettamente militari, per cui saranno presidiate
e sorvegliate direttamente dalle forze armate. In tale contesto sarà
applicata come misura "deterrente" una legislazione punitiva alquanto
dura, di stampo quasi draconiano, che sarà in qualche modo "adeguata
e coerente" rispetto ai provvedimenti annunciati, per cui potranno
essere comminate addirittura sanzioni carcerarie molto severe ai danni
di eventuali iniziative di lotta intraprese da parte di semplici cittadini
che decideranno di manifestare e di opporsi alle scelte adottate dal
governo Berlusconi. Il quale si preannuncia come un esecutivo di "lacrime
e sangue". In poche parole, le proteste e i dissensi prima legittimi,
saranno trattati e perseguiti alla stregua di veri e propri reati
penali. Tutto ciò determinerà e significherà una cosa sola: uno stato
di guerra civile permanente in Campania. -------------------------- ...ed infine... il pensiero de le Assise di Napoli - www.napoliassise.it - "Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinunzino all'azione" (Edmund Burke) Le Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia sono una libera accademia fondata da un’assemblea di cittadini, col fine di creare un centro permanente di formazione, di ricerca e di aggiornamento scientifico sulle condizioni e i problemi della società civile, dell’ambiente, dell’urbanistica e della salute del popolo . Se è vero quel che ha scritto Benedetto Croce che la borghesia meridionale è di scarso valore morale, se è vero quel che ha scritto Francesco Saverio Nitti che la classe politica italiana è endemicamente mediocre, se queste premesse sono vere, è necessario riunire le migliori intelligenze e personalità della vita civile e della ricerca più avanzata per creare la futura classe dirigente, senza altri scopi che quello di fare gli interessi generali e il bene comune del Paese. Le Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia portano avanti, con impegno diuturno, un continuo lavoro seminariale, creando un vivaio di giovani e un centro di informazione internazionale al più alto livello culturale e scientifico, al fine di liberare il Mezzogiorno e l’Italia dalle falsificazioni scientifiche indotte da quelle forze economiche retrive, che finora sono riuscite a far prevalere scelte sbagliate e tecnologie superate e dannose. In questo momento di profonda crisi che l’Italia sta attraversando, un momento di confusione delle idee e di disorientamento mediatico, è necessario che le Assise promuovano un ininterrotto lavoro seminariale per ricercare la verità in tutte le discipline scientifiche, offrendo al potere politico e amministrativo le giuste soluzioni, additando ai giovani le vie maestre della disinteressata conoscenza scientifica e di un alto costume civile e politico. Le Assise sono una scuola filosofica tesa a comprendere il tempo storico in cui viviamo, con le sue contraddizioni, con i suoi errori e con i suoi spiragli di verità. Le Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia chiamano a raccolta i giovani vocati ad una vita di ricerca e di studi, tutta tesa al miglioramento della società, con la coscienza di lavorare per la liberazione dei popoli che vivono e si dibattono unicamente per la sopravvivenza, uomini meccanici espropriati della cultura, precipitati nelle più disumanizzanti patologie mentali da un’economia spietata, con un’esistenza senza speranza che potrà essere solo riscattata da un nuovo movimento mondiale, che veda gli uomini di cultura legati da un giuramento per la libertà come superamento delle contraddizioni sempre risorgenti, per la vera filosofia come sorgente di vita e come frutto di un dialogo continuo: un giuramento solenne per il riscatto definitivo dei popoli dallo sfruttamento, dalla schiavitù, dai lavori forzati e dall’espropriazione della creatività. Per aderire al manifesto spedisci una mail a manifestoassise@napoliassise.it Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 9 Inviato
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N°676 19-05-2008 - 14:54 The
Day After Il Day After la Domenica Bucolica del dissociato assessore Nasti ci fa risvegliare in una Napoli surreale, da romanzo underground. C’è nebbia come a Milano: lo stesso grigiore uniforme dal cielo, al Vesuvio, all’asfalto. L’afa di scirocco respinge al suolo, comprimendoli e dilatandoli, miasmi fetidi in faticosa ascesa dalla monnezza onnipresente. Un inatteso sciopero dei mezzi di trasporto ed alcuni blocchi stradali di reazionari complicano la situazione: sulle rampe di Corso Malta e sulla tangenziale ingorghi, file di automobili e grande profusione di gas di scarico. Manca l’aria!Persino i più incalliti fumatori, oggi, ossequiano il precedente originale decreto a salvaguardia della salute di gestanti e bambini del medesimo assessore “verde” con il folle divieto di sigaretta nei parchi e giardini. Il napoletano normalmente dotato di intelligenza, vomitando, si interroga su questo sfascio e marzullianamente sa rispondersi: ”E’ la coda dello scorpione che s’alza dalla sabbia”, dal terreno della sconfitta elettorale di certi “sinistri” che fan più paura e più danni quando operano ritorsioni che quando, sereni perchè satolli, governano. L’abbiamo visto con Visco, no? A Napoli, invece, quelli “duri a morire”, stanno organizzando un bel dispettuccio a Berlusconi ed al suo primo consiglio dei ministri, nonostante siano ancora loro al governo del territorio! Ben lungi dal pensare che il nuovo governo potrà rapidamente risolvere questa che non è più un’emergenza ma una vera e propria pirateria politica, preghiamo i rappresentanti del medesimo governo di scombinare totalmente e senza preavviso il calendario di orari, luoghi e percorsi delle autorità, già ben noti alle maestranze locali. Berlusconi ed i suoi ministri non si limitino al quadrato ripulito tra Palazzo Reale, Palazzo della Prefettura e Piazza Municipio o al percorso domenicale sul lungomare effettuato in tuta da jogging dall'assessore Nasti. Passino in corteo, con le scorte, nei quartieri di serie B della città, in corteo con le auto di rappresentanza e le scorte salgano la rampa della tangenziale di Corso Malta, si spingano verso Fuorigrotta. Prendano coscienza di come sono ridotti a vivere i napoletani civili! Non si accontentino del solito folklore barocco di pizza & mandolino. Vadano in giro, tra la gente, a respirare tutto il malessere che i comuni mortali qui respirano. E sappiano, soprattutto, che questo sfascio non è imputabile solo alla Camorra ma soprattutto a coloro, ben vestiti e laccati, che stanno attaccati con la dentiera ed i bulloni del femore alle sedie gestatorie che, soprattutto al sud, si chiamano troni ------------------------ COMUNICATO
STAMPA “INSORGENZA CIVILE” Ecco i 7 punti che il governo centrale
deve attuare immediatamente, scavalcando gli enti locali Campani,
che hanno dimostrato la loro incapacità , per arginare e risolvere
la vergognosa situazione rifiuti in Campania : -------------------------------------------- Domenica
ecologica: va in onda la protesta Che si respiri un’aria pesante,
e non solo per gli olezzi dei cumuli di spazzatura, a Napoli, e che
oramai i napoletani abbiano i nervi a fior di pelle, manifestando
forti segnali di disagio e d’insofferenza nei confronti di chi governa
la città, senza tener conto delle reali esigenze e dei bisogni della
popolazione amministrata, se ne è avuta una testimonianza, che deve
costituire un forte campanello d’allarme, in quest’ultima domenica,
al Vomero, quartiere notoriamente non avvezzo alle cosiddette manifestazioni
di piazza. Intorno alle 12,40, quando era ancora in vigore la contestata
ordinanza, varata appena tre giorni addietro, che prevedeva il blocco
di moto ed auto per la domenica ecologica dalle 9,00 alle 13,00, un
signora in sella alla sua bicicletta, che aveva deciso di fare una
passeggiata insieme ai propri figli, si stava scontrando all’imbocco
di via Luca Giordano con un’autovettura che transitava tranquillamente,
nonostante la presenza di un posto di blocco istituito a pochi passi,
in piazza degli Artisti, dai vigili urbani . La signora ha segnalato
l’episodio ai caschi bianchi, facendo presente che quell’auto, proprio
in base all’ordinanza varata, non avrebbe potuto transitare a quell’ora.
Da qui è nata una discussione che è diventata via via più accesa.
In pochi minuti decine di persone, manifestandole la propria solidarietà,
si sono schierate in favore della signora, gridando “ vergognatevi
“ e “andatevene a casa”, evidentemente all’indirizzo di chi aveva
voluto imporre un’ordinanza che si è rivelata del tutto inutile, anche
perché scarsamente pubblicizzata, vista la mole di auto e di moto,
che comunque era in circolazione e l’impossibilità da parte dei pochi
vigili presenti in strada di contravvenzionare tutti i veicoli in
transito. Ovviamente, invasa la carreggiata, la circolazione è andata
in tilt, bloccando l’intera viabilità in un punto cruciale del traffico
nel popoloso quartiere collinare. Solo alle 13,00, quando i termini
dell’ordinanza scadevano, i manifestanti hanno spontaneamente lasciato
libera la carreggiata consentendo la ripresa della circolazione. Ancora
un passo falso dell’amministrazione comunale, che continua ad ignorare
le reali esigenze della gente in un momento nel quale Napoli è sottoposta,
per la ben nota crisi dei rifiuti, ad uno stress non indifferente.
Provvedimenti, come quello della domenica ecologica, in questo contesto
possono contribuire solo ad alimentare irritazione e rabbia e non
favoriscono quel clima di distensione e di collaborazione necessario
per riprendere le fila di un discorso, teso a ricucire il rapporto
fortemente leso, specialmente negli ultimi tempi, tra i cittadini
ed il Palazzo, nel difficile compito di rilanciare in Italia e nel
mondo l’immagine, oramai offuscata, dell’antica e prestigiosa capitale
del Mezzogiorno. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 5 Inviato
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N°664 01-05-2008 - 19:35 Ippocamorra:
cavalli "mai visti"
Comunicato stampa LAV Sede Territoriale di Napoli - NAPOLI, CORSE
CLANDESTINE DI CAVALLI IN VIA DE ROBERTO. LA LAV: INTENSIFICARE I
CONTROLLI PER FERMARE UN FENOMENO CRIMINALE. LE GUARDIE ZOOFILE DELLA
LAV PRESENTANO INFORMATIVA IN PROCURA. Cavalli lanciati in una folle
corsa in mezzo al traffico, caroselli di auto e motorini, decine di
persone vocianti, autobus di linea costretti a fermarsi per evitare
collisioni con i calessi: è lo spettacolo a cui hanno assistito sabato
pomeriggio in Via De Roberto, a Napoli, le Guardie Zoofile della LAV,
che hanno presentato un'informativa di reato in Procura a carico di
persone da identificare con l'ipotesi di reato di maltrattamento di
animali, organizzazione di competizioni non autorizzate tra animali
che possono metterne in pericolo l'integrità fisica e interruzione
di pubblico servizio. Le corse sono state documentate con telecamera
nascosta. "Bisogna vigilare per reprimere un fenomeno criminale che
oltre a esporre i cavalli a maltrattamento, può avere preoccupanti
collegamenti con la malavita organizzata - dichiara Ciro Troiano,
responsabile dell'Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, che ha
firmato la denuncia presentata in Procura.- La pericolosa arroganza
di queste organizzazioni si evince anche dalla spavalderia con la
quale vengono scelti i percorsi, come il caso di via De Roberto, strada
che ogni sabato pomeriggio è in mano a questi signori." Secondo le
segnalazioni ricevute dalla LAV, infatti, le corse si terrebbero sistematicamente
ogni sabato pomeriggio lungo Via De Roberto, strada che diventerebbe
regno indiscusso delle bande delle corse di cavalli, creando disagi
alla circolazione e pericolo per persone, veicoli e i cavalli coinvolti.
Contro questo fenomeno oggetto, talaltro, anche di un servizio giornalistico
mandato in onda ieri sera nell'edizione delle ore 20 del Tg1 (Raiuno),
la LAV chiede alle Autorità competenti un "giro di vite" contro l'allevamento
e il commercio abusivo di cavalli, intensificando i controlli. La
proposta della LAV è quella di eseguire controlli a tappeto, da parte
dei servizi veterinari ASL e delle Forze dell'Ordine su coordinamento
della Prefettura, sull'applicazione dell'anagrafe equina: come previsto
dalle vigenti norme, ogni singolo cavallo deve essere registrato dai
rispettivi proprietari, con lo scopo di legalizzare lo stato di proprietà
e detenzione di questi animali. "In questo modo verrebbero scoperte
le stalle e scuderie abusive da cui provengono i cavalli usati per
le gare clandestine, risalendo ai proprietari dei cavalli ai quali
andrebbero applicati i provvedimenti previsti dalla legge per il maltrattamento
degli animali conclude Troiano -. L'applicazione dell'anagrafe equina
e la vigilanza sulle stalle consentirebbe anche di verificare lo stato
in cui vengono tenuti i cavalli: è notoria l'illecita consuetudine
di rinchiudere i cavalli in ambienti privi di autorizzazioni e in
condizioni igieniche pessime". Ufficio stampa LAV - sede nazionale
tel. 064461325 3391742586 - www.lav.it
5xMille: scegli la LAV. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 ___________________________ Messaggio
N°621 del 18-03-2008 - 13:41 Allegre gestioni nel vicereame Le
tonnellate di monnezza di questi mesi hanno sommerso tutte le
altre allegre gestioni della
Regione bassoliniana. Il silenzio tombale pareva essere calato
sullo scandalo Cosmofilm, su quello della Casa di Rappresentanza
regionale in New York… invece, in quel silenzio, i magistrati
napoletani e la GdF continuavano a fare il loro dovere, anche
se un po’ oscurati dall’affare Impregilo. E’ notizia fresca che
la Procura napoletana è in dirittura d’arrivo per la risoluzione
di quelle squallide altre emergenze nel vicereame, come da articolo
qui ripreso dal Corriere del Mezzogiorno. la costante nota umoristica,
invece, ce la offre come sempre il vicere' che anche in questa
occasione pare essere caduto dal pero, fingendo di ignorare...
perchè, come sempre, ha l'abitudine di firmare decreti
e consulenze, senza leggere le carte, come vuol farci intendere.
A dir la verità, che qualcosa si stesse movendo a riguardo
ne avevano avuto sentore soprattutto i creativi ed ipubblicitari
napoletani; quelli meno affermati del signor Elio De Rosa di Cosmofilm,
in particolare partecipando ai nuovi bandi regionali per l’affidamento
delle campagne promozionali dei sempre più numerosi e roboanti
eventi locali di richiamo turistico: infatti, da qualche tempo,
sono drasticamente calate e di molti zero le “risorse” per l’assegnazione
dei lavori. Una vera miseria! Se poi considerate che certe autentiche
professionalità autoctone non hanno mai avuto a disposizione,
per il passato, i “mezzi” di Cosmofilm ne’ il suo budget ne’ il
suo fatturato, per poter in tutti questi anni concorrere a pari
requisiti con quanto richiesto dai bandi di concorso che parevano
essere ritagliati a misura di De Rosa, capirete quanto difficile
sia, a Napoli, affermare la propria eccellenza nel settore della
“Communication & Imaging”: campo nel quale, davvero, si muovono
tra terribili difficoltà grandi ed onesti artisti, sorretti
unicamente dall’amore per la Cultura e per questa meravigliosa
ma dannata metropoli. Chi mai risarcirà costoro della fame
nera patita in questi lunghi anni di sfruttamento?...e... magari
... giacchè ci siamo... un'occhiatina pure a Film Commission
gliela vogliamo dare?
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 ______________________________________ Messaggio
N°588 del 12-02-2008 - 17:33 da "I
feuilleton di Terronia Felix" Il Riscatto Notte
senza luna su Napoli. Spiccioli di stelle lontane punteggiano
di fioche scintille la coltre di velluto nero riflettendosi tremule
nella seta increspata del golfo. Palazzo Donn’Anna, Capri, Ischia,
Procida e il Vesuvio dormono abbandonati dietro il polveroso sipario
di velo da sposa del vuoto palcoscenico. La luce dei lampioni
anima nelle strade montagne e colline di putrescente monnezza.
Squittii, fischi e rantoli di topi, sovrastati da agghiaccianti
miagolii e dai latrati di cani randagi spaventati, si confondono
alle note lontane
dello stereo a manetta di una BMW truccata che suona un adenoidico
Gigi D’Alessio d’annata, impazzando in una folle corsa contromano
tra semafori spenti e cartoni a dimora di solitari barboni. Nanninella,
nell’ombra, fa ritorno agli Spagnoli, dopo il turno di sera alla
cassa del fast-food americano, sorto da qualche anno accanto ad
un pub irlandese di fianco ad un rinomato ristorante giapponese
confinante con un Happy Hour dirimpetto ad una jeanseria, là
dove un tempo c’erano una storica pizzeria, una trattoria con
cantina di vini del Vulture, la rivendita di mozzarelle di un
caseificio dell’Aversano, una libreria, una liuteria e la botteguccia
di un guantaio… Qualcosa, da piazza Carità e per tutta
via Toledo, suggerisce intimamente alla ragazza di non svoltare
in vico D'Afflitto ma di proseguire oltre il Teatro Augusteo per
Largo ‘e Palazzo e oltre. Non avverte neppure più il dolore
alle articolazioni dei piedi, costretti in due stivaletti da tortura
cinese dai tacchi a spillo di venti centimetri e piante e punte
lunghe e affusolate in rostri come arti posticci, à la
page, derniere vogue, ridondanti di borchie, frange e catene.
Procede lieve, come un fantasma, non s’ode neppure l’offesa dei
tacchi sui cazzimbocchi distribuiti per Santa Lucia. Va, levita
sul selciato. Sente l’improrogabile impegno del rientro a casa,
eppure si lascia trascinare in quella solitaria, piacevole passeggiata,
spinta da braccia invisibili, come risucchiata - zigzagando agile
tra cassonetti bruciati che sanno di acre veleno - dal cielo nero
sopra di lei. In un batter d’occhio, Nanninella si ritrova abbracciata
ad un masso frangionde della barriera sotto il pontile di Megaride.
Castel dell’Ovo. “Vuoi vedere che s’è scassato l’uovo di
Virgilio?” pensa, da fatalista qual è. Poi, s’interroga
sul come sia riuscita a giungere con quel supplizio di tacchi
e punte fin là, dove solo a piedi nudi e aiutandosi peraltro
con le braccia e le mani, a culo rasoterra come un primate, si
può arrivare. Ispirata, alza i suoi scuri e grandi occhi
al cielo, perdendosi nella notte che incombe. Via via le minuscole
stelline lontane si stagliano lucenti e definite nel suo sguardo
indagatore. Estatica, Nanni’ dint’’o silenzio. Silenzio cantatore.
Alle sue spalle il declino, l’offesa, la lordura; davanti, il
mistero insondabile… sopra, un indizio pacificatore di beatitudine.
Le pupille si dilatano e cercano nel buio punteggiato di sabbia
di stelle una risposta a quella melanconia di Napoli, come una
pucundria atavica che ora l’avvolge. Un lampo di luce…due, tre…quattro…cinque…
otto fragori di luce intermittente, dal Vesuvio occultato, da
Capri, Ischia, palazzo Donn’Anna… come nei fuochi d’una volta
dei falò di Sant’Antonio nei vecchi Sedili della città…
e la pioggia di luce, come all’alba di una nuova Napoli, la inonda,
avvampandola di roseo bagliore. Sono le due di notte a Napoli,
non c’è gente in strada, le claire dei locali abbassate,
non un turista non un tardivo esule rimpatriato non un viandante.
NESSUNO più a cantare struggente ninna nanna alla Napoli
insonne il cui corpo ferito s’agita nel letto del suo tragico
destino, ormai da troppo tempo, in una infinita e maledetta agonia
da inferno dantesco. Un tonfo, una zampillante fontana d’acqua
s’alza potente dal mare sotto Megaride. Nanninella intrisa d’acqua
guarda la cresta dell’onda anomala, discovrendo enormi code pescine
alzarsi e inabissarsi e, a pelo d’acqua, baluginii frizzanti che
scolpiscono corpi di grandi pesci, come di sirenidi: quelli di
cui diceva mammà buonanima, autodidatta, raccontando dell’amata
diva Partenope, venerata madonna insieme con altre più
giovani Marie in quella Chiesa di san Giovanni a Mare, nell’antico
quartiere delle origini, al Mercato. Istintivamente, in quella
luce, Nanninella adagiata sul masso bianco si guarda le mani e
i piedi, senza sapere perché. Insiste una danza di luci
sideree, quasi d’aurora boreale, sull’ampiezza del golfo e nessuno
a bearsene; solo Nannina e Nero, un muto randagio di mare rifugiatosi
come ogni notte sotto una scassata barca rovesciata, dimenticata
di qua della banchina dall’ultimo Luciano d’’o rre, ambedue consapevoli
e placide, le creature, come al cospetto di cosa ordinaria, naturale.
Ora, sospesa in aria, una grande nave volante, come un’aureola
gigantesca, si fissa a mezza altezza e dalla sua stiva un amplissimo
raggio luminoso si effonde, toccando come un occhio di bue il
suolo e i frangionde. Così da quel tunnel luminoso due
figure scivolano in piedi accanto a Nanninella: doje vecchi prufessori
‘e concertino ca ‘n’Paraviso jettero a sona’, tanto tempo prima,
abbandonando il Paradiso Napoletano per andare ad arricchire di
bellezza partenopea senza eguali addirittura l’Eden. Stringono,
infatti, tra le braccia una chitarra e un mandolino, ambedue antichi
e con quasi tutte le corde spezzate dall’usura. Guardano il golfo,
riconoscendone commossi i contorni familiari. Nannina fa loro
segno di guardarsi alle spalle, laddove la città vorace
incombe putreolente e sciatta, abbandonata morente, buia e ferale.
Nero sguscia da sotto la barca e corre a leccar loro le mani,
lieto d’averli ritrovati dopo tantissimi anni, quando li aveva
tristemente salutati, in quel medesimo luogo, allorché
partirono per l’altissima missione. Ma i due vecchi, straniti
e spaventati, non hanno sorrisi; grondano un atroce pianto di
dolore, tra mille singhiozzi, per cui è costretto a leccargli
dai volti le copiose lacrime che ancora serbano l’aroma e il sapore
del benedetto mare primordiale di Partenope. Un immenso globo
luminoso emerge dall’acqua e si apre lento come un fior di loto
di opale. Al centro, in posizione eretta il dinoccolato e ossuto
pifferaio magico della piccola città prussiana di Hamelin
saluta la piccola comitiva, gentilmente levandosi e ricalzando
il suo buffo copricapo per tre volte. Con un agile balzo si fionda
sui massi, a carezzare
il manto arruffato di Nero. Nannina lo osserva beata: è
identico alla figurina del pifferaio di quel libro di fiabe che
la buonanima di mammà le aveva regalato nel suo primo giorno
di scuola media… cui non seguirono altri giorni di scuola perché
papà morì il giorno dopo, cadendo da un’impalcatura
nel cantiere edile al Vomero dove lavorava in nero e mammà,
per sopravvivere, prese a fare la badante notte e giorno di una
vecchia contessa a Chiaia mentre Nannina fu mandata a mezzo servizio
presso una ricca famiglia in via Cappella Vecchia. Altri due fratellini,
più piccoli di lei, furono invece ricoverati a tempo pieno,
per tre lustri, in un collegio a Castellammare… Che tristi ricordi!…
Però, la figura del pifferaio di Hamelin le suscita comunque
allegria, se così può chiamarsi, com’è nella
partitura musicale quel vuoto puro, quell’assenza di suono che
concorre all’armonia, iscritta quale muta pausa tra una nota dolente
e l’altra. Che ci fanno qui, con lei ed un cane dal pelo ruvido,
dunque, i due professori di concertino e il pifferaio? L’alba
scolora il cielo e finalmente il Vesuvio si staglia viola e definito
a corona del golfo. Navi volanti, luci sideree e globi luminosi…
lo stesso spumeggiante mare di seta crespata ed i corpi sirenidi…
in un lampo svaniscono ed in quel rosa napoletano tanto decantato
dai celebri pittori di un secolo fa di “un’alba non più
quella” che svilisce ormai nel grigio e giallo di sprazzi di diossina
e polveri grasse, muti i musicanti, Nero in testa, si incamminano
verso la città, invitandola a seguirli. Incredibilmente
consapevole, in tutta la sua pura innocenza di bambina mai cresciuta
non ha necessità di porre domande. Si lascia, fiduciosa,
condurre. Superato Largo di Palazzo, risalita via Toledo ancora
nel deserto di voci, piedi e automobili, istintivamente si libera
delle scomode calzature ed a piedi nudi, improvvisamente cinta
di una felicità incontenibile, procede in corteo danzando.
Il pifferaio di Hamelin trae dalla tasca del suo corto giacchino
di velluto verde il suo piffero, i doje viecchi prufessori ‘e‘
concertino, riaccordano al “la” del piffero le residue due corde,
una per uno, della chitarra e del violino, non più capaci
di partorire musica celestiale. Con il risultato di un sibilo
assordante, a tratti gracidante di metallo come una maranzana,
i tre suonatori procedono, rapiti, a macinare chilometri di strade,
di vicoli, di ponti, di scale, toccando uno ad uno tutti i quartieri
della città ormai desta. Quel rumore sgradevole che non
può dirsi musica, simile agli squittii, fischi e rantoli
di topi, esercita – proprio come nella fiaba – un fascino sinistro
sulla popolazione di ratti, blatte, scarafaggi e amebe umane della
città… tanto che da ogni strada, da ogni vicolo, da ogni
montagna di monnezza, dagli uffici pubblici e dai locali privati,
dalle case e dalle chiese, dalle scuole ai bassi alle funnachere
,intere famiglie di ratti, di insetti, di camorristi e di politici,
di intellettuali e magistrati, di puttane d’alto bordo e di dirigenti
pubblici, ingrossano con le loro fila un imponente esercito in
coda a Nero, ai suonatori, a Nanninella… sempre più euforica.
Al Centro Direzionale, tutta la Giunta Regionale, governatore
in testa, portato in trionfo a tempo di quelle note orrende su
una rossa sedia gestatoria, si ammassa urlante e vajassa in strada,
dietro i commissari straordinari,i ratti, le blatte, gli scarafaggi
e i camorristi, in una sinistra sfilata di maschere di un repellente
Carnevale. Dal Palazzo di Giustizia un esercito di “ermellini”
e “paglietta”, in una sconcia tarantella, si catapulta danzante
nella sguaiata mischia. Lontano da lì, Palazzo S.Giacomo
continua a vomitare un fiume di assessori comunali, segretari,
consulenti, il sindaco e il consiglio, majorettes e leccapiedi,
al quale si mescola il fiume straripante dei funzionari del Palazzo
di Rappresentanza della Regione di Santa Lucia con tutti i suoi
papponi e lacchè… confluendo e confondendosi con la pletora
caciaresca e cafona dei “dignitari” del Palazzo della Provincia
che sale da piazza Matteotti, portando in trionfo il presidente
e la giunta. Da ogni dove della città si percepiscono quei
suoni subliminali che hanno qualcosa in se’ di tribale, di trascinante.
Da Scampia alla Sanità, dalla Duchesca al Mercato, da Forcella
a San Giovanni camorristi e lavoratori socialmente inutili del
consorzio ASIA, in processione dietro le zoccole (esemplari a
quattro ed a due zampe, indistintamente) portate in trionfo su
cassonetti rovesciati di rifiuti solidi urbani, come in una parodia
volgare dei carri di Viareggio. Dai Campi Flegrei, per Fuorigrotta
al Vomero, lungo l’antica via percorsa dalla santità del
primo vescovo Januario è tutto un brulicare di gambe, di
braccia… come un mostruoso millepiedi gigantesco. Nero volta il
capo indietro, ogni tanto, abbaiando e incitando la folla a seguirlo.
Nannina, nonostante i chilometri, le salite e le scese a piedi
nudi si sente sempre più leggera ed energica. I tre suonatori,
seri e compassati, sguardi assenti, non cessano la musica da ore
e salgono alle colline e ridiscendono al centro storico e al mare,
su e giù, febbrilmente, simili agli zampognari di Monte
San Biagio che ai bei tempi ogni Natale calavano a Napoli a suonare
la Novena in ogni casa, davanti ogni presepe domestico. Dall’aeroporto
di Capodichino alla Stazione Centrale, un esercito di nordici
commendatori e industriali, mescolato ai parlamentari locali che
rientrano grassi e lucidi dalla Capitale, si accoda con una certa
eleganza al festoso baccanale, toscaneggiando sul folklore locale
purtuttavia totalmente coinvolto, ammaliato dal suono stridente
dell’inconsapevole apocalisse .L’abominevole serpentone di uomini,
donne, cassonetti, topi ed insetti schifosi, riunito in unico
cordone palpitante di folla che si accalca ormai da Posillipo
giù a Nisida, al seguito del suono del pifferaio di Hamelin
e dei due monocorde professori ‘e concertino che procedono puntando
sempre la coda di Nero e i piedini di Nannina, si appressa ormai
al pontile di Bagnoli. Da Bagnoli Futura, un’ulteriore pletora
di artisti moderni della neonata scuola del M.A.D.R.E., si aggiunge
anch’essa alla processione, in mano ancora pennelli e scalpelli,
fili a piombo, “squadre e compassi”, “falce e martello”. Più
indietro, dai salotti buoni, come i frati neri della settimana
santa di Sessa Aurunca, gli immancabili intellettuali napoletani,
le teste cinte d’alloro e d’acacia, stringendo demipocritamente
le mani al volgo,tronfi e pieni di autostima si mescolano con
l’autorevolezza maiestatica presa in prestito dai Gigli di Nola
al corteo. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3 Inviato
da Anonimo _____________________________ Inviato
da Anonimo ______________________________ Inviato da
Anonimo _______________________________________ Messaggio
N°557 del 15-01-2008 - 16:55 Apocalisse Un saluto a tutti Voi. Sono stanco, amareggiato, deluso, disgustato. Si stanco di combattere contro i mulini a vento. Stanco di sentire tutti i giorni i lamenti che giungono dal basso, dal mio popolo, sempre più affamato, dimenticato, oggetto di soperchierie, violentato, derubato, disprezzato. Stanco di questa Italia, ormai in mano alle Banche, agli intrallazzatori di ogni genere, agli approfittatori, agli amici degli amici, ad una classe politica fallimentare e fallita, che non conosce assolutamente il senso originario di fare politica, ma è sempre più legata alle poltrone, collusa, ai cosiddetti poteri forti. Politica, Banche, e certa Magistratura, sono come un’orrida maschera di Medusa, che annichilisce, stordisce, elimina chi non si allinea nel coro. Quando poi il pericolo è imminente, ecco che si dà mano a valvole di sfogo, che attirano l’attenzione del popolo e lo distolgono dalle idee pericolose. Sono convinto, che valvole di sfogo, ad arte sono state nel tempo, il Movimento Studentesco, i grandi scioperi, il terrorismo, la mafia. Parole chiavi, usate, riusate, in modo da ricompattare ogni tipo di fronte, scricchiolante, da respingere ogni critica, da usare contro gli stessi che potessero causare la crisi. Poveri studenti del 68, del 72, poveri operai, poveri giornalisti, poveri giudici, poliziotti, carabinieri. Povere famiglie, quanti lutti. La mafia, come diceva un mio amico, non italiano, è fatta di violenza, di ritardi, di mancanza di responsabilità, di dimenticanze, d’ignoranza, di soperchierie, di avalli, d’ingiustizia. Solo i poteri forti rimangono, inossidabili, eterni. Umano e non umano. Mai umanità. Il cittadino si ribella, invoca il rispetto dei propri diritti, da quelli elementari a quelli che rendono la vita degna di essere vissuta, ed allora, le istituzioni intervengono riducendolo alla disperazione, svilendolo, avvilendolo, togliendogli dignità e rispetto. Non mancano i gracidii di rane e rospi, ed i re travicello che giustificano, con i loro esserci e non esserci, ogni tipo di mancata decisione. Ultimo, l’approvazione da parte della maggioranza del Consiglio comunale di Napoli, della prossima riapertura della discarica di Contrada Pisani a Pianura. Una bomba ecologica, a pochi passi da Napoli, voluta dal Commissario straordinario, ex poliziotto, quasi a sancire la volontà di repressione di ogni opposizione popolare. Ultimissima. La decisione del Giudice di Sorveglianza, del Tribunale di Napoli di negare a Bruno Contrada gli arresti domiciliari. Un settantasettenne, con una serie di ben 25 patologie, più o meno gravi, con i danni relativi all’età e con quelli psicologici, che hanno influito sulla sua persona per una serie di processi, con alti e bassi, che si sono alternati per ben sedici anni. Sempre protestatosi innocente. Il popolo di Pianura che rivendica il diritto alla vita, destinato a soccombere al diktat della Forza pubblica, forza davvero ma mai pubblica, perché distante dalle aspettative popolari, e Bruno Contrada, vecchio, ammalato, derelitto, larva umana, destinato a morire in un carcere militare, con l’accusa, mai pienamente dimostrata di aver agito quale fiancheggiatore della Mafia. A Pianura, si è negato ad un disabile di poter dotarsi di un elevatore, a sue spese, ma si riapre la discarica, di proprietà privata, da più di cinquant’anni pagata con i soldi pubblici. Ancora lutti, disabilità, malattie, tumori, morte. Sono disgustato ed amareggiato, perché sono convinto che con ognuno di loro, muore anche una parte di noi, di Napoli.. Il Sindaco si era dichiarato contrario ed ora, se veramente la discarica dovesse riaprire, cosa dirà alla gente di Pianura, ed a tutta Napoli, che vede le strade, invase dalla spazzatura. Morale materiale! Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 |
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