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N°384 del 30-06-2007 - 10:47 Il
Pubblico e il Privato Privatizzare è di moda. Il pubblico cede il passo al privato, che improvvisamente è diventato bello, buono, efficiente, onesto, virtuoso e persino capace di cancellare l’everest di debiti del Popolo italiano. Ingenuità da una parte e furbizia dall’altra fanno miracoli! Ora dunque pubblico e privato diventano fenomeni contrapposti da che potevano essere fenomeni simili e, per indirizzo e dimensioni, diversi.Però le virtù, il diritto, le regole, le finalità, gli interessi, gli impegni e le competenze non variano al variare della casa nella quale si esplicano od al variare della casacca sotto la quale servono!Comunque vale la pena ricordare che si credeva pure che il pubblico fosse superiore per ampiezza e più nobile per finalità di contro alla ristrettezza ed alla concretezza del privato; che il pubblico sapesse di impegno civile e perché no?, di solidarietà, oltre che di norma, e che al contrario il privato si limitasse al personale; che il pubblico avesse ideale e che il privato avesse portafoglio; che il pubblico fosse d’esempio e che il privato dovesse prendere esempio; che il pubblico potesse andare fiero ed il privato alle volte dovesse tenersi nell’ombra; che il pubblico avesse virtù e professionalità ed il privato avesse spregiudicatezza e tornaconto; che insomma il pubblico ambisse alla gloria d’essere utile alla società, privato compreso, ed il privato avesse gran voglia di accumulare ricchezze anche a danno di altri. Evidentemente però non avendo tutto questo ed ancor altro riscontro nella vita quotidiana il pubblico cede armi e bagagli al privato.Fin quando certi settori rimangono gelosi custodi delle proprie autonomie e della propria indipendenza, orgogliosi della propria funzione e della propria professionalità e quindi insensibili a certi allettamenti prospettati dalla politica soprattutto, le cose vanno come devono andare e come si vuole che vadano. Quando l’amor proprio e la competenza cedono il posto alla tessera ed alla “amicizia” il settore, pubblico o privato, imbocca la strada dell’inefficienza, del lassismo ed anche del vizio e procura guai, a volte, con un crescendo degno della calunnia del barbiere di Siviglia!I continui richiami della Corte dei Conti e l’estendersi forse oltre il previsto dei danni causati alla nazione ha suggerito agli esperti di intervenire con qualcosa che facesse dimenticare il passato remoto ed il passato recente forse con l’intendimento di metterci definitivamente una pietra sopra.La privatizzazione apre le porte a nuovi scenari ed a nuovi interessi e chiude un capitolo non proprio felice del passato e del presente.Non è però regolare che un popolo lavoratore o, meglio, un popolo sovrano non sappia fare altro che chiedersi se i suoi figli prenderanno la pensione e che pensione prenderanno, se la prenderanno! Ribadendo che non è il distintivo o la livrea o l’aggettivo a dare quella qualità che giova al pubblico ed al privato, questi possono convivere ed essere di sprone l’uno all’altro, se lasciati nel loro ambito, nel quale valgano studi ed esperienze a tutti i livelli. Dal pubblico e dal privato comunque la società si aspetta servizio di prim’ordine e scrupoloso rispetto delle norme che vigono. Ad ogni buon conto gli Italiani tengano gli occhi aperti. (www.minichiello.it) Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 _____________________________________ Messaggio
N°374 del 24-06-2007 - 09:57 Gesù
o Barabba? Sottopongo alla vs/attenzione di rari uomini senzienti poichè non collusi - tanto per raccapezzarci un po' intorno ai misteri pagani della Fede di Stato - questo articolo tratto da www.giustiziagiusta.info Se "tanto mi da tanto", la rimozione ingloriosa di De Gennaro dovrebbe portare, ora, ad una revisione del processo Contrada, nell'ottica delle solite perfide vendette e guerriglie Politiche ovvero delle gragnuole di "palle di m**** in faccia" cui, da decenni ci hanno abituato i "nostri" manovratori, assisi a turnazione lassù nell'Olimpo delle "prime" e "seconde" repubbliche.
De Gennaro, si incomincia a discutere Scritto da Mauro Mellini sabato 23 giugno 2007 Sembrava troppo semplice. Lui un poliziotto eccezionale, benemerito della lotta alla criminalità mafiosa e terroristica. E un Governo di sinistra che lo rimuove per mettere al suo posto un uomo della sua parte, di sinistra, dunque. E’ bastato un giorno ed è cominciato a venir fuori anche sui giornali più distratti e portati a schematismi approssimativi, che uomo di sinistra è lui, De Gennaro. Di sinistra o, almeno (visto che certi super poliziotti sono non al di sopra dei partiti, ma di tutti i partiti contemporaneamente) uno che è stato “portato” dalla sinistra, al momento della massima espansione del giustizialismo Violantino, del professionismo dell’antimafia. De Gennaro è l’uomo della D.I.A., la polizia antimafia d’impronta, appunto, Violantina e Casellina, la cui istituzione è stata imposta di forza, passando sopra uomini e cose. Iannuzzi, nel suo libro sul processo ad Andreotti, ricorda che quando Contrada, ridotto ad una larva umana svenne in aula al suo processo, la moglie cominciò ad inveire contro “Caino” che a questo aveva ridotto suo marito. “Caino” sarebbe stato De Gennaro. Perché e come, lo lasciamo agli specialisti. Ora viene fuori che Prodi, sarebbe furente perché De Gennaro non lo avrebbe messo sull’avviso delle intercettazioni Woodcockniane che riguardavano l’episodio Sircana-travestito. Francamente, ci sembra un po’ poco, come motivo di un passo così rilevante. Certo se proprio Prodi si aspettava che quello facesse il Capo della Polizia, c’è da chiedersi che razza di concezione ha un Presidente del Consiglio dei compiti di un così alto funzionario. La sinistra dell’Unione insiste sulla tesi più improbabile: sulla rimozione per la responsabilità di De Gennaro per i fatti di Genova e gongola, invocando si passi ora ad una inchiesta per quei fatti (pestaggi non solo di manifestanti, ma di imputati di singoli delitti, di presunti mafiosi, di “presunti colpevoli” di ogni categoria che sono stati effettuati prima e dopo di allora, senza che la sinistra, estrema o meno, trovasse da ridire). Certo è che quando Padoa-Schioppa è venuto fuori in Parlamento, per giustificare l’estromissione del Generale Speciale, con la tesi del “complotto” di alti funzionari etc., molti hanno subito colto l’improbabilità di tale tesi, osservando che quanto attribuito a Speciale ed alla Finanza, sembrava, semmai, poter essere attribuibile solo a qualcun altro, alla Polizia, a De Gennaro, e che fatto ad altri che a loro, tale addebito per ciò solo appariva di comodo. Ma se comincia ad ammettersi che il “caso De Gennaro,” non è così semplice come sembra vogliano ritenerlo anche quelli che protestano per la sua estromissione, sembra strano che, con tutto quello che si è detto e scritto su questo “burattinaio” di molti episodi della vita italiana degli scorsi anni, oggi tanto poco sembra se ne voglia ricordare. Si direbbe che questa generalizzata mancanza di memoria, sia un’ulteriore prova della grande abilità e del grande potere di questo cosiddetto “super poliziotto”. Che si conferma anche nel momento della sua caduta, essere stato un super manovratore.
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N°371 del 23-06-2007 - 09:59 Con
un semplice atto di volontà Vacazione ed evasione nel solco della Costituzione. Gli onesti, guidati dalla dirittura morale, paiono in minoranza. La presunta maggioranza, invece, solitamente indirizzata dal tornaconto, spende e spande. I governanti sono tutti presi dal miglioramento o dalla conservazione della propria posizione. Gli onesti però non si arrendono e ricordano anche a quelli che non vogliono sapere e sentire di latino che bisogna ripartire proprio dal latino “probe vivere, neminem laedere, cuique suum tribuere”. Confortanti notizie arrivano agli onesti dal fronte delle indagini. I successi dimostrano come conoscenze ed esperienze dei tutori della legge, siano più che sufficienti a risolvere qualsiasi situazione. Rispetto generalizzato delle norme darebbe al Popolo italiano l’omogeneità indispensabile per essere protagonista. Ci sono all’uopo leggi e ci sono mezzi. Per mettere le cose a posto, viene da concludere, basta la volontà politica. Ogni politica infatti ottiene sempre, in maggiore o minore quantità, quello che si propone di ottenere, ma non quello che non si propone.Un esempio per chiarire il concetto. Il problema del Mezzogiorno non è stato mai risolto perché non è stato mai posto e non verrà risolto che quando sarà posto. I libri, i giornali, le riviste, le tavole rotonde, i congressi, i convegni non hanno mai avuto come fine la risoluzione del problema del Mezzogiorno, ma solo il compito di farlo conoscere. Ogni scienziato, studioso, animatore, promotore od inventore di enti riguardanti il Mezzogiorno ha prodotto esattamente quello che gli era stato chiesto di produrre. I risultati e la realtà, in proposito, parlano chiaro.A meno che non si sia atteso e non si attenda che il problema del Mezzogiorno lo risolvano i diseredati, i degradati, gli ignoranti e gli impotenti in genere, che d’altra parte sono i principali diretti interessati! Questi diretti interessati allora devono decidere se rimanere come tradizione ricorda o se avviarsi sulla via del progresso, come civiltà esige. Sappiano questi sfortunati, per non cadere nelle trappole della speranza, che sono soli e che sul cammino potrebbero trovare solo ostacoli.Tornando all’argomento, poniamo che la volontà politica ci sia. Allora, ad una certa ora, da un certo posto partirà un messaggio diramato ad altri pochi posti; da questi pochi posti il messaggio sarà inoltrato a numerosi posti. Dopo non molto tempo “radio fante” farà sapere ovunque che per i fuorilegge d’ogni fatta e misura la pacchia è finita! Storica vacazione del potere, impegnato ossessivamente dall’autoconservazione o storica assenza dello stato ed evasione storica della cittadinanza, abituata a difendersi dal potere, che spesso ritiene nemico, sarebbero convinte o costrette ad entrare nel solco della Costituzione. Con un semplice atto di volontà. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 _____________________________________ Messaggio
N°336 del 01-06-2007 - 22:58 Conflitto
di interessi Urge cambiare tutta la classe politica E’ venuto
fuori clamorosamente il conflitto di interessi. Saranno stati
gli interessi delle oligarchie politiche, messi a rischio da fenomeni
elettorali, che hanno fatto ricorrere al conflitto di interessi
di cui si discute in parlamento. Nel frattempo la popolazione
si sazia di tanto fumo e punto arrosto. Che una popolazione del
genere possa essere popolo sovrano è impossibile, che possa aspirare
a diventare popolo sovrano è impensabile, che sappia di essere
popolo sovrano è improbabile. E’ la giusta condizione di una popolazione
che isola i coraggiosi, perché non delinquenti; scansa gli onesti,
perché non ci sanno fare; deride i competenti, perché si fanno
isolare od inviare all’estero, ed adula, la popolazione, e serve
chi meglio la vizia e la sevizia pure. Ora questa popolazione
si gode il conflitto di interessi tra chi usando le ricchezze,
accumulate in questo stato, fa la politica che gli va a genio
e chi nella politica non vuole concorrenza esterna alla casta
dei politici. La politica infatti ha lavorato seriamente, incessantemente
ed intensamente per asservire, dal modesto impiegato statale,
sottoposto preventivamente a raccomandazione, al libero professionista,
vincolato agli agganci, all’imprenditore, piccolo o grosso che
sia, legato con contributi e facilitazioni varie, ma non solo.
Tanto è vero che si parla di invadenza della politica. D’altra
parte i politici, che godono di privilegi veramente notevoli,
non sempre sono utili allo stato e non è improbabile che alle
volte lo danneggino pure. Cuique suum dunque. Intanto la casta
politica ha creato un personaggio, un mito, un riferimento, che
sarebbe tale pure con una percentuale di consensi molto più bassa
di quella che effettivamente ha, perché realizzata a dispetto
e contro la quasi totale politica italiana ufficiale. Di lui si
dice tutto il male possibile e per danneggiarlo ogni pelo diventa
trave ed ogni occasione è buona per ferirlo: intanto se ne parla
sempre. La casta politica, pur adeguatamente ed opportunamente
indottrinata per il suo mestiere, ha ancora più paura forse perché
a scalfire il mito, da essa stessa creato, non sono serviti nemmeno
denigrazione e persecuzione.Non le resta che rivolgersi ai poteri
occulti! D’altronde l’allarme della Corte dei Conti sulla corruzione
dice che in genere gli Italiani corrompono e si lasciano corrompere,
tra i quali ci potrebbe essere pure il mito, nato dalla politica
più che dal saperci fare, e tanti altri Italiani che pure ci sanno
fare. Corruzione e concussione sono reati da punire e da addebitare,
oltre che ai colpevoli, a chi ha fatto leggi, che non correggono
e non scoraggiano, ed a chi ha governato con molta superficialità,
tanto da lasciare quasi indifeso l’interesse dello stato e l’interesse
del debole. I politici dovrebbero subire il severo giudizio del
popolo sovrano, che però non si comporta da sovrano perché forse
non lo ha saputo e forse anche perché è stato trattato da suddito
pure quando era diventato sovrano. Cambiare la Costituzione non
serve allora che a prendere ed a perdere altro tempo, mentre urge
cambiare tutta la classe politica, abbia o non abbia conflitti
di interessi. Tanto per non sbagliare. Altri conflitti di interessi,
quali quelli di certo andazzo in contrasto con gli interessi non
sempre appagati di elementi di un popolo non adeguatamente istruito,
rispettato e servito, che finiscono per diventare terroristi e
non solo. Falsa repubblica e falsa democrazia avviano un sistema
di interessi or comuni, or contrapposti, pur sempre nocivi per
la parte debole della comunità, che paga a caro prezzo la sua
debolezza, e da cui non è facile liberarsi. Certi interessi sono
frutto di istinti non proprio nobili, spesso da tenere segreti
e magari da tramandare di padre in figlio. Buona politica proviene
da buone idee, utili a tutti e nocive per nessuno; buon governo
deriva da dedizione a realizzare le buone idee. www.minichiello.it Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 _________________________________ Messaggio
N°279 del 25-04-2007 - 10:28 IL
MEZZOGIORNO D’ITALIA - Diffondere l'utile conoscenza Ancora in questi ultimi tempi la statistica si interessa di occupazione. Risultato: i più occupati sono al Nord, mentre nel Sud si registra il maggior numero di disoccupati, di cui la percentuale più alta è detenuta dalla Campania. Niente di nuovo. Proprio come prima, come ieri, come l’altro ieri, come l’anno scorso, come il secolo scorso. Non si riesce a fare un passo avanti. Come se avessero ragione certi studiosi che andavano e vanno sostenendo che il Mezzogiorno non si risolleverà mai. Non c’entrano tanto i più o meno storici ed i più o meno lontani torti subiti, che pure meriterebbero di essere riparati ( con l’augurio che non finiscano eventualmente come altri interventi ), c’entra invece principalmente l’azione politica, continua e costante, che, in passato come nel presente, ha visto e vede il Mezzogiorno come mezzo e non come fine: come mezzo per realizzare ambizioni personali locali e non locali sulla pelle dei Meridionali e non come fine di vedere i Meridionali alla pari degli altri. Cosa che accomuna tutti i popoli sottosviluppati per lo più soggetti anche a stranieri o sfruttati o comunque legati a stranieri forse anche con l’azione mediatrice di potenti locali, i quali ultimi ne fanno la pacchia ed i quali assicurano alle loro genti una sopravvivenza non scevra da insicurezza occupazionale e da probabile emigrazione. Una conservazione che è vecchia quanto l’uomo e che si ripete in tante parti del mondo sempre sostenuta da ignoranza, da degrado e da miseria, regalati a piene mani alla massa costretta a tenere la mente in vacanza e le braccia spesso a riposo, mentre la stessa conservazione se la gode a promettere, a raccomandare, a proteggere od a facilitare persino l’emigrazione con incentivi. Promesse, raccomandazioni, protezioni e facilitazioni costituiscono la pania nella quale restano invischiati i poveri, i bisognosi, gli impotenti e soprattutto tanti ingenui, che così vengono tenuti calmi ed in speranzosa attesa, durante la quale si convincono addirittura che questo e solo questo è il loro destino! La miseria, prima che nelle tasche, nelle teste. Veramente un’opera d’arte politica di chi detiene il potere, che si garantisce sottomissione e fedeltà di popoli che non conosceranno mai cittadinanza vera e sovranità popolare e resteranno qualificati dalla protezione, divisi dalle livree, lontani da identità e da dignità ed accomunati da reciproca diffidenza. Tuttavia non si molla e si continua a ripetere: i Meridionali non sono né superiori né inferiori ad altri; hanno le carte in regola per emergere, perché hanno risorse ed energie valide; hanno occasioni e potenzialità, anche se non riescono ancora ad autogovernarsi, ossia a liberarsi da chi rema contro il loro progresso, contro il loro benessere e soprattutto contro la loro dignità di uomini e di cittadini; non aspireranno più ad essere buoni servitori di padroni locali o stranieri, ma saranno essi stessi i responsabili, i progettisti ed i realizzatori della loro esistenza. Pur con tutti gli elementi avversi il Mezzogiorno d’Italia volterà pagina. Infatti, nonostante il degrado premeditato, inculcato e realizzato, si avverte in giro la necessità di un discorso diverso, di un frasario fatto di cose e non di parole, e si nota una esigenza culturale autentica che fa ben sperare e che potrà dare buoni risultati pratici quando comincerà a calare l’interesse per quei fenomeni che pur si dicono culturali e sanno solo di allontanamento dalla vera conoscenza, di distrazione dall’utile sapere e di ignoranza dell’autentico arricchimento, quando insomma la ingenuità e la superficialità cederanno il passo alla ratio, che darà la possibilità di distinguere e di vivere meglio i momenti della distrazione, della vacanza, della concentrazione e dell’ impegno. Libertà da mode, da status symbol e scelta cosciente, responsabile ed autonoma di vita evidenzieranno il cambiamento. Da questo movimento emergeranno le vere forze del Mezzogiorno, che sapranno inserirsi opportunamente nei vari settori della vita, che si svolgerà in genere in un’atmosfera moderna ed efficiente e ricca di civiltà e di solidarietà, sostenute da giustizia e legalità. Il successo sarà facilitato, senza richiesta di finanziamenti e senza richiesta di aiuti di qualsiasi genere ed a chicchessia, dalla scuola e dalla informazione. Scuola unica, liceo classico, adeguato alle esigenze moderne ed informazione al servizio dei lettori e quindi della società; scuola di docenti validi, a prescindere da tessere e da amicizie, ed informazione che consideri il lettore da rendere edotto, da indirizzare ed anche da guidare, ma soprattutto da rispettare e mai da considerare acquirente cui rifilare prodotti di bassa lega, di poca utilità o persino nocivi; scuola alla quale si potrà pure perdonare qualche strappo, se questo è confortato dall’avere eliminato degrado, d’aver formato cittadino evoluto, d’aver preparato operatore pronto ad affrontare le sfide del terzo millennio, in una parola dall’aver fatto crescere la società, ed informazione che voglia essere seguita e sostenuta, se questo significa apporto di conoscenze utili a tutti e libertà da potentati di vario genere, che storicamente hanno seminato ignoranza e miseria; scuola meritevole di riconoscimento remunerativo, il quale comunque non potrà e non dovrà mai qualificare casta e quindi stabilire differenza o diversità nei confronti di altri cittadini, come vuole la parità, ed informazione che miri a costruire un mondo migliore per sé e per gli altri e lungi dal prestarsi a costruire fortune con la produzione e la distribuzione di beni destinati e pagati da un pubblico non smaliziato e non adulto. In sintesi la base meridionale, soprattutto quella già smaliziata, si dia da fare a diffondere l’utile conoscenza e la coltura dell’utile conoscenza ( senza lasciarsi condizionare da chi nel Mezzogiorno e sul Mezzogiorno ci vive proprio bene ) e, repetita iuvant, trovi il maggior godimento nell’apprendere, nel consigliare e nell’indirizzare gli altri ad apprendere cose utili per significare concretamente nella vita, che molte volte viene vissuta tifando ed applaudendo. Risultato facilmente ottenibile se scuola ed informazione poggiano su opportune ed adeguate professionalità, perseguono lo stesso fine poco innanzi specificato e se soprattutto possono contare sulla contemporanea azione dei governi, convertitisi finalmente ad essere al servizio del popolo sovrano.
Si abbandoni, sarà bene ribadirlo ancora, la condizione proveniente dal genocidio culturale, che, negando la conoscenza ed impedendo il progresso, produce degrado diffuso che culmina nei bassi e nei bassifondi, che assicurano prestigio, benessere e lunga vita alla conservazione, che a volte passa pure per benefattrice tra quelli che la pagano! “Perdona loro che non sanno quello che fanno”, direbbe ancora il Crocifisso; “sancta simplicitas!”, commenterebbe ancora lo sfortunato filosofo! Mancano forse le prove della premeditazione, ma resta evidente il delitto storico, politico, economico, sociale e culturale che si è consumato e si consuma ancora, come i dati confermano, ai danni del Meridione, che perciò si chiama problema del Mezzogiorno d’Italia, che, si lasci ancora correre la ripetizione, può essere e deve essere risolto da una opportuna azione culturale ( le braccia realizzano ciò che il cervello ha assimilato ), a cominciare dalla scolarizzazione e dalla informazione e finire alla cultura di governo. Poca o nessuna spesa per finire di parlare del problema e per presentare, tutta da apprezzare, una tra le più belle regioni del mondo, il Mezzogiorno d’Italia. Da subito si cominci a concentrare gli interessi, a definire i programmi, a dichiarare solennemente la propria volontà di partecipare a pieno titolo col resto d’Italia al destino dell’Europa e costituire per questa la base di partenza per nuove umane avventure che il Vecchio Continente ( grande sì, ma di dimensioni ridotte, anche se unito, di fronte ai colossi coi quali è chiamato a confrontarsi) deve affrontare. Abbandonata l’atavica condizione di attesa di approdo di nuovi invasori, di nuovi dominatori e di nuove dinastie, la gente comune del Mezzogiorno si prepari a rivestire il suo ruolo di autentico popolo sovrano. (www.minichiello.it ) Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 ___________________________________________ Messaggio
N°274 del 21-04-2007 - 20:24 Coerenza
Mastelliana: avòto la barca come tira lo vento! riceviamo
e pubblichiamo questo breve saggio sui cosiddetti giochetti politici
in campagna elettorale in un qualsiasi microcosmo meridionale
preso a campione. LE PROSSIME
ELEZIONI AMMINISTRATIVE A SAN SALVATORE TELESINO (Bn). Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 _______________________________________ Messaggio
N°258 del 13-04-2007 - 13:51 Il
dio a strisce "Penso dunque
sono". Celebre frase di Cartesio! Ed io amo pensare... Ho visto
il video che proiettava nelle case di tutti gli italiani l'immagine
del dott. Mastrogiacomo che implorava l'aiuto da uomini delegati
da altri uomini a rappresentarli: sarebbe stato meglio chiedere
al POPOLO ITALIANO. Mentre i seguaci del Dio Misericordioso di
coranica memoria mostravano poca o nulla misericordia nello sgozzare
un uomo indifeso ( quando pregano a chi parlano? Non è Dio Clemente
e Misericordioso?) il nostro giornalista reo di estrema leggerezza
nel navigare in siti poco affidabili coinvolgendo altre persone
implorava un giusto aiuto, usando la parola CRISTIANO, mentre
il giornale per cui lavora di fatto i cristiani li tratta poco
rispettosamente... Bontà di Dio, stavolta è il nostro che da centinaia
di anni va predicando amore nonostante i Papa guerrieri e le crociate,
anch'esse ed essi poco cristiani o cristiane . Fatta questa breve
premessa necessaria perchè mi sono rotto le scatole a sentire
nominare Dio per fatti che poco hanno a che fare con la spiritualità
come PACS, DICO, GUERRE, CROCIATE, OMICIDI, ASSASSINI e chi più
ne ha più ne metta e trattandosi, il mio ,di un Blog che vuole
essere VITA E VANGELO mi spinge a riflettere seriamente: PRIMA
QUESTIONE : Mentre sgozzavano quel poveretto in nome di dio clemente
e misericordioso (forse voleva risparmiargli altri anni di duro
lavoro? Mandarlo a dormire in pace prima del tempo?) vi erano
numerose auto che camminavano su quello che certamente è un terreno
poco frequentato. I fratelli misericordiosi erano in tenuta da
combattimento e mostravano un'attitudine al perdono che attenti
osservatori potevano facilmente scorgere... In poche parole, visto
che su Google riesco a vedere e a stampare l'immagine di casa
mia con l'ausilio del satellite, mi domando: vuoi vedere che i
servizi satellitari di Google funzionano meglio di quelli del
glorioso esercito di Bush, protetto anche lui da dio visto che
alla casa bianca si legge la bibbia (vorrei vederla e visionare...)
e si invoca la benedizione di dio SUI NOSTRI SOLDATI: dio benedica
i nostri soldati! Il senso di questa benedizione l'ho capito:
dio creò gli americani d'importazione e quelli a loro volta hanno
creato gli altri popoli, per cui vi è il dio di Bush e Bush che
è lui stesso un dio per il resto dell'Umanità. SECONDA QUESTIONE:
Ben Laden da bisognoso di dialisi riesce a muoversi meglio di
un Apache che fugge dal farsi massacrare dal bisnonno di qualche
americano d'importazione, nonostante i satelliti i quali funzionano
e bene quando si tratta di far passare a miglior vita qualche
palestinese biricchino che infastidisce i sionisti! Ma funzionano
o non funzionano i satelliti?.. Non ci capisco niente... nonostante
Cartesio! TERZA QUESTIONE: Si è detto e ridetto che l'attacco
all'Irak era ingiustificato. Che non vi erano armi di distruzione
di massa. Che sono morti migliaia di Iracheni innocenti. Che il
terrorismo ha attecchito in Irak in modo particolare per la cattiva
politica voluta da Bush. Sono stati destituiti i principali colpevoli
della guerra in atto (tranne il principale). Visto che Saddam
si è lasciato attaccare ingiustamente, visto che l'attacco che
ha subito ha distrutto il Popolo Iracheno, visto che non aveva
armi di distruzione di massa in dotazione si è creduto opportuno
condannarlo a morte e visto che ci stiamo abituando ai morti lo
si è anche impiccato! Adesso, vi è Gino Strada, colpevole di operare
sotto i bombardamenti per pura e semplice umanità: credo che anche
lui rompe un pò... Non era Saddam amico della Francia e degli
USA negli anni a cavallo tra gli anni '70 e fine '80? Facciamo
come i satelliti che non funzionano? O che funzionano al momento
per qualcuno giusto: quando si vuole rendere un uomo libero dal
peso della vita. Per dirla con Ungaretti: la morte si sconta vivendo!Poveri
noi! Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3 Inviato
da Anonimo ____________________________________________ Inviato
da Anonimo _____________________________________________ Inviato
da Anonimo _________________________________________ Messaggio
N°248 del 09-04-2007 - 14:40 LA
MONNEZZA SU PONTI D’ORO
La Campania ricca può godersi il sole, il mare ed il clima in una atmosfera limpida e pulita. Non pochi italiani trovarono lavoro in Germania dopo la seconda guerra mondiale. L’Italia, pur potenza industriale di rilievo mondiale, ricorre ancora alla Germania per smaltire i rifiuti di cui in Campania nessuno vuole sentire nemmeno parlare, anche perché le possibilità di pagarsi altrove lo smaltimento ci sono. E’ da sperare che qualche spirito antitedesco, soprattutto per reminescenze politiche estemporanee, non faccia sentire la sua soddisfazione di definire la Germania pattumiera della Campania, anche se in Germania trovano ancora lavoro dei campani, impegnati forse anche nello smaltimento dei rifiuti. Infatti i tedeschi potrebbero essere influenzati dal fatto che nessun campano vuol sentirsi pattumiera dell’altro e neanche di se stesso, per aumentare il costo dello smaltimento o, peggio, per rifiutare lo smaltimento a qualsiasi prezzo. C’è da sperare pure che non scendano in concorrenza altre regioni italiane ad offrire i loro rifiuti da smaltire e c’è infine da sperare che altri paesi, europei e non, entrino in lizza per effettuare lo smaltimento. Intanto una cosa è certa: popolazioni all’addiaccio a difendere i loro territori dall’invasione della monnezza; impiego di forze per mantenere l’ordine e di protezione civile per assicurare assistenza; dibattiti ed incontri hanno creato un notevole dispendio di risorse, di energie e di tempo, che la Campania avrebbe potuto impegnare diversamente. Altra sicurezza è che, messo da parte il tormentone rifiuti, la Campania possa concentrare tutto l’impegno sul divertimento e sullo svago per sostenere il turismo, al quale indubbiamente non sarebbero di giovamento vie e piazze con cassonetti stracolmi, se non intasate da rifiuti, o strade ed autostrade esposte a certi odori. A chi il merito di tutto questo? Certamente alla disponibilità del denaro necessario per portare a termine l’operazione. Chi ha reso possibile la disponibilità, chi cioè ha veramente lavorato per liberare la regione Campania dai rifiuti sarà fatto conoscere, se già non lo è stato, dai media che metteranno a disposizione di tutti servizi, documentari, libri e pure qualche altro convegno. Nell’atmosfera quasi di trionfo i media non faranno mancare quindi tutti i particolari della vicenda, come vuole la verità, che non ama rimanere mesta e muta in un angolo nascosto, ma preferisce partecipare alle feste, in tutta chiarezza ed evidenza, nella sua semplice veste naturale. Va rilevato anche che non è la prima volta e non sarà l’ultima che vince il denaro, il quale, nel rispetto dell’adagio antico, apre tutte le porte, come ha aperto la porta al via libera della monnezza che se ne va su ponti d’oro. Il danaro, da quel grande conciliatore che è, ha messo subito d’accordo tutti ed a tutti ha dato la possibilità di affermare di essere vincitori. I media ancora non faranno mancare le solenni dichiarazioni di soddisfazione di tutti quelli che hanno portato la faccenda rifiuti a felice esito. La Campania ricca può godersi ora il sole, il mare ed il clima in una atmosfera limpida e pulita e farli godere pure agli attesi turisti. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 _________________________________________ Messaggio
N°203 del 11-03-2007 - 18:49 L'ARBITRARIA RIPARTIZIONE DEI FONDI UE DELLA CAMPANIA AL PARLAMENTO EUROPEO
Coordinamento Nazionale Piccoli Comuni Italiani
Alle
iniziative messe in campo da Piccoli Comuni sono sempre più numerosi
i
parlamentari italiani ed europei che rispondono con azioni parlamentari
davvero significative. Alle considerazioni negative del Coordinamento
Piccoli Comuni sulla scelta della Regione Campania dei criteri
di utilizzo delle risorse comunitarie 2007-2013 riservate per
il 40% dell’ammontare complessivo ai 18 comuni sopra i cinquantamila
abitanti sui 520 complessivi ha fatto seguito in maniera meritoria
l’interrogazione presentata dall’Europarlamentare Aldo Patriciello
alla Commissione Europea.Il testo dell’Interrogazione avente
ad oggetto: Ripartizione impropria dei Fondi Strutturali 2007-2013
nella Regione Campania. Premesso che: Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 ______________________________ Messaggio
N°173 del 20-02-2007 - 19:43 I
fatti di Vicenza visti da vicino I fatti imbastiti
attorno all'ampliamento della caserma americana Ederle sono solo
un palliativo per far vedere quanto conta la sinistra radicale,
altrimenti emarginata. Infatti, nella stessa caserma fino a qualche
anno fa si trovava anche l'esercito italiano con gli Alpini ed
ora quella parte è stata dimessa. A parer mio la faccenda va ridimensionata
alquanto e posta sotto due aspetti: quello politico e quello della
convenienza. Partiamo subito da quest'ultimo. Vicenza è una città
di circa 110mila abitanti e la sua principale attività è interstiziale
e composta da un' industria di media, piccola e piccolissima dimensione.
Le sue attività principali vertono sul tessile, abbigliamento,
legno-mobilia, pelletteria, meccanica minore; ha un artigianato
artistico molto elevato (oro e ceramica) ed è un grosso mercato
agricolo. Inoltre, ha anche delle pregevoli opere artistiche che
la rendono una delle città più visitate in Italia. Purtroppo è
handicappata dal nodo scorsoio delle strade! Infatti sono quasi
tutte risalenti al XIX secolo e così mantenute in attività. Ma
questo è un difetto di TUTTO il Veneto! Ora sappiamo che questa
caserma, la Ederle, oltre che ospitare i militari americani da
lavoro anche a oltre 1500 persone di Vicenza adibite ai vari servizi:
amministrazione, riparazioni, manutenzioni, ecc. ecc. Inoltre
da lavoro anche all'indotto esterno della caserma: rifornimenti
per il personale, attrezzature varie, alberghi e ristoranti, negozi,
(è ovvio che sia i militari che il personale esterno quando escono
vadano da qualche parte.). Ora le possibilità che
ci sono, sono
due: se la caserma viene ampliata viene raddoppiato, ovviamente,
anche il personale esterno e tutto il resto. Se non viene raddoppiata,
quella che c'è adesso viene chiusa perché agli americani una caserma
dimezzata non interessa.... e portano il tutto in un'altra nazione
più ospitale. Pertanto i pochi vicentini che reclamano e che non
vogliono l'allargamento sono ben individuati: gente che ha le
abitazioni vicino e che ha paura di veder sminuito il valore delle
proprie abitazioni o terreni ( i soliti che vogliono sì - per
esempio - l'inceneritore, ma a casa altrui!) oppure i soliti ambientalisti,
ai quali se si dovesse dar retta non potremmo nemmeno respirare.
Ed è attorno a queste poche decine di persone che si è imperniata
tutta la faccenda, soprattutto a livello politico. Ed ecco il
secondo aspetto: quello politico. La falsità e la faccia tosta
che hanno questi sinistri è davvero impressionante! Per far vedere
che loro combattevano contro l'ampliamento in discussione con
giuste rivendicazioni ideologiche , avevano fatto intendere che
ciò fosse stata una concessione decretata dal passato governo Berlusconi e che il "buon" Prodi (che noi, qui, chiamiamo "Prodelia"
per abbinarlo alla Crudelia della carica dei 101; lui, invece,
ha organizzato la carica dei "102".. tra ministri e sottosegretari.)
è stato solo obbligato ad accettare, a subire! Invece è vero il
contrario: al precedente governo era solo stato chiesto - dagli
USA - il permesso di poter "periziare in loco" per il previsto
ampliamento stabilendo che avrebberopresentato al governo italiano
i piani definitivi in seguito. Quando questi piani sono stati
perfezionati e presentati, a dare il consenso è stato Prodi-Prodelia!
Non Berlusconi! E per far mostrare il suo potenziale, la sinistra
radicale ha avuto gioco facile nell'andare a dar manforte ai quei
quattro poveracci che per il loro interesse non volevano questo
ampliamento! Così come agli sparuti reazionari locali non parve
vero di poter avere al loro fianco cotanti personaggi! Ed ora
comanda la sinistra radicale. La disfida di Vicenza, tutta interna
alla sinistra, ha visto prevalere ancora una volta il movimentismo
estremista il quale si riconosce in Bertinotti, non esita a sfilare
con chi inneggia alle Brigate rosse e condiziona sempre più pesantemente
l'azione del governo in senso massimalista e antiamericano. Lo
dimostrano le dure critiche e le richieste di scuse subito partite
nei confronti di Rutelli e di Amato. Si è aperta così una nuova,
convulsa pagina della guerriglia dentro una maggioranza che è
sempre più di lotta e sempre meno di governo. Tutto ciò a spese
dell'Italia e della sua credibilità. La linea movimentista di
Rifondazione Comunista e del variegato arcipelago della sinistra
radicale ha inneggiato al successo della manifestazione e ha subito
imposto delle condizioni al governo, non solo sulla base di Vicenza
ma addirittura, come ha sostenuto Giordano, sulla presenza delle
basi americane in Italia e più in generale nella politica estera.
La discussione al Senato sulla missione in Afghanistan acquista
così una nuova valenza politica e D'Alema dovrà tenere conto nella
sua relazione del peso che la sinistra radicale rivendica sulle
scelte di politica estera. Non c'è da dubitare che D'Alema e Prodi
metteranno l'accento sulla discontinuità della politica estera
rispetto al governo Berlusconi (ritiro dall'Iraq, ruolo dell'Onu,
missione in Libano, conferenza di pace in Afghanistan), allontanandosi
così sempre di più dai principali ancoraggi della nostra politica
estera. Ancoraggi che avevano permesso all'Italia di sedere -
con pari dignità - al tavolo delle decisioni internazionali. Ad
ogni scontro che si apre nella maggioranza, il compromesso che
viene raggiunto è sempre più tinto di rosso e avviene immancabilmente
sul terreno scelto dalla sinistra estrema. E i loro "capoccia"
sono quelli che ancor oggi si richiamano al comunismo! Ecco cosa
ha detto il loro capo, anzi: "il migliore", come lo chiamavano: E quelli che attualmente ci governano sono i suoi degni eredi!Pertanto, come è dimostrato, i fatti in questione vanno ampiamente ridimensionati come una lotta intestina nell'attuale governo. Cioè la sinistra che vuole imporre a suo vantaggio i suoi principi. Non interessa se l'Italia tornerà ad essere la solita "voltagabbana" come ci hanno descritto dopo l'ultimo conflitto, interessa solo che sia contro l'America! E le altre nazioni Europee ringraziano, e stanno in attesa. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 14
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N°162 del 12-02-2007 - 19:29 Spunti di riflessione ad uso del Guardasigilli nazionale
Corre l’obbligo di una seria riflessione per il nostro “guardasigilli” Mastella e la sua variegata accolita. In merito ai gravi eventi verificatisi in alcune città italiane durante le cerimonie di commemorazione delle vittime istriano-giuliano-dalmate delle Foibe e dei titini, a nome di tutti i profughi e figli dei profughi “giuliani” e di tutti gli altri italiani di serie B a costui si presenta ideale istanza perché la Legge 27 gennaio 2007, da egli proposta con personalissimo quanto supersonico ddl ed all’unanimità approvato, produca i suoi effetti non solo per l'unica fattispecie identitaria prevista e che contempli oltre il reato del negazionismo dell’olocausto e della diaspora ebrea anche il reato di negazionismo dell’olocausto e della diaspora delle migliaia e migliaia di italiani, anche di lingua croata, massacrati da druse Tito con la complicità del negazionismo dell’allora Partito Comunista Italiano, e la cinquantennale ignavia di comodo della Democrazia Cristiana (dove militarono, ahinoi, anche i rappresentanti delle comunità rivendicatrici) fino ed oltre il trattato di Osimo del 1975. L’onestà intellettuale dell’oggi settantreenne Gianni Cervetti, che si occupava degli Affari Esteri per il PCI di Berlinguer, e che negli anni ’80 fu, insieme al nostro presidente Giorgio Napolitano tra i cosiddetti “miglioristi”, in virtù dei violenti scontri ideologici degli anni ’50 e ’60 nell’ambito del Partito medesimo, proprio in riferimento al tabù delle foibe che fu strumentale alle migliori relazioni con i comunisti degli estremi confini dell’Italia di nord-est, ritiene che il contentino dell’unica Giornata del Ricordo destinata alla memoria di queste vittime sia giunto talmente tardi da sembrare un’ulteriore irriverente offesa, poiché il reato del Negazionismo è stato perpetrato da oltre 60 anni proprio dai comunisti italiani, peraltro in possesso di comprovante documentazione e dossier, con precisi riferimenti e numeri del genocidio. Tardivo quanto inutile, come l’onestà di Cervetti, giunge anche l’odierno riconoscimento di questa vergognosa pagina della Storia Italiana da parte del presidente Napolitano ma, come si dice, “meglio tardi che mai” poiché risulta davvero inqualificabile se non offensivamente sprezzante, invece, l’astinenza da minimi interventi di circostanza da parte del presidente del Consiglio, Prodi, impegnato a fare il comico in India; viaggio inserito in agenda, guardacaso, proprio per il 10 febbraio. Non si può non convenire con l’“agitato” Storace che la "tournèe" in India non sarebbe mai stata programmata se in concomitanza con un religiosissimo “25 aprile” o con un opportunistico “27 gennaio”, ad intendere che il presidente del Consiglio dei Ministri Italiano pratica una politica discriminante, ritenendosi il presidente della sola élite italiana, ovvero del suo “popolo eletto-re”. Aberrante, poi, la reazione dei mocciosi, nuovi zombies e babbuini, e dei fondamentalisti del dogma comunista, bivaccanti nei cosiddetti “centri sociali”, in tutto simili agli ultras delle pseudo-“tifoserie” calcistiche, al centro dell’attenzione in questi giorni; questi ignoranti ultra-adolescenti che non brillano certo per coraggio, sacrificio, spirito, cultura ed educazione civica, a Carrara, nel Giorno del Ricordo hanno ferito un dirigente provinciale di An e due poliziotti che presidiavano una normalissima mostra fotografica sulle Foibe. A Firenze, al termine della manifestazione dei centri… assurdamente detti “sociali”, contro la giornata in memoria dei martiri delle Foibe, l’agente di Polizia Alessio Luci è finito gravemente ferito in ospedale, dopo essere stato investito proprio quale bersaglio da un’auto condotta da due dei tanti delinquenti dimostranti. A Milano, anonimi hanno divelto una targa stradale dedicata ai martiri delle Foibe. Gli stessi “intellettuali” de Il Manifesto e di Liberazione, Enzo Collotti e Maria Rosa Calderoni, ancora pontificavano, poi, dalle pagine dei rispettivi fogli circa la strumentalizzazione delle foibe da parte dei soliti “fascisti” e “postfascisti”, tentando anche, disumanamente e miserabilmente di ridurre le cifre in migliaia dei martiri a qualche centinaia, come se qualche morto in più o in meno, comprato e venduto a peso, possa cambiare dignità ad un massacro. Proprio questi due “giornalai” sono stati pubblicamente invitati al buonsenso ed all’onore della verità dall’anziano “maestro” Gianni Cervetti che, peraltro, oggi è presidente dell’ISEC, l’istituto di storia dell’età contemporanea a Sesto San Giovanni e che giovedì scorso ha dedicato un convegno alle foibe. Quando si comprenderà, alfine, che le povere genti italiane dell’Istria e Dalmazia, dopo aver sperimentato – come i polacchi di Wojtyla – le due dittature sulla propria pelle, si tengono rigorosamente lontane da giochi e tessere di qualsivoglia fazione, chiedendo solo quel po’ di pace, pagabile con un briciolo di fraterno rispetto per la loro tragedia? In quanto a Mesic, emotivo e "primitivo" presidente croato, che si è ritenuto offeso dalle parole di commemorazione del presidente Napolitano che - finalmente - ha trattato di genocidio e pulizia etnica, si risparmi ulteriori orgogli nazionalisti. Non reggono. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 ----------------------------------------------- Messaggio
N°154 del 08-02-2007 - 10:52 Sud: L'insostenibile leggerezza di... "tessere" Bari.
Comunisti autosospesi. Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 ---------------------------------------------- Messaggio
N°123 del 19-01-2007 - 16:52 IL
MERIDIONE PROBLEMA NOSTRO La questione meridionale è solamente dei Meridionali Il problema meridionale non è tale: è problema nazionale; è problema europeo; è problema mondiale! Quanta solidarietà! Quanto interessamento! La questione meridionale è solamente dei Meridionali. Questi devono decidere se rimanere in rassegnata e fatalistica attesa ed indirizzare le proprie energie per ottenere un intangibile posto statale, tranquillo, sicuro e senza troppe responsabilità, oppure affrontare decisamente il presente, che esige specializzazione, impegno e produzione, e programmare un avvenire di presenza qualificata e di risultati prestigiosi, come d’altra parte è nelle possibilità degli stessi Meridionali. Insomma il problema del Mezzogiorno d’Italia, come tutti i problemi di sottosviluppo, è un problema che riguarda solamente i Meridionali, cioè i direttamente interessati. Questi devono scegliere se continuare la tradizione poco onorevole od onorare la tradizione culturale, che non li vuole ai secondi posti. I Meridionali continuano a trovarsi però, mutatis mutandis, nella storica situazione in cui si trovarono, ad esempio, al tempo dell’arrivo dei Normanni, cioè anche numerosi, ma fiacchi, disarmati e soprattutto senza guida, per cui finirono sottomessi a pochi che però erano esperti nelle armi e nella gestione del potere. Anche oggi i Meridionali sono numerosi, ma impossibilitati od incapaci di utilizzare le risorse disponibili e di sfruttare opportunamente le occasioni che si presentano, soprattutto impediti da quelli ( una minoranza o forse una maggioranza, certamente forte, determinata e sempre in prima fila, a prescindere dal numero ) che traggono vantaggi dalla situazione. Situazione che, per essere tenuta stagnante, esige uso ed abuso della raccomandazione (la quale, è bene chiarirlo, consiste solamente nella dimostrazione di potere da evidenziare agli altri e da assicurare alla propria famiglia, più o meno ristretta che sia) e suoi annessi e connessi, con buona pace della legalità, della giustizia e della tranquillità. I potenti che condizionano il Sud di Italia non sono più i Greci, i Romani, i Normanni e così via, ma quelli che da essi hanno ereditato l’arte di tenere sottomessi i popoli, anche i popoli che possono vantare i Bruno, i Campanella, i Giannone, i Filangieri, i De Sanctis, che, pur non tutti, sono già più che sufficienti per far entrare nella storia questi popoli, che però non sono riusciti, a far proprio lo spirito di quei grandi, che non sono entrati quindi nell’ anima dei cittadini, cioè non sono diventati cultura popolare. Non c’è che da prendere atto della posizione di quelli che hanno ereditato l’arte di tenere sottomessi i popoli. Questi popoli di conseguenza possono godere, come in effetti godono, solo ignoranza o, salvo eccezioni, scolarità di basso livello, miseria e degrado, accompagnati da fenomeni malavitosi di vario genere, con tanti saluti alla ricerca, allo studio diffuso e quindi alle alte specializzazioni, alla occupazione, alla produzione ed alla promozione, che si possono tuttavia andare a godere all’estero. Se alle Bocconi del Nord si risponderà ancora con le vanterie e con le speranzose attese del Sud i risultati saranno sempre gli stessi ed il problema del Mezzogiorno d’Italia non sarà mai risolto, perché in pratica non sarà mai posto, come non è stato mai posto veramente, pur non mancando leggi, enti, istituti, scritti, dichiarazioni, programmi, tavole rotonde, convegni, manifestazioni di piazza, girotondi e fiaccolate, che forse servono a tenere ancor più buona la già troppo buona semplice cosiddetta gente comune. Allora non basta solamente volere la soluzione del problema del Mezzogiorno, eterno pio desiderio, che in pratica è riuscito solo a coniugare danno e beffa, ma bisogna avere le idee chiare e la determinata volontà di realizzarle, sapendo che la libertà e la democrazia senza coraggio civile e senza qualche mito sfatato non possono produrre gli effetti benefici che generalmente sono in grado di assicurare quando restano pure e semplici, cioè libertà e democrazia e non libertinaggio e corruttela di costumi, di leggi e di umanità, e tenendo sempre presente che quelli che ora se la godono sul Mezzogiorno e nel Mezzogiorno non solo non se ne staranno con le mani in mano, a guardare, ma utilizzeranno anche ogni arma a loro disposizione per conservare la situazione attuale. Sia chiaro e si ricordi fino a soluzione realizzata quindi: il problema meridionale è problema solo dei Meridionali, ma non di tutti i Meridionali. Infatti non sono pochi quelli che sanno che meglio di così non potrebbero stare mai più e perciò impediscono qualsiasi cambiamento, anche se previsto e sostenuto dal dettato costituzionale. E’ questa la ragione od una delle ragioni per cui la Costituzione italiana, grande costituzione, è rimasta e rimane ancora sconosciuta al grande pubblico meridionale, al quale da sempre viene negata opportuna conoscenza per seguire il mondo nella sua evoluzione e per acquisire la competenza per non sfigurare. Infine ripetere fino alla noia a quelli che vogliono un Meridione diverso che il potere sta ben stretto nelle mani di quelli che se avessero voluto avrebbero potuto già risolverlo il problema del Mezzogiorno. Di conseguenza si impone la necessità di mandare in pensione, cioè allontanare definitivamente dalle cariche elettive, dopo un anno od almeno ad ogni scadenza, i rappresentanti del popolo. E’ la realizzazione della sovranità popolare sancita dalla Costituzione ed è l’inizio della vera democrazia, che non contempla cittadino appecorito. L’arma elettorale è la più pacifica e la più efficace. La base popolare meridionale dispone di buoni spiriti e di buone professionalità: vanno valorizzati. E’ la rivoluzione che vuole la Costituzione italiana, la quale è la rivoluzione della cultura di umanità contro il culto di personalità, la prima realizza la vera democrazia ed il secondo conduce a decemvirati od oligarchie e relativi capi. La Costituzione italiana è dell’Italia e degli Italiani, tutti quanti, ed è dalla parte dei Meridionali che vogliono un Meridione all’altezza dei tempi e delle sue possibilità. Contro la Costituzione italiana gli egoismi, gli interessi corporativi, le lobbies, i poteri forti, la reazione e la conservazione sono ben poca cosa. Allora, Meridionali, avanti tutta! Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 ---------------------------------------------------- Messaggio
N°74 del 11-12-2006 - 19:32 Per
distrarre la nostra attenzione dai reali problemi del “Paese”,
da quelli relativi alla nostra sopravvivenza quotidiana
e per far scivolare sull’olio gli aggiornamenti sottobanco
della tragicomica Finanziaria 2007, dopo il romanzetto d’appendice
di Scaramella, i saltimbanchi di corte (governo e opposizione
pari son) lanciano sul tappeto verde della bisca spennapolli
due scartine a poker, barando, giusto per darci l’illusione
di una rimessa in gioco e di una probabile rivincita. Ecco,
allora, saltare fuori le folkloristiche faccende istituzionali
PACS e Rilancio del Presepe; la prima, per imporre la conveniente
allure di laicità dello Stato, la seconda per riconquistare
i favori della Cattolicità nazionale, nell'opera
di bilanciamento necessaria, data la perfetta divisione
della Nazione scaturita con i "prodi" dalle urne.
Per il resto, Lavoro, Criminalità, OPA, Lobbies,
Alitalia e Telecom possono pure finire nel dimenticatoio
pubblico, perché a tenere desto l’orgoglio nazionale
e il senso di appartenenza alla Repubblica ci pensano gli
psicofarmaci delle “querelle” da gossip alimentate dal Potere
malgrado noi. Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 2
--------------------------------- Inviato
da kayfakayfa -------------------------------- Messaggio
N°70 del 09-12-2006 - 13:17
Tags: Politica Eppur si muove dal nostro inviato ad Acerra "Brigante Crocco57"
TeleAkery-NapoliInternational:
emittente libera dei meridionali
La strategia primaria, dunque, è rintracciabile nella divulgazione della Cultura di tutti i Popoli negati; non solo di quella esclusivamente meridionale, per evitare le gabbie dei localismi. Apprendere dal passato per comprendere il presente se si vuole creare un’opportunità di futuro! La tavola rotonda cui tutti sono stati chiamati a relazionare è riuscita infine a gettare solide basi, brillantemente annullando i trauma di chi ancora, ingenuamente, nutre qualche difficoltà a sganciarsi dal personalismo e dagli pseudo-sostenitori istituzionali che, in realtà, dietro il buonismo e la solidarietà operano il “controllo” sul nefasto (per loro) emergere di rivendicazioni, soprattutto in ordine al traballante equilibrio delle menzogne storiche dalle quali sorse l’Italia che conosciamo. Del
buon numero di partecipanti si ricordano, tra gli altri, gli
interventi di rappresentanti ed esponenti di movimenti identitari
sudisti, quali Giuseppe Quaranta da Taranto, Michele Iadisa
da Bari, Pasquale Neri e Giuseppe Cangemi dalla Calabria,
“Nuova Italia” dall’Irpinia, Pietro Del Deo da Ischia. Da
Napoli, l’editore Pietro Golia di “Controcorrente”, l’avv.
Aniello De Lucia, il regista Mauro Caiano, lo scrittore e
attore Antimo Ceparano, l’avv. Attilio Barone, l’attore Carmine
Coppola erede della maschera di Pulcinella, il generale Migliarini,
l’arch. Nando Dicè Hanno inoltre dato adesione pur non essendo
presenti per motivi professionali, la cantante-icona partenopea
Mirna Doris e la giornalista e “pasionaria” meridionale Marina
Salvadore (vincitrice insieme a Mauro Caiano di un importante
premio internazionale giornalistico in terra ciociara) per
conto della quale Antimo Ceparano ha dato lettura di un applauditissimo
suo messaggio, posto agli atti del convegno. Osservatore,
l’editore Gino Giammarino, cronista per Il Brigante. Alle
ore 14,30, a chiusura dei lavori, nel ristorante Da Stefano
in Melito di Napoli i convenuti hanno pranzato in un clima
di festoso e ritrovato cameratismo; colà, generosamente, l’attore
Carmine Coppola ha invitato tutti i presenti allo spettacolo
"IN RICORDO DI TOTO’" che ha preparato con la compagnia del
San Carlino per il giorno 30 dicembre alle ore 18,00 presso
il Museo di Pulcinella in Acerra (Na) – palazzo Baronale -
L’invito è esteso a tutti i lettori de La Voce di Megaride
che, per accreditarsi all’ingresso dovranno dire di essere
stati personalmente invitati da Carmine Coppola nonché dallo
scrittore ed attore Antimo Ceparano.
Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 2 Inviato
da Anonimo ----------------------
Inviato da vocedimegaride
degli “unti del Giglio” che han fatto bene a rimanere a casa, evitando inutili sofismi e perdite di tempo, gorgheggi e apologie ridicole. Oggi, c’è da dire “pane al pane”, senza peli sulla lingua, senza inni e sventolio di bandiere, perché siamo tutti stufi dell’inerzia e dell’ipocrisia che purtroppo ha distinto prevalentemente coloro che credevamo essere sudisti. Non è il nordico il nostro nemico ne’ altro estraneo o straniero ma la nostra stessa genìa, così come ampiamente dimostrato dai fatti inoppugnabili della vera Storia del Sud, piena di mangiapane a tradimento; allora come ora, se guardiamo in faccia alla classe dirigente che abbiamo prodotto e agli “amici degli amici” di cui ci siamo ingenuamente circondati, convinti di condividere un sentimento, un progetto, senza accorgerci che attraverso noi, con quel “poco nostro” del patrimonio di sentimenti e volontà messo a disposizione della Causa, costoro esigevano lustro personale. Fino alla noia ripeterò che l’individualismo che alberga perniciosamente nella coscienza del “meridionale” è il requisito primario della nostra incapacità a costituire, come i padani (che sinceramente ammiro), un’unica Identità di Popolo. 150 anni di Unità d’Italia ci testimoniano questa realtà. Ho sempre pensato che scarsi mille garibaldini transfughi e male armati non siano stati nelle condizioni di poter invadere ed occupare le Due Sicilie, se non avessero trovato un’autostrada libera, costruita dai nostri, tutta per loro. Quindi aspiro ad un esame di coscienza del meridionale, perché non può sempre e solo atteggiarsi a vittima e così favorire pure tutti i luoghi comuni piovutici addosso dal Risorgimento e fino al Rinascimento Bassoliniano…ch’è malamente sotto gli occhi di tutti!
storia sarebbe
stata possibile per Napoli e per il Sud, se Corradino non fosse
stato decapitato, adolescente, in piazza Mercato. Quindi, lasciamo
da parte, per favore, troni e corone. Siamo figli dell’Italia e
di questa Repubblica. Comportiamoci, come i Padani e i Serenissimi,
da Italiani di Regioni che rivendicano la propria Dignità,
Tradizioni, Cultura e Costumi, avendo partecipato corposamente e
per primi, con arti, danaro e sangue, alla mensa comune di questa
Nazione. Siamo stanchi di essere considerati Italiani di serie B.
Ci lamentiamo delle offese che riceviamo costantemente dal nord
e da Roma…ma cosa abbiamo fatto, fino ad ora, per rispondere fattivamente
ed anche in maniera esemplare a queste offese? La faccia ce la dobbiamo
lavare da soli, con le nostre mani. Il sapone c’è ed è
abbondante! Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0 --------------------------------------------------
Messaggio
N°63 del 05-12-2006 - 23:16
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