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Gesù
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Il Pubblico e il Privato
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Messaggio
N°384 del 30-06-2007 - 10:47
Tags: Politica
Il
Pubblico e il Privato
di Nunziante Minichiello
Privatizzare
è di moda. Il pubblico cede il passo al privato, che improvvisamente
è diventato bello, buono, efficiente, onesto, virtuoso e persino
capace di cancellare l’everest di debiti del Popolo italiano.
Ingenuità da una parte e furbizia dall’altra fanno miracoli! Ora
dunque pubblico e privato diventano fenomeni contrapposti da che
potevano essere fenomeni simili e, per indirizzo e dimensioni,
diversi.Però le virtù, il diritto, le regole, le finalità, gli
interessi, gli impegni e le competenze non variano al variare
della casa nella quale si esplicano od al variare della casacca
sotto la quale servono!Comunque vale la pena ricordare che si
credeva pure che il pubblico fosse superiore per ampiezza e più
nobile per finalità di contro alla ristrettezza ed alla concretezza
del privato; che il pubblico sapesse di impegno civile e perché
no?, di solidarietà, oltre che di norma, e che al contrario il
privato si limitasse al personale; che il pubblico avesse ideale
e che il privato avesse portafoglio; che il pubblico fosse d’esempio
e che il privato dovesse prendere esempio; che il pubblico potesse
andare fiero ed il privato alle volte dovesse tenersi nell’ombra;
che il pubblico avesse virtù e professionalità ed il privato avesse
spregiudicatezza e tornaconto; che insomma il pubblico ambisse
alla gloria d’essere utile alla società, privato compreso, ed
il privato avesse gran voglia di accumulare ricchezze anche a
danno di altri. Evidentemente però non avendo tutto questo ed
ancor altro riscontro nella vita quotidiana il pubblico cede armi
e bagagli al privato.Fin quando certi settori rimangono gelosi
custodi delle proprie autonomie e della propria indipendenza,
orgogliosi della propria funzione e della propria professionalità
e quindi insensibili a certi allettamenti prospettati dalla politica
soprattutto, le cose vanno come devono andare e come si vuole
che vadano. Quando l’amor proprio e la competenza cedono il posto
alla tessera ed alla “amicizia” il settore, pubblico o privato,
imbocca la strada dell’inefficienza, del lassismo ed anche del
vizio e procura guai, a volte, con un crescendo degno della calunnia
del barbiere di Siviglia!I continui richiami della Corte dei Conti
e l’estendersi forse oltre il previsto dei danni causati alla
nazione ha suggerito agli esperti di intervenire con qualcosa
che facesse dimenticare il passato remoto ed il passato recente
forse con l’intendimento di metterci definitivamente una pietra
sopra.La privatizzazione apre le porte a nuovi scenari ed a nuovi
interessi e chiude un capitolo non proprio felice del passato
e del presente.Non è però regolare che un popolo lavoratore o,
meglio, un popolo sovrano non sappia fare altro che chiedersi
se i suoi figli prenderanno la pensione e che pensione prenderanno,
se la prenderanno! Ribadendo che non è il distintivo o la livrea
o l’aggettivo a dare quella qualità che giova al pubblico ed al
privato, questi possono convivere ed essere di sprone l’uno all’altro,
se lasciati nel loro ambito, nel quale valgano studi ed esperienze
a tutti i livelli. Dal pubblico e dal privato comunque la società
si aspetta servizio di prim’ordine e scrupoloso rispetto delle
norme che vigono. Ad ogni buon conto gli Italiani tengano gli
occhi aperti. (www.minichiello.it)
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Riferimento
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Messaggio
N°374 del 24-06-2007 - 09:57
Tags: Politica
Gesù
o Barabba?
segnalazione da Marina Salvadore
Sottopongo
alla vs/attenzione di rari uomini senzienti poichè non collusi
- tanto per raccapezzarci un po' intorno ai misteri pagani della
Fede di Stato - questo articolo tratto da www.giustiziagiusta.info
Se "tanto mi da tanto", la rimozione ingloriosa di De Gennaro
dovrebbe portare, ora, ad una revisione del processo Contrada,
nell'ottica delle solite perfide vendette e guerriglie Politiche
ovvero delle gragnuole di "palle di m**** in faccia" cui, da decenni
ci hanno abituato i "nostri" manovratori, assisi a turnazione
lassù nell'Olimpo delle "prime" e "seconde" repubbliche.

De Gennaro,
si incomincia a discutere Scritto da Mauro Mellini sabato 23 giugno
2007 Sembrava troppo semplice. Lui un poliziotto eccezionale,
benemerito della lotta alla criminalità mafiosa e terroristica.
E un Governo di sinistra che lo rimuove per mettere al suo posto
un uomo della sua parte, di sinistra, dunque. E’ bastato un giorno
ed è cominciato a venir fuori anche sui giornali più distratti
e portati a schematismi approssimativi, che uomo di sinistra è
lui, De Gennaro. Di sinistra o, almeno (visto che certi super
poliziotti sono non al di sopra dei partiti, ma di tutti i partiti
contemporaneamente) uno che è stato “portato” dalla sinistra,
al momento della massima espansione del giustizialismo Violantino,
del professionismo dell’antimafia. De Gennaro è l’uomo della D.I.A.,
la polizia antimafia d’impronta, appunto, Violantina e Casellina,
la cui istituzione è stata imposta di forza, passando sopra uomini
e cose. Iannuzzi, nel suo libro sul processo ad Andreotti, ricorda
che quando Contrada, ridotto ad una larva umana svenne in aula
al suo processo, la moglie cominciò ad inveire contro “Caino”
che a questo aveva ridotto suo marito. “Caino” sarebbe stato De
Gennaro. Perché e come, lo lasciamo agli specialisti. Ora viene
fuori che Prodi, sarebbe furente perché De Gennaro non lo avrebbe
messo sull’avviso delle intercettazioni Woodcockniane che riguardavano
l’episodio Sircana-travestito. Francamente, ci sembra un po’ poco,
come motivo di un passo così rilevante. Certo se proprio Prodi
si aspettava che quello facesse il Capo della Polizia, c’è da
chiedersi che razza di concezione ha un Presidente del Consiglio
dei compiti di un così alto funzionario. La sinistra dell’Unione
insiste sulla tesi più improbabile: sulla rimozione per la responsabilità
di De Gennaro per i fatti di Genova e gongola, invocando si passi
ora ad una inchiesta per quei fatti (pestaggi non solo di manifestanti,
ma di imputati di singoli delitti, di presunti mafiosi, di “presunti
colpevoli” di ogni categoria che sono stati effettuati prima e
dopo di allora, senza che la sinistra, estrema o meno, trovasse
da ridire). Certo è che quando Padoa-Schioppa è venuto fuori in
Parlamento, per giustificare l’estromissione del Generale Speciale,
con la tesi del “complotto” di alti funzionari etc., molti hanno
subito colto l’improbabilità di tale tesi, osservando che quanto
attribuito a Speciale ed alla Finanza, sembrava, semmai, poter
essere attribuibile solo a qualcun altro, alla Polizia, a De Gennaro,
e che fatto ad altri che a loro, tale addebito per ciò solo appariva
di comodo. Ma se comincia ad ammettersi che il “caso De Gennaro,”
non è così semplice come sembra vogliano ritenerlo anche quelli
che protestano per la sua estromissione, sembra strano che, con
tutto quello che si è detto e scritto su questo “burattinaio”
di molti episodi della vita italiana degli scorsi anni, oggi tanto
poco sembra se ne voglia ricordare. Si direbbe che questa generalizzata
mancanza di memoria, sia un’ulteriore prova della grande abilità
e del grande potere di questo cosiddetto “super poliziotto”. Che
si conferma anche nel momento della sua caduta, essere stato un
super manovratore.

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vocedimegaride - Commenti: 3
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Inviato da
Anonimo
il 24/06/07 @ 18:08
Noto con piacere la lucidità del
suo pensiero.Mi stupisce però il vigore della SPERANZA
che ancora nutre nella comprensione altrui e nel ritorno della
Giustizia in Italia.Condivido il suo messaggio-Non spero più
in questi uomini/giudici arruffoni-impuniti-indecenti-superficiali.In
un solo termine MALEODORANTI.Finchè esisteranno i Caselli
i Violante- I Di Pietro I Giorgianni( uomini mediocri che la medianicità
ha eroicizzato) nulla di nuovo sotto il sole.La mia storia non
può essere paragonata a quella del dott. Contrada ma gli
elementi sono molto simili e crudi nella dinamica,fino all'epilogo
della sentenza di un processo durato 14 anni-ha letto bene-14
anni finito per me con una condanna anzichè un plauso.Sunto:
Promuovere un candidato agli esami di guida ed esortarlo ad effettuare
qualche altra guida prima di guidare da solo puoò essere
scambiato come Reato di Concussione?. Le auguro una buona giornata.
Antonio Castrogiovanni
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Inviato da
Anonimo
il 24/06/07 @ 20:42
Il nostro magazine è a sua disposizione,
se le farà piacere divulgare la sua odissea giudiziaria.
la redazione
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Inviato da
Anonimo
il 25/06/07 @ 21:17
news d'agenzia da leggersi tra le righe:
Viminale, De Gennaro nuovo capo di gabinetto del ministro Amato
Roma - (Adnkronos/Ign) - Nelle ultime settimane erano state avanzate
diverse ipotesi riguardo al possibile incarico, ora la decisione:
resterà al ministero dell'Interno, proprio nel Palazzo
che lo ha visto per un settennato alla guida della Polizia di
Stato
________________________________________
Messaggio
N°371 del 23-06-2007 - 09:59
Tags: Politica
Con
un semplice atto di volontà
di Nunziante Minichiello
Vacazione
ed evasione nel solco della Costituzione. Gli onesti, guidati
dalla dirittura morale, paiono in minoranza. La presunta maggioranza,
invece, solitamente indirizzata dal tornaconto, spende e spande.
I governanti sono tutti presi dal miglioramento o dalla conservazione
della propria posizione. Gli onesti però non si
arrendono e ricordano
anche a quelli che non vogliono sapere e sentire di latino che
bisogna ripartire proprio dal latino “probe vivere, neminem laedere,
cuique suum tribuere”. Confortanti notizie arrivano agli onesti
dal fronte delle indagini. I successi dimostrano come conoscenze
ed esperienze dei tutori della legge, siano più che sufficienti
a risolvere qualsiasi situazione. Rispetto generalizzato delle
norme darebbe al Popolo italiano l’omogeneità indispensabile per
essere protagonista. Ci sono all’uopo leggi e ci sono mezzi. Per
mettere le cose a posto, viene da concludere, basta la volontà
politica. Ogni politica infatti ottiene sempre, in maggiore o
minore quantità, quello che si propone di ottenere, ma non quello
che non si propone.Un esempio per chiarire il concetto. Il problema
del Mezzogiorno non è stato mai risolto perché non è stato mai
posto e non verrà risolto che quando sarà posto. I libri, i giornali,
le riviste, le tavole rotonde, i congressi, i convegni non hanno
mai avuto come fine la risoluzione del problema del Mezzogiorno,
ma solo il compito di farlo conoscere. Ogni scienziato, studioso,
animatore, promotore od inventore di enti riguardanti il Mezzogiorno
ha prodotto esattamente quello che gli era stato chiesto di produrre.
I risultati e la realtà, in proposito, parlano chiaro.A meno che
non si sia atteso e non si attenda che il problema del Mezzogiorno
lo risolvano i diseredati, i degradati, gli ignoranti e gli impotenti
in genere, che d’altra parte sono i principali diretti interessati!
Questi diretti interessati allora devono decidere se rimanere
come tradizione ricorda o se avviarsi sulla via del progresso,
come civiltà esige. Sappiano questi sfortunati, per non cadere
nelle trappole della speranza, che sono soli e che sul cammino
potrebbero trovare solo ostacoli.Tornando all’argomento, poniamo
che la volontà politica ci sia. Allora, ad una certa ora, da un
certo posto partirà un messaggio diramato ad altri pochi posti;
da questi pochi posti il messaggio sarà inoltrato a numerosi posti.
Dopo non molto tempo “radio fante” farà sapere ovunque che per
i fuorilegge d’ogni fatta e misura la pacchia è finita! Storica
vacazione del potere, impegnato ossessivamente dall’autoconservazione
o storica assenza dello stato ed evasione storica della cittadinanza,
abituata a difendersi dal potere, che spesso ritiene nemico, sarebbero
convinte o costrette ad entrare nel solco della Costituzione.
Con un semplice atto di volontà.
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Messaggio
N°336 del 01-06-2007 - 22:58
Tags: Politica
Conflitto
di interessi
di Nunziante Minichiello
Urge cambiare
tutta la classe politica

E’ venuto
fuori clamorosamente il conflitto di interessi. Saranno stati
gli interessi delle oligarchie politiche, messi a rischio da fenomeni
elettorali, che hanno fatto ricorrere al conflitto di interessi
di cui si discute in parlamento. Nel frattempo la popolazione
si sazia di tanto fumo e punto arrosto. Che una popolazione del
genere possa essere popolo sovrano è impossibile, che possa aspirare
a diventare popolo sovrano è impensabile, che sappia di essere
popolo sovrano è improbabile. E’ la giusta condizione di una popolazione
che isola i coraggiosi, perché non delinquenti; scansa gli onesti,
perché non ci sanno fare; deride i competenti, perché si fanno
isolare od inviare all’estero, ed adula, la popolazione, e serve
chi meglio la vizia e la sevizia pure. Ora questa popolazione
si gode il conflitto di interessi tra chi usando le ricchezze,
accumulate in questo stato, fa la politica che gli va a genio
e chi nella politica non vuole concorrenza esterna alla casta
dei politici. La politica infatti ha lavorato seriamente, incessantemente
ed intensamente per asservire, dal modesto impiegato statale,
sottoposto preventivamente a raccomandazione, al libero professionista,
vincolato agli agganci, all’imprenditore, piccolo o grosso che
sia, legato con contributi e facilitazioni varie, ma non solo.
Tanto è vero che si parla di invadenza della politica. D’altra
parte i politici, che godono di privilegi veramente notevoli,
non sempre sono utili allo stato e non è improbabile che alle
volte lo danneggino pure. Cuique suum dunque. Intanto la casta
politica ha creato un personaggio, un mito, un riferimento, che
sarebbe tale pure con una percentuale di consensi molto più bassa
di quella che effettivamente ha, perché realizzata a dispetto
e contro la quasi totale politica italiana ufficiale. Di lui si
dice tutto il male possibile e per danneggiarlo ogni pelo diventa
trave ed ogni occasione è buona per ferirlo: intanto se ne parla
sempre. La casta politica, pur adeguatamente ed opportunamente
indottrinata per il suo mestiere, ha ancora più paura forse perché
a scalfire il mito, da essa stessa creato, non sono serviti nemmeno
denigrazione e persecuzione.Non le resta che rivolgersi ai poteri
occulti! D’altronde l’allarme della Corte dei Conti sulla corruzione
dice che in genere gli Italiani corrompono e si lasciano corrompere,
tra i quali ci potrebbe essere pure il mito, nato dalla politica
più che dal saperci fare, e tanti altri Italiani che pure ci sanno
fare. Corruzione e concussione sono reati da punire e da addebitare,
oltre che ai colpevoli, a chi ha fatto leggi, che non correggono
e non scoraggiano, ed a chi ha governato con molta superficialità,
tanto da lasciare quasi indifeso l’interesse dello stato e l’interesse
del debole. I politici dovrebbero subire il severo giudizio del
popolo sovrano, che però non si comporta da sovrano perché forse
non lo ha saputo e forse anche perché è stato trattato da suddito
pure quando era diventato sovrano. Cambiare la Costituzione non
serve allora che a prendere ed a perdere altro tempo, mentre urge
cambiare tutta la classe politica, abbia o non abbia conflitti
di interessi. Tanto per non sbagliare. Altri conflitti di interessi,
quali quelli di certo andazzo in contrasto con gli interessi non
sempre appagati di elementi di un popolo non adeguatamente istruito,
rispettato e servito, che finiscono per diventare terroristi e
non solo. Falsa repubblica e falsa democrazia avviano un sistema
di interessi or comuni, or contrapposti, pur sempre nocivi per
la parte debole della comunità, che paga a caro prezzo la sua
debolezza, e da cui non è facile liberarsi. Certi interessi sono
frutto di istinti non proprio nobili, spesso da tenere segreti
e magari da tramandare di padre in figlio. Buona politica proviene
da buone idee, utili a tutti e nocive per nessuno; buon governo
deriva da dedizione a realizzare le buone idee. www.minichiello.it
immagine tratta da www.bloggers.it/altramente/itcommenti/269.jpg
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Messaggio
N°279 del 25-04-2007 - 10:28
Tags: Politica
IL
MEZZOGIORNO D’ITALIA - Diffondere l'utile conoscenza
di Nunziante Minichiello
Ancora in
questi ultimi tempi la statistica si interessa di occupazione.
Risultato: i più occupati sono al Nord, mentre nel Sud si registra
il maggior numero di disoccupati, di cui la percentuale più alta
è detenuta dalla Campania. Niente di nuovo. Proprio come prima,
come ieri, come l’altro ieri, come l’anno scorso, come il secolo
scorso. Non si riesce a fare un passo avanti. Come se avessero
ragione certi studiosi che andavano e vanno sostenendo che il
Mezzogiorno non si risolleverà mai. Non c’entrano tanto i più
o meno storici ed i più o meno lontani torti subiti, che pure
meriterebbero di essere riparati ( con l’augurio che non finiscano
eventualmente come altri interventi ), c’entra invece principalmente
l’azione politica, continua e costante, che, in passato come nel
presente, ha visto e vede il Mezzogiorno come mezzo e non come
fine: come mezzo per realizzare ambizioni personali locali e non
locali sulla pelle dei Meridionali e non come fine di vedere i
Meridionali alla pari degli altri. Cosa che accomuna tutti i popoli
sottosviluppati per lo più soggetti anche a stranieri o sfruttati
o comunque legati a stranieri forse anche con l’azione mediatrice
di potenti locali, i quali ultimi ne fanno la pacchia ed i quali
assicurano alle loro genti una sopravvivenza non scevra da insicurezza
occupazionale e da probabile emigrazione. Una
conservazione che
è vecchia quanto l’uomo e che si ripete in tante parti del mondo
sempre sostenuta da ignoranza, da degrado e da miseria, regalati
a piene mani alla massa costretta a tenere la mente in vacanza
e le braccia spesso a riposo, mentre la stessa conservazione se
la gode a promettere, a raccomandare, a proteggere od a facilitare
persino l’emigrazione con incentivi. Promesse, raccomandazioni,
protezioni e facilitazioni costituiscono la pania nella quale
restano invischiati i poveri, i bisognosi, gli impotenti e soprattutto
tanti ingenui, che così vengono tenuti calmi ed in speranzosa
attesa, durante la quale si convincono addirittura che questo
e solo questo è il loro destino! La miseria, prima che nelle tasche,
nelle teste. Veramente un’opera d’arte politica di chi detiene
il potere, che si garantisce sottomissione e fedeltà di popoli
che non conosceranno mai cittadinanza vera e sovranità popolare
e resteranno qualificati dalla protezione, divisi dalle livree,
lontani da identità e da dignità ed accomunati da reciproca diffidenza.
Tuttavia non si molla e si continua a ripetere: i Meridionali
non sono né superiori né inferiori ad altri; hanno le carte in
regola per emergere, perché hanno risorse ed energie valide; hanno
occasioni e potenzialità, anche se non riescono ancora ad autogovernarsi,
ossia a liberarsi da chi rema contro il loro progresso, contro
il loro benessere e soprattutto contro la loro dignità di uomini
e di cittadini; non aspireranno più ad essere buoni servitori
di padroni locali o stranieri, ma saranno essi stessi i responsabili,
i progettisti ed i realizzatori della loro esistenza. Pur con
tutti gli elementi avversi il Mezzogiorno d’Italia volterà pagina.
Infatti, nonostante il degrado premeditato, inculcato e realizzato,
si avverte in giro la necessità di un discorso diverso, di un
frasario fatto di cose e non di parole, e si nota una esigenza
culturale autentica che fa ben sperare e che potrà dare buoni
risultati pratici quando comincerà a calare l’interesse per quei
fenomeni che pur si dicono culturali e sanno solo di allontanamento
dalla vera conoscenza, di distrazione dall’utile sapere e di ignoranza
dell’autentico arricchimento, quando insomma la ingenuità e la
superficialità cederanno il passo alla ratio, che darà la possibilità
di distinguere e di vivere meglio i momenti della distrazione,
della vacanza, della concentrazione e dell’ impegno. Libertà da
mode, da status symbol e scelta cosciente, responsabile ed autonoma
di vita evidenzieranno il cambiamento. Da questo movimento emergeranno
le vere forze del Mezzogiorno, che sapranno inserirsi opportunamente
nei vari settori della vita, che si svolgerà in genere in un’atmosfera
moderna ed efficiente e ricca di civiltà e di solidarietà, sostenute
da giustizia e legalità. Il successo sarà facilitato, senza richiesta
di finanziamenti e senza richiesta di aiuti di qualsiasi genere
ed a chicchessia, dalla scuola e dalla informazione. Scuola unica,
liceo classico, adeguato alle esigenze moderne ed informazione
al servizio dei lettori e quindi della società; scuola di docenti
validi, a prescindere da tessere e da amicizie, ed informazione
che consideri il lettore da rendere edotto, da indirizzare ed
anche da guidare, ma soprattutto da rispettare e mai da considerare
acquirente cui rifilare prodotti di bassa lega, di poca utilità
o persino nocivi; scuola alla quale si potrà pure perdonare qualche
strappo, se questo è confortato dall’avere eliminato degrado,
d’aver formato cittadino evoluto, d’aver preparato operatore pronto
ad affrontare le sfide del terzo millennio, in una parola dall’aver
fatto crescere la società, ed informazione che voglia essere seguita
e sostenuta, se questo significa apporto di conoscenze utili a
tutti e libertà da potentati di vario genere, che storicamente
hanno seminato ignoranza e miseria; scuola meritevole di riconoscimento
remunerativo, il quale comunque non potrà e non dovrà mai qualificare
casta e quindi stabilire differenza o diversità nei confronti
di altri cittadini, come vuole la parità, ed informazione che
miri a costruire un mondo migliore per sé e per gli altri e lungi
dal prestarsi a costruire fortune con la produzione e la distribuzione
di beni destinati e pagati da un pubblico non smaliziato e non
adulto. In sintesi la base meridionale, soprattutto quella già
smaliziata, si dia da fare a diffondere l’utile conoscenza e la
coltura dell’utile conoscenza ( senza lasciarsi condizionare da
chi nel Mezzogiorno e sul Mezzogiorno ci vive proprio bene ) e,
repetita iuvant, trovi il maggior godimento nell’apprendere, nel
consigliare e nell’indirizzare gli altri ad apprendere cose utili
per significare concretamente nella vita, che molte volte viene
vissuta tifando ed applaudendo. Risultato facilmente ottenibile
se scuola ed informazione poggiano su opportune ed adeguate professionalità,
perseguono lo stesso fine poco innanzi specificato e se soprattutto
possono contare sulla contemporanea azione dei governi, convertitisi
finalmente ad essere al servizio del popolo sovrano.

Si abbandoni,
sarà bene ribadirlo ancora, la condizione proveniente dal genocidio
culturale, che, negando la conoscenza ed impedendo il progresso,
produce degrado diffuso che culmina nei bassi e nei bassifondi,
che assicurano prestigio, benessere e lunga vita alla conservazione,
che a volte passa pure per benefattrice tra quelli che la pagano!
“Perdona loro che non sanno quello che fanno”, direbbe ancora
il Crocifisso; “sancta simplicitas!”, commenterebbe ancora lo
sfortunato filosofo! Mancano forse le prove della premeditazione,
ma resta evidente il delitto storico, politico, economico, sociale
e culturale che si è consumato e si consuma ancora, come i dati
confermano, ai danni del Meridione, che perciò si chiama problema
del Mezzogiorno d’Italia, che, si lasci ancora correre la ripetizione,
può essere e deve essere risolto da una opportuna azione culturale
( le braccia realizzano ciò che il cervello ha assimilato ), a
cominciare dalla scolarizzazione e dalla informazione e finire
alla cultura di governo. Poca o nessuna spesa per finire di parlare
del problema e per presentare, tutta da apprezzare, una tra le
più belle regioni del mondo, il Mezzogiorno d’Italia. Da subito
si cominci a concentrare gli interessi, a definire i programmi,
a dichiarare solennemente la propria volontà di partecipare a
pieno titolo col resto d’Italia al destino dell’Europa e costituire
per questa la base di partenza per nuove umane avventure che il
Vecchio Continente ( grande sì, ma di dimensioni ridotte, anche
se unito, di fronte ai colossi coi quali è chiamato a confrontarsi)
deve affrontare. Abbandonata l’atavica condizione di attesa di
approdo di nuovi invasori, di nuovi dominatori e di nuove dinastie,
la gente comune del Mezzogiorno si prepari a rivestire il suo
ruolo di autentico popolo sovrano. (www.minichiello.it
)
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Messaggio
N°274 del 21-04-2007 - 20:24
Tags: Politica
Coerenza
Mastelliana: avòto la barca come tira lo vento!
da stefanoavitabile@yahoo.it
riceviamo
e pubblichiamo questo breve saggio sui cosiddetti giochetti politici
in campagna elettorale in un qualsiasi microcosmo meridionale
preso a campione.
Immaginate, fatte le debite proporzioni, cosa accade nel macrocosmo
nazionale, alla faccia della democrazia e dell'elettorato! Sono
ancora credibili coloro che giocano a fare i bei tenebrosi delle
alterne opposizioni o che... si oppongono a se' stessi??
Mandiamoli a lavorare!
LE PROSSIME
ELEZIONI AMMINISTRATIVE A SAN SALVATORE TELESINO (Bn).
Nel paese del defunto Preside Pacelli non dovrebbero esserci dubbi
sulla ricandidatura del Sindaco uscente Giuseppe Creta, già consigliere
provinciale nella lista satellite di Clemente Mastella; certo
le novità a San Salvatore Telesino non si sprecano. Tutto il centrosinistra
aveva proposto al successore di Salvatore Pacelli la costituzione
di un cartello elettorale unitario; un tavolo di confronto che
promuoveva, per la prima volta, un percorso politico mirato, oltre
che un risveglio della vita politica san salvatorese è a migliorare
la qualità dell’azione governativa attuale. La MARGHERITA , i
DEMOCRATICI di SINISTRA, PdCI, RIFONDAZIONE COMUNISTA e lo SDI
hanno voluto “fare sistema” ritenendo utile l’apertura all’attuale
monocolore UDEUR ma, nonostante questo contenitore di centrosinistra
acclamava Giuseppe Creta leader della costituenda coalizione politica,
il successore dell’illustre esponente democristiano “demoliva”
il naturale percorso della costituenda compagine elettorale con
prebende e accordi “culinari”. A San Salvatore Telesino il centrosinistra,
se alcuni componenti non cadevano “in tentazioni”, poteva ripetere
integralmente quello che era accaduto alla Rocca dei Rettori,
in Regione fino ad arrivare a Montecitorio e Palazzo Madama, anche
se la sezione locale dell’ UDEUR non era completamente convinta
di creare un “contenitore” di centro sinistra. L’UDEUR di San
Salvatore Telesino ha preferito accomodare ALLEANZA NAZIONALE.
Clemente Mastella ha dato ascolto a Roberto Capezzone. 4+1 (quattro+uno)
componenti del Partito di Gianfranco Fini saranno complici di
Giuseppe Creta nella competizione elettorale di fine Maggio a
San Salvatore Telesino, più un “comodato” d’uso per il candidato
SDI (…se riuscirà a farsi eleggere…) e un piatto di lenticchie
per RIFONDAZIONE COMUNISTA. Dall’ altra “sponda” i partiti del
centrosinistra, soprattutto la nuova classe dirigente dei DEMOCRATICI
di SINISTRA e la MARGHERITA, si erano adoperati per determinare
un’ampia partecipazione popolare, delle associazioni e di tutti
i personaggi “traditi” dall’impostazione “ibrida” della civica
UDEUR-ALLEANZA NAZIONALE. Ma l’alternativa però, è stata fatta
naufragare… Emilio Bove, invece, sarà il candidato antagonista
di Giuseppe Creta, sostenuto in primo luogo dalla MARGHERITA e
da diverse associazioni culturali,quindi da FORZA ITALIA e dai
numerosi “dissidenti” di ALLEANZA NAZIONALE. Altre forze di centro-sinistra,
probabilmente parte dell’UDEUR (quelli contrari all’accordo con
ALLEANZA NAZIONALE) e i VERDI seguiranno il medico di Piazza Nazionale
già capo dell’opposizione consiliare. I DEMOCRATICI di SINISTRA,
invece, ufficialmente nicchiano sulla posizione da assumere e
attendono “notizie” ufficiali dalla Direzione Provinciale… ( con
molta probabilità non assumeranno specifiche posture ). L’attenzione
della segreteria locale del partito di Fassino ora è rivolta esclusivamente
alla seria composizione del Partito Democratico a San Salvatore
Telesino. Il Sindaco Creta è convinto di poter inanellare il secondo
successo consecutivo senza grosse difficoltà, forse si è dimenticato
di non essere Salvatore Pacelli. In Bocca al Lupo. Stefano Avitabile
(immagine tratta da www.tigulliovino.it)
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N°258 del 13-04-2007 - 13:51
Tags: Politica
Il
dio a strisce
di Antimo Ceparano

"Penso dunque
sono". Celebre frase di Cartesio! Ed io amo pensare... Ho visto
il video che proiettava nelle case di tutti gli italiani l'immagine
del dott. Mastrogiacomo che implorava l'aiuto da uomini delegati
da altri uomini a rappresentarli: sarebbe stato meglio chiedere
al POPOLO ITALIANO. Mentre i seguaci del Dio Misericordioso di
coranica memoria mostravano poca o nulla misericordia nello sgozzare
un uomo indifeso ( quando pregano a chi parlano? Non è Dio Clemente
e Misericordioso?) il nostro giornalista reo di estrema leggerezza
nel navigare in siti poco affidabili coinvolgendo altre persone
implorava un giusto aiuto, usando la parola CRISTIANO, mentre
il giornale per cui lavora di fatto i cristiani li tratta poco
rispettosamente... Bontà di Dio, stavolta è il nostro che da centinaia
di anni va predicando amore nonostante i Papa guerrieri e le crociate,
anch'esse ed essi poco cristiani o cristiane . Fatta questa breve
premessa necessaria perchè mi sono rotto le scatole a sentire
nominare Dio per fatti che poco hanno a che fare con la spiritualità
come PACS, DICO, GUERRE, CROCIATE, OMICIDI, ASSASSINI e chi più
ne ha più ne metta e trattandosi, il mio ,di un Blog che vuole
essere VITA E VANGELO mi spinge a riflettere seriamente: PRIMA
QUESTIONE : Mentre sgozzavano quel poveretto in nome di dio clemente
e misericordioso (forse voleva risparmiargli altri anni di duro
lavoro? Mandarlo a dormire in pace prima del tempo?) vi erano
numerose auto che camminavano su quello che certamente è un terreno
poco frequentato. I fratelli misericordiosi erano in tenuta da
combattimento e mostravano un'attitudine al perdono che attenti
osservatori potevano facilmente scorgere... In poche parole, visto
che su Google riesco a vedere e a stampare l'immagine di casa
mia con l'ausilio del satellite, mi domando: vuoi vedere che i
servizi satellitari di Google funzionano meglio di quelli del
glorioso esercito di Bush, protetto anche lui da dio visto che
alla casa bianca si legge la bibbia (vorrei vederla e visionare...)
e si invoca la benedizione di dio SUI NOSTRI SOLDATI: dio benedica
i nostri soldati! Il senso di questa benedizione l'ho capito:
dio creò gli americani d'importazione e quelli a loro volta hanno
creato gli altri popoli, per cui vi è il dio di Bush e Bush che
è lui stesso un dio per il resto dell'Umanità. SECONDA QUESTIONE:
Ben Laden da bisognoso di dialisi riesce a muoversi meglio di
un Apache che fugge dal farsi massacrare dal bisnonno di qualche
americano d'importazione, nonostante i satelliti i quali funzionano
e bene quando si tratta di far passare a miglior vita qualche
palestinese biricchino che infastidisce i sionisti! Ma funzionano
o non funzionano i satelliti?.. Non ci capisco niente... nonostante
Cartesio! TERZA QUESTIONE: Si è detto e ridetto che l'attacco
all'Irak era ingiustificato. Che non vi erano armi di distruzione
di massa. Che sono morti migliaia di Iracheni innocenti. Che il
terrorismo ha attecchito in Irak in modo particolare per la cattiva
politica voluta da Bush. Sono stati destituiti i principali colpevoli
della guerra in atto (tranne il principale). Visto che Saddam
si è lasciato attaccare ingiustamente, visto che l'attacco che
ha subito ha distrutto il Popolo Iracheno, visto che non aveva
armi di distruzione di massa in dotazione si è creduto opportuno
condannarlo a morte e visto che ci stiamo abituando ai morti lo
si è anche impiccato! Adesso, vi è Gino Strada, colpevole di operare
sotto i bombardamenti per pura e semplice umanità: credo che anche
lui rompe un pò... Non era Saddam amico della Francia e degli
USA negli anni a cavallo tra gli anni '70 e fine '80? Facciamo
come i satelliti che non funzionano? O che funzionano al momento
per qualcuno giusto: quando si vuole rendere un uomo libero dal
peso della vita. Per dirla con Ungaretti: la morte si sconta vivendo!Poveri
noi!
http://blog.libero.it/vitapoetica
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Inviato
da Anonimo
il 14/04/07 @ 17:25
Caro Antimo, avrei potuto intervenire sul
tuo blog, per lo stesso tuo articolo ora a commento, ma forse
è cosa buona far partecipi di ciò che dirò, anche Vocedimegaride,
entrambi presi dallo sconforto a causa dei mali del mondo che
sono capaci di oscurare le nostre anime, se pur ricolme di fede.
Conforta sapere che son cose che adombrano persino i grandi della
fede cristiana. Il compianto Papa Giovanni Paolo II, nell’udienza
generale dell'11 dicembre 2002, manifestando la preoccupazione
per la pericolosa situazione del mondo, contaminato da propositi
di guerra e da altre corrosioni insanabili, fece suo il pessimismo
di tante anime, di fronte al dubbio sulla presenza di Dio al cospetto
dei suoi figli epocali, bisognosi di assoluto soccorso straordinario.
La meditazione del Santo Padre a tal proposito, si rifaceva al
commento del «Cantico di Geremia profeta», poiché l’antico sentimento
che vi trapela, chiaramente mortificato da un inaccettabile «silenzio
di Dio», è anche del momento. «Egli sembra essersi rinchiuso nel
suo cielo, quasi disgustato dell'agire dell’umanità... Ci si sente
soli, abbandonati, privi di pace, di salvezza, di speranza. Il
popolo, lasciato a sé stesso si trova come perduto e invaso dal
terrore». Ma il Pontefice, oltre a proferire queste tristi parole,
non poté fare di più poiché pochi sembravano che incarnassero
nel cuore questo stato mortale. Non sarebbe arrivato a tanto senza
“appoggiarsi” alle scritture sacre, cosa che ha fatto ricorrendo
al profeta Geremia biblico, appunto. Perciò rientra nelle cose
dell’umano vivere il ricorso allo sconforto, al dubbio di un prevalere
spirituale di un «Dio a strisce», come tu dici. Ma la nostra innocenza
e semplicità, quando è capace di sopravvivere, salva in noi il
«bambino» disposto - non si sa come - a fare miracoli. Dunque
ha ragione Marina con la sua conclusione all’analoga tua “lamentazione”,
«Gli incuccabili Talebani», a dire: «Forse, un anonimo coraggioso
in qualche parte del mondo... magari un innocente bimbo di pochi
anni, lasciato solo tutto il giorno a balia della tecnologia...
potrà fare, inconsapevolmente, il “miracolo” con la tastiera di
una meschina Play Station, in un gioco di ruolo qualsiasi… Chissà?!».
Ma c’è di più perché solo poco tempo fa, il 6 marzo ultimo scorso
hai presentato sul tuo blog l’articolo «Bellissimo», sul magnate
ex musulmano Fred Nassiri che si converte e lascia tutto ai poveri.
E come hai concluso? Te lo ricordo, perché può essere la buona
medicina dello sconforto, del pessimismo, del sarcasmo ed ancor
di più dell’ira. Hai detto così: «Ancora una volta si parla tanto
di cose cattive: di quelle buone si vuole cancellare anche il
ricordo: quasi nessun giornale ha messo in evidenza questa notizia.
Segno dei tempi: vogliono renderci senza speranza, incattiviti.
Dio intanto continua a parlare agli uomini di buona volontà.».
Qui la questione è peculiarmente su un discutibile attuale dialogo
tra il Cristianesimo e l’Islamismo, ma la morale riguarda la preferenza
per la divulgazione delle “cattive notizie” e poco o niente per
quelle buone. Vale molto perciò che io rilasci a Vocedimegaride
ed ai suoi lettori e lettrici questa bella lettera di Gabriel
García Márquez allorché si ritirò dalla vita pubblica nel 1998
per ragioni di salute: cancro linfatico. Spedì la lettera di congedo
ai suoi amici, e grazie a Internet si diffuse enormemente. Raccomando
la lettura perché è veramente commovente questo breve testo, scritto
da uno dei più brillanti scrittori Latino-americani degli ultimi
tempi. / «Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta
di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente
non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.
Valuterei le cose, non per il loro valore, ma per ciò che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni
minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi
di luce. Andrei avanti quando gli altri si ritirano, mi sveglierei
quando gli altri dormono. Ascolterei quando gli altri parlano
e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato. Se
Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, e
prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole, mettendo
a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima. Dio mio se
avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei
l’arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti
con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna. Annaffierei le rose con le mie lacrime
per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro
petali. Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare
un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi
ad ogni uomo e ad ogni donna che sono i miei prediletti e vivrei
innamorato dell’amore. Mostrerei agli uomini quanto sbagliano
quando pensano di smettere di innamorarsi man mano che invecchiano,
non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi! A
un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da
solo. Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia,
ma con la dimenticanza. Ho imparato così tanto da voi, Uomini...
Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna
è stata scalata. Ho imparato che quando un neonato stringe per
la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato
per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare
dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi
in piedi. Da voi ho imparato così tante cose, ma in verità non
saranno granché utili, perché quando mi metteranno in questa valigia,
starò purtroppo per morire. Dì sempre ciò che senti e fa’ ciò
che pensi. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti guardo
mentre ti addormenti, ti abbraccerei fortemente e pregherei il
Signore per poter essere il guardiano della tua anima. Se sapessi
che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei,
ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri. Se
sapessi che oggi è l’ultima volta che sento la tua voce, registrerei
ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora.
Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi
“ti amo” e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.
Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per
fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò
che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò.
Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi
può essere l’ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare
oltre, fallo oggi, perché se il domani non arrivasse, sicuramente
compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso,
un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare
un ultimo desiderio. Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno
hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli
“mi spiace”, “perdonami”, “per favore”, “grazie” e tutte le parole
d’amore che conosci. Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri
segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli.
Dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto sono importanti.».
/ Gabriel Garcia Marquez ha superato il cancro riscontrato nel
1998. Lo ha assicurato il fratello Jaime. «Continua a vivere intensamente
come ha sempre fatto»..... Gabriel Garcia Marquez dovrebbe partecipare
alle «Conferenze presidenziali di umanità». Ansa 2005. / Ci si
sente tormentati per i mali che affliggono gli altri, e questo
è cosa lodevole, ma come si può stimare chi, al contrario non
infierisce sul male che gli tormenta la carne, come dimostra Gabriel
García Márquez? Egli anzi fa qualcosa di meraviglioso, azzarderei
divino: loda il creato e gli uomini per essere stati per lui maestri
di vita. Mancava un «Fratello» alle sorelle e fratelli compresi
nel «Cantico di Frate sole» del poverello d’Assisi, «Fratello
Male»! Cari abbracci, gaetano.
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Inviato
da Anonimo
il 14/04/07 @ 19:16
Caro Gaetano, come al solito le tue osservazioni
sono meravigliose. Non ti ho mai conosciuto da vicino però ho
visto le tue foto e quando ti scrivo o ti rispondo posso essere
contento di non parlare ad un viso sconosciuto. Solo una cosa
vorrei aggiungere al tuo commento: fratello Male...io direi che
il male è assenza di Dio, la non chiarificazione di ciò che dovrebbe
essere la nostra armonia, quella dimensione che fa dire ad Ungaretti
(immenso poeta trascurato perchè considerato di destra mentre
la cultura sembra essere terra di conquista dell'intellighentia
di sinistra) IL MIO TORMENTO E' QUANDO NON MI SENTO IN ARMONIA...è
come dire che si benedice la fame perchè ci fa scoprire il cibo...ma
se la fame resta finalizzata a se stessa alla fine conduce alla
morte fisica. Forse è meglio pensare che l'assenza di Dio (quello
che l'uomo chiama il male) è riempita dalla misericordia di Dio
ed è quindi annullata. Caro Gaetano, non possiamo chiamare fratello
ciò che è all'opposto della nostra natura...questo non significa
che in un futuro prossimo a venire l'Onnipotente, che conosce
i propri figli, non trovi la strada per rendere il male privo
della essenza divina e quindi trasformarlo in armonia con l'intero
creato...a questo proposito ho una mia profonda convinzione...ma
per non scatenare discussioni inutili ed attese non conformi all'economia
della salvezza preferisco serrarla nel mio cuore. Ti ringrazio
per l'attenzione con cui segui i miei scritti e ti abbraccio.
antimo ceparano
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Inviato
da Anonimo
il 14/04/07 @ 20:07
Eppure è proprio l’assenza di Dio, ovvero
la presenza del male, che ci fortifica e ci rende figli di Dio
e non tanto il bene. È un paradosso dire «fratello male», ne convengo,
tuttavia se Gabriel Garcia Morquez non fosse stato colpito dal
cancro linfatico, un certo “male” senza rimedi, non avrebbe mai
fatto la lettera di commiato alla vita che sappiamo. Ed è proprio
in questa estrema esperienza che egli ha sublimato il suo amore
per il creato e per i suoi simili, al punto da fargli bandire
il ricorso ad ogni sorta di ostilità verso di essi. Ecco che così
si è temprato l’acciaio della sua volontà per deificarlo affiliandolo
di fatto alla corte di Dio, già in vita. Dio ha bisogno di “certezze”
per simile balzo dei suoi figli potenziali. Ma di tutto ciò è
prudente non intavolare discussioni, che non servono a niente.
Ciò che può essere detto senza tema di scontri è che per ognuno
arriva l’ora della verità su ciò che conta per Dio e per lui.
Ma è una cosa che è chiaramente manifesta all’interessato ed è
incomunicabile, perché la via verso Dio passa per l’inferno. Ed
allora nella sofferenza, nel martirio, come nella vergogna non
resta che “frate male” a torturarci e ad obbligarci a fare cose
che mai oseremo riferire ad altri. Poi arriva la “resurrezione”
e tutto passa ma resta il “neutrino” in noi, colma di nostri esclusivi
segreti: ecco la garanzia per Dio per considerarci dei.
Buona domenica, gaetano.
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Messaggio
N°248 del 09-04-2007 - 14:40
Tags: Politica
LA
MONNEZZA SU PONTI D’ORO
di Nunziante
Minichiello

La Campania
ricca può godersi il sole, il mare ed il clima in una atmosfera
limpida e pulita. Non pochi italiani trovarono lavoro in Germania
dopo la seconda guerra mondiale. L’Italia, pur potenza industriale
di rilievo mondiale, ricorre ancora alla Germania per smaltire
i rifiuti di cui in Campania nessuno vuole sentire nemmeno parlare,
anche perché le possibilità di pagarsi altrove lo smaltimento
ci sono. E’ da sperare che qualche spirito antitedesco, soprattutto
per reminescenze politiche estemporanee, non faccia sentire la
sua soddisfazione di definire la Germania pattumiera della Campania,
anche se in Germania trovano ancora lavoro dei campani, impegnati
forse anche nello smaltimento dei rifiuti. Infatti i tedeschi
potrebbero essere influenzati dal fatto che nessun campano vuol
sentirsi pattumiera dell’altro e neanche di se stesso, per aumentare
il costo dello smaltimento o, peggio, per rifiutare lo smaltimento
a qualsiasi prezzo. C’è da sperare pure che non scendano in concorrenza
altre regioni italiane ad offrire i loro rifiuti da smaltire e
c’è infine da sperare che altri paesi, europei e non, entrino
in lizza per effettuare lo smaltimento. Intanto una cosa è certa:
popolazioni all’addiaccio a difendere i loro territori dall’invasione
della monnezza; impiego di forze per mantenere l’ordine e di protezione
civile per assicurare assistenza; dibattiti ed incontri hanno
creato un notevole dispendio di risorse, di energie e di tempo,
che la Campania avrebbe potuto impegnare diversamente. Altra sicurezza
è che, messo da parte il tormentone rifiuti, la Campania possa
concentrare tutto l’impegno sul divertimento e sullo svago per
sostenere il turismo, al quale indubbiamente non sarebbero di
giovamento vie e piazze con cassonetti stracolmi, se non intasate
da rifiuti, o strade ed autostrade esposte a certi odori. A chi
il merito di tutto questo? Certamente alla disponibilità del denaro
necessario per portare a termine l’operazione. Chi ha reso possibile
la disponibilità, chi cioè ha veramente lavorato per liberare
la regione Campania dai rifiuti sarà fatto conoscere, se già non
lo è stato, dai media che metteranno a disposizione di tutti servizi,
documentari, libri e pure qualche altro convegno. Nell’atmosfera
quasi di trionfo i media non faranno mancare quindi tutti i particolari
della vicenda, come vuole la verità, che non ama rimanere mesta
e muta in un angolo nascosto, ma preferisce partecipare alle feste,
in tutta chiarezza ed evidenza, nella sua semplice veste naturale.
Va rilevato anche che non è la prima volta e non sarà l’ultima
che vince il denaro, il quale, nel rispetto dell’adagio antico,
apre tutte le porte, come ha aperto la porta al via libera della
monnezza che se ne va su ponti d’oro. Il danaro, da quel grande
conciliatore che è, ha messo subito d’accordo tutti ed a tutti
ha dato la possibilità di affermare di essere vincitori. I media
ancora non faranno mancare le solenni dichiarazioni di soddisfazione
di tutti quelli che hanno portato la faccenda rifiuti a felice
esito. La Campania ricca può godersi ora il sole, il mare ed il
clima in una atmosfera limpida e pulita e farli godere pure agli
attesi turisti.
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N°203 del 11-03-2007 - 18:49
Tags: Politica
L'ARBITRARIA RIPARTIZIONE DEI FONDI UE DELLA CAMPANIA AL PARLAMENTO EUROPEO
Coordinamento Nazionale Piccoli Comuni Italiani
www.piccolicomuni.com virgiliocaivano@virgilio.it
fax 0885654723 Tel.3483722435
Corso Principe Umberto,52 Rocchetta Sant’Antonio(Fg)

Alle
iniziative messe in campo da Piccoli Comuni sono sempre più numerosi
i
parlamentari italiani ed europei che rispondono con azioni parlamentari
davvero significative. Alle considerazioni negative del Coordinamento
Piccoli Comuni sulla scelta della Regione Campania dei criteri
di utilizzo delle risorse comunitarie 2007-2013 riservate per
il 40% dell’ammontare complessivo ai 18 comuni sopra i cinquantamila
abitanti sui 520 complessivi ha fatto seguito in maniera meritoria
l’interrogazione presentata dall’Europarlamentare Aldo Patriciello
alla Commissione Europea.Il testo dell’Interrogazione avente
ad oggetto: Ripartizione impropria dei Fondi Strutturali 2007-2013
nella Regione Campania. Premesso che:
I fondi strutturali rappresentano
uno degli strumenti finanziari principali con cui l’Unione europea
persegue la coesione e lo sviluppo economico e sociale in tutte
le sue regioni;
La finalità principale dei fondi in oggetto
è di ridurre le disparità economiche e sociali esistenti, non
solo, tra le diverse Regioni dell’Ue, ma anche all’interno delle
singole regioni stesse;
Considerato che la Regione Campania
è una Regione ad Obiettivo 1 e che pertanto beneficia prioritariamente
degli stanziamenti pecuniari previsti dall’UE per il periodo 2007-2013;
Considerato che il documento strategico elaborato dalla Regione
Campania per la ripartizione dei fondi all’interno del suo territorio
predilige l’erogazione di aiuti finanziari ai Comuni campani aventi
una popolazione superiore a 50.000 abitanti a scapito di oltre
500 piccoli comuni campani che saranno messi ulteriormente in
ginocchio; Non ritiene la Commissione che la scelta della Regione
Campania di privilegiare i grandi comuni accentui ulteriormente
le differenze economiche e sociali già esistenti con i piccoli
comuni, contribuendo ad offendere ed umiliare la pari dignità
delle autonomie locali? Non ritiene la Commissione di dover intervenire
al fine di assicurare una corretta ripartizione delle disponibilità
finanziarie da Essa messe a disposizione, impedendo che scelte
avventate ed inique effettuate dall’amministrazione regionale
della Regione Campania impediscano il raggiungimento degli obiettivi
della politica strutturale stessa?
In merito invece alla condizione
di totale disagio della grande viabilità nell’Appennino italiano,
si registra con grande gioia l’interrogazione parlamentare dell’On.
Raffaele Di Gioia al Ministro delle Infrastrutture in merito alla
Statale 90 Napoli-Bari. Il Deputato Di Gioia al Ministro Di Pietro
Per sapere-Premesso che Sul tratto della strada statale ss90,
che collega i Comuni del Subappennino Irpino e Dauno con Foggia
e Benvenuto, si registrano gravi danni causati da una frana; tale
situazione determina l’isolamento dei Comuni del subappennino
dauno e irpino: le ragioni per cui i lavori per la normalizzazione
della viabilità non abbiano ancora avuto inizio; se ritiene d’intervenire
per l’allargamento e l’ammodernamento del tratto della strada
statale ss90. “Le interrogazioni dei due parlamentari – afferma
il Portavoce dei Piccoli Comuni Virgilio Caivano - sono il segnale
migliore di una doverosa attenzione verso le ragioni delle piccole
comunità locali. Una chiara inversione di tendenza, un dato politico
che non va sottovalutato. Il Coordinamento – conclude Virgilio
Caivano – è aperto ad ogni forma di trasparente collaborazione
per il bene comune dei dieci milioni di cittadini che vivono nei
5630 piccoli Comuni italiani.
L’addetto stampa
Andrea Gisoldi
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N°173 del 20-02-2007 - 19:43
Tags: Politica
I
fatti di Vicenza visti da vicino
dal ns. corrispondente dalla Serenissima, Gigio Zanon

I fatti imbastiti
attorno all'ampliamento della caserma americana Ederle sono solo
un palliativo per far vedere quanto conta la sinistra radicale,
altrimenti emarginata. Infatti, nella stessa caserma fino a qualche
anno fa si trovava anche l'esercito italiano con gli Alpini ed
ora quella parte è stata dimessa. A parer mio la faccenda va ridimensionata
alquanto e posta sotto due aspetti: quello politico e quello della
convenienza. Partiamo subito da quest'ultimo. Vicenza è una città
di circa 110mila abitanti e la sua principale attività è interstiziale
e composta da un' industria di media, piccola e piccolissima dimensione.
Le sue attività principali vertono sul tessile, abbigliamento,
legno-mobilia, pelletteria, meccanica minore; ha un artigianato
artistico molto elevato (oro e ceramica) ed è un grosso mercato
agricolo. Inoltre, ha anche delle pregevoli opere artistiche che
la rendono una delle città più visitate in Italia. Purtroppo è
handicappata dal nodo scorsoio delle strade! Infatti sono quasi
tutte risalenti al XIX secolo e così mantenute in attività. Ma
questo è un difetto di TUTTO il Veneto! Ora sappiamo che questa
caserma, la Ederle, oltre che ospitare i militari americani da
lavoro anche a oltre 1500 persone di Vicenza adibite ai vari servizi:
amministrazione, riparazioni, manutenzioni, ecc. ecc. Inoltre
da lavoro anche all'indotto esterno della caserma: rifornimenti
per il personale, attrezzature varie, alberghi e ristoranti, negozi,
(è ovvio che sia i militari che il personale esterno quando escono
vadano da qualche parte.). Ora le possibilità che
ci sono, sono
due: se la caserma viene ampliata viene raddoppiato, ovviamente,
anche il personale esterno e tutto il resto. Se non viene raddoppiata,
quella che c'è adesso viene chiusa perché agli americani una caserma
dimezzata non interessa.... e portano il tutto in un'altra nazione
più ospitale. Pertanto i pochi vicentini che reclamano e che non
vogliono l'allargamento sono ben individuati: gente che ha le
abitazioni vicino e che ha paura di veder sminuito il valore delle
proprie abitazioni o terreni ( i soliti che vogliono sì - per
esempio - l'inceneritore, ma a casa altrui!) oppure i soliti ambientalisti,
ai quali se si dovesse dar retta non potremmo nemmeno respirare.
Ed è attorno a queste poche decine di persone che si è imperniata
tutta la faccenda, soprattutto a livello politico. Ed ecco il
secondo aspetto: quello politico. La falsità e la faccia tosta
che hanno questi sinistri è davvero impressionante! Per far vedere
che loro combattevano contro l'ampliamento in discussione con
giuste rivendicazioni ideologiche , avevano fatto intendere che
ciò fosse stata una concessione decretata dal passato governo Berlusconi e che il "buon" Prodi (che noi, qui, chiamiamo "Prodelia"
per abbinarlo alla Crudelia della carica dei 101; lui, invece,
ha organizzato la carica dei "102".. tra ministri e sottosegretari.)
è stato solo obbligato ad accettare, a subire! Invece è vero il
contrario: al precedente governo era solo stato chiesto - dagli
USA - il permesso di poter "periziare in loco" per il previsto
ampliamento stabilendo che avrebberopresentato al governo italiano
i piani definitivi in seguito. Quando questi piani sono stati
perfezionati e presentati, a dare il consenso è stato Prodi-Prodelia!
Non Berlusconi! E per far mostrare il suo potenziale, la sinistra
radicale ha avuto gioco facile nell'andare a dar manforte ai quei
quattro poveracci che per il loro interesse non volevano questo
ampliamento! Così come agli sparuti reazionari locali non parve
vero di poter avere al loro fianco cotanti personaggi! Ed ora
comanda la sinistra radicale. La disfida di Vicenza, tutta interna
alla sinistra, ha visto prevalere ancora una volta il movimentismo
estremista il quale si riconosce in Bertinotti, non esita a sfilare
con chi inneggia alle Brigate rosse e condiziona sempre più pesantemente
l'azione del governo in senso massimalista e antiamericano. Lo
dimostrano le dure critiche e le richieste di scuse subito partite
nei confronti di Rutelli e di Amato. Si è aperta così una nuova,
convulsa pagina della guerriglia dentro una maggioranza che è
sempre più di lotta e sempre meno di governo. Tutto ciò a spese
dell'Italia e della sua credibilità. La linea movimentista di
Rifondazione Comunista e del variegato arcipelago della sinistra
radicale ha inneggiato al successo della manifestazione e ha subito
imposto delle condizioni al governo, non solo sulla base di Vicenza
ma addirittura, come ha sostenuto Giordano, sulla presenza delle
basi americane in Italia e più in generale nella politica estera.
La discussione al Senato sulla missione in Afghanistan acquista
così una nuova valenza politica e D'Alema dovrà tenere conto nella
sua relazione del peso che la sinistra radicale rivendica sulle
scelte di politica estera. Non c'è da dubitare che D'Alema e Prodi
metteranno l'accento sulla discontinuità della politica estera
rispetto al governo Berlusconi (ritiro dall'Iraq, ruolo dell'Onu,
missione in Libano, conferenza di pace in Afghanistan), allontanandosi
così sempre di più dai principali ancoraggi della nostra politica
estera. Ancoraggi che avevano permesso all'Italia di sedere -
con pari dignità - al tavolo delle decisioni internazionali. Ad
ogni scontro che si apre nella maggioranza, il compromesso che
viene raggiunto è sempre più tinto di rosso e avviene immancabilmente
sul terreno scelto dalla sinistra estrema. E i loro "capoccia"
sono quelli che ancor oggi si richiamano al comunismo! Ecco cosa
ha detto il loro capo, anzi: "il migliore", come lo chiamavano:

E quelli che
attualmente ci governano sono i suoi degni eredi!Pertanto, come
è dimostrato, i fatti in questione vanno ampiamente ridimensionati
come una lotta intestina nell'attuale governo. Cioè la sinistra
che vuole imporre a suo vantaggio i suoi principi. Non interessa
se l'Italia tornerà ad essere la solita "voltagabbana" come ci
hanno descritto dopo l'ultimo conflitto, interessa solo che sia
contro l'America! E le altre nazioni Europee ringraziano, e stanno
in attesa.
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 14
riferimento
Inviato da Anonimo
il 20/02/07 @ 20:06
la
vostra malafede è incredibile andate a lavorare per emilio fede,
non fate informazione ma propaganda
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Inviato
da Anonimo
il 20/02/07 @ 20:31
Come è "BELLO" l'anonimato ... pensate ...
mi consente di definire "STRONZO" colui che ha scritto prima di
me
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Inviato da
Anonimo
il 20/02/07 @ 22:36
A prescindere dal fatto che l’anonimato
è simile ai passamontagna con cui si coprono il volto i disobbedienti
e gli pseudoultras durante le guerriglie urbane e che chi non
ha il coraggio di firmarsi toglie forza e dignità alle proprie
idee nel tentativo inutile di banalizzare le altrui idee, si fa
presente che il nostro autorevole Gigio Zanon è l’unico in grado
di stilare fedele cronaca degli eventi di Vicenza, essendo oltrechè
autoctono e residente sul territorio veneto, perfettamente con
i piedi in terra nella specifica REALTA’ descritta; contrariamente
a noialtri che abbiamo assistito in tv, come guardando oltre il
vetro di un acquario di pesci tropicali, un corteo di protesta
che ci è sembrato molto più vivace e bello del carnevale nella
vicina Venezia! Faccio rilevare, tra l’altro, che Gigio Zanon
è il medesimo autore dei bellissimi brani storici sul controrisorgimento
e sui fasti delle Due Sicilie, molto apprezzato dai nostri lettori.
Non esiste uno Zanon che va bene e uno Zanon da fustigare, a seconda
dei temi trattati. Ciò detto, essendo Zanon un contemporaneo e
non un autore dell’età romantica finito nel pantheon degli scrittori,
ha diritto ad avere idee personali in tema dell’ attualità che
vive e di esprimere il suo pensiero, così come consentito a chiunque
in questo spazio AUTONOMO, INDIPENDENTE, A-PARTITICO ma comunque
d’OPINIONE! Mi è capitato spesso di leggere e pubblicare interventi
di idea opposta a quella “assegnata” proditoriamente a Zanon dall’anonimo;
io stessa ho scritto spesso contro Bush e Berlusconi quando se
ne dava il caso. Zanon ha semplicemente svelato quei retroscena….che
già molti di noi percepivano, compresi i signori Prodi, Rutelli,
Amato e Mastella. Ditemi, quanti erano i vicentini in corteo?
Anche tutte le TV nazionali e locali hanno riferito dei vicentini
partiti per il week-end, per star lontani dal “carnevale” mediatico.
Cari “pacifisti”, no global, idealisti di sinistra, la politica
è un’altra cosa: è gioco di ruolo, è tradimento, è interesse personale…
a sinistra quanto a destra… soprattutto al “centro”. Quando la
smetterete di credere alla Befana?… Fate un po’ di autocritica.
Siete al governo, comandate voi attraverso i vostri rappresentanti.
Lavatevi i panni sporchi in famiglia e non guardate la pagliuzza
nell’occhio dell’altro se nel vostro c’è una trave! La cosiddetta
“propaganda” di cui ci accusa quel gentiluomo di anonimo serve
a piazzare per venderli prodotti, tessere e bibbie e vangeli di
partito. Noi non vendiamo! Regaliamo il nostro tempo ed il nostro
lavoro a quanti di voi sanno stabilire un confronto, un dibattito,
privilegiando la comunicazione, la libertà di espressione ed il
rispetto per chiunque non sia a noi “gemellato”. Cerchiamo di
mettere in moto quel muscolo atrofizzato ch’è il nostro Cervello,
prima che altre “propagande” lo piazzino a peso sulle bancarelle
al mercato rionale!
Marina Salvadore
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Inviato da
Anonimo
il 20/02/07 @ 22:55
ma perchè cavolo Bertinotti, Caruso e Giordano
e tutti gli anonimi incappucciati non seguono l'esempio del maestro
Palmiro e rinunciano alla cittadinanza italiana...ed anche alle
seggiole?
Claudia
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Inviato da
Anonimo
il 20/02/07 @ 23:33
perchè questo è l'unico paese comunista
rimasto sul pianeta!
Russo Vincenzo Paolo
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Inviato da
Anonimo
il 21/02/07 @ 00:28
Ma basta con tutte 'ste chiacchiere e con
queste nostalgie. non esiste ideologia non esiste destra e sinistra.
è solo dittatura del pagnottismo da tutte le parti. sono stato
per tantissimi anni un elettore di sinistra. da dieci anni non
vado più a votare. sono schifato. se domani ci sarà un rosso,
un nero, un verde o un giallo o un marziano che meriterà la mia
stima allora tornerò a fare l'elettore e voterò per lui. odio
i totalitarismi e tutti quelli che ingabbiano l'uomo e tutto quanto
ha ali per volare. rifiuto di fare il maggiordomo di qualcuno
che si crede più furbo di me. viva i cieli liberi. viva la manna
dal cielo che non è fatta piovere dai politici ma da Dio quando
vuole Lui. mandiamo a casa questi vecchi vampiri.
Cesare De Luca- anni 68 -ex classe operaia - pensionato 650 euro
al mese - casa in affitto - asmatico cronico impossibilitato a
passare le terme - moglie diabetica - due figli uno ancora a casa
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Inviato da
Anonimo
il 21/02/07 @ 00:36
Questa sera ho avuto la fortuna di seguire
due trasmissioni RAI: Ballarò e Porta a Porta. Guarda caso il
"MINISTRO" Di Pietro era presente in entrambe. Di Ballarò posso
segnalare le solite incongruenze del "FILOSOFO" di liberto ...
che a Vicenza era in prima linea a protestare contro l'allargamento
della base americana, ma che domani, per conservare sotto al C..O
la poltrona tanto anelata, e che lo porterà a pensione da FAVOLA,
voterà a favore della polica estera del Ministro D'Alema. In questo
momento è in atto una diatriba tra l'Onorevole Craxi(figlia=FI)
ed il GRANDE di pietro, integerrimo magistrato, che con mossa
da sceneggiata napoletana, all'epoca "Mani Pulite" tolse la TOGA
... schifato dichiarando che non sarebbe MAI entrato in politica.
Oggi dobbiamo ascoltarlo, mentre pontifica con un italiano che
assolutamente non fa invidia al NOSTRO JOSEPH RATZINGER, senz'altro
di un'altra cultura, mentre si barcamena a difendere i SUOI ELETTI,
Rame e De Gregorio, gran bei personaggi, e, anch'egli, come più
volte dichiarato anche in televisione, dissidente su varie iniziative
del Governo di cui SI ONORA di far parte. Bene cari amici ...
questa è la minestra che ci GOVERNA ... Di Liberto, Bertinotti,
presidente della Camera e pertanto al di sopra delle parti, dichiara
che sarebbe stato senz'altro a Vicenza a PROTESTARE contro la
decisione del Governo Prodi, si perchè questa sera a Ballarò è
venuta fuori un'altra verità ... la decisione dell'allargamento
della base di cui parliamo non è del Governo Berlusconi ... è
stato il Governo Prodi ad approvare ... ed allora cari Pecoraro,
Rizzo, Giordano ... mostrate FINALMENTE LE PALLE ... votate contro
ed andate TUTTI A CASA!!!
Mauro Caiano
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Inviato da
Anonimo
il 21/02/07 @ 11:37
La mia cordiale solidarietà al lettore De
Luca che con sincero realismo ha descritto lo stato d'animo e
le urgenze di notevolissima parte degli italiani. Mentre le nostre
soubrettes giacobine continuano ad ingurgirtare voracemente anche
il nostro "essenziale" di sopravvivenza, la lista dei clochard
inizia a comprendere, sotto i portici di ponti e stazioni, schiere
di impiegati con tanto di badge e stipendio in corso; anziani
soli che abitano case popolari piene della loro vita e dei ricordi
da oltre 30 anni, rischiano di vedersi occupata la casa se solo
necessitano di ricovero in ospedale per curarsi gli acciacchi
dell'età: non rientreranno più in possesso neppure di un fazzoletto
o di una fotografia di qualche caro estinto o di un abito o una
pentola di loro proprietà ed IDENTITA', mentre gli abusivi nessuno
li sbatterà fuori da casa loro (accade con enorme frequenza a
Milano, a Roma, a Cagliari... questa crudele violenza taciuta
e permessa dall'indifferenza degli amministratori pubblici)...
Diliberto, dopo aver fatto la sfilata allegorica di Carnevale,
rinnegando se stesso 18 ore dopo, meriterebbe il linciaggio nella
pubblica piazza vicentina; Di Pietro dovrebbe andare a nascondersi,
ora ch'è alleato di gentaglia qualificante una più ricca MANI
PULITE 2 che dovrebbe comprendere oltre a "politici" più "finanziati"
di Craxi anche lo stuolo degli amministratori delegati delle aziende
italiane fallite che continuano, per questi loro meriti professionali,
a far parte del gotha nazionale ed a percepire incredibili emolumenti.
LADRI! PAPPONI! DELINQUENTI!... Ma ciò che sconcerta di più è
che c'è ancora chi li difende, li giustifica e li VOTA, soprattutto
nelle fasce proletarie e della piccola borghesia: costoro meriterebbero
il confino a vita in clinica psichiatrica, reparto MASOCHISTI!
Marina Salvadore
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Inviato da
Anonimo
il 21/02/07 @ 13:58
Parlando di don Abbondio, il Manzoni dice
\\\"costretto a viaggiare come un vaso di terracotta tra tanti
vasi di ferro...\\\" così come lo siamo noi: vorrei dire a quel
lettore di \\\"sinistra\\\" che io sono stato sindacalista e candidato
alle elezioni comunali per la sinistra...ebbene dopo aver tanto
creduto nell\\\'equità sociale e nei diritti dei più deboli ho
dovuto cambiare idea: nell\\\'azienda dove lavoro i \\\"sinistri\\\"
hanno occupato tutte le poltrone ben pagate...i sindacati ci hanno
ridotti all\\\'osso...e i partiti a discutere di natiche e di
omicidi di pargoli nella pancia (aborto). Ora pur non essendo
di destra chi dovrei votare per tenere fede non all\\\'Emilio
(che reputo quello che non dico) ma ai miei ideali? Molto serenamente
non voterò ma nemmeno mi atteggio a giudice in possesso della
verità a meno che non faccia parte di coloro che da buoni \\\"sinistri\\\"
hanno il portafoglio a destra e il resto a sinistra.saluti.
antimo ceparano (odio gli anonimi mi sanno tanto di traditori)
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Inviato da
vocedimegaride
il 21/02/07 @ 14:25
Seguendo questo scambio di opinioni si ha
sempre più l'idea della spontanea costituzione di un grande Partito
dei "dipartiti" ovvero di coloro morti alla Politica Italiana.
Ben venga, allora, un nuovo partito con il suo logo: "partito
dei dipartiti italiani" che costituisce la maggioranza.
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Inviato da
Anonimo
il 21/02/07 @ 18:13
Perchè rispondere a chi non vuol farsi conoscere?
Si vede che si vergogna di se stesso, perciò è meglio lasciarlo
nel suo covo. Piuttosto non ho detto nulla di quei ... "sciocchini"
(a Venezia si dice "mone"!), sia politici che cittadini, che tanto
reclamano un referendum se allargare o meno la famosa base! Passi
per un cittadino che - seppure inopinatamente - può anche non
conoscere la Carta Costituzionale, ma per un politico - specialemnte
per quelli di sinistra, che tanto si lavano la bocca cona la parola
"Europa" - non conoscere la nostra legge fondamentale ... dimostra
solo la sua crassa ignoranza! Non sanno questi ... poveracci che
costituzionalmente i referendum si possono fare solo per "abrogare
uan legge nazionale", ma non si possono assolutamente indire nè
per leggi finanziarie e nè per i trattati internazionali? Allora,
come la mettiamo? Se il governo di Prodi-Prodelia ha stretto un
patto con l'America di allargare la detta base, non si potrà MAI
modificarlo con un referendum nazionale nè tanto meno - ed ancor
meno - con un referendum locale, bensì solo non riconoscendo un
patto stabilito, con le debite conseguenze internazionali sia
di immagine che di alleanza. Potenza dell'ignoranza! Ma per fortuna
ci hanno pensato loro stessi: votandosi contro in Senato! E adesso?
Cosa ne facciamo di questa base? Chiaro: viene fatta come vogliono
loro! Ah! Un' ultima notiziola: al compagno capoccia del "centro
sociale Garmigna" di Padova, quel centro a cui faceva base uno
dei brigatisti arrestati con le armi, il Comune di Padova - amministrato
da una compagine di sinistra, con Zanonato in testa - è stata
data una antica e appena ristrutturata abitazione "gratis" di
proprietà del comune! Avanti popolo! Di case per compagni ce ne
sono a bizzeffe... è per i citadini meno abbienti che non ce ne
sono! Speriamo solo che adesso si torni al voto, così speriamo
che molte cose cambino!
Gigio Zanon
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Inviato da
Anonimo
il 22/02/07 @ 11:41
Oltre che analfabeta sul piano della conoscenza
del nostro ordinamento istituzionale (oltre ai referendum abrogativi
nazionali, esistono anche quelli previsti dagli statuti comunali),
lei ha anche scarsa confidenza con l'italiano:i suoi commenti
sono infarciti di errori di sintassi e grammatica.
Auguri
per lo studio.
Andrea Rosso
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Inviato da
Anonimo
il 22/02/07 @ 12:33
allora perchè non facciamo una cosa intelligente
e propositiva, sig. Andrea Rosso, illustrando la sua competenza
a riguardo, a puro titolo informativo? Gliene saremmo davvero
grati.
La redazione
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Inviato da
Anonimo
il 22/02/07 @ 13:38
E' caduto infine! Sarà la solita solfa.
Prodi cederà il tronetto a D'Alema che resisterà per un po'. Poi
si andrà di nuovo alle urne con tutta la gerontocrazia dei soliti.
Cosa cambierà? Una volta sale Berlusconi e l'altra Prodi. Berlusconi
cancella le illuminazioni del governo Prodi. Prodi cancella le
illuminazioni del governo Berlusconi. Si alternano. Ma chi governerà
davvero questo Paese ridotto a un cencio bucato? La crisi dei
valori e degli ideali è il vero dramma come l'assenza di veri
uomini. Riconosco, da elettore del centro-destra 'casini-sta',
onore e dignità ai due negazionisti comunisti che hanno fatto
vincere la loro onestà ed integrità morale. Di gente così ce ne
vorrebbe a destra, a sinistra e al centro. Mi turba invece la
miseria morale di un ex presidente della Repubblica, un super-partes,
che ha votato una finanziaria che gli faceva schifo, dimentico
della sua coscienza e autorevolezza istituzionale al servizio
del popolo. La politica senza ideali e senza moralità è la distruzione
della Nazione. Vogliamo gente nuova, a destra e a sinistra, entusiasta
e onesta.
Enzo DE CARO
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Messaggio
N°162 del 12-02-2007 - 19:29
Tags: Politica
Spunti di riflessione ad uso del Guardasigilli nazionale
di Marina Salvadore

Corre l’obbligo
di una seria riflessione per il nostro “guardasigilli” Mastella
e la sua variegata accolita. In merito ai gravi eventi verificatisi
in alcune città italiane durante le cerimonie di commemorazione
delle vittime istriano-giuliano-dalmate delle Foibe e dei titini,
a nome di tutti i profughi e figli dei profughi “giuliani” e di
tutti gli altri italiani di serie B a costui si presenta ideale
istanza perché la Legge 27 gennaio 2007, da egli proposta con
personalissimo quanto supersonico ddl ed all’unanimità approvato,
produca i suoi effetti non solo per l'unica fattispecie identitaria
prevista e che contempli oltre il reato del negazionismo dell’olocausto
e della diaspora ebrea anche il reato di negazionismo dell’olocausto
e della diaspora delle migliaia e migliaia di italiani, anche
di lingua croata, massacrati da druse Tito con la complicità del
negazionismo dell’allora Partito Comunista Italiano, e la cinquantennale
ignavia di comodo della Democrazia Cristiana (dove militarono,
ahinoi, anche i rappresentanti delle comunità rivendicatrici)
fino ed oltre il trattato di Osimo del 1975. L’onestà intellettuale
dell’oggi settantreenne Gianni Cervetti, che si occupava degli
Affari Esteri per il PCI di Berlinguer, e che negli anni ’80 fu,
insieme al nostro presidente Giorgio Napolitano tra i cosiddetti
“miglioristi”, in virtù dei violenti scontri ideologici degli
anni ’50 e ’60 nell’ambito del Partito medesimo, proprio in riferimento
al tabù delle foibe che fu strumentale alle migliori relazioni
con i comunisti degli estremi confini dell’Italia di nord-est,
ritiene che il contentino dell’unica Giornata del Ricordo destinata
alla memoria di queste vittime sia giunto talmente tardi da sembrare
un’ulteriore irriverente offesa, poiché il reato del Negazionismo
è stato perpetrato da oltre 60 anni proprio dai comunisti italiani,
peraltro in possesso di comprovante documentazione e dossier,
con precisi riferimenti e numeri del genocidio. Tardivo quanto
inutile, come l’onestà di Cervetti, giunge anche l’odierno riconoscimento
di questa vergognosa pagina della Storia Italiana da parte del
presidente Napolitano ma, come si dice, “meglio tardi che mai”
poiché risulta davvero inqualificabile se non offensivamente sprezzante,
invece, l’astinenza da minimi interventi di circostanza da parte
del presidente del Consiglio, Prodi, impegnato a fare il comico
in India; viaggio inserito in agenda, guardacaso, proprio per
il 10 febbraio. Non si può non convenire con l’“agitato” Storace
che la "tournèe" in India non sarebbe mai stata programmata se
in concomitanza con un religiosissimo “25 aprile” o con un opportunistico
“27 gennaio”, ad intendere che il presidente del Consiglio dei
Ministri Italiano pratica una politica discriminante, ritenendosi
il presidente della sola élite italiana, ovvero del suo “popolo
eletto-re”. Aberrante, poi, la reazione dei mocciosi, nuovi zombies
e babbuini, e dei fondamentalisti del dogma comunista, bivaccanti
nei cosiddetti “centri sociali”, in tutto simili agli ultras delle
pseudo-“tifoserie” calcistiche, al centro dell’attenzione in questi
giorni; questi ignoranti ultra-adolescenti che non brillano certo
per coraggio, sacrificio, spirito, cultura ed educazione civica,
a Carrara, nel Giorno del Ricordo hanno ferito un dirigente provinciale
di An e due poliziotti che presidiavano una normalissima mostra
fotografica sulle Foibe. A Firenze, al termine della manifestazione
dei centri… assurdamente detti “sociali”, contro la giornata in
memoria dei martiri delle Foibe, l’agente di Polizia Alessio Luci
è finito gravemente ferito in ospedale, dopo essere stato investito
proprio quale bersaglio da un’auto condotta da due dei tanti delinquenti
dimostranti. A Milano, anonimi hanno divelto una targa stradale
dedicata ai martiri delle Foibe. Gli stessi “intellettuali” de
Il Manifesto e di Liberazione, Enzo Collotti e Maria Rosa Calderoni,
ancora pontificavano, poi, dalle pagine dei rispettivi fogli circa
la strumentalizzazione delle foibe da parte dei soliti “fascisti”
e “postfascisti”, tentando anche, disumanamente e miserabilmente
di ridurre le cifre in migliaia dei martiri a qualche centinaia,
come se qualche morto in più o in meno,
comprato e venduto a peso,
possa cambiare dignità ad un massacro. Proprio questi due “giornalai”
sono stati pubblicamente invitati al buonsenso ed all’onore della
verità dall’anziano “maestro” Gianni Cervetti che, peraltro, oggi
è presidente dell’ISEC, l’istituto di storia dell’età contemporanea
a Sesto San Giovanni e che giovedì scorso ha dedicato un convegno
alle foibe. Quando si comprenderà, alfine, che le povere genti
italiane dell’Istria e Dalmazia, dopo aver sperimentato – come
i polacchi di Wojtyla – le due dittature sulla propria pelle,
si tengono rigorosamente lontane da giochi e tessere di qualsivoglia
fazione, chiedendo solo quel po’ di pace, pagabile con un briciolo
di fraterno rispetto per la loro tragedia?
In quanto a Mesic,
emotivo e "primitivo" presidente croato, che si è ritenuto offeso
dalle parole di commemorazione del presidente Napolitano che -
finalmente - ha trattato di genocidio e pulizia etnica, si risparmi
ulteriori orgogli nazionalisti. Non reggono.
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 0
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Messaggio
N°154 del 08-02-2007 - 10:52
Tags: Politica
Sud: L'insostenibile leggerezza di... "tessere"
agenzia TeleradioNews/Gianni Gosta
Bari.
Comunisti autosospesi.
Il
partito dei Comunisti italiani in contestazione con l'esecutivo
Vendola si autosospende. Il Comitato regionale del PdCI, riunitosi
il 2 febbraio 2007, dopo approfondita discussione sulla situazione
politico-amministrativa regionale, ha approvato il seguente
documento politico. La coalizione politica del centrosinistra
pugliese nel 2005 aveva aperto, nella società pugliese e tra
le giovani generazioni, una prospettiva di futuro migliore dopo
gli anni bui dei governi di centrodestra, avanzando una proposta
programmatica e politica di cambiamento, nella sostanza e nel
metodo dell’azione di governo della cosa pubblica, conseguendo
la vittoria elettorale se pur di stretta misura. In questi primi
anni di governo si è disatteso il programma di cambiamento condiviso.
Alle rivoluzioni annunciate ieri, oggi non corrispondono risultati
soddisfacenti in termini di attuazione del programma e di esercizio
di gestione, tali da incrementare il necessario consenso politico
e di opinione della comunità pugliese sul complesso dell’azione
di governo. Emblematica è la caduta dei proclami del Governo
regionale sull’AQP, ove si sono sprecati tempo, energie ed aspettative
in questi 2 anni, senza produrre alcun miglioramento del servizio,
anzi alimentando ulteriori rischi di rallentamento nell’azione
di sviluppo dell’Azienda medesima. Questo è ancor meglio dimostrato
dalla scelta di ripiegare sull’antica figura dell’Amministratore
Unico, tanto caro alle gestioni politiche precedenti, mentre
i cittadini pugliesi continuano a pagare disservizi con una
tariffa più alta del 39% rispetto alla media nazionale. Ancor
più pesante è il grave disagio popolare che si raccoglie e registra
nel settore della sanità pugliese. Gli interventi legislativi
rimangono, a tutt’oggi privi, di un comprensibile progetto riformatore
che ridefinisca i rapporti tra cittadino, territorio, rischi
e tutele dalla salute. Disdicevole è stato il ricorso a trasformismi
e logiche di lottizzazione giunte sino all’utilizzo di personale
dirigenziale riveniente dalla precedente amministrazione. Si
è reso, anche per questa via, incerto e poco chiaro l’impegno
assunto con i cittadini e le comunità pugliesi, ovvero, avviare
la sanità verso livelli di qualità e di efficienza, che neanche
la stesura del recentissimo Piano della Salute pare indicare
con chiarezza. Anche la funzione di Commissario per l’emergenza
ambientale, esercitata sino ad oggi, non ha conseguito l’obiettivo
della fuoriuscita della gestione dei rifiuti, da una sostanziale
situazione di emergenza. Infatti all’obiettivo ambizioso di
conseguire percentuali pari al 55% nella raccolta differenziata
degli RSU, non è corrisposta alcuna visibile azione di cambiamento
che non sia stata quella dell’ampliamento delle quote di conferimento
in discariche e del sostanziale immobilismo rispetto all’enorme
mole di contenzioso amministrativo, ereditato e giacente in
Regione. Mantenuta così la funzione, oggi, il parziale e contraddittorio
conferimento di competenze alle Province Pugliesi, trasferisce
una situazione di emergenza, sostanzialmente immutata ed a rischio
di ingovernabilità. Da ultimo il rinvio dell’approvazione del
bilancio di previsione 2007 ha esposto, in maniera clamorosa,
tutta la limitatezza dell’azione programmatoria dell’attuale
governo regionale; infatti il ricorso all’esercizio provvisorio
di bilancio finisce per rendere inefficaci pure quei provvedimenti
legislativi condivisibili, sino ad oggi adottati. Il PdCI in
tutto questo tempo, inascoltato, ha posto ai partiti alleati
l’esigenza di imporre una vigorosa svolta politica nell’azione
di coalizione e contestualmente, l’esigenza di diretto legame
di partecipazione all’azione amministrativa del Governo regionale
di centrosinistra. Nessuna risposta è giunta, a dimostrazione
del carattere esclusivamente elettorale a cui, da tante parti,
si è voluto ridurre la coalizione che, in tale condizione, ha
fatto venir meno, anche da altre parti politiche, le motivazioni
fondative dello stare insieme. Al contrario, in questi primo
periodo di legislatura, si è caparbiamente perseguita una inaccettabile
prassi della politica e dell’amministrare che restringe nel
Presidente e nei Gruppi Consiliari maggiorenti, gli unici attori
delle decisioni e delle scelte in tema di governo. Indirizzi
politici unilaterali, sono stati sostanzialmente impiegati:
nelle scelte relative ai commissariamenti e subcommissariamenti
di IACP, EDISUe AUSL, rispetto alle quali ancora tarda ad arrivare
una coerente e condivisa proposta legislativa risolutiva; nella
rivisitazione del nuovo Pear per adeguarlo ai desiderata di
Confindustria; nella trattativa in favore di ILVA per più favorevoli
quote di emissione in ambiente. Ad ulteriore riprova del latente
stato di crisi di questo modo di fare ad un tempo, coalizione
e Governo, vi è la recente esplosione di contraddizioni
politiche all’interno del neo-nato gruppo unico DS-La Margherita,
prefiguratore del prossimo ed ascoltatissimo Partito Democratico
in Puglia. Il PdCI prende così atto della deriva politica della
Presidenza Vendola verso una governabilità fine a se stessa,
che ha finito per mettere in subordine, le esigenze e i bisogni
dei lavoratori e delle fasce più deboli e la stessa idea alternativa
di sviluppo delle forze produttive. Tante attese deluse di larga
parte della comunità pugliese, assieme alle preoccupazioni delle
organizzazioni sindacali e di categoria, sono condivise dai
Comunisti Italiani di Puglia che rimarcano la loro estraneità
e distanza dall’attuale maggioranza di governo. La nostra non
è una posizione demagogica o strumentale, essa mira a conseguire
una decisiva trasformazione dell’azione politica della coalizione
e della maggioranza di governo recuperando interamente le ragioni
dell’unità e del cambiamento. Intendiamo così favorire una profonda
riflessione sui rischi che questa situazione, non modificata,
farebbe correre alla prospettiva stessa di un governo democratico
della Puglia Si ritiene per questo indispensabile e urgente
l’immediata convocazione della maggioranza per un’ampia verifica
politica e programmatica. Il Comitato regionale pugliese del
PdCI da mandato al proprio Gruppo Consiliare di continuare a
porre, nelle sedi istituzionali, la necessità di un repentino
cambio di marcia nell’azione del Governo Regionale, per questo
il Gruppo Consiliare del Partito sospende la sua partecipazione
alle riunioni della maggioranza sino alla conclusione della
verifica. Il Comitato Regionale Pugliese del Partito dei Comunisti
Italiani.
nota della redazione:
Povero Sud! Chi la vuole cotta... chi la
vuole cruda... e la disgregazione continua, ai danni dei cittadini
meridionali e del territorio, deprivati delle loro peculiarità,
spogliati dell'identità storica e culturale, abbandonati a se
stessi. Troppi galli a cantare non "schiarano" mai giorno...
soprattutto quando appartengono allo stesso coatto pollaio e
prendono a beccarsi ed a spennarsi fra di loro... sugli scranni
della stessa "batteria di polli" della Fattoria modello. Galli
che sull'aia zampettano all'indietro come i gamberi, pur di
non lasciarsi sfuggire un solo chicco di granone.
Eppure, quando vivevano felici allo stato selvatico dell'opposizione
parevano essere fiere "aquile"!.... Federico II, abbi pietà
di loro ma... invola, alti, i tuoi "falchi"!
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 0
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Messaggio
N°123 del 19-01-2007 - 16:52
Tags: Politica
IL
MERIDIONE PROBLEMA NOSTRO
di Nunziante Minichiello
La questione meridionale è solamente dei Meridionali Il problema
meridionale non è tale: è problema nazionale; è problema europeo;
è problema mondiale! Quanta solidarietà! Quanto interessamento!
La questione meridionale è solamente dei Meridionali. Questi
devono decidere se rimanere in rassegnata e fatalistica attesa
ed indirizzare le proprie energie per ottenere un intangibile
posto statale, tranquillo, sicuro e senza troppe responsabilità,
oppure affrontare decisamente il presente, che esige specializzazione,
impegno e
produzione, e programmare un avvenire di presenza
qualificata e di risultati prestigiosi, come d’altra parte è
nelle possibilità degli stessi Meridionali. Insomma il problema
del Mezzogiorno d’Italia, come tutti i problemi di sottosviluppo,
è un problema che riguarda solamente i Meridionali, cioè i direttamente
interessati. Questi devono scegliere se continuare la tradizione
poco onorevole od onorare la tradizione culturale, che non li
vuole ai secondi posti. I Meridionali continuano a trovarsi
però, mutatis mutandis, nella storica situazione in cui si trovarono,
ad esempio, al tempo dell’arrivo dei Normanni, cioè anche numerosi,
ma fiacchi, disarmati e soprattutto senza guida, per cui finirono
sottomessi a pochi che però erano esperti nelle armi e nella
gestione del potere. Anche oggi i Meridionali sono numerosi,
ma impossibilitati od incapaci di utilizzare le risorse disponibili
e di sfruttare opportunamente le occasioni che si presentano,
soprattutto impediti da quelli ( una minoranza o forse una maggioranza,
certamente forte, determinata e sempre in prima fila, a prescindere
dal numero ) che traggono vantaggi dalla situazione. Situazione
che, per essere tenuta stagnante, esige uso ed abuso della raccomandazione
(la quale, è bene chiarirlo, consiste solamente nella dimostrazione
di potere da evidenziare agli altri e da assicurare alla propria
famiglia, più o meno ristretta che sia) e suoi annessi e connessi,
con buona pace della legalità, della giustizia e della tranquillità.
I potenti che condizionano il Sud di Italia non sono più i Greci,
i Romani, i Normanni e così via, ma quelli che da essi hanno
ereditato l’arte di tenere sottomessi i popoli, anche i popoli
che possono vantare i Bruno, i Campanella, i Giannone, i Filangieri,
i De Sanctis, che, pur non tutti, sono già più che sufficienti
per far entrare nella storia questi popoli, che però non sono
riusciti, a far proprio lo spirito di quei grandi, che non sono
entrati quindi nell’ anima dei cittadini, cioè non sono diventati
cultura popolare. Non c’è che da prendere atto della posizione
di quelli che hanno ereditato l’arte di tenere sottomessi i
popoli. Questi popoli di conseguenza possono godere, come in
effetti godono, solo ignoranza o, salvo eccezioni, scolarità
di basso livello, miseria e degrado, accompagnati da fenomeni
malavitosi di vario genere, con tanti saluti alla ricerca, allo
studio diffuso e quindi alle alte specializzazioni, alla occupazione,
alla produzione ed alla promozione, che si possono tuttavia
andare a godere all’estero. Se alle Bocconi del Nord si risponderà
ancora con le vanterie e con le speranzose attese del Sud i
risultati saranno sempre gli stessi ed il problema del Mezzogiorno
d’Italia non sarà mai risolto, perché in pratica non sarà mai
posto, come non è stato mai posto veramente, pur non mancando
leggi, enti, istituti, scritti, dichiarazioni, programmi, tavole
rotonde, convegni, manifestazioni di piazza, girotondi e fiaccolate,
che forse servono a tenere ancor più buona la già troppo buona
semplice cosiddetta gente comune. Allora non basta solamente
volere la soluzione del problema del Mezzogiorno, eterno pio
desiderio, che in pratica è riuscito solo a coniugare danno
e beffa, ma bisogna avere le idee chiare e la determinata volontà
di realizzarle, sapendo che la libertà e la democrazia senza
coraggio civile e senza qualche mito sfatato non possono produrre
gli effetti benefici che generalmente sono in grado di assicurare
quando restano pure e semplici, cioè libertà e democrazia e
non libertinaggio e corruttela di costumi, di leggi e di umanità,
e tenendo sempre presente che quelli che ora se la godono sul
Mezzogiorno e nel Mezzogiorno non solo non se ne staranno con
le mani in mano, a guardare, ma utilizzeranno anche ogni arma
a loro disposizione per conservare la situazione attuale. Sia
chiaro e si ricordi fino a soluzione realizzata quindi: il problema
meridionale è problema solo dei Meridionali, ma non di tutti
i Meridionali. Infatti non sono pochi quelli che sanno che meglio
di così non potrebbero stare mai più e perciò impediscono qualsiasi
cambiamento, anche se previsto e sostenuto dal dettato costituzionale.
E’ questa la ragione od una delle ragioni per cui la Costituzione
italiana, grande costituzione, è rimasta e rimane ancora sconosciuta
al grande pubblico meridionale, al quale da sempre viene negata
opportuna conoscenza per seguire il mondo nella sua evoluzione
e per acquisire la competenza per non sfigurare. Infine ripetere
fino alla noia a quelli che vogliono un Meridione diverso che
il potere sta ben stretto nelle mani di quelli che se avessero
voluto avrebbero potuto già risolverlo il problema del Mezzogiorno.
Di conseguenza si impone la necessità di mandare in pensione,
cioè allontanare definitivamente dalle cariche elettive, dopo
un anno od almeno ad ogni scadenza, i rappresentanti del popolo.
E’ la realizzazione della sovranità popolare sancita dalla Costituzione
ed è l’inizio della vera democrazia, che non contempla cittadino
appecorito. L’arma elettorale è la più pacifica e la più efficace.
La base popolare meridionale dispone di buoni spiriti e di buone
professionalità: vanno valorizzati. E’ la rivoluzione che vuole
la Costituzione italiana, la quale è la rivoluzione della cultura
di umanità contro il culto di personalità, la prima realizza
la vera democrazia ed il secondo conduce a decemvirati od oligarchie
e relativi capi. La Costituzione italiana è dell’Italia e degli
Italiani, tutti quanti, ed è dalla parte dei Meridionali che
vogliono un Meridione all’altezza dei tempi e delle sue possibilità.
Contro la Costituzione italiana gli egoismi, gli interessi corporativi,
le lobbies, i poteri forti, la reazione e la conservazione sono
ben poca cosa. Allora, Meridionali, avanti tutta!
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 0
riferimento ----------------------------------------------------
Messaggio
N°74 del 11-12-2006 - 19:32
Tags: Politica
Carnevale di Natale
di Marina Salvadore
Per
distrarre la nostra attenzione dai reali problemi del “Paese”,
da quelli relativi alla nostra sopravvivenza quotidiana
e per far scivolare sull’olio gli aggiornamenti sottobanco
della tragicomica Finanziaria 2007, dopo il romanzetto d’appendice
di Scaramella, i saltimbanchi di corte (governo e opposizione
pari son) lanciano sul tappeto verde della bisca spennapolli
due scartine a poker, barando, giusto per darci l’illusione
di una rimessa in gioco e di una probabile rivincita. Ecco,
allora, saltare fuori le folkloristiche faccende istituzionali
PACS e Rilancio del Presepe; la prima, per imporre la conveniente
allure di laicità dello Stato, la seconda per riconquistare
i favori della Cattolicità nazionale, nell'opera
di bilanciamento necessaria, data la perfetta divisione
della Nazione scaturita con i "prodi" dalle urne.
Per il resto, Lavoro, Criminalità, OPA, Lobbies,
Alitalia e Telecom possono pure finire nel dimenticatoio
pubblico, perché a tenere desto l’orgoglio nazionale
e il senso di appartenenza alla Repubblica ci pensano gli
psicofarmaci delle “querelle” da gossip alimentate dal Potere
malgrado noi.
C’era pure da porselo, con
interrogazioni, tavole rotonde,
parate da circo Barnum e disegni di Legge, il problema delle
coppie di fatto? Non sarebbe stato più semplice stabilire
che a mezzo anagrafe civile e tributaria un semplice stato
di famiglia ed un certificato di residenza, un atto notorio,
garantissero l’esistenza di fatto di una
coppia gay, etero o marziana? A prescindere dalla "fissa"
morbosa della sessualità di coppia che pare essere
l'unico requisito essenziale, non appartengono forse alla
stessa categoria di conviventi a rischio sociale, "coppie" anche senza pratica
sessuale, quale un orfano minorenne e solo al mondo convivente
con la prozia della cugina di uno zio o una novantenne handicappata
senza reddito madre di 10 figli ma convivente e sulle spese
di uno solo da trent’anni? Noooo…l’Ufficio Complicazioni
Affari Semplici deve togliere fondi ai ministeri importanti,
per dirottare un mucchio di spese per consulenti, legali,
tavole rotonde, relazioni pubbliche e internazionali, segreterie
affollate di ministri e sottosegretari di sottosegretari,
per produrre saggi sociologici, studi universitari, commissioni
speciali con sale-stampa, brochures, audiovisivi, slags
per convegni, parate e proteste, indagini statistiche, pubblicità-progresso…
affini e sopraffini vari…Tutto questo, per poi deviare all’inverosimile
dalla tematica principe che non ha proprio nulla a che vedere
con i carnacialeschi matrimoni gay sui quali si è
imbastito volutamente il gioco del tiro alla fune, tra laici
e cattolici, esattamente come in quelle guerre dette perfidamente
di “religione” che ancora oggi sono in atto in troppi luoghi
del mondo! Ancora una volta la guerra di religione, pur
se fatta in guanti gialli e non con i pugni di ferro, è
la solita tenzone tra Chiesa Massonica e Chiesa Cattolica,
per i fini sempre più maestosi ed imperialisti del
potere della prima, nascosti dietro l’ipocrisia della paventata
Giustizia Sociale. Ma poi, chi glielo ha detto a questa
gente che i gay, pacifici e normali conviventi, intendano
contrarre matrimonio? Sarà un’altra imposizione,
per il futuro? Magari per lanciare sul mercato servizi del
terziario e commerci tematici, per far girare il soldo di
qualche multinazionale inventata ad hoc? Non osiamo immaginare
il logorìo di cervelli quando vorranno procedere
a relativi censimenti, per identificarenelle coppie gay
le possibili "quote rosa" da candidare in Parlamento!...
Poi, che i signori del Palazzo vadano pure in giro a lamentarsi
dell’ingerenza della Chiesa sui noti fatti in agenda parlamentare
è altrettanto stomachevole: loro sono nel pieno diritto
di far finta di legiferare sull’acqua calda ma la Chiesa
è nel diritto e nel dovere di fare la Chiesa! La
religione ufficiale nazionale è quella Cattolica,
così come in Turchia nazione laica è l’Islam!
La Massoneria è la religione ufficiale degli Inglesi.
Che vadano, i nostri pseudo-demoCristiani, ad aprire chiese
in Inghilterra e sue colonie, dove potranno celebrare
matrimoni pure tra Prodi e Di Pietro,
tra la Turco e…chi avrà il dannato coraggio di prendersela!
Ecco
quale presepe avrebbero dovuto comporre per questo
Natale i mastri di San Gregorio Armeno: Platinette, Helton
Jhon e Zapatero, la Turco e Prodi, Maurizio Costanzo e Rutelli…Bassolino
e il supervisor alla monnezza, Jervolino con Amato e i clan
di Barra e Scampia, al posto dei pastori e degli angeli…con
Caruso che reca in dono confezioni monodose da 40 spinelli
alla Grotta della Natività eppoi l’esercito nobile
di tutti gli amministratori delegati d’Italia che recano
in scrigni i gloriosi rottami dei fallimenti beneficenza,
agli eterni fanciulli COCOPRO almeno un’annualità degli
emolumenti goduti!... Poichè, inevitabilmente, il presepe
ch’è la fotografia della società, sarebbe stato
rappresentato proprio così, ecco che nessuno ha intenzione
di allestirlo, quest’anno…e per questo la Rinascente si esime
dal vendere capanne e statuine. Non v’è dubbio; è
meglio l’albero: per illuderti che sia un vero santo Natale
ci puoi mettere su... le “palle” che vuoi tu!
…e crederci, anche.
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 2
Inviato da Anonimo
il 12/12/06 @ 09:09
Grande articolo:
TUTTO VERO.
Con affetto. crocco57
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Inviato
da kayfakayfa
il 13/12/06 @ 06:49
Mamma che sfogo! Condivido tutto, dalla
prima all'ultima riga! BRAVA!!!
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Messaggio
N°70 del 09-12-2006 - 13:17
Tags: Politica
Eppur si muove
dal nostro inviato ad Acerra "Brigante Crocco57"
TeleAkery-NapoliInternational:
emittente libera dei meridionali

Ore 10,00 del giorno 8 dicembre, nel PalAkery
, la tensostruttura del dott.Antonio Tagliamonte che è l’editore
ed animatore del complesso multimediale acerrano; qui, si
incontrano le varie realtà associative, culturali e politiche
dell’identitarismo meridionale, per concretizzare un soggetto
politico indipendente per il futuro possibile del Mezzogiorno.
Finalmente si respira spirito unitario tra le varie componenti
del meridionalismo che vengono invitate dagli organizzatori
a cedere il passo alla totale indipendenza dai partiti istituzionali,
responsabili delle drammatiche condizioni in cui versa non
solo il Sud ma l’intera nazione. Con estrema chiarezza si
esplicita che ognuna delle realtà presenti, nonostante volontà
ed idealità profuse fino ad oggi nella Causa Identitaria,
appartiene inevitabilmente al pianeta degli “inesistenti”,
privi del requisito fondamentale di “soggetto politico”, per
l’eccessiva dispersione di energie e nell’assenza totale di
sforzo comune per un comune risultato di affermazione. In
primo luogo, si è nella necessità di rinunciare, da parte
dei tanti che ambiscono intimamente al ruolo di leader carismatici
solo perché a capo di qualche circolo, all’individualismo
ed anche a simbologie e logos che inquinano di improduttivi
e fraintendibili nostalgismi l’immagine del soggetto politico
a crearsi, mirante a più razionali ed attuali necessità di
affermazione dell’identità, dell’economia e sviluppo, nell’ottica
della più concreta politica meridionale. A livello nazionale
ed europeo, abbiamo assistito al crollo del comunismo su se
stesso ma l’invocato liberismo in atto non produrrà affatto
i miracoli paventati. In seno a questa deprimente realtà c’è
da prendere le distanze da qualsiasi ideologia di sinistra
o di destra, entrambe globalizzanti ovvero totalizzanti, in
nome della riaffermazione di quelle peculiarità e ricchezze
dei piccoli popoli nazionali ed anche delle altre storiche
regioni d’Europa, in un interscambio culturale, teso alla
rinascita dei valori storici ed identitari e delle specificità
produttive ed economiche di ogni attestata realtà geopolitica.
Si è quindi nella urgenza, per ognuna, di sganciarsi da eventuali
alleanze e complicità con i partiti di governo o con istituzioni
locali da essi partiti dirette, per favorire la nascita di
un SOGGETTO POLITICO CERTIFICATO ovvero autonomo ed identificabile,
libero da folkloriche interpretazioni.

La
strategia primaria, dunque, è rintracciabile nella divulgazione
della Cultura di tutti i Popoli negati; non solo di quella esclusivamente
meridionale, per evitare le gabbie dei localismi. Apprendere
dal passato per comprendere il presente se si vuole creare un’opportunità
di futuro! La tavola rotonda cui tutti sono stati chiamati a
relazionare è riuscita infine a gettare solide basi, brillantemente
annullando i trauma di chi ancora, ingenuamente, nutre qualche
difficoltà a sganciarsi dal personalismo e dagli pseudo-sostenitori
istituzionali che, in realtà, dietro il buonismo e la solidarietà
operano il “controllo” sul nefasto (per loro) emergere di rivendicazioni,
soprattutto in ordine al traballante equilibrio delle menzogne
storiche dalle quali sorse l’Italia che conosciamo.
Del
buon numero di partecipanti si ricordano, tra gli altri, gli
interventi di rappresentanti ed esponenti di movimenti identitari
sudisti, quali Giuseppe Quaranta da Taranto, Michele Iadisa
da Bari, Pasquale Neri e Giuseppe Cangemi dalla Calabria,
“Nuova Italia” dall’Irpinia, Pietro Del Deo da Ischia. Da
Napoli, l’editore Pietro Golia di “Controcorrente”, l’avv.
Aniello De Lucia, il regista Mauro Caiano, lo scrittore e
attore Antimo Ceparano, l’avv. Attilio Barone, l’attore Carmine
Coppola erede della maschera di Pulcinella, il generale Migliarini,
l’arch. Nando Dicè Hanno inoltre dato adesione pur non essendo
presenti per motivi professionali, la cantante-icona partenopea
Mirna Doris e la giornalista e “pasionaria” meridionale Marina
Salvadore (vincitrice insieme a Mauro Caiano di un importante
premio internazionale giornalistico in terra ciociara) per
conto della quale Antimo Ceparano ha dato lettura di un applauditissimo
suo messaggio, posto agli atti del convegno. Osservatore,
l’editore Gino Giammarino, cronista per Il Brigante. Alle
ore 14,30, a chiusura dei lavori, nel ristorante Da Stefano
in Melito di Napoli i convenuti hanno pranzato in un clima
di festoso e ritrovato cameratismo; colà, generosamente, l’attore
Carmine Coppola ha invitato tutti i presenti allo spettacolo
"IN RICORDO DI TOTO’" che ha preparato con la compagnia del
San Carlino per il giorno 30 dicembre alle ore 18,00 presso
il Museo di Pulcinella in Acerra (Na) – palazzo Baronale -
L’invito è esteso a tutti i lettori de La Voce di Megaride
che, per accreditarsi all’ingresso dovranno dire di essere
stati personalmente invitati da Carmine Coppola nonché dallo
scrittore ed attore Antimo Ceparano.
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 2
Inviato
da Anonimo
il 09/12/06 @ 18:46
Cara Redazione, chissà quanti secoli
occorreranno per eliminare l'individualismo ed il protagonismo
dalla personalità del meridionale! Ha ragione la signora
Megaride quando nel suo messaggio dice di ammirare i padani,
per il loro impegno per il benessere del loro territorio del
Nord. Noi che classe dirigente bastarda abbiamo qui al Sud?
La futura non potrà essere troppo dissimile, perchè
i processi identitari sono estremamente lunghi quando c'è
da ritrovare la propria dignità di popolo, all'amaro
prezzo dell'abbandono del servilismo che reca a ognuno il suo
piatto di pasta direttamente a tavola! noi siamo schiavi, figli
di schiavi. Senza padroni ci è impossibile autonomamente
responsabilizzarci, pur con tutta la buona volontà. Persone
battagliere e sincere e semplici come voi del giornale di Megaride
sono rare e preziose ma destinate ad essere divorate. Con i
sensi della più profonda stima per voi e per i contenuti
di questa pubblicazione che leggo con interesse ogni giorno,
vi saluto cordialmente.
Carlo Degli Esposti
----------------------
Inviato da vocedimegaride
il 10/12/06 @ 00:10
Grazie, per la preferenza accordataci!
Comunque vada, di noi "sognatori"... anche se finiremo
divorati... resterà imperituro il segno di ciò
che abbiamo concretamente realizzato. Continui a leggerci!
----------------------------------------------------
Messaggio
N°68 08-12-2006 - 00:22
Tags: Politica Convegno meridionalista
Convegno
meridionalista ad Acerra
da redazione de La Voce di Megaride
In occasione
del consesso meridionalista di oggi, 8 dicembre, organizzato presso
gli studi di TeleAkeri, con relatori provenienti da tutte le Regioni
del Mezzogiorno, www.vocedimegaride.it e VIP Edizioni Grafiche Napoli,
nominalmente invitate a partecipare, saranno rappresentate da Mauro
Caiano. Assente, per impegni di lavoro, Marina Salvadore che ha
inviato il seguente messaggio al convivio:

|
"Un
affettuoso e cordiale saluto dall’esilio del nord giunga a
tutti gli appassionati e veraci meridionalisti riuniti in
questo consesso. Non vi vedo ma vi percepisco… non siete in
troppi, lo so, come dovrebbe essere dopo tanti anni e tante
pseudo associazioni e movimenti sorti come funghi in nome
della Causa Identitaria; credo siate i soliti “pochi ma buoni”,
per grazia di Dio non circondati dall’evanescente “allure” |
degli “unti
del Giglio” che han fatto bene a rimanere a casa, evitando inutili
sofismi e perdite di tempo, gorgheggi e apologie ridicole. Oggi,
c’è da dire “pane al pane”, senza peli sulla lingua, senza
inni e sventolio di bandiere, perché siamo tutti stufi dell’inerzia
e dell’ipocrisia che purtroppo ha distinto prevalentemente coloro
che credevamo essere sudisti. Non è il nordico il nostro
nemico ne’ altro estraneo o straniero ma la nostra stessa genìa,
così come ampiamente dimostrato dai fatti inoppugnabili della
vera Storia del Sud, piena di mangiapane a tradimento; allora come
ora, se guardiamo in faccia alla classe dirigente che abbiamo prodotto
e agli “amici degli amici” di cui ci siamo ingenuamente circondati,
convinti di condividere un sentimento, un progetto, senza accorgerci
che attraverso noi, con quel “poco nostro” del patrimonio di sentimenti
e volontà messo a disposizione della Causa, costoro esigevano
lustro personale. Fino alla noia ripeterò che l’individualismo
che alberga perniciosamente nella coscienza del “meridionale” è
il requisito primario della nostra incapacità a costituire,
come i padani (che sinceramente ammiro), un’unica Identità
di Popolo. 150 anni di Unità d’Italia ci testimoniano questa
realtà. Ho sempre pensato che scarsi mille garibaldini transfughi
e male armati non siano stati nelle condizioni di poter invadere
ed occupare le Due Sicilie, se non avessero trovato un’autostrada
libera, costruita dai nostri, tutta per loro. Quindi aspiro ad un
esame di coscienza del meridionale, perché non può
sempre e solo atteggiarsi a vittima e così favorire pure
tutti i luoghi comuni piovutici addosso dal Risorgimento e fino
al Rinascimento Bassoliniano…ch’è malamente sotto gli occhi
di tutti!

|
Al
di là della retorica e delle belle parole ad effetto
che troverebbero idoneo spazio solo su di un palcoscenico
e tra gli intellettuali che appestano Napoli con i loro miasmi
giacobinoidi, “quando” e “se” si riuscirà davvero a
comporre una scuderia, un “partito” o similaria, meridionalista-propositivo,
allora bisognerà ricorrere a strategie moderne, scevre
da sterili nostalgie che hanno il tanfo del borotalco e dei
pidocchi delle parrucche del ‘700 che, alcuni, ancora si ostinano
a calzare.
La nostra Identità non è fatta solo dei re di
Borbone, perché se proprio vogliamo riferirci a teste
coronate, allora non possiamo esimerci dal tributod’onore
verso Stupor Mundi, il grande Federico II. Molte volte mi
sono chiesta, infatti, quale altra |
storia sarebbe
stata possibile per Napoli e per il Sud, se Corradino non fosse
stato decapitato, adolescente, in piazza Mercato. Quindi, lasciamo
da parte, per favore, troni e corone. Siamo figli dell’Italia e
di questa Repubblica. Comportiamoci, come i Padani e i Serenissimi,
da Italiani di Regioni che rivendicano la propria Dignità,
Tradizioni, Cultura e Costumi, avendo partecipato corposamente e
per primi, con arti, danaro e sangue, alla mensa comune di questa
Nazione. Siamo stanchi di essere considerati Italiani di serie B.
Ci lamentiamo delle offese che riceviamo costantemente dal nord
e da Roma…ma cosa abbiamo fatto, fino ad ora, per rispondere fattivamente
ed anche in maniera esemplare a queste offese? La faccia ce la dobbiamo
lavare da soli, con le nostre mani. Il sapone c’è ed è
abbondante!
La strategia passa, ovviamente, per la strada della Cultura; anzi,
del ri-acculturamento dei nostri meridionali, soprattutto i GIOVANI,
classe dirigente del futuro. Risvegliamo in loro l’amore per le
Radici, diffondiamo la Dignità dell’Identità presso
di loro, nelle scuole, nelle associazioni, in tutti i luoghi preposti,
perché siano messi in grado di CONOSCERE quindi di avere
CONSAPEVOLEZZA di se stessi, per poter decidere di rimanere a difendere
il Sud, scevri dalla disperazione che ancora e ancora li ammucchia
sui treni per il Nord. Quale Sud abbiamo fino ad ora ricostruito
per i nostri figli? Da quale SUD sono circondati questi ragazzi?
Abbiate il buonsenso di comprenderli nel loro quotidiano rifiuto,
perché siamo NOI i colpevoli; noi che li abboffiamo solo
di volgare folklore e che li teniamo a bagno nella solita tinozza
delle nostre mancanze, delle nostre delusioni, della nostra inerzia!…
e quando vanno a fare gli emigranti, col posticino statale o l’officina
al nord, passano dalla nostra tinozza in ammollo nella tinozza dei
luoghi comuni e del razzismo. Come volete che campino se non nella
disperazione? Come volete che si difendano se non facendo ricorso
all’asettica abiura identitaria? Cosa credete che possano portare,
della propria Patria, in giro per il mondo?
Concludo con un preciso riferimento alle tecniche di comunicazione
che andrebbero riviste e rese più idonee ai contenuti della
Causa Meridionalista propositiva, con lo sguardo rivolto all’Attualità;
laddove per propositivo ritengo inutili e fuorvianti le proteste
in piazza se non supportate da idee alternative alla protesta, dalla
progettualità, dall’azione, dalla “grammatica” che si fa
“pratica”, dalle alleanze con altri comparti anche di altre realtà
regionali. Se solo ragioniamo sul fallimento della grande “piazza”
ovvero della Vandea che vide impegnati circa un milione di nostri
progenitori partigiani, il cui unico risultato fu quello di tramutarli
in banditi, BRIGANTI, capirete bene quanto la Protesta senza progetti,
senza propositi, senza alternative riesce unicamente a caricare
di ulteriore folklore il nostro amato Mezzogiorno. E’ la cosa di
cui non abbiamo proprio bisogno! "
Marina Salvadore
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 0
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Messaggio
N°63 del 05-12-2006 - 23:16
Tags: Politica
La politica quale missione
di Nunziante Minichiello
Gli
argomenti scabrosi o pericolosi non vanno licenziati come
tabù qualsiasi, ma affrontati con serietà e
professionalità e riportati dal rigore della osservazione
a scorrere nell’alveo delle umane cose. La politica è
sporca, se fatta da sporca gente per sporchi fini; è arte |
sublime, missione, quando è intesa come disponibilità verso
gli altri, come solidarietà, come impegno e, perché no? ambizione
a servire la società nella quale si vive perché questa sia
migliore, più sicura, più felice. Dal che discende che il
politico cammini davanti al suo popolo, di cui sia il primo
a sperimentare i sacrifici e l’ultimo a godere i benefici
e che ricordi, lo stesso politico, che più alta è la posizione
sociale e più scrupolosa deve essere l’osservanza delle norme
della comunità e la pratica delle virtù civili che la qualificano.
Se questo è essenzialmente quanto ispira la politica,
diventa ovvio il compito dei politici,che nella |

|
nostra grande Costituzione trovano le istruzioni d’uso e traggono
le ispirazioni per agire ( anche per aggiornare od adeguare,
nei modi e nelle forme previsti, la Costituzione stessa )
dalle esigenze ed indicazioni popolari oltre che dal pensiero
nazionale ed internazionale, sempre badando all’autonomia
nazionale, non confondendo cioè accettazione di principi
o di impostazioni con soggezione culturale, ideologica o politica,
soggezione che comunque resta ancorata alla propria tradizione
ed alla propria storia solamente.
Esaltare e ritenere il lavoro in tutte le sue forme e manifestazioni
l’espressione più tangibile dello spirito umano, l’orgoglio
e non la maledizione degli uomini e ridurre il capitale a
mero strumento della produzione, ricordando la tendenza di
esso capitale ad offendere la dignità dei lavoratori
e degli uomini in genere, a comprare le coscienze e schiavizzare
l’umanità, che, invece deve trovare coscienza, solidarietà
e sicurezza nella Nazione, rispettosa quest’ultima delle altrui
libertà, ma gelosa custode della propria indipendenza.
Già queste scarne e pur limitate, ma sempre conformi
alla Costituzione, indicazioni danno ampio spazio ai politici
di operare nell’interesse della popolazione. I risultati in
genere però restano quasi mediocri perché la
volontà dei politici e la realizzazione dei loro progetti,
quando ci sono, restano impantanati in una miriade di interessi
e compromessi precostituiti che quasi mai hanno sviluppi concorrenti
colle impellenti necessità popolari. Lo scontro tra
interessi di parte ed interessi della collettività
porta spesso alla vittoria dei primi, che, esaurita la richiesta
di soddisfare le proprie esigenze, solitamente trascurano
le necessità che la massa pure impone. Per evitare
di promuovere o rappresentare solamente una serie infinita
di interessi, profilanti quasi una latente guerra civile,
la politica deve guardare dall’alto, pur vivendoci dentro,
senza preferenze particolari, la polis nella quale convivono
e devono comprendersi tutte le varie manifestazioni umane,
che caratterizzano la polis stessa e la vivificano nel senso
più ampio del termine; non può, la stessa politica,
perché in contraddizione con se stessa, prendere le
mosse dai rioni, dalle zone, dai settori, dagli ambienti,
ciò che la ridurrebbe solo ad un qualsiasi sindacato,
legittimo e necessario senz’altro a prospettare esigenze e
problematiche di parte, ma del tutto insufficiente ad armonizzare
nella soddisfazione e nella giustizia le varie anime della
polis. Ne consegue l’indipendenza della politica, che deve
conoscere la realtà nella quale opera in tutte le sue
sfaccettature, ma senza mai confondersi con una di esse, che
tutte insieme devono vivere e progredire armoniosamente, ché
non è ricca una nazione che concentra tutta la ricchezza,
ad esempio, in poche mani, mentre la stragrande maggioranza
della popolazione sperimenta la più bassa miseria,
ma è solamente una nazione di pochi ricchi, ricca magari
pure di tanta ingiustizia.
E’ la politica che gestisce il ricco, che oltre certa ricchezza
non può e non deve andare e deve dare una funzione
sociale alla ricchezza, ed il povero, che deve avere la possibilità
di crescere; la politica non come casta, ma come competenza
motivata ed illuminata e soprattutto libera; la politica come
la corrispondenza di civili intenti di fraterna amicizia,
caratterizzata da prospettive di esigenze e da risposte di
accoglimento, chiare e fiduciose le prime, sollecite ed entusiaste
le seconde; la politica che accorcia le distanze ed appiana
le differenze.
Credo che con questi sentimenti ed in questo spirito possa
porsi la questione dell’affrancamento dei popoli meno fortunati,
studiando le condizioni di questi e le possibilità
di riscatto in maniera del tutto autonoma. Basterà
far circolare nelle teste certe idee per vederle realizzate
dalle braccia.
E’ in pratica un fatto culturale che definisce lo stato, qualifica
la società, indirizza la scuola, informa la famiglia,
forma l’individuo e che in definitiva scrive la storia piccola
e la storia grande di ogni popolo.
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 0
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Messaggio
N°45 del 27-11-2006 - 23:51
Tags: Politica
Inno
all'ipocrisia
di Marina Salvadore

Questo
brav'uomo nella foto è un napoletano illustre, perchè dall'altro
ieri ha una faccia di bronzo eternata nel pantheon della
napoletanità. Di lui si dice che fu un grande giurista e
che fu pure presidente della Repubblica Italiana, dopo essere
stato senatore a vita ed eletto dietro estenuante serie
di scrutini, poichè non amato dai "sinistri" e non protetto
dai "suoi" democristiani del compromesso storico. Durante
la sua presidenza, poco prima di compiere il "settennato",
un bel dì, un manipolo di Bravi del PCI e dei Radicali senza
don Rodrigo ma capitanati da una novella Pimentel Fonseca
(al secolo Camilla Cederna) lo intrappolarono in uno scandalo
terribile, costringendolo alla resa del "trono". Erano convinti
che il capo dell'intrigo Lockeed fosse lui, sotto le mentite
spoglie di tal Antelope Cobbler. Insomma, gli confezionarono
addosso un tal pacco di miserande menzogne, ch'egli fu costretto
- innocente - a dimettersi. Ma fu uomo onesto... perchè
se avesse avuto il pelo sullo stomaco, le giuste complicità
di parrocchia, da grande giurista qual era avrebbe saputo
senz'altro rivoltare l'incresciosa situazione, magari facendo
arrestare i traditori ed i mafiosi che sedevano al Governo.
Era il 1978, da allora e fino alla sua morte, 5 anni fa,
quest'uomo, pur essendo stato scagionato da ogni accusa
ma privo dell'opportuno strombazzamento pubblico di innocenza,
ha vissuto molto male il resto della sua vita: depresso,
deluso, distante. Nessuno mai gli ha chiesto pubblicamente
scusa. Non è che qui si voglia assurgerlo ad eroe o a martire
ma dopo aver visto, ieri l'altro, il nuovo inquilino del
Quirinale, napolitano di nome e di fatto, scoprirgli penosamente
il busto nuovo di pacca, tronfio di bieca ipocrisia, la
rabbia e lo schifo ci hanno prodotto una montata lattea...
e pur non avendo mai conosciuto Giovanni Leone detto Cobbler
d'istinto siamo pronti a difenderne la dignità. Il presidente
Napolitano, nella ridicola occasione avrebbe fatto bene
a dissipare seriamente le turbolenze diffamatoriamente lesive
del passato, aggiungendo a quelle sue tiepide parole di
circostanza, che il Partito al quale anche all'epoca apparteneva
si era macchiato di terribile infamità; se avesse chiesto
scusa, per questo, in quel contesto, avrebbe fatto davvero
la figura della persona perbene; quella rassicurante, degna
di rappresentare i nostri italici destini. Invece, niente...
non un commento... non una parola... non un sentimento di
vergogna. Si è limitato solo a dire del "gran giurista"
e del fatto che Leone fosse amico di suo padre... peggiorando
lo stato di malessere che ci ha colti assistendo alla disgustosa
performance di Stato.... Tiepido e formale, come quando
portò i fiorellini sulle tombe dei martiri ungheresi del
Soviet, suo nume tutelare in gioventù, del quale aveva approvato
e appoggiato ogni invasione in Europa. Che dire? Purtroppo
il Soviet non c'è più... altrimenti ce li avremmo spediti
tutti, a prendere la cittadinanza come fece Togliatti schifando
l'Italia che... ahimè... conduceva. Corre il pericolo, essendosi
estinta Madre Russia, che questi "profughi" vogliano mellifluamente
invadere, occupare, governare Madre Europa. Magari con cortei,
fiaccolate e bandiere arcobaleno, come è d'uso per dissimulare,
secondo la nouvelle vague!
Inviato
da Anonimo
il 28/11/06 @ 06:28
Dei fatti da te citati ho vaga memoria
in quanto all'epoca ero un ragazzino. Tuttavia, nel corso
degli anni, seguendo le cronache, visto che anche qualcuno
dei figli di Leone, se non erro, e se fosse chiedo scusa a
te a ll'ineressato, sono stati a loro volta coinvolti in vicende
alquanto fosche, forse un che distorto nella visione politica
sua e dei familiari c'era davvero. Con questo non voglio invalidare
le tue parole, ma forse qualcosina di vero nelle accuse che
indussero l'allora Presidente della Repubblica a dimettersi
forse c'era. Per quanto poi riguarda il formale riconoscimento
in bronzo alla sua memoria scoperto dall'attuale Presidente
in visita nella nostra città, qui sono pressoché d'accordo
con te: con tutto il rispetto per l'autorità, il suo passato
di convinto comunista, con l'approvazione dell'invasione russa
in Ungheria, lo pone in una condizione alquanto imbarazzante.
Ma per par condicio, non dimentichiamo che a suo tempo anche
Fini ha rinnegato il passato relativo alle radici politiche
del suo partito per mera operazione di lifting politico teso
ad accativarsi le simpatie di più parti. In fondo la politica
è mera ipocrisia, o no?
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Inviato
da Anonimo
il 28/11/06 @ 10:25
La politica è più che mera ipocrisia;
è menzogna allo stato puro, negazione dei valori e degli
ideali umani! Combattere una dittatura fascista con la dittatura
comunista, blandita dalla più grande dittatura del '900...
la Democratica (anti)Cristiana... è stato, negli anni del
dopoguerra e soprattutto nei feroci anni '70, un crimine
contro l'umanità. L'assurdo è che dopo trent'anni ancora
siamo costretti a subire la presenza e la gestione dei fatti
nostri da queste mummie che nulla hanno da invidiare alla
mummia di Lenin. Perchè non si riesce a mandarli all'ospizio
o a stiparli in qualche mausoleo? Perchè incombono? "Largo
ai giovani!" non era il loro motto, nell'appoggiare NO GLOBAL,
CENTRI SOCIALI, STUDENTI? Per quanto riguarda Leone, rammento
che alla Cederna fu imposto il risarcimento dei danni morali
all'ex presidente
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Messaggio
N°38 del 24-11-2006 - 23:47
Tags: Politica
L'ora
è scoccata!
Individualismo
ad oltranza del meridionale... ignavia scalpitante... chiacchiere
e pinzillacchere meridionaliste...
aggregazioniimprobabili
asservite al pagnottismo... filosofie del "tirammo 'a campa'"...
Napoli asfissiata sotto il peso di troppa folklorica iconografia...
eroi globalizzati del presente nei quali ci è difficile riconoscerci...
pletore di ambiziosi "napoleoni" in cerca di vanagloria...
eserciti di "generali senza soldati"... folle di Barabba sudisti...
ORA BASTA! La condizione presente del Mezzogiorno è terribilmente
degradata. La rabbia, la cultura e la volontà di AZIONE devono
essere il propellente per una potente "macchina" revanchista,
atta a sostituire il vapore dei luoghi comuni sudisti, che
ha circumnavigato dal 1860, senza soste, il pianeta Sud...
senza trovare porti o baie dove attraccare, vittima di gorghi
e mulinelli, di tempeste e assalti barbareschi, di sterili
nostalgie. Fermiamo il moto perpetuo dell'inconsistenza! E'
tempo di aberrante incontinenza! E' tempo di sostituire la
clownesca immagine del meridionale con l'autorevolezza della
sua Dignità Patria, delle sue Radici, delle sue peculiarità:
Basta con le malsane ideologie, con le dittature democratiche,
con le cosche, le lobbies... con la razza perniciosa degli
"intellettuali" e con quella, malinconica, degli integralisti-sudisti!
Imperi il buonsenso!... la nuda verità... la razionale etica
della Legge non scritta; quella MORALE, propria della Dignità
di chi vuole essere UOMO! Senza orpelli ma muniti di FRANCHEZZA,
senza narcisismi personali ne' intenti speculativi di qualsivoglia
estrazione, Donne coraggiose, Uomini Liberi, Giovani propositivi,
movimenti ed associazioni culturali TROVIAMOCI l'8 dicembre
p.v. alle ore 10,00 in località Bosco di Acerra, presso gli
studi di TeleAkeri per un incontro-tavola rotonda attorno
alla autentica "Questione Meridionale." L'invito è rivolto
esclusivamente a coloro che hanno a cuore il Sud, il Meridione,
la nostra Terra, la nostra PATRIA... e che vogliono incarnare
la speranza, la fiducia, il cambiamento, in quest'epoca di
buio, di crisi estrema.
Per adesioni e informazioni:
Tel. 081.8039292 336.940453 347.4911519 328.8386243
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 3
Inviato
da sarucciona
il 25/11/06 @ 12:37
Dobbiamo agire non fare tavole rotonde
!!!!!!!
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Inviato
da Anonimo
il 29/11/06 @ 13:18
questi nostri meridionali, sono
tutti pronti ad agire, in quanto ritengono, anche, le
tavole rotonde inutili e dannose, al contrario, quando
si deve agire spariscono "nun se fanne vedè". l'esempio
piu' eclatante era quello di autoconvocarsi a Napoli e
comunicare attraverso manifesti la propria volontà....
cara\o saruccina, nessun movimento o associazione si è
fatta avanti......ecco il perchè è necessario incontrarsi,
proprio per prendere "coraggio" e agire per far rinascere
questo nostro Paese un abbracio da masaniello (masaniello
è turnate..)
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Inviato da vocedimegaride
il 25/11/06 @ 16:33
Certamente bisogna AGIRE...ma non ci si può scambiare le idee
telepaticamente!
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