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Messaggio
N°365 del 19-06-2007 - 20:25
Tags: Pizza & Mandolino(luoghi comuni)
da
"I giovani napoletani" a Montezemolo
da redazione
In occasione
del decimo anniversario del Corriere del Mezzogiorno cerimonia
di premiazione anche di Message-idee in concorso: Economia a Napoli.
Presenti i soliti noti: Teresa Armato Assessore Università e Ricerca
Scientifica, Piergaetano Marchetti Presidente di Rcs Mediagroup,
Guido Trombetti Rettore Università degli Studi di Napoli Federico
II Nel corso della serata Paolo Mieli, direttore Corriere della
Sera intervisterà Luca Cordero di Montezemolo presidente Confindustria,
la cerimonia è in corso presso l’Auditorium Rai di Napoli, per
l’occasione – a giudicare dagli invitati - rinominato con un semi-
francesismo “Aubitorio”. L’evento più originale, nel contesto
della manifestazione – a prescindere dai premiolini in euro con
annesso ticket Euroflay Napoli/New York A.R. da utilizzare "meschinamente"
entro e non oltre il 30 giugno p.v. ;-) – è stato il volantinaggio
de “I giovani napoletani”, per sensibilizzare bonariamente Luca
Cordero di MontePrezzemolo in ogni minestra, con il messaggio
garbato che fedelmente riportiamo, con i nostri complimenti agli
autori, per l'opportuna diffusione, certi che la stampa di regime
- soprattutto i padroni di casa di Rai3 Campania - glisseranno.

Caro Montezemolo
ti scrivo...
Te lo diciamo con affetto, da studenti, precari, disoccupati,
giovani sognatori… Smettila di pontificare su tutto e tutti. Guadagni
7,5 milioni di euro al mese e ti lamenti per le tasse. Siedi in
14 Consigli d'Amministrazione e parli contro i doppi incarichi.
Parli contro la politica e poi, dalla stessa, ti fai nominare
Presidente della Fiera di Bologna. Parli di meritocrazia quando
tu sei arrivato ai "vertici" grazie alle spinte di famiglia, parenti,
zii e suoceri. Fa' una cosa: Goditi i tuoi miliardi (guadagnati
anche grazie all'aiuto dello Stato), le tue veline, i tuoi divorzi,
i tuoi Briatore, le tue ville...ma va' a fare il Savonarola da
un'altra parte. Con affetto
I giovani napoletani
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 4
riferimento
Inviato da
Anonimo
il 19/06/07 @ 20:57
Minchia! Ma com'è 'sto fatto? Il
Sud fa schifo, è monnezza, è cloaca però
dal Nord scendono tutti quaggiù a farsi i fatterelli loro.
Ieri, Prodi e Fini, oggi come l'altr'ieri, Montezemolo, domani
la perla di Labuan dei circoli di Forza Italia, Michela Brambilla.
Insomma, da Garibaldi in poi non riusciamo più a starcene
per i fatti nostri, a casa nostra!
Enzo Russo
___________________________________
Inviato da
Anonimo
il 19/06/07 @ 22:56
Di cosa ti meravigli? Non vedi, in giro
per le strade della città, che le botteghe di generi di
prima necessità cedono il posto ad una miriade di sportelli
bancari? Le rivendite di "moda", invece, fioriscono
di stracci e calzature tutti uguali...ma sono boutiques solitamente
aperte per il "riciclaggio"... come fanno i raffinati
russi a Milano...qui, la Camorra...con gusto volgare.... E fioriscono
i bancomat, le carte di credito, le finanziarie...tutti del Nord,
per rastrellare i soldi meridionali da investire lassù
sotto le Alpi!
marina
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Inviato da
Anonimo
il 19/06/07 @ 23:01
e quaggiù facciamo mutui, finanziamenti,
prestiti presso le banche e le finanziarie di lassù....
per comprare a rate gli oggetti del nostro desiderio, tutti prodotti
al Nord!
Carmine
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Inviato da
Anonimo
il 20/06/07 @ 09:22
come il cacio sui maccheroni questo post
di Beppe Grillo: Rompete le righe. Sta arrivando il federalismo
fiscale. I presidenti regionali del nord sono i nuovi moschettieri:
uno per tutti e ognuno per sé. La Bresso vuole il modello
catalano per il Piemonte. Galan lo vuole serenissimo e con gli
schei. Formigoni vuole alleggerire il peso fiscale lombardo. Lo
psiconano è sempre avanti a tutti. I soldi non li darebbe
a nessuno: lui vuole lo sciopero fiscale. Alla fine il discorso
è sempre quello. E’ il famoso articolo quinto: chi si tiene
i soldi ha vinto. La pubblica amministrazione è la prima
fonte di occupazione in molte regioni del sud, primissima in Roma
città. Il sud e parte del centro Italia vivono di pubblico
e di pensioni. Una regione come la Sicilia dovrebbe avere il pil
del Belgio o della Grecia. Invece è la patria degli inceneritori
e dei rigassificatori. Di Scapagnini e di Totò Cuffaro.
I Savoia quando arrivarono a Napoli si portarono via subito la
Cassa dello Stato. Da qui è nato il mito della Cassa del
Mezzogiorno. Che è diventata un trasferimento delle tasse
ai non migranti meridionali. Un modo per non spopolare il Sud.
Una forma di risarcimento a uno Stato sovrano occupato. Un Sud
assistito e abbandonato alle mafie. Un Nord senza industrie di
livello europeo. Il federalismo fiscale è un detonatore,
se passa l’Italia non c’è più. Lo sanno tutti, anche
la sinistra ambidestra. Se il Nord diventa federalista, con solo
qualche piccola enclave diessina con termovalorizzatore incorporato,
il gioco è fatto. Il federalismo fiscale, comunque, esiste
già. E’ applicato con rigore e professionalità dagli
evasori. I numeri che vengono esclamati, con lo stupore dell’indignato,
dai politici sono sempre più grandi. Enormi. Equivalgono
a dieci, venti, trenta finanziarie. Riusciamo a evadere più
di quello che produciamo. Chi evade di solito produce e chi produce
di solito sta al Nord. O mi sbaglio? E allora di che si lamenta
il Nord? L’Italia sta in piedi con l’evasione del Nord, con le
rimesse fiscali al Sud e con la pubblica amministrazione al Centro.
Un equilibrio da circo, ma chi ci crede più?
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Messaggio
N°40 del 26-11-2006 - 12:00
Tags: Pizza & mandolino (luoghi comuni)
Lo sport della zappa sui piedi
di Marina Salvadore
Mentre
"laggiù" a Sapri le istituzioni locali organizzano
in novembre l’ennesima orgia intellettuale, imbibita dei soliti
tronfi miti risorgimentali e condita di sterili nostalgie attorno
alla discutibile figura di Carlo Pisacane, trovatosi da quelle
parti a fare l' "eroe per caso" perchè in fuga
da Napoli, ove aveva compromesso una signora della buona società,
le parate continuano con il presidente “napolitano” (nomen NON
omen) in visita a Napoli, preoccupato circa il precario equilibrio
dell’Italia UNA e spaventato da un certo olezzo di rivendicazione
identitaria pre-unitaria, che promana sempre più intensamente
addirittura dalle montagne di monnezza franate su Napoli e l’hinterland.
Il presidente viene a bacchettarci bonariamente… come sono adusi
fare quei padri di famiglia che abbandonano moglie e figli nella
culla, per poi tornare dopo trent’anni a pretendere la patria
potestà e il diritto all’educazione dei pargoli… ormai
maggiorenni. Come un santa Klaus ci porta in dono, per Natale,
una “scossa”, pur di tenerci distratti dall’uso della “riscossa”,
come carpitogli leggendo le labiali durante un suo dictat senza
riserve inserito nel discorso delle celebrazioni nazionali del
4 novembre, a proposito di “secessioni” e di Unità del
“paese”. Ma i napoletani meritano questo ed altro poiché
è insito nel loro carattere uno struggente masochismo,
padre di quella tanto celebrata “carnalità” che finisce
col produrre un doloroso piacere, come nelle pratiche del sesso
estremo e si inventano ancora e ancora pervertiti giochetti da
talamo, quali – ad esempio – il “Sangennoir”, una rassegna editoriale,
con tanto di pubblicazione in commercio a cura della Kairòs
editore, che sarà presentata con tutti i fasti giovedì
30 novembre alle ore 17,00 nella Sala della Loggia del Maschio
Angioino, a cura di cotanta genìa di illustri autoctoni
ed amministratori: Francesco Pinto direttore del Centro rai di
Napoli, Aldo Putignano, coordinatore di Homo Scrivens; Pino Imperatore,
umorista e responsabile «Grandi eventi» del comune
di Napoli; l’editore Giovanni Musella; Gennaro Chierchia, curatore
del volume, e i numerosi autori di quella che - recita testualmente
la brochure dell’evento - è “Un’antologia di racconti neri,
che racchiude storie di sangue, delitti, disperazione. Napoli
l’hanno fatta nera, più di quanto lo sia nella realtà.
Il motivo? Bisognerebbe interrogare gli autori di questo libro,
ma attenzione, non è semplice: sono più di trenta
e sono nascosti in tutta Italia e all’estero, frequentano i più
importanti siti internet italiani di genere e si fanno vedere
solo in occasione dei premi letterari più ambiti. Una cosa
è certa: tutti hanno avuto un’ottima ragione per mettere
su carta una storia torbida ambientata nei quartieri di Napoli…
o forse no, forse sono solo cattivi e hanno voluto mettere il
dito nella piaga”… No comment!... Del resto, la baraonda folklorica
delle esequie di Mario Merola, tramutatasi in evento multimediale
nazionale circa i nostri costumi e la nostra cultura che parrebbe
essere esclusivamente intinta nella pratica della “guapparia”,
le nostre aberranti miserie morali e materiali, egregiamente illustrate
con minuzia al mondo dal teatro di Eduardo e dalle opere dell’osservatore-antropologo
Curzio Malaparte, sono quella zappa che continuiamo ostinatamente
a darci sui piedi. Nell’aria c’è nostalgia di Antonio de
Curtis, di Ferdinando Russo, di Giacinto de Sivo, di Giambattista
Basile… e di "napolitani" degni di appellarsi tali.
Inviato da:
vocedimegaride - Commenti: 1
Inviato
da vocedimegaride
il 26/11/06 @ 12:13
Nota dell'autore all'articolo:
della autentica Sapri i riferimenti sono al link
http://www.vocedimegaride.it/html/
Articoli/Cenerentola.htm
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