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Messaggio N°658
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Oltre il buonsenso l'esasperazione cieca

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Messaggio N°662
Tristi segni dei tempi

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Messaggio N°683
Chi di speranza vive disperato muore

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Messaggio N°701
Chi è senza peccato scagli la prima pietra!

commenti 0

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Messaggio N°701 11-06-2008 - 19:48
Tags: Rassegna Stampa

Chi è senza peccato scagli la prima pietra!

Napoli fatti viva, sennò sei molto morta
di Giuliano Ferrara

Se fossi napoletano mi vergognerei di me. Non tanto per i rifiuti, per la trasandatezza fatale della città, per la brutta figura eccetera. Napoli ha sempre scambiato con il resto del mondo, che la voleva scioccamente sorridente, un suo ghigno indecoroso che mi piace, che affascina ed è regale anche quando è laido, puzzolente. Mi vergognerei piuttosto per la totale assenza di una classe dirigente e per l'indulgenza con cui la città accetta di essere trattata, in mancanza di alternative, come una appendice coloniale fastidiosa e riottosa. I ministri arrivano in pullman, il governo è in visita all'estero, la conferenza stampa si farà nel palazzo dei Borboni, i proconsoli di lingua endogena abitano i loro appartamenti regionali e municipali ma sono virtualmente esclusi dalla vita pubblica, inabilitati anche alle campagne elettorali. Il governo decide per via commissariale da dieci, quindici anni, e non risolve alcunché, adesso si è lodevolmente messo in testa di farla finita, attrezza soluzioni che deve militarizzare, le tiene segrete fin che può, poi giù un po' di botte contro la ribellione della monnezza. Uno si domanda: ma c'è a buon bisogno un napoletano di grido, uno straccio di scrittore, di professionista, di magistrato, di accademico, un capopopolo, un filosofo, un armatore, un poliziotto, un magistrato, un calciatore, un bandito, un giornale, un ex prefetto, una lega di donne, un sindacato, una comunità religiosa, un prete, un cristiano come tanti che sappia prendere in mano, non la città, certo, che è fuori controllo da secoli, ma almeno il discorso sulla città? C'è qualcuno che sia in grado di dare un qualunque significato a quello che succede? Questo è l'impudico disastro di Napoli, inquietante e osceno, non il fatto che non si risolvano i problemi, bensì il fatto che la città ha perso la voce, non fa più nemmeno rumore, trasmette l'onda piatta e decerebrata della morte urbana, della fine della fantasia, pure quella in discarica come tutto. Eppure Napoli è l'intelligenza fatta città. Da sempre è così che ne conosciamo e onoriamo la bellezza, la prestanza culturale, l'ambizione piena di smagata capacità di affabulazione, di persuasione, tutti sempre convinti, edotti, fatti furbi e anche fessi dal Gran Signore Napoletano charmant capace di spiegare l'inspiegabile. Napoli è una delle grandi anime di questo paese, un suo profilo liberale e borghese e giacobino ma anche aristocratico e schiettamente reazionario, ma sempre ben intagliato nel fiume della parola napoletana, e davvero se quell'anima dovesse rivelarsi mortale il declino del corpo nazionale che la contiene e nutre sarebbe senza speranza. Cercasi napoletano o gruppo napoletano in grado di spiegare come mai quella è l'unica area urbana al mondo in cui non si riesce a smaltire la spazzatura. Accettasi ogni tipo di spiegazione, anche irridente, surreale, provocatoria, purché si interrompa un lungo e sinistro silenzio. Non tollerasi che tutto finisca con grevi scazzottate con la polizia di don Silvio Berlusconi intorno a dei buchi dove ricoverare le deiezioni della città. Napoli si faccia viva, sennò è molto morta.
"Il Foglio" 26, maggio 2008

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0

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Messaggio N°683 24-05-2008 - 20:46
Tags: Rassegna Stampa

Quisquilie
Chi di speranza vive disperato muore

Quando il governo Prodi era agli sgoccioli, gli italiani - anche non del centrodestra - presero a sperare in radicali cambiamenti di molte situazioni. A Napoli, specialmente, per i ben noti motivi. La strisciante campagna elettorale dei riciclati colossi PD e PDL, in odor di verginità, aveva preso il suo avvio già all'attestarsi del governo Prodi: i due anni di coatta "distrazione" per il volgo... e dal volgo subìti quale scempio... misuravano i tempi utili alla creatività industriale dei monoliti della Democrazia e delle Libertà. Le piazze italiane, tra palloncini, festoni, promesse e pinzillacchere, furono poi coinvolte nei "volemose bene" di circostanza: si alternavano i simboli e le facce sui palchi ma le promesse, i baci, gli abbracci erano terribilmente uguali. Comunque, in quelle circostanze e nell'euforia generale, prendemmo tutti a sognare (poichè da LORO MAGNIFICI sollecitati!) la detronizzazione di Bassolino e della Jervolino, lo sfascio della Corte e delle "parrocchie"... come ad un nuovo congresso di Vienna... addirittura sognavamo ad occhi aperti ceppi, ferri e Piombi di Venezia dove fargli scontare la pena per il reato di strage di un Popolo e del suo Territorio... quantomeno sognavamo che fossero chiamati a risarcire i danni di una malamministrazione e che a Bassolino e soci fossero confiscate case e ville, com'è d'uso con certi pregiudicati, da far gestire a "Libera"... Chiedevamo il pugno di ferro contro il potere criminale non contro la gente ... chiedevamo (visto che han finito col ricopiare il vecchio piano della amministrazione regionale Rastrelli) che dessero un'occhiata alla lista 2007 dei siti per le discariche compilata dal luminare Giovanni Battista De Medici, invece eccoli a Chiaiano, nella cava di tufo; quel tufo argilloso che si succhia in un niente il percolato, miscelandolo per benino alle falde acquifere.... Di monnezza in monnezza, chiedevamo che la Legalità tornasse a declinarsi almeno al condizionale con la Giustizia... che i Robespierre "giustizialisti" fossero annientati... Soprattutto, noi sostenitori di Bruno Contrada vagheggiavamo, stante le adesioni raccolte tra le sponde dei due leader, che si rendesse GIUSTIZIA a Contrada... Il sogno, la speranza, si sono infranti in un lampo: ieri a saltare come scimmie, gaudendo; oggi, affranti dall'evidenza che nulla cambierà. Restano a pigiarci il petto con il tacco dello stivale, a far da statisti occulti, gli "intoccabili" di sempre, ereditati insieme all'ingombrante mummia di Lenin dal millennio scorso... quelli da "tenersi buoni", temuti da entrambe le moderne "aggregazioni" pseudo politiche cui manca la libertà di esprimersi, per tema di rompere dei granitici equilibri, ora che tra un pasticcio e una frittata, occorre darsi alla cucina internazionale da fast food. In fondo, la monnezza e Contrada sono bazzecole, quisquilie... dinanzi alla globalizzazione dell'Economia Politica di Sion cui tutti aspirano. Si ragiona per numeri... per grandi numeri... nel PDL e nel PD: cancellati assurdamente i Partiti che erano democratica espressione della volontà e del sentimento popolare, cosa potevamo mai sperare... ora che i sacchetti della monnezza, la gente e Bruno Contrada sono solo numeri... codici a "sBARRE"? (marina salvadore)

L'inaffondabile "squalo Gianni"
Nonostante il G8 e i guai della Campania è rimasto in sella
di FRANCESCO LA LICATA – La Stampa.it

Diavolo di uno «squalo», l’immortale Gianni De Gennaro è riuscito a passare indenne anche sulle mine sparse lungo il percorso del suo presunto fine-carriera e abilmente nascoste sotto le migliaia di tonnellate di monnezza napoletana. «Non sarà il Negroponte dell’intelligence italiana», avevano predetto i sapientoni che più d’una volta lo hanno dato per spacciato, specialmente dopo la «disgrazia» cadutagli addosso col disastroso G8 di Genova del luglio 2001. E invece ai servizi di sicurezza è stato chiamato, l’ex «sbirro» che nel nostro paese si è inventato la lotta alla mafia, quando la credibilità delle istituzioni era sotto lo zero proprio nel confronto con l’antistato chiamato Cosa nostra. Affondano le radici in un tempo lontano le cento vite del poliziotto più temuto, più rispettato e più invidiato: un mito per i propri uomini, oggetto di ironie al vetriolo per i numerosi colleghi che negli anni si sono visti sorpassare da un treno in corsa. E allora ai più non rimaneva che confidare in qualche incidente di percorso che «sicuramente» avrebbe azzoppato lo «squalo», mettendolo fuori gioco. Per questo ad ogni cambio di governo si scatenava il gioco crudele del «che fine fa De Gennaro?». Ma i governi sono cambiati diverse volte e lui resiste: nominato da sinistra e confermato da destra, poi rinominato da destra e riconfermato da sinistra. E dire che di «problemi» ne ha incontrati, lo «sbirro calabrese», per dirla con quanti ne ricordano l’origine quasi a voler sottolineare un punto di ambiguità. Indicato, mai esplicitamente, come cinico carrierista e ispiratore di presunte congiure giudiziarie, le più famose i processi a Contrada ed Andreotti. I supporter di Bruno Contrada hanno provato a consegnare De Gennaro all’opinione pubblica come l’ingegnere della trama che avrebbe portato l’ex funzionario del Sisde in un carcere militare. Anche Giulio Andreotti - trascinato in tribunale dalle indagini della Dia, allora governata dallo «squalo» - ha puntato il dito contro lo «sbirro», senza mai chiamarlo per nome e ricorrendo alla metafora del «questore infedele». Ma neppure la dignitosa ostilità di un uomo potente come il «divo Giulio», neppure la bizzosa avversione di un Cossiga altalenante nei giudizi, ha avuto la meglio sulla inossidabile capacità di resistenza dello «squalo». Nato sulla strada, come poliziotto da strada, De Gennaro ha governato la nascita della polizia investigativa, allontanandola dall’aura scelbiana della Celere “cane da guardia” del potere, riuscendo a veicolare una nuova immagine di “sicurezza democratica” distante dalla ricerca esclusiva del “presidio della piazza”. Così, per esempio, si espressero i commentatori che lo difesero durante la disastrosa gestione dell’ordine pubblico a Genova. Giudizi neppure acuiti dall’avviso di garanzia successivo, giunto sull’onda delle accuse di aver cercato di truccare le carte coi magistrati di Genova. Si potrà dire che De Gennaro, divenuto col tempo uomo di potere, abbia trovato facile terreno di coltura in un ambiente tradizionalmente incline agli aggiustamenti della prima repubblica. Ma non è completamente vero, visto che un uomo come il ministro Maroni - intervenendo ieri sera a Matrix - ha detto secco che «De Gennaro è l’uomo giusto al posto giusto», tradendo così una buona parte di paternità di quest’ultima nomina. Già, Maroni. Non è nuovo, questo feeeling. Risale al 1994, primo governo Berlusconi, quando il centrodestra (quello finito nelle inchieste dello «squalo») voleva spedire lo «sbirro» alla prefettura di Palermo. Un’improvvisata riunione notturna alla Trattoria dell’Orso (allora quartier generale della Lega) fece intendere a Maroni che De Gennaro a Palermo, dopo Falcone e Borsellino, averebbe potuto fare la stessa fine di Dalla Chiesa, prefetto senza poteri. Lo «sbirro» divenne vicecapo della Polizia e conquistò per sempre Maroni.

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 7

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Inviato da Anonimo
il 24/05/08 @ 22:50
Spero che ora che il vorace De Gennaro ha raggiunto l'apice della carriera molli l'osso Contrada.
Piero

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Inviato da Anonimo
il 24/05/08 @ 23:55
Io non sono così pessimista per Contrada, ho invece qualche speranza. Per De Gennaro concordo

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Inviato da Anonimo
il 24/05/08 @ 23:55
Ho dimenticato la firma: Maria

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Inviato da Anonimo
il 25/05/08 @ 14:08
Ciao, Marina,mi dispiace, non mi trovi d' accordo. Certamente il pugno di ferro o, come scrivi tu, il tacco dello stivale sul petto non mi piace per niente, anche se mi vado convincendo sempre più che la dittatura sia ormai dietro l' angolo e sai perchà? Perchè è la gente che la vuole, è la gente che lo chiede, questa gente che invoca "Berlusconi santo subito", questa gente stanca della violenza impunita, della giustizia fantasma, dei processi farsa. Di Chiaiano temo che importi qualcosa solo ai suoi abitanti; basta leggere i commenti dei lettori sui forum dei vari giornali (e non sono solo settentrionali). Sarà perchè abito a via Epomeo e,quindi, ho vissuto in maniera più "partecipativa" la rivolta di Pianura (non dimentichiamo, però, che Pianura ha già dato per tanti anni e con tanto dolore, come adesso testimonia la verità che sta salendo a galla), ma mi sembra che da parte degli stessi napoletani vi sia un sentimento di malcelata approvazione per l' operato del governo. Qual' è l' alternativa? Ma sai che a Marano non è mai partita la raccolta differenziata? Una mia carissima amica (la mia ex prof. di matematica del liceo) mi raccontava che le si stringe il cuore a gettare nel sacchetto alla rinfusa bottiglie di vetro, tetrapax e umido, tanto più che sua figlia vive in Germania, dove fanno la differenziata anche per l' olio di cottura. E allora? Discariche no, raccolta differenziata no, termovalorizzatori no e, comunque, ci vuole tempo. Qual'è la soluzione? si vuole tutto e subito. Diceva bene Di Pietro ad Annozero (preciso che detesto sia Di Pietro che Santoro con la sua trasmissione) quando osservava che nessuno vorrebbe la discarica nel proprio terreno, che tutti hanno i propri pomodori da coltivare, riferendosi ad una donna che, intervistata, aveva affermato il suo diritto a continuare a coltivare il suo appezzamento di terra, così come prima di lei aveva fatto il padre e, ancora prima, il nonno. Dobbiamo esigere trasparenza, dobbiamo pretendere controlli, dobbiamo affermare il nostro diritto all' informazione, mai più deve accadere, come sembra si sia verificato a Pianura, che vengano sepolti addirittura i camion con il loro carico di morte, ma non possiamo, non dobbiamo indulgere nell' ostracismo, a meno che non proponiamo valide alternative, non trovi? Bacioni. Antonia Milone

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Inviato da Anonimo
il 25/05/08 @ 15:30
Antonia carissima, forse mi sono espressa male, in maniera da essere fraintesa. Figuriamoci! Mi sono riscoperta persino "nazista" nei confronti degli incivili che condividono il territorio con i NAPOLETANI veraci... e ne ho scritto abbondantemente (ultimo: il caso Ponticelli vs Rom)...Vorrei addirittura far commissariare Regione, Provincia e Comune dai militari (possibilmente sturmtruppen!)... schiafferei in galera SUBITO camorristi e "cumenda" del Nord che ci hanno abboffati di veleni e di morte, che hanno letteralmente distrutto la Campania Felix... al di là di tutti questi desideri irrealizzabili io speravo davvero, come una bambina spera nella Befana, che i principali responsabili di questo scempio napoletano fossero finalmente messi in condizione di non nuocere....invece (e ti prego di andare a leggerti il mio vecchio feuilleton del 2005 La Patata Bollente http://www.vocedimegaride.it/html/Feuilleton/PatataBollente.htm ) non è successo niente! La politica degli INTOCCABILI è sempre materia viva di ogni Repubblica: resistono come i parassiti ad ogni DDT....ma in realtà, nessuno ha la volontà o la possibilità di farli fuori. Di questi tempi, il Bassolino lo si presenta quasi come un martire della situazione: nel documentario della Wertmuller per Rai 1 e in Porta a Porta di quel gran leccaculo di Vespa, è stato quasi magnificato come VITTIMA e non come artefice della situazione. E' ancora lì, al suo posto, mellifluamente collaborativo con il nuovo Governo ed in attesa dei prossimi fondi entro il 2009... La Jervolino, tenace, è ancora assisa sul tronetto di Camerlengo di Corte di Bassolino. Ha trenta giorni per decidere dove allocare un sito di compostaggio. Spero, questa volta, che vorrà tener buoni i consigli del prof. Giovanni Battista De Medici, che già dal 2007 ha identificato luoghi idonei non in conflitto con la Sanità Pubblica e il territorio già drammaticamente violentato. La cava di Chiaiano non è un luogo idoneo... così come non lo era Pianura! Il Governo dovrebbe farsi carico innanzitutto della bonifica delle aree come Pianura e simili, dove la gente - grandi e piccini - continua a morire di cancro... poi, seguire il parere di SPECIALISTI per organizzare nuovi siti di discarica e stoccaggio, infine provvedere, con Polizia, Caschi Blu, Guardia Padana, Lanzichenecchi e Civili Napoletani, ad erigere un inceneritore per ogni provincia campana: CHI SPORCA PULISCE DA SE'!.... anche perchè COSTA PIU' SPORCARE CHE PULIRE!..... La differenziata non si è fatta fino ad ora semplicemente perchè la Regione, la Provincia e il Comune quando pure raccogliendo pattume differenziato in qualche quartiere o comune non ha provveduto - come accade anche nella civile Milano - a selezionarlo. Lo scandalo delle ECOBALLE ancora ferme sul nostro territorio e che nessuno accetta di bruciare (nemmeno all'estero) poichè ripiene di ogni rifiuto non diferenziato, insegna.... Bassolino e Jervolino hanno voluto salvarli, per far piacere a Veltroni & compagni. Questo, proprio non mi piace! E' inutile che, ora, come il ministro Brunetta, se la prendano con la ciurma quando sono da sbattere al gabbio i generali!!! Perchè non hanno adottato misure drastiche contro costoro? E' questo, ciò che auspicavamo! E' questo quanto sarebbe stato d'esempio ai barbari autoctoni che come parassiti si cibano delle briciole del Potere!
marina

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Inviato da Anonimo
il 25/05/08 @ 21:43
Basta con le chiacchiere e pinzillacchere! Sia chiaro. noi stimeremo e daremo appoggio e fiducia a coloro che ci toglieranno dalle balle Bassolino e la Jervolino e che onoreranno la dignità di Bruno Contrada! Vicky

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Inviato da Anonimo
il 29/05/08 @ 19:54
tratto da BYTE LIBERI: ...Quello che le TV non dicono sono le ragione del NO alla discarica. Non raccontano della falda acquifera al di sotto della cava che verrebbe sicuramente contaminata. Non raccontano delle abitazioni a meno di mille metri. Non raccontano del tipo di terreno di cui è fatta la cava che non è adatto a sopportare il peso di una discarica. Non raccontano le molte altre ragione per cui questa discarica sembrerebbe una pazzia. (Per chi volesse approfondire le ragioni del NO segnalo questo video). Non raccontano nemmeno che i siti alternativi per queste discariche ci sono e come. Quello che non vi dicono è che il professore De Medici esperto nel campo ha trovato e documento molte alternative a queste cave ma è stato completamente ignorato. (Qui il video di De Medici) Non si capisce come mai lo Stato sia tanto testardo su queste cave sopratutto su quella di Chiaiano... almeno fin quando non si viene a scoprire chi è il proprietario. Provate a indovinare? Si, proprio così: il proprietario è la stessa azienda che ha creato l'intera crisi rifiuti e cioè di nuovo Impregilo. Questa multinazionale appaltatrice anche dei lavori della TAV, del ponte sullo stretto, dei cantieri sulla SA-RC e di molti altri lavori sembra proprio essere la beniamina dei governi italiani sia di centro sinistra che di centro destra. Forse perché al suo interno ci sono i più potenti di Italia? Forse perché al suo interno ci sono banche molto forti? Forse perché ormai la politica è vittima e schiava della malata economia? Resta il fatto che l'emergenza rifiuti in Campania sembra essere proprio un'emergenza creata a tavolino e che le soluzioni del nuovo governo andranno ad arricchire guarda caso proprio i colpevoli della crisi. E' proprio il caso di dire: Rialzati Italia.

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Messaggio N°662 30-04-2008 - 12:14
Tags: Rassegna Stampa

Tristi segni dei tempi
da www.repubblica.it / La Lettera del giorno

LA LETTERA
"Ho trent'anni e sono incinta"
Egregio Presidente,
sono incinta. Egregio Presidente, ho quasi trent'anni, ho un lavoro, sono sposata e sono incinta. Egregio Presidente, tra un paio di settimane abortirò!! Nonostante la mia non fosse una gravidanza programmata, l'aver scoperto di essere positiva al test mi ha dato un'emozione bruciante, una felicità incontenibile. L'idea di aver concepito un figlio con l'uomo che amo è qualcosa di così forte ed intimo che è impossibile da spiegare. Ad ogni modo la mia gioia non ha visto la luce del giorno dopo. Ben presto la ragione, come spesso accade, ha preso il posto del cuore e mi ha schiaffeggiata forte, come si fa per scacciare in un colpo una forte sbronza. La verità, mio caro Presidente, è che nonostante sia io che mio marito abbiamo un lavoro, un lavoro che ci impegna 6 giorni alla settimana e che abbiamo trovato dopo infiniti "lavoretti" che definire umilianti e sottopagati è dir poco; ebbene dopo tutto ciò, ad oggi le nostre entrate ammontano a circa 1.300 euro al mese. Per trovare questo lavoro qualche anno fa ho rinunciato a portare a termine la mia carriera universitaria. Nonostante il profitto fosse elevato e la mia media superasse il 29, dissi addio ai miei studi e al mio praticantato da giornalista. Quest'ultima rinuncia fu per me la più dolorosa perché la verità è che, seppur i miei compiti di neofita fossero praticamente identici a quelli di un professionista, non ho mai riscosso neppure un centesimo dal quotidiano locale per il quale scrivevo. Il lavoro era splendido, ma non si può vivere solo di passione. Purtroppo la vita mi mise di fronte ad una scelta. Mi ero innamorata e desideravo vivere insieme al mio compagno, quindi, o perseguivo la mia ambizione, che mi imponeva però di gravare ancora sulle spalle della mia famiglia, oppure spiccavo il volo e mi rimboccavo le maniche accettando qualsiasi tipo di occupazione che mi garantisse un reddito, dandomi la possibilità di coronare il mio sogno d'amore. Scelsi la seconda strada. Scelsi l'amore! Scelsi l'amore e glielo assicuro, Signor Presidente, non c'è stato un giorno, da allora, in cui io me ne sia pentita!!! Ora però è diverso...! Presidente, ora devo scegliere se essere egoista e portare a termine la mia gravidanza, sapendo di non poter garantire al mio piccolo neppure la mera sopravvivenza; oppure andare su quel lettino d' ospedale e lasciare che qualcuno risucchi il mio cuore spezzato dal mio utero sanguinante, dicendo addio a questo figlio che se ne andrà via per sempre!! Non importa se ce ne saranno altri dopo di lui... Il mio bimbo non tornerà più!! Non tornerà mai più!!!! Ma questa è la vita!! Giusto, Signor Presidente??? Si, questa è la vita!!! Qui non c'è nessuno che ti tende una mano, nessuno che ti aiuti quando hai veramente bisogno!! E per favore, mi risparmi banalità del tipo: "Dove si mangia in due, si mangia anche in tre!!". Mi risparmi la retorica, perché è l'ultima cosa di cui ho bisogno. Sa benissimo anche Lei che se ad oggi, ad esempio, decidessi di adottare un figlio, nessun Ente mi accorderebbe mai il suo consenso. Nessun assistente sociale affiderebbe a me e a mio marito un bambino e questo perché i nostri introiti verrebbero considerati insufficienti al sostentamento di un'altra persona. Nessuno si sentirebbe di condannare quell'assistente sociale per una scelta di questo tipo, giusto?? Egli sarebbe considerato un professionista attento ai bisogni del minore. E allora mi chiedo e chiedo a chiunque sia pronto a dire che non si dovrebbe mai abortire, perché "se c'è l'amore c'è tutto", io chiedo a queste persone: "Ma hanno forse più necessità i bimbi adottivi rispetto a quelli biologici???" Credo di no, Signor Presidente!! Credo proprio di no!!!!! Comunque è inutile arrovellarsi su dubbi e domande che non troveranno una risposta e che, già lo so, continueranno a tormentarmi e ad attanagliarmi l'anima per sempre!!! Ma c'è una domanda, mio caro Presidente, a cui vorrei che Lei rispondesse: PERCHE', per il solo fatto di aver avuto la sfortuna di nascere in questo paese, un Paese che detesta i giovani, che ne ha già ucciso sogni e speranze e che ha già dato in pasto ai ratti le ceneri del loro futuro; ebbene perché per il solo fatto di esser nata qui, ho dovuto rinunciare prima alla mia ambizione a crearmi una carriera soddisfacente, e cosa infinitamente più drammatica, sono costretta adesso a rinunciare al mio DIRITTO ad essere MADRE?????????
(30 aprile 2008)

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 4

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Inviato da Anonimo
il 30/04/08 @ 23:53
Che dramma! qualunque mamma può capire il dolore di questa ragazza e pur essendo io contrarissima all'aborto mi rendo conto che in casi del genere la tentazione può venire. In questo senso è più che mai necessario cambiare la legge in modo che da prevedere un intervento dello Stato in aiuto di persone con queste gravissime difficoltà.
Maria

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Inviato da Anonimo
il 01/05/08 @ 15:06
Ovviamente lei la scelta l'ha già presa. E, va da sé, ne dà la colpa a «questo paese, che detesta i giovani», e la costringe a rinunciare a quello che lei chiama il suo «diritto ad essere madre». Eppure "Sandra" non è affatto costretta ad abortire. La «mera sopravvivenza» del bambino potrebbe assicurarla senza rimetterci un euro. Esiste una legge per l'adozione. Lei può portare a termine la gravidanza, mettere al mondo il bambino che sostiene di amare tanto e affidarlo, in modo anonimo, a una famiglia che avrà la disponibilità economica e l'amore necessari per trattarlo nel modo migliore. La giornalista che la intervista, timidamente, accenna alla possibilità: «Non ha pensato alla possibilità di farlo nascere e poi darlo in adozione?». La risposta è raggelante: «Non lo farei mai. Mai, per nessun motivo. Sapere che esiste da qualche parte nel mondo un mio bambino e io non mi occupo di lui sarebbe lo strazio peggiore». L'egoismo vero è qui: saperlo vivo e in salute, magari mentre gioca con i genitori adottivi, le fa molto più male che ucciderlo in grembo. Non contano la vita del figlio, la sua felicità. Conta solo il possesso: se non posso averlo io, non deve averlo nessun altro. L'amore materno è tutt'altra cosa. Se ne trovano tracce anche sul sito di Repubblica, nei commenti lasciati dai lettori: «Alla mia prima gravidanza avevo 29 anni... Dal momento che ho deciso di tenere il mio fagottino ho lottato contro chi mi ha tolto il lavoro, contro la precarietà più totale e il disagio di affrontare tutto da sola, visto che sono andata a vivere con il mio attuale compagno solo da quando nostro figlio aveva 6 mesi... Ora sono in attesa per la seconda volta e sul lavoro affronterò gli stessi problemi se non peggio, perché ora sono due e non uno... Ma chi mi ha dato tutta la forza a risolvere i miei problemi è stato proprio mio figlio». Anche gli uomini hanno qualcosa da dire: «Ho 33 anni. La mia compagna è disoccupata e fa qualche lavoretto qua e là quando capita, io prendo uno stipendio di 1.600 euro al mese, viviamo in affitto (400 euro al mese) e abbiamo una bellissima bambina che compirà un anno tra pochi giorni. Non vado in palestra perché non me lo posso permettere, non ho Sky, ma riesco ad avere un pediatra migliore di quello della Asl. Spesso sono a cena dai miei suoceri. Per noi non faccio la spesa tutti i giorni, ma per mia figlia sì. Per lei tutto, per lei lavorerei anche di notte». Eroi normali che si fanno un mazzo così senza lamentarsi né dare la colpa al «sistema», che sorridono felici quando danno al figlio il bacio della buonanotte e a scrivere al presidente della Repubblica non ci pensano proprio. E per finire, visto che tutto gira attorno ai soldi e la difesa della vita sembra roba da fondamentalisti cristiani, parliamo anche della cifra. "Sandra" e il suo compagno, che piangono miseria, non devono affrontare spese per la casa. «Ci ospita una mia vecchia zia», fa sapere la ragazza. Ma davvero 1.300 euro al mese, senza affitto da pagare, non bastano a sfamare due adulti e un bambino? Ogni giorno, milioni di famiglie italiane dimostrano il contrario. Diciamolo: dipende solo da quanto si ha voglia di rimboccarsi le maniche e accettare qualche rinuncia. Toglietemi tutto, ma non il mio cellulare.
E lo chiamano progresso.
di FAUSTO CARIOTI su Libero Maria

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Inviato da Anonimo
il 01/05/08 @ 15:56
Concordo perfettamente! Ci siamo dimenticati, forse, che nelle nostre normalissime famiglie d'origine lavorava solo il papà..la mamma era casalinga e di figli ce n'erano almeno tre cui assicurare vitto, alloggio e scuola dell'obbligo?...Già...a quei tempi, vivaddio, avevamo solo due paia di scarpe: uno per l'estate, l'altro per l'inverno...c'erano i calzolai a rimetterle a nuovo ad ogni stagione...ora, provate a cercare un calzolaio nella vostra città!!!...non c'erano i cellulari ed i palmari da sostituire ad ogni annuale Salone della Tecnologia: c'era la SIP...e se il simplex era un lusso, ti abbonavi al duplex.... La domenica era festa perchè a pranzo c'era la carne con le patate: pollo o spezzatino...infatti, eravamo pure più sani è meno soggetti al cancro del colon... La nutella si comprava sfusa, per i bambini, occasionalmente... e le costose e velenose merendine erano sostituite dalle torte fatte in casa... i bambini ricevevano semplici giocattoli solo a Natale e non ogni santo giorno...ed a scuola ci andavano con il grembiulino, per evitare di suscitare inutili gelosie tra i figli bene abbigliati dei ricchi e quelli un po' rammendati dei meno abbienti... non c'erano gli zainetti, le matite, il portapenne e il diario della Barbie o dei Gormiti... Cacchio! Come vivevamo bene, una volta!
marina

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Inviato da Anonimo
il 02/05/08 @ 12:51
Non condivido questa lettera: i nostri nonni campavano con molto meno di noi e avevano anche 10 figli. Oggi vi sono numerosi "bisogni" indotti: telefonino, creme, parrucchiere ogni settimana, sigarette, vizi vari... e c'è l'egoismo di non fare sacrifici. Un figlio lo si vuole possedere non essere in comunione con lUI. QUESTA è UNA MAMMA EGOISTA COME LA SOCIETA' COEVA. Saluti. Antimo Ceparano. P.s. Due persone che lavorano non possono guadagnare 1300 euro a meno che non lavorino per quattro ore al giorno da MAC DONALD'S. Specie se lavorano dopo lavoretti vari...

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Messaggio N°661 29-04-2008 - 14:31
Tags: Rassegna Stampa

"Mannaggia 'a Marina!"

Pur condividendo i contenuti dell’allarmante denuncia nell’articolo che segue, in ordine all’infausto declino delle attività marittime e marinare cui il nostro Paese sembrava essere particolarmente votato per naturale vocazione geografica e d’ingegni, non possiamo non rilevare nell’excursus storico “marinaro” fatto dagli illustri autori e che va dagli antichi romani, alla “Serenissima” fino ai giorni nostri la colpevole censura del glorioso trascorso della Marina Napoletana. Questa redazione ha già lamentato la carenza d’informazione presso gli autori del dossier storico-navale e vi invita a fare altrettanto, scrivendo al Corriere della Sera. A maggior ragione, persistendo questa letale ignoranza storica del nostro glorioso passato, si rende quantomai necessaria la rivendicazione di un Museo Storico Navale a Napoli, per il quale abbiamo lanciato in rete una petizione pubblica da sottoscrivere a furor di popolo al link http://www.petitiononline.com/2008navy/petition.html

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da www.corriere.it : Nei porti italiani le navi non entrano più - Vecchi per le portacontainer - Traffico a rischio - Siamo un popolo di poeti, santi ed ex navigatori…. “…Certo, siamo pieni di yacht di lusso, motoscafi e barchette cacciapesca…. Fino a una dozzina di anni fa i bastimenti più grandi portavano duemila container standard da 13 metri che in gergo internazionale sono chiamati Teu. Dal 2000 ne portano quattromila e poi è partita una gara mostruosa a chi fa le navi più immense. Un rapporto di Brs-Alphaliner, una società di monitoraggio che tiene d’occhio l’evoluzione della flotta commerciale planetaria, riferisce che il mondo è pieno di giganteschi cantieri dai quali entro il 2010 usciranno complessivamente 311 bestioni in grado di portare oltre 7.500 Teu e 95 in grado di portarne oltre 10.000. Bene: non una di queste navi smisurate, che «pescano» più di 15 metri e mezzo sotto il pelo dell’acqua, potrà mai entrare, salvo che a Trieste sul quale però pesano altri handicap, in un porto italiano. Oddio, al molo di Genova ha attraccato la danese Emma Maersk, che è lunga 397 metri cioè quanto quattro campi da calcio e porta 11.400 container con 13 (tredici!) uomini di equipaggio. Ma era solo una simulazione al computer: i fondali del porto ligure, infatti, non sono abbastanza profondi per accogliere l’Emma né le sue dieci sorelle che la Maersk ha messo in cantiere con capacità perfino maggiori. Una volta, quando il mare era «nostrum», le facevamo noi le navi più grosse. I romani arrivarono a dominare il Mediterraneo con le muriophortoi, alla lettera «portatrici di diecimila anfore», bestioni da 500 tonnellate. Per non parlare di certe imbarcazioni eccezionali come quella fatta fare apposta da Caligola per portare a Roma l’obelisco che oggi svetta in piazza San Pietro. Quanto ai veneziani, l’Arsenale è stato a lungo il più importante stabilimento industriale del mondo Così grande da impressionare Dante Alighieri che nella Divina Commedia magnifica la catena di montaggio: «Chi fa suo legno novo e chi ristoppa / le coste a quel che più vïaggi fece; / chi ribatte da proda e chi da poppa; / altri fa remi e altri volge sarte». Nei momenti di punta ci lavoravano in diecimila a ritmi tali che nel solo maggio 1571, alla vigilia della battaglia di Lepanto, riuscirono a varare 25 navi. Quasi una al giorno. E da lì uscivano le «galee grosse da merchado» lunghe 50 metri, dotate di tre alberi per vele latine e spinte nei giorni senza vento da 150 vogatori disposti a terzine su banchi a spina di pesce. Eravamo forti, allora. Commercialmente e militarmente. E lo siamo rimasti, con le nostre flotte e i nostri porti, fino a non molti decenni fa. Il declino, però, è stato rapidissimo. Nel 1971, ha scritto Bruno Dardani, che prima sul Sole 24 Ore e poi su Libero Mercato cerca da anni di lanciare l’allarme, «i quattro porti di Genova, Marsiglia, La Spezia e Livorno coprivano il 20% del traffico europeo» e di questa quota Genova rappresentava quasi i due terzi facendo da sola il 13% del totale continentale. Tredici anni dopo, nel 1984, il traffico sotto la Lanterna era crollato al 4 e mezzo per cento. Scarso. Colpa dei costi: nel momento chiave in cui i porti dell’Europa del Nord si giocavano tutto per arginare l’irruzione della concorrenza orientale, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, movimentare un container pieno costava a Rotterdam il 56% in meno di quanto costasse a Genova. Colpa degli spazi perché, fatta eccezione per Gioia Tauro, i nostri porti sono antichi e hanno le case che incombono sulle banchine. Colpa dei partiti, che hanno occupato anche questi territori se è vero che almeno 18 sulle 24 autorità portuali sono in mano a persone di origine diessina. E colpa della sordità della nostra classe dirigente, che non ha ancora capito come sulle rotte marittime transiti quasi il 95% del commercio estero del continente. Commercio dal quale, nonostante ci riempiano la testa di chiacchiere sull’«Italia piattaforma portuale d’Europa», stiamo finendo progressivamente ai margini. Basti dire che nel 2005, dopo qualche anno di «ripresina» seguita alla legge che nel ’94 liberalizzò un po’ di banchine, siamo stati l’unico Paese Ue a perdere quote nel traffico dei container, calato di oltre il 3% mentre cresceva del 10% in Spagna e del 14% a Rotterdam. Le statistiche del centro studi del porto di Amburgo sono implacabili. E dicono che dei primi venti porti del mondo nel 2006 neppure uno era italiano. E che anche il successo abbastanza casuale di Gioia Tauro, che era nato come polo industriale e si era ritrovato a essere tra i primi porti europei per container grazie ai fondali e agli spazi nonostante le sgarrupate infrastrutture di collegamento con la disastrata Salerno-Reggio Calabria, appare compromesso. Era arrivato a essere nel 2004 il 23° scalo mondiale con 3 milioni e 261.000 container. Ma da allora non ha fatto che arretrare fino a scendere sotto i 3 milioni, per essere via via sorpassato nel 2006 da Giacarta, Algeciras, Yokohama, Felixstowe per non parlare della cinese Xianem che allora stava 400.000 container indietro e adesso sta un milione abbondante più avanti. Certo, nel 2007 c’è stata una ripresa. Però... Ed è idiota maledire il cielo e i limiti della Vecchia Europa: è tutta colpa nostra. Dal 2000 al 2006 a Genova il traffico di container è aumentato del 10%. E intanto cresceva a Rotterdam del 54%, a Brema e ad Algeciras del 61%, a Barcellona del 65%, ad Anversa del 71%, a Valencia del 99% e ad Amburgo del 108%. Cosa c’entra l’invettiva contro la Vecchia Europa? Niente. Solo che gli altri, coscienti che sul container si gioca il futuro, ci investono. E noi no. Prendi la Spagna. Mentre noi tagliavamo, spiega Bruno Dardani, loro in soli due anni, 2007 e 2008, hanno deciso di investire sui porti quasi 3 miliardi di euro. Risultato: loro sono in vertiginosa ascesa, noi sommando tutti e sette i principali porti italiani catalogati dall’ufficio statistico di Amburgo (Gioia Tauro, Genova, La Spezia, Taranto, Livorno, Venezia e Trieste) arriviamo a movimentare 7.818.974 container. Cioè poco più della sola Anversa e 2 milioni in meno della sola Rotterdam. O se volete un terzo del solo porto di Singapore. A Barcellona, consapevoli di essere obbligati ad ampliare il porto per tenere il passo del mondo, hanno deviato la foce del fiume Llobregat, preservato un’oasi faunistica per far contenti gli ambientalisti e creato spazi per 30 chilometri di banchine. A La Spezia la richiesta di dragare i fondali è stata tenuta ferma per anni finché è stata sbloccata nel 2007 solo a una condizione: tutti i fanghi rimossi, considerati da certi verdi integralisti tossici e pericolosissimi, devono essere messi in migliaia di costosi sacchi speciali con l’interno in pvc assorbente e portati da un’altra parte. Risultato: li spediamo, pagando, ai belgi. Che incassano 100 euro a tonnellata, prendono i nostri «spaventosi» fanghi tossici consegnati a domicilio e li usano per fare nuove banchine ad Anversa con le quali aumentare il loro vantaggio già abissale su La Spezia e gli altri porti nostrani. Ridono di noi, all’estero. Ridono e si portano l’indice alla tempia: italiani picchiatelli! E come potrebbero non ridere, davanti a certi sproloqui? Le «autostrade del mare »! Il primo a parlarne fu addirittura Costante Degan, un vecchio democristiano veneto piazzato alla Marina mercantile. Ministero, tra l’altro, non solo abolito a partire dal primo governo Berlusconi ma scomparso perfino come delega a qualche straccio di sottosegretario. Come se il mare che bagna 7.458 chilometri delle nostre coste esistesse solo per scaricare liquami o farsi una nuotata nei giorni di solleone… (2 - Continua) -
Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella 29 aprile 2008

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Messaggio N°660 28-04-2008 - 23:46
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Oltre il buonsenso l'esasperazione cieca
di Rino Cammilleri

Omo
Il padre John Flynn, dei Legionari di Cristo, riferisce alcuni fatti del mondo anglosassone sull’agenzia Zenit (27 aprile 08). In Canada, per esempio, la foia di legge sulla parità omo-etero sta mettendo fuori gioco la libertà di espressione, specie quella cristiana. Un insegnante del British Columbia, Chris Kempling, è stato più volte sospeso dall’insegnamento, senza stipendio (una volta per tre mesi), per avere espresso idee cristiane sul problema dell’omosessualità. Il College of Teachers si è messo anche a spulciare le sue lettere a quotidiani dal 2003 al 2005 e, avendovi trovato ben dodici «reati», lo ha citato in giudizio. Così il vescovo di Calgary, Fred Henry, ha sbottato: «Le leggi sui diritti umani, emanate originariamente come scudo, vengono ora usate come spada». Infatti, il periodico Catholic Insight Magazine è stato querelato per «violazione dei diritti umani» in alcuni articoli in cui aveva illustrato l'insegnamento cattolico sull'omosessualità. E lo stesso vescovo è stato citato due volte in giudizio per i «commenti discriminatori» contenuti in una sua lettera pastorale sul matrimonio. Né va meglio in Inghilterra. Qui il vescovo anglicano Anthony Priddis è stato condannato a frequentare «corsi per le pari opportunità» e a pagare 47mila sterline a un omosessuale che aveva rifiutato di assumere come «animatore giovanile». La coppia cristiana Eunice e Owen Johns, che accoglievano nella propria casa una ventina di bambini durante il fine settimana per dare ai genitori un po’ di respiro, si sono visti togliere il permesso dalle autorità del Derby City Council perché rifiutano di dire ai bambini loro affidati che l’omosessualità è uno «stile di vita» come un altro. L’Irlanda, infine, è stata strigliata dalla Commissione Europea per una sua legge che permette a scuole e ospedali religiosi di non assumere persone non in sintonia con i propri principi etici. Lasciamo perdere, per ora, una Commissione che era nata per integrare gli europei tra loro e non per imporre agli europei la propria minoritaria filosofia. Quel che personalmente mi preoccupa è il trend: quando l’omosessualità diverrà obbligatoria, vorrei essere avvertito per tempo perché non ho il porto d’armi.

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Inviato da Anonimo
il 29/04/08 @ 00:53
Bel trend davvero: adesso sono le minoranze che si impongono sulla maggioranza dei cittadini. Il mondo alla rovescia!

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Messaggio N°659 25-04-2008 - 13:50
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"LIBERAZIONE"

Liberazione vuol dire Riscatto non Ricatto
Il 25 aprile, comunemente detto giorno della Liberazione, analogamente ad un altro giorno di “liberazione” dell’epopea risorgimentale del gennaio 1861, segna solo il confine tra una dittatura e l’altra. E’ l’abusata retorica delle due “R”: Risorgimento e Resistenza che - soprattutto al Sud – sono confluite per biologica evoluzione nell’unica grande “R” del Rinascimento Bassoliniano. Tutti i caduti di ogni parte si sono immolati, con idee diverse , in nome della Patria e da essa sono stati, poi, tutti traditi. In ricorrenze istituzionali come queste, imposte fino alla nausea come modelli di virtù, dogmi della summa teologica di una sinistra arcaica di stampo sovietico rigeneratasi in manageriale sinistra giacobina, si dovrebbero commemorare i morti di entrambe le fazioni e non solo quelli di comodo al retaggio politico, voracemente abusati anche nel loro riposo eterno oltrechè traditi negli ideali, poiché i morti di ogni fazione hanno combattuto per la propria Causa, credendoci… ed il sacrificio di se’ per un’idea non è un valore politico ma umano: dai reazionari antisabaudi del Mezzogiorno, ai partigiani dei monti ed ai ragazzi di Salò, fino ai martiri ed eroi dei giorni nostri che in battaglie ancora più aspre e crudeli, dove i fucili e le bombe sono stati sostituiti da carte bollate, continuano ad immolarsi per la LIBERTA’. Si dovrebbe celebrare, di questi tempi, tutte le ricorrenze osannanti la retorica della LIBERAZIONE intendendola quale fine a se stessa ovvero - di liberazione in liberazione - liberare le istituzioni del marcio, dei suoi fantasmi, dei suoi capri espiatori. Perché LIBERAZIONE fa rima con ONESTA’ ed è solo un canto afono in un teatro di sordomuti quando insiste nel coniugarsi alla voce “POTERE”.
LIBERATECI BRUNO CONTRADA!
marina salvadore

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da www.repubblica.it - CONTRADA: DALL'OSPEDALE SCRIVE A GRASSO, MI ASCOLTI - L'ex dirigente del Sisde Bruno Contrada, condannato definitivamente a 10 anni per concorso in associazione mafiosa, ha chiesto un colloquio al procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Lo ha reso noto il suo difensore, avvocato Giuseppe Lipera. In una lettera inviata a Grasso dall'ospedale di Santa Maria Capua Vetere dov'e' stato trasferito il 17 aprile scorso dal carcere militare a causa di una crisi di astenia, Contrada specifica che l'incontro richiesto e' relativo all'esposto-denuncia da lui presentato il 27 marzo 2007 alla Procura di Caltanissetta e concernente le stragi Falcone e e Borsellino. Il 7 aprile scorso Contrada aveva reso al riguardo dichiarazioni al magistrato di sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, delegato dal gip di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza

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da http://lnx.casertasette.com - S.M. Capua Vetere: Bruno Contrada ancora in ospedale - SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) - Sono stazionarie le condizioni di Bruno Contrada, ricoverato dallo scorso 17 aprile all'ospedale San Giuseppe e Melorio di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). A quasi una settimana dal suo ricovero, secondo quanto conferma la direzione sanitaria, l'ex funzionario del Sisde resta, dunque, in ospedale. Contrada sta scontando una condanna a 10 anni di reclusione per concorso esterno ad associazione mafiosa.

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da www.loccidentale.it - Contrada merita la grazia non il colpo di grazia - di Luigi Compagna - La cronaca si accanisce contro Bruno Contrada. Proprio dove egli è recluso, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere alcuni sanitari, funzionari, agenti di custodia si adoperavano per attestare l’incompatibilità di alcuni detenuti con il regime penitenziario. Di qui un florido mercato di diagnosi false a beneficio di uomini della camorra rimessi in libertà (ammalati, drogati, anoressici, con esigenza di frequenti contatti con la moglie, di cure disintossicanti, di cibi sostanziosi…). A leggere i giornali dei giorni scorsi, tornava alla mente il dramma di Contrada; ed involontariamente gli si faceva ancora più male: quasi si calpestava quella “ultima tunica” di dignità che lo sfortunato servitore dello Stato si porta addosso come se gli premesse non meno dell’affetto dei suoi cari. Non c’è dubbio che questo genere di oltraggio Contrada non lo meritasse. Le cose avevano già incrudelito sulla sua persona. La stessa ipotesi della grazia era stata posta in tempi e modi confusi. Se ne era parlato sinora soltanto sotto il profilo della procedura ed in termini di ping-pong fra Esecutivo e Corte Costituzionale. Non tutto può essere riducibile a questioni di procedura. Quando fra il diritto di punire dello Stato e il diritto alla vita dell’uomo si determina tale e tanta incompatibilità, proprio l’istituto della grazia serve a restaurare sovranità e credibilità della Costituzione. Tutto il resto rischia ormai di essere mera abdicazione di responsabilità. Nelle monarchie costituzionali, certo, è più facile tener viva l’idea che la giustizia emani dal sovrano. Si capisce meglio perché la grazia sia un potere esercitato dal vertice dello Stato, a prescindere da sentimenti e risentimenti popolari. La ricerca di un equilibrio tra responsabilità governativa e prerogativa del re indusse a suo tempo Crispi e Pelloux a moderare le loro ansie di repressione. Nel tormentone del caso Sofri, la Repubblica è parsa invece infilarsi nel labirinto dell’ipocrisia. Nel caso Contrada si vorrebbe negare che ci si trovi davanti ad un caso. Sicché spetta davvero al Presidente della Repubblica diradare al più presto le ombre ad personam che incombono sulla vicenda. Non sempre lo iustum può essere identico allo iussum e quando si pretende che sia così vuol dire che la democrazia liberale ha ceduto terreno alla democrazia giacobina.

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Inviato da scrivisulmioblog
il 25/04/08 @ 23:08
Ciao! Ti invito a visitare il Blog: http://blog.libero.it/scrivisulmioblog

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Inviato da Anonimo
il 25/04/08 @ 23:34
In quest'ultimo periodo ho visto più partecipazione del solito e mi auguro che sia segno che corse qualcosa si muoverà. Speriamo che questo 25 aprile sia la vigilia della liberazione del nostro Bruno.
Maria

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Messaggio N°658 23-04-2008 - 22:05
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L'eterno dramma dell'emigrazione
da www.corriere.it

SUD LA NUOVA EMIGRAZIONE - Ogni anno 270 mila persone vanno al Nord. Lavorano, ma le famiglie devono aiutarli Non c’è stato partito che in campagna elettorale non abbia promesso il rilancio del Mezzogiorno e adesso perfino la Lega, con Roberto Calderoli, dice che «la questione settentrionale non può essere risolta se non si affronta la questione meridionale». È successo anche che Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un nuovo documento comune per il Sud. E, ovviamente, non sono mancati gli appelli degli economisti ad affrontare l’annoso problema delle «due Italie». Ma adesso, dopo il voto, chi si ricorderà di tutto questo? Le persone in carne e ossa, intanto, cercano in prima persona una soluzione. Che spesso è la nuova migrazione da Sud a Nord. Che, ovvio, non è più quella degli anni Cinquanta e Sessanta, dei contadini poveri e ignoranti che con la valigia di cartone si trasferivano nel triangolo industriale per lavorare in fabbrica. Ma che, se è molto diversa qualitativamente, tocca però le stesse vette numeriche di allora. Ogni anno, infatti, si spostano dalle regioni meridionali verso quelle del Centro-Nord circa 270 mila persone: 120 mila in maniera permanente, 150 mila per uno o più mesi, dice l'istituto di ricerca Svimez. Un dato vicino a quello dei primi anni Sessanta, quando a trasferirsi al Nord erano 295 mila persone l’anno. Una città intera che si sposta Parlare di 270 mila uomini e donne che ogni anno vanno da Sud a Nord per lavorare o per studiare significa immaginare una città come Caltanissetta che si sposta tutta intera per trovare un futuro. Anche i contorni economici del fenomeno sono profondamente diversi da quelli del dopoguerra. Allora le rimesse degli emigranti generavano un flusso di risorse discendente, dalle regioni settentrionali a quelle del Mezzogiorno: servivano a mantenere le mogli o i genitori anziani rimasti al paese e magari a mandare avanti i lavori per costruire o ampliare la casa. Oggi, al contrario, i soldi risalgono la Penisola, per sostenere gli studenti meridionali nelle Università del Nord o i lavoratori precari che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, ma che tirano avanti con l’aiuto delle famiglie d’origine (comprese le pensioni dei nonni) con l’obiettivo di raggiungere poi il contratto a tempo indeterminato. Il trend consolidato Al ministero dello Sviluppo Economico, il viceministro Sergio D’Antoni ha stimato con i suoi tecnici che si arriva a circa 10 miliardi di euro che per tutti questi motivi (compreso il mancato sviluppo nel Sud) «emigrano» ogni anno dal Mezzogiorno al Nord. Il che non è esattamente il massimo per un Paese che dovrebbe ridurre le distanze tra le due Italie. Spiega Delio Miotti (Svimez) che da tempo studia la nuova migrazione: «Negli ultimi anni si sta consolidando un trend: più di 120 mila persone all’anno si spostano dal Sud nelle regioni del Centro-Nord cambiando residenza. Sono in gran parte giovani, tra i 20 e i 45 anni, diplomati, ma uno su cinque è laureato. A questi bisogna aggiungere altri 150 mila che si trasferiscono al Nord come pendolari di lungo periodo, cioè per almeno un mese. Sono studenti o lavoratori temporanei che non si possono trasferire stabilmente perché non hanno un reddito sufficiente per mantenersi e per portare la loro famiglia nelle regioni settentrionali, dove la vita è più cara ». Ma se è così, perché questa emigrazione non fa più notizia? «Perché chi emigra —risponde D’Antoni— non ha problemi d’integrazione con la realtà del Nord: spesso è un giovane che usa Internet e parla inglese come i suoi coetanei settentrionali. Non diventa quindi un caso sociale, come negli anni Cinquanta. Quella di adesso è perciò un’emigrazione invisibile, silenziosa ». Eppure ci sono comuni che lentamente si vanno svuotando delle energie migliori. Quelli a più alto tasso migratorio (intorno all’8 per mille annuo) sono in Calabria: Cirò, Petilia Policastro, Dinami, Rocca Imperiale. La zona di Cirò, in provincia di Crotone, tra il ’91 e il 2006 ha visto un calo di popolazione del 34% circa. I giovani studenti Se ne vanno parecchi giovani per studiare nelle Università del Centro- Nord: 151mila nell’anno accademico 2005-2006. Più di 36 mila sono partiti dalla Puglia, 25 mila dalla Calabria, 24 mila dalla Sicilia, 23 mila dalla Campania. Una parte di questi non torneranno più indietro. L’agenzia governativa Italia Lavoro ha calcolato che a fronte di 67 mila neo-laureati del Sud previsti in ingresso nel mercato del lavoro nel 2007, le imprese industriali e dei servizi del Mezzogiorno hanno espresso, nello stesso anno, una domanda di laureati pari a 12.390 unità, il 16,4% del totale. Anche se si sommano i neolaureati richiesti dalla pubblica amministrazione e dal lavoro autonomo, si può stimare che circa la metà dei giovani che si laureano nelle regioni meridionali è di troppo rispetto alla domanda locale. Nessuna meraviglia, conclude quindi Italia Lavoro, se questi giovani cercano lavoro altrove e se il 60% dei meridionali che si laurea al Nord, vi rimane anche dopo la laurea. Per necessità, più che per scelta. Gli incentivi Ora non ci sarebbe niente di male se questo fenomeno fosse indice di una società mobile, all’americana. Il fatto è che in Italia questo movimento è a senso unico, con un progressivo impoverimento del Mezzogiorno. Per combattere questo trend i vari governi hanno provato a incentivare fiscalmente le assunzioni nel Sud. Nell’ultima Finanziaria è stato inserito anche un bonus di 400 euro al mese per sei mesi per i neolaureati che svolgono stage nelle imprese del Sud che, se poi li assumono, ricevono un contributo di 3 mila euro. Il meccanismo sta funzionando, afferma D’Antoni. Ma non è solo un problema di incentivi. Paolo Sylos Labini, il grande economista morto nel 2005, che amava il Mezzogiorno, ripeteva che la questione meridionale prima ancora che economica è una questione civile. In altri termini, non è solo la domanda di lavoro qualificato che deve aumentare, ma devono migliorare anche le condizioni generali di vivibilità, dal funzionamento della pubblica amministrazione al controllo del territorio da parte dello Stato contro la criminalità. Altrimenti, in silenzio, i migliori se ne vanno.
Enrico Marro 23 aprile 2008

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UNA STORIA D'ORDINARIO RAZZISMO - Basiglio, il caso dei bimbi sottratti ai genitori - «Il disegno osé era una trappola» - I genitori: i nostri figli non c'entrano, picchiati perché meridionali MILANO — «Erano in tre. Un vigile e due assistenti sociali. Mi hanno detto: "Stia tranquilla e non faccia scene, prepari le cose dei suoi bambini e ce li consegni". Li hanno portati via così. Senza una spiegazione. Da allora non li ho più visti». Il volto è pallido, come quello di suo marito. Lucia e Pietro hanno smesso di mangiare, da 41 giorni aspettano che Giorgia e Giovanni (9 e 13 anni, i nomi sono di fantasia) tornino a casa, in quell'appartamento di Basiglio — il Comune più ricco d'Italia — «dove forse non siamo degni di abitare». Trattengono le lacrime a forza. «Ci hanno trattato come terroristi. Ma né noi, né i nostri figli abbiamo fatto niente. Quel disegno non è della mia piccola». Sarà il Tribunale per i minorenni di Milano a decidere sul futuro dei due fratellini. E a stabilire chi è il vero autore del disegno hard, trovato sotto il banco della bimba, con la scritta «Giorgia fa sesso con suo fratello per 10 euro». Il giudice che si sta occupando del caso ha rilevato «perplessità» sulla vicenda, facendo notare «dubbi consistenti » sulla mano (forse di una compagna di Giorgia) che ha tracciato la vignetta. Ma non è abbastanza per far tornare i bimbi a casa: Giorgia e Giovanni restano in due comunità diverse. Mandare giù ancora. Stringere i denti. Sperare. Difficile per un padre e una madre che da oltre un mese non vedono i loro bambini. E che raccontano la loro versione: «Mia figlia — dice Pietro — è stata tante volte presa a calci e pugni dalle compagne di classe. La prendevano in giro perché noi non abbiamo un'auto sportiva, perché non le compro scarpe all'ultimo grido. Ma per me i regali hanno un valore. Se li vogliono, i miei figli devono dimostrarmi qualcosa ». Due bambini vittime del bullismo, della crudeltà dei loro coetanei. Ecco la verità di Pietro e Lucia, genitori disperati che continuano a ripetere: «Non facciamo mancare niente ai ragazzi ». Una famiglia normale. «Eppure i servizi sociali hanno interpellato mia moglie e me solo dopo averci sottratto i bambini ». La sera è il momento peggiore: «Chi ce la fa a mangiare con questo peso?». Il sospetto: «Ce l'hanno con Giorgia e Giovanni solo perché sono figli di meridionali». L'avvocato dei due coniugi, Antonello Martinez, parla di «pregiudizio e classismo da parte di una comunità ricca e intollerante». E Pietro conferma: «È come se stare a Basiglio fosse un peccato». Una versione smentita dal sindaco, Marco Cirillo: «Facciamo della solidarietà la nostra bandiera». Ancora: «Non siamo razzisti, qui vivono mille stranieri, di cui 350 filippini». Graziella Bonello, la preside della scuola di Giorgia e Giovanni, per questa sera ha convocato un consiglio di classe straordinario. Dice: «Siamo molto rammaricati. I bambini sono al centro della nostra missione educativa. Era doveroso segnalare questo caso». E poi ci sono le mamme — un gruppo, non tutte — pronte a riunirsi in comitato e marciare davanti al Comune: «Li conosciamo, sono gente per bene. Se c'è da firmare siamo pronti». Dieci, venti, cinquanta telefonate di solidarietà alla famiglia. Domani Lucia e Pietro incontreranno per la prima volta la loro bambina. Il maschio no, l'hanno sentito al telefono solo due volte. «Lui è un duro, ma piange. E dice: "Papà ti giuro che non ho fatto niente alla Giorgia, tirami fuori di qui"». Gli amici della squadra di calcio gli hanno scritto una lettera: «Sappiamo che non puoi aver fatto nulla di male. Conta su di noi». Lunedì prossimo il Tribunale per i minorenni nominerà un grafologo che studi la scrittura di Giorgia, il 6 maggio sarà individuata anche una psicologa. Nel frattempo la Procura dei Minori di Milano ha aperto un'inchiesta per violenza sessuale a carico di ignoti. «Facciano tutti gli accertamenti necessari — si infuria l'avvocato Martinez — ma rimandino quei bambini a casa». Il ministro della Giustizia, Luigi Scotti, ieri ha chiesto al presidente del Tribunale dei minori di Milano «informazioni sul caso». Forse qualche speranza c'è. E Pietro pensa già al futuro: «Certo che torneranno nella loro scuola. I miei figli non hanno fatto niente, abbiamo la coscienza pulita. Rientreranno a testa alta».
Annachiara Sacchi 23 aprile 2008

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Inviato da Anonimo
il 24/04/08 @ 12:29

Bimbi tolti alla famiglia per un disegno . Forse di altri di Rita Guma Un disegno raffigurante una bimba accovacciata su un ragazzo e la scritta che fa il nome di Giorgia, 9 anni, e dice che quest'ultima nei finesettimana fa sesso con il fratello di 13 anni per soldi. La bimba nega di essere stata lei a fare il disegno ed accusa 'una compagna' cattiva, che la odia perche' ha i dentoni ed e' povera (in una classe di bimbe benestanti). La mamma subito nega che quella sia la calligrafia della figlia. Un provvedimento, confermato dal Tribunale dei minori, sottrae i figli alla famiglia e li spedisce in due istituti, dove sono da quaranta giorni. Ora, puo' darsi che la bimba sia stata vittima di attenzioni dal fratello, ma mi pare che si sia trascurato un importante particolare, cioe' la "pista" indicata dalla bambina, quella di una compagna dispettosa e incosciente che le abbia giocato un brutto scherzo. Nessuno come gli educatori sa (o dovrebbe sapere) quanto possano essere cattivi i bambini. E tutti gli addetti ai lavori (insegnanti, psicologi, assistenti sociali e giudici minorili) sanno (o dovrebbero sapere) come la situazione sempre piu' 'grande' venutasi a creare possa ora fungere da deterrente per una confessione dell'eventuale compagna colpevole di aver fatto il disegno. Peraltro, mentre la bimba apparentemente vittima delle violenze, ed il fratello, sono stati sottratti alla famiglia, l'altra compagna, quella di cui ha parlato la bambina, rimane in casa, sotto l'influenza degli echi delle inchieste e sotto l'influenza della famiglia. Anche riguardo alla perizia calligrafica sul disegno, ci si augura che almeno la Procura - che ha aperto un'inchiesta nel frattempo e che puo' indagare a tutto campo - proceda come un normale detective, chiedendo di fare confronti fra il disegno e la calligrafia della frase incriminata e quelli degli altri bambini della classe. Anche perche' - come sanno gli educatori e gli psicologi - non e' insolito che un bambino attribuisca ad un altro un abuso subito - per sfogare, denunciare o sentirsi meglio grazie al tranfert - e quindi la piccola Giorgia potrebbe essere stata (fino a 40 giorni fa) una bambina serena, mentre potrebbe esservi un'altra bimba della sua classe che ancora subisce gli abusi che aveva denunciato con un foglio attribuendo la vicenda ad un'altra compagna. Infatti non e' da oggi che emergono storie di abusi anche in famiglie 'bene' e benestanti. Quanto all'aspetto 'sociale' della vicenda, va sottolineato anche che modestia economica non vuol dire necessariamente incapacita' di prendersi cura dei propri figli. Con le scelte del tribunale dei minori di Milano - secondo cui, a leggere le cronache, lo scarso rendimento a scuola del fratello sarebbe indice di incapacita' della famiglia di occuparsi dei figli - si e' data l'impressione di avere questo pregiudizio. Nessuna bimba 'ricca' della classe di Giorgia - per quanto appare dai giornali - e' stata interrogata. Si e' subito fatta l'equazione a danno dei genitori in situazione economica modesta e dei loro figli. Il Tribunale sa quanti figli di persone benestanti non vanno bene a scuola? Intende togliere a questi i figli per portarli in Istituto? O evitarlo perche' le famiglie hanno i soldi per 'comprare' un diploma al figlio nelle scuole specializzate per il recupero anni? Peraltro, i risultati scolastici sembrano piuttosto bassi per una buona fetta dei ragazzi italiani, benestanti e non, e non sembra di poterne dare sempre la colpa alle famiglie, in una societa' schizofrenica ed interessata solo ai soldi e al piacere, senza molte speranze per il futuro dei giovani ne' modelli dignitosi nella onnipresente TV. Infine, con la tanta TV e pubblicita' spazzatura di oggi, molti bambini hanno in mente una serie di immagini di sesso che supera l'immaginazione di insegnanti e genitori, quindi va posta molta cura nel dare peso a simili disegni. Anche se - come e' noto - ci schieriamo sempre a difesa dell'istituzione della magistratura, a volte con medici e giudici l'impressione e' quella di trovarsi nel gabinetto di un anatomista: fanno a fette ed analizzano i tessuti di una persona, la perforano, la sottopongono ai raggi X. Solo che con i medici ed i giudici la persona e' ancora viva e - se ha meno di 14 anni - anche molto fragile. Quindi occorrerebbe essere certi dell'assoluta necessita' di tutte quelle indagini invasive e del fatto di porla in isolamento dalla famiglia in un luogo sconosciuto dove potrebbe peraltro contrarre altri germi... Puo' darsi che alla fine si riesca a PROVARE che Giorgia ha davvero subito abusi, ma questo non cambia le mie considerazioni sul modo di procedere. Piuttosto, qualora le accuse assurdamente basate su un disegno immediatamente disconosciuto dovessero venire a cadere, chi ridara' a Giorgia la sua serenita' e la sua vita di prima? E a suo fratello? E ai suoi genitori? E a noi che leggiamo? Quello che ci si puo' solo augurare e' che non la ridia nemmeno a tutti gli altri protagonisti di questa storia. www.osservatoriosullalegalita.org

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Messaggio N°653 18-04-2008 - 14:19
Tags: Rassegna Stampa

GLOBOLOBOTOMIA SELVAGGIA
USA: esposizione di aborti come opera d’arte di Maurizio Blondet

Benedetto XVI: «Anche nel nostro tempo, particolarmente nei momenti di crisi, gli Americani continuano a trovare la propria energia nell'aderire a un patrimonio di condivisi ideali ed aspirazioni». Intanto a Yale, si prepara una mostra abominevole; il diritto alla vita dei bambini non-nati, somiglia tanto a quello dei palestinesi. Ricavo la notizia dal Yale Daily News, il giornale dell'università di Yale: Aliza Shvarts, laureanda in Arte, ha presentato come tesi di laurea la seguente opera: «La documentazione di un'attività durata nove mesi durante i quali essa si è inseminata artificialmente 'quante più volte possibile' (parole sue) per poi prendere periodicamente farmaci abortivi onde indurre l'aborto. La sua esibizione consiste nel video che riprende questi aborti forzati, insieme alla collezione di provette di sangue risultanti da questa attività». «Il suo scopo nel creare questa mostra d'arte, ha dichiarato Shvarts, era di suscitare dialogo e dibattito sul rapporto fra arte e corpo umano». L'artista dice: «Ovvio, certa gente sarà urtata dal mio messaggio e non sarà d'accordo, ma non è l'intenzione della mia opera scandalizzare nessuno». Il giornale continua: «I 'fabbricanti' o donatori di sperma non sono stati pagati per i loro servigi, ma Shvarts ha chieso loro di sottoporsi a periodici test per le malattie a trasmissione sessuale. Quanto agli abortivi, sono prodotti d'erboristeria legali, sicchè l'artista nom ha sentito la necessità di consultare un medico a proposito dei suoi ripetuti aborti. Shvarts ha rifiutato di specificare il numero dei donatori di sperma, così come il numero di volte in cui si è inseminata». L'esposizione dell'opera della Schvarts consisterà in un grande cubo sospeso al soffitto in uno spazio nella galleria della Green Hall (di Yale). La Schvarts avvolgerà centinaia di metri di plastica attorno al cubo, inframmezzati con lenzuola con il sangue degli aborti auto-indotti della Schvarts. Il sangue è mescolato a vaselina perchè non si asciughi, e anzi si spanda sui fogli di plastica. La Schvarts proietterà i suoi video sui quattro lati del cubo. I video, ripresi con una telecamera VHS, mostreranno l'artista mentre fa esperienza dei propri aborti nella sua vasca da bagno. Video simili saranno proiettati sulle pareti della galleria. «Io credo fortemente che l'arte debba essere un tramite per la politica e l'ideologia, non una merce», dice l'artista: «Sono convinta di aver creato un progetto che supera ciò che si rietiene essere l'arte». Il vernissage ufficiale per la Mostra d'Arte dei Laureandi avrà luogo dalle 6 alle 8 di sera del 25 aprile. Ma la mostra sarà aperta al pubblico dal 22 aprile, e fino al primo maggio. La mostra comprenderà i progetti di altri studenti d'arte. Si terrà alla galleria della Holcombe T. Green jr. Hall di Chapel Street». Nel testo si chiarisce infine che la Schvarts ha esercitato il diritto costituzionale a «fare del proprio corpo ciò che vuole». Nessun commento è necessario. Anche perchè, forse, la mostra della giovane artista di Yale è in sè un commento: alla visita del Pontefice negli Stati Uniti, e al suo ringraziamento iniziale alla presenza del presidente Bush: «Sin dagli albori della repubblica, la ricerca di libertà dell'America è stata guidata dal convincimento che i principi che governano la vita politica e sociale sono intimamente collegati con un ordine morale, basato sulla signoria di Dio Creatore. Gli estensori dei documenti costitutivi di questa nazione si basarono su tale convinzione, quando proclamarono la «verità evidente per se stessa» che tutti gli uomini sono creati eguali e dotati di inalienabili diritti, fondati sulla legge di natura e sul Dio di questa natura. Il cammino della storia americana evidenzia le difficoltà, le lotte e la grande determinazione intellettuale e morale che sono state necessarie per formare una società che incorporasse fedelmente tali nobili principi. Lungo quel processo, che ha plasmato l'anima della nazione, le credenze religiose furono un'ispirazione costante e una forza orientatrice, come ad esempio nella lotta contro la schiavitù e nel movimento per i diritti civili. Anche nel nostro tempo, particolarmente nei momenti di crisi, gli americani continuano a trovare la propria energia nell'aderire a questo patrimonio di ideali ed aspirazioni condivise».
(EFFEDIEFFE.com Giornale Online
Direttore Maurizio Blondet - http://www.effedieffe.com

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 2

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Inviato da Anonimo
il 18/04/08 @ 20:44
Dopo la morte dei cani lentamente e per fame ecco che "l'arte" veste i panni dei morti umani! Che dire: la merda anche se ricoperta di belle tette puzza sempre e l'odore di satana è il profumo che preferisce. Ci penserà Dio...intanto noi gli diamo una mano pubblicizzando l'orrore e mettendo le persone in grado di difendersi: BRAVA MARINA! BRAVO MAURO! VI VOGLIO BENE.
antimo ceparano

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Inviato da Anonimo
il 18/04/08 @ 23:24
Siamo all'aberrazione più totale. Questa pseudo artista dei miei stivali è una criminale. Un verme schifoso. Se non provvederà la giustizia umana, provvederà la Giustizia Divina.
Maria

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Messaggio N°641 03-04-2008 - 17:45
Tags: Rassegna Stampa

La lettera scarlatta

Ieri sera, scoraggiati ed anche un po’ incazzati, provvedevamo a sottolineare la veridicità dell’appello lanciato per la piccola Camilla di Calvizzano che qualcuno “oltre la linea del Garigliano” pensava fosse la “solita truffa alla NAPOLETANA” lanciata in rete. Riflettevamo, forse anche per eccesso di fantasia – dote esclusivamente napoletana – sull’opportunità di andare in giro con una “lettera scarlatta” appiccicata al bavero della giacca… A nemmeno 24 ore da quell’annuncio (privi noi di poteri sovrannaturali di preveggenza) la televisione e la carta stampata ci magnificavano l’ultima baby-impresa antinapoletana ovvero RAZZISTA! Non ci meravigliamo più di tanto: ogni anatema contronapoletano ce lo siamo guadagnato sul campo. Grazie, Vittorio Emanuello II e Garibaldi! Grazie, Camorristi di merda! Grazie, De Mita e Gava! Grazie! Bassolino e Jervolino! Grazie, napoletani ignavi, già pronti con la scheda elettorale nel taschino e il matitino tra le dita... per 25 euro di rimborso-voto!
Corriere del Mezzogiorno - Bimbo veneto picchiato: «Tu sei italiano e tua madre no, perchè è di Napoli» - Il piccolo oggetto degli sfottò dei compagni di scuola. I genitori costretti a cambiare istituto al figlio, sconvolto dalle angherie subite
NAPOLI - Picchiato e insultato dai compagni di scuola, perché figlio di una «sporca napoletana». Calci, pugni e pesanti insulti durante la ricreazione e sul pulmino scolastico. In più occasioni: «Tua madre – gli dicevano gli altri bambini – vive nell'immondizia e tu sei sporco come lei». Nei giorni in cui le immagini della città partenopea, sommersa dai rifiuti, rimbalzavano in tutti i telegiornali, lui veniva deriso ed emarginato dagli altri studenti che, in almeno due casi, l'avrebbero preso a pugni per le sue origini napoletane. Andare a scuola, insomma, era diventato un vero incubo. A raccontarlo sono i genitori del piccolo, di appena otto anni, che ieri hanno denunciato la vicenda ai microfoni di Rete Veneta. «Ero molto preoccupata – ha raccontato la madre del bambino mio figlio tornava a casa da scuola sempre più taciturno, triste e svogliato. Poi ha iniziato a non voler più mangiare e, all'improvviso, non voleva più che fossi io ad andarlo a prendere a scuola. Era evidente che qualcosa non andava». Ma all'inizio il piccolo non si è confidato direttamente con i genitori, ha preferito affidare quel suo segreto ai fogli bianchi di un diario. Così, in un italiano ancora incerto, ha iniziato scrivere. In una paginetta a quadretti, datata dicembre, si legge: «La maestra non si fida di me e non so come fare a farmi credere ». Poche frasi emblematiche, che alla mamma sono bastate per vederci più chiaro. A sentire il racconto sofferto dei due genitori, un'altra sconcertante storia di bullismo ambientata in una scuola del Veneto, e questa volta si tratta di un istituto elementare. Siamo in provincia di Treviso, in una scuola elementare della Castellana (omettiamo il nome del Comune per evitare di rendere il piccolo riconoscibile): «All'inizio tutto andava bene – hanno raccontato i genitori - poi, quando in tv sono apparse le immagini dei rifiuti a Napoli, sono iniziati anche i problemi. Lo insultavano dicendogli che viveva nell'immondizia, perché era figlio di una napoletana». Secondo il racconto della coppia, i soprusi dei piccoli bulli sarebbero andati avanti per mesi. «Ne abbiamo parlato con le insegnanti, ma la situazione non migliorava: capitava che il bambino tornasse a casa con le mani gonfie e le dita arrossate, come se fossero state pestate, poi voleva stare da solo nella sua cameretta e non smetteva di piangere». Un'escalation di piccole aggressioni che avrebbe raggiunto il culmine giovedì scorso, «quando – ha spiegato la madre del bimbo – mio figlio è tornato a casa da scuola con un livido al fianco e mi ha detto: "Mamma, guarda cosa mi hanno fatto". Gli ho chiesto cose fosse successo e mi ha risposto dicendo che mi aveva difeso dagli insulti dei suoi compagni». È stato a quel punto che la coppia ha deciso di dire basta. «Mio figlio - ha raccontato commossa la donna – è arrivato a dirmi che se non gli avessi cambiato scuola, si sarebbe ucciso». Alcuni giorni fa, dopo un confronto con il preside e una delle insegnanti, la decisione della famiglia di trasferire il bambino in un altro istituto elementare del Bassanese: «Ora mio figlio è tornato a sorridere – racconta la madre - comincia lentamente a star meglio». Dalla scuola elementare, intanto, gettano acqua sul fuoco: «problemi di tipo educativo e di integrazione esistono in tutte le scuole» taglia corto il preside, Sergio Betto.
Alessandra Vieri

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 3

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Inviato da Anonimo
il 03/04/08 @ 19:25
Il dirigente scolastico, invece di minimizzare l'accaduto, dovrebbe esporci quali misure intende adottare per far si che la sua scuola si adoperi in maniera concreta ed efficiente ad estirpare questo razzismo dilagante nei confronti del Sud.
Sarebbe auspicabile che facesse apprendere a tutti gli scolaretti E FORSE ANCHE AI LORO MAESTRI che l'Italia e una nazione tutta intera cosai' come e' (prendere o lasciare) e facesse comprendere bene anche il significato dell'inno nazionale che, guarda un po', si chiama FRATELLI d'Italia.
Se questo compito gli risulta gravoso e difficile sarebbe anche auspicabile che se ne andasse lui, il dirigente a casa, e che il Provveditorato mandasse " per punizione" un Dirigente del Sud a guidare la scuola elementare di quel paesino.
Saluti
Ambro

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Inviato da Anonimo
il 03/04/08 @ 20:11
Quanto male mi fa leggere di questa bruttissima vicenda. Pensavo che con l'arrivo dell'immigrazione fosse finita questa storia che ho vissuto sulla mia pelle quando ero bambina. Vivevo a Torino, figlia di una calabrese, cresciuta a Napoli e sposata a un torinese. Dico solo che per sopravvivere quando mi chiedevano di dove fosse mia madre dicevo che era romana, sperando che Roma fosse considerata meno meridionale, e ancora sento quanto mi bruciasse questa cosa perchè sentivo che stavo tradendo mia madre. Colpevoli i bambini, ma più colpevoli i genitori e gli insegnanti, perchè queste disprezzo nasce da un sentito dire e ridire.
Maria

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Inviato da crocco57
il 03/04/08 @ 22:52
Ricordo che il Regno delle due Sicilie era l'Italia e che a Torino parlavano francese di provincia. Garibaldi è venuto a romperci il cazzo e non noi ai Savoia. Quando nel Veneto avevano i pidocchi a Napoli veniva Leopardi deluso da Recanati, Firenze e Roma. A Napoli hanno sostato TUTTI I GRANDI, nel Veneto solo i coglioni dei leghisti. Bossi che ce l'ha duro...non appena ha tentato di usarlo gli è venuto un accidente... MI SONO ROTTO IL CAZZO! Ma chi li ha chiamati? Questo per coloro che credono di essere superiori. Per la restante parte della Nazione Italica, che è in maggioranza, un invito: non pensate che un Sud povero serva ai padroni per costruire le loro fortune? Non pensate che è giunta l'ora di finirla con le cazzate e pensare alle cose serie? Cari nordici ignorate ancora che nel 2013 le danze cominceranno anche per voi? Perchè finiranno gli iuti economici della Banca Centrale Europea e verranno dirottati nell'Est? (il Kosovo è indipendente da pochi giorni perchè si sta attrezzando a prendersi la propria quota per sottrarla alla Serbia). Le dismissioni di Malpensa sono un primo segnale in questo senso e solo l'accordo della Moratti per l'Expo le ha rimandate...FINIAMOLA CON L'ODIO FINIREMO SOLO PER INGRASSARE LE NATICHE DEI MAIALI ( I VELTUSCONI E SOCI). A PROPOSITO: per Bossi. Caro senatore conosco un mio amico di 94 anni che ha una compagna di 63 anni. Il mio amico che non dice di avercelo duro, con la propria arte amatoriale ha letteralmente sommerso la compagna...ED E' MERIDIONALE. Tu da splendido Padano (ma la razza padana non era una razza bovina?) cosa hai fatto? ti sei ammosciato al primo colpo? Viva il Sud.
Crocco57

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Messaggio N°632 26-03-2008 - 23:11
Tags: Rassegna Stampa

ABOMINIO

Siamo esterrefatti! La cronaca di questa zozza società, mentalmente disturbata ed ormai alla fine del suo tempo, ci riempie quotidianamente di orrori... di mostruosità. Ci chiediamo infine se sia anche inutile da parte nostra continuare a lanciare appelli da questo foglio per invocare la Giustizia per gli uomini perseguitati, per i bambini violati, per gli animali torturati... quando la morbosa attrazione per tutto quanto è trasgressione all'ennesima potenza diabolicamente avvince e stupra persino l'Anima Mundi, tra overdose di demenzialità e strombazzamenti massmediatici. La news che segue è un'agenzia ANSA di oggi. Certo, averla rinvenuta tra i lanci riguardanti un operaio di Melfi morto sul lavoro, la Cina che insiste con la persecuzione ai tibetani, la cattiva "bufala" della "bufala contaminata" ch'è costata 30 milioni di euro alla già scalcagnata economia nostrana... ed altre umane sciagure quotidiane... ci lascia impotenti, annientati, a pensare che non potremo mai adeguarci alla disumanità imperante... alla blasfemia che credevamo di aver già sperimentato trattando di guerre, di abusi, di soprusi. Fosse anche non vera, questa notizia, considerando la passione che gli americani nutrono per la fantascienza e gli "effetti speciali", perchè diffonderla? Con quale scopo? Solo per una bestemmia di Lobby?
Superato ogni limite, ci chiediamo se oggi la vera trasgressione non consista, per caso, nella sempre più rara normalità di quello che un tempo era detto UOMO!
ERA DONNA, ORA E' UOMO 'INCINTO
WASHINGTON - La stampa americana lo tratta già come "il primo caso di uomo incinto". Si tratta di una donna/uomo dell'Oregon che anni fa decise di cambiare sesso e che anche all'anagrafe risulta registrata/o come maschio, Thomas Beatie. L'uomo/donna ha accettato di pubblicare su una rivista per omosessuali, 'The Advocate', la fotografia del suo stato di gravidanza: l'uomo (ha inequivocabilmente la barba) dice di essere 'incinto' di 5 mesi, e la foto non lascia apparentemente adito ad alcun dubbio: quella è una pancia incinta. Thomas Beatie era una donna fino a dieci anni fa e si chiamava Tracy Lagondino. Dopo essersi resa conto di essere omosessuale, quando incontrò la sua attuale compagna, Nancy, decise di cambiare sesso. Si sottopose a una terapia a base di testosterone e a un intervento chirurgico per asportare il seno. Volle però mantenere inalterato il suo apparato riproduttivo femminile. Nel quale 5 mesi fa - stando a quanto da lei dichiarato alla rivista americana - si è fatta impiantare il bimbo. Che - dice - ora ha 22 settimane. La fotografia pubblicata sulla rivista, e diffusa da tutti i principali media americani, è effettivamente impressionante perché Thomas Beatie appare inequivocabilmente un maschio. Solo che è altrettanto inequivocabile il suo "pancione". "La nostra situazione - sostiene Thomas Beatie riferendosi alla compagna Nancy e alla creatura che, come dice, presto li renderà genitori - è un territorio sconosciuto dal punto di vista legale, politico e sociale". E' una situazione affatto nuova dal punto di vista legale, perché non c'é dubbio alcuno che se quel bambino nascerà sarà registrato all'anagrafe come figlio di Thomas Beatie, ma non si sa se Thomas potrà essere registrato come suo padre. E' una situazione nuova dal punto di vista politico, perché in Oregon, dove pure esistono aperture nei confronti dei diritti delle coppie omosessuali, non esistono leggi che regolino una situazione di questo tipo. Lo è, infine, dal punto di vista sociale, perché - sempre stando a quanto pubblicato sulla rivista - i vicini di casa di Nancy e Thomas hanno completamente cambiato atteggiamento da quando hanno visto che è lui ad essere 'incinto'. "Prima eravamo considerati una coppia normale, ora non è più cosi" ha detto Thomas, che sulla rivista ha spiegato come la sua gravidanza sia dovuta a un intervento di inseminazione artificiale. Il bimbo - dice - dovrebbe nascere tra la fine di giugno e l'inizio di luglio. Negli Stati Uniti non è il primo caso di una donna transessuale che concepisce un figlio. Ma è la prima volta che accetta di farsi fotografare il 'pancione'. Una foto davvero impressionante, anche se alcuni vicini oltre a manifestare incredulità hanno espresso qualche diffidenza: "Sinceramente non so se credere alla sua storia - ha dichiarato alla ABC Josh Love. che come Beatie vive a Bend, in Oregon -. Se mi ci provo, anch'io sono capace a farmi fotografare con una pancia come la sua".

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…e visto che all’abominevole non c’è risoluzione, vi proponiamo quest’altra “perla”, chiedendovi, però di attivarvi fin dove potete, perché è uno dei soliti, noiosi, innocenti appelli che chi ancora ci stima moderatamente umani ci inoltra in redazione per l’opportuna divulgazione.
Nell’ anno 2007, Guillermo Vargas Habacuc, un finto artista, prese un cane di strada, lo legò ad una corda corta ad un muro di una galleria d'arte e lo lasciò morire lentamente di fame e di sete:
Per parecchi giorni, l'autore di questa orribile crudeltà e i visitatori di questa galleria d'arte sono stati spettatori impassibili dell' agonia del povero animale, fin quando finalmente è morto per inanizione, dopo aver vissuto un doloroso, assurdo ed incomprensibile calvario. Questo non è tutto: la prestigiosa Biennale Centroamericana di Arte ha deciso, incomprensibilmente , che la bestialità che aveva appena commesso questo individuo è arte, ed in questo modo tanto incomprensibile Guillermo Vargas Habacuc è stato invitato a ripetere la sua crudele azione alla Biennale in 2008. OSTACOLIAMOLO! Firmate qui: http://www.petition online.com/ 13031953/ petition. html, non bisogna pagare, né registrarsi, ma ne vale la pena, perchè quest’ uomo non sia apprezzato né chiamato 'artista' per un atto tanto crudele, per simile insensibilità e piacere per il dolore altrui. Bastano 10 secondi per evitare che un altro animale innocente soffra la crudeltà di questo o di altri sadici e ripugnanti 'esseri umani'.
Ps: se inserite il nome del 'artista' in Google vngono fuori le foto di questo povero animale ed anche pagine web dove potrete contastare ch’è tutto vero

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 22

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 08:32
Non c'è limite al peggio! Due casi emblematici del degrado morale cui è giunta questa nostra modernità. Meglio allora l'uomo delle caverne. Maria

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Inviato da rattoluna
il 27/03/08 @ 14:56
Ho firmato volentieri alla petizione ed ora girerò l'informazione a più persone possibili!!!

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 15:29
Siete degli esaltati... e anche un po' ignoranti. Una donna che "diventa" uomo resta una donna, anche se prende gli ormoni per farsi crescere la barba; e una donna, a differenza del maschio, PUO' generare figli (non sarebbe il caso di tornare a scuola a studiare le scienze naturali?). Poi, che vi dia fastidio che un omosessuale possa avere dei figli, è un altro paio di maniche. Ma qui il problema è solo vostro e dei mostri, quelli veri, che abitano il vostro cervello.

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 15:47
Probabilmente il TUO cretinismo, ovviamente rispondi da OMOSESSUALE, non ti porta a comprendere che quanto scritto è tratto da una rivista OMOSESSUALE "The Advocate", rivista "di parte", e che noi ci siamo "limitati" a riportare quanto scritto. Ciò non toglie che il nostro CREDO, assunto dalle SACRE SCRITTURE, ci porta a pensare che DIO creò l'uomo... e dalla sua costola creò la donna... tutto il resto è deviazione ...
Mauro

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Inviato da loupiz
il 27/03/08 @ 15:31
sto ancora cercando di capire se il vostro disgusto stia nel fatto che una notizia di questo genere sia stata divulgata o nel fatto in sè..

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Inviato da senza.peli
il 27/03/08 @ 15:31
partiamo dal cane dell'artista: invece di sparare fesserie e firmare petizioni inutili senza documentarsi prima cerca meglio su internet. qui ad esempio, c'è un indagine di paolo attivissimo che può chiarire meglio la cosa.
relativamente all'abominio faccio una provocazione: cosa dirà la chiesa per tale caso? lo faranno abortireeee???

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 15:52
Cosa hai a che fare tu con la chiesa??? resta nella tua ignoranza e persegui il tuo credo ... ma ricorda che Cristo sulla croce era affiancato da due peccatori ... uno arrogante e l'altro CONTRITO ... tu da che parte stai???
Mauro

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Inviato da senza.peli
il 27/03/08 @ 16:09
la chiesa e gesù sono due cose molto diverse. io sto dalla parte dell'uomo che ha portato sulla terra saggezza e non violenza nella povertà e nell'altruismo verso tutti. non certo dalla parte della chiesa "istituzione", ricca, talvolta pedofila, talaltra affaccendata in politica, conduttrice di cacce alle streghe, di condanne agli uomini di scienza, di esecuzioni sul rogo e può bastare..

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Inviato da Like00
il 27/03/08 @ 16:15
Mi sono persa al fatto della Chiesa e fate dei ragionamenti interessanti..Mi spiegate meglio?

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 16:38
Sarebbe meglio che LEGGESSI il vecchio testamento e precisamente la GENESI ... "E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
Ogni tanto farebbe bene CONSULTARE I TESTI SACRI!!!
Mauro

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 16:40
La conclusione è che "GLI OMOSESSUALI" non sono altro che, a mio avviso, devianze della natura.
Mauro

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 18:01
Ma quell' UOMO ha dato mandato ai Suoi discepoli di divulgare il Suo VERBO ... purtroppo spesso il libero arbitrio fa si che quei Concetti vengano interpretati dall' uomo, il più evoluto degli "ANIMALI" (pronti a sbranarsi gli uni con gli altri), a proprio uso e consumo. Tu saresti pronto a liberarTi del superfluo per donarlo ai Tuoi simili in difficoltà? Mauro

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 16:28
Secondo me le fesserie, dopo aver letto quanto linki nel tuo post, sono di coloro che, guarda caso e senza possibilità di smentita, dichiarano che il cane, alimentato nelle ore di chiusura della mostra, si scappato e quindi .... irrintracciabile. Versione molto comoda e inaccertabile, per poter occultare una CRIMINALE esigenza di ESIBIZIONISMO.
Questa non è ARTE!!!
Mauro

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Inviato da senza.peli
il 27/03/08 @ 17:04
leggi l'articolo di attivissimo fino in fondo: se è arte o no non interessa, ma resta il fatto che l'intento è stato probabilmente raggiunto: tanti ipocriti hanno gridato allo scandalo per un animale che visto per strada non avrebbe indignato nessuno di quelli che si sono scagliati contro il presunto artista.

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 19:09
e c'era bisogno di sacrificare un altro animale? l'arte dov'è? Comprendo, da molte risposte date alle due diverse mostruosità che si è smarrito il senso dell'estetica, del bello e del buono cioè della vita stessa. entrambe le mostruosità, le devianze lanciate quali folli sfide (a chi? a cosa?) offendono la Vita e sono contronatura, senza bisogno di tirare in ballo la religione e la chiesa l'omosed altroessualità ,semplicemente perchè esasperazioni diaboliche quanto improduttive, sterili, delle primarie peculiarità umane. un qualsiasi apprendista alchimista giudicherebbe alla stessa maniera queste autentiche porcate!
claudia

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 19:17
l'animale visto per strada e non attaccato al muro di una galleria d'arte, sarebbe stato perlomeno in condizioni di procacciarsi acqua e cibo... o, se più fortunato, addirittura una persona di buon cuore - come ce ne sono tante - che l'avrebbe adottato. Non credo sia il caso di chi ha postato saccente di scienza sociologica e dotato della stessa tempra di un brigatista il suo personale manifesto sull'ipocrisia! Io ho tre cani randagi, sottratti agli stronzi come te e Habacuq! L'ipocrisia della quale investi il prossimo, schiaffatela quindi nel sedere e godi!
Michele De Rosa

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 19:34
Intanto, caro "senza_peli", prova a tirar via dalla lista degli ipocriti 1.467.205 persone che, al momento, hanno già sottoscritto la petizione! Un'altra cosa: per smascherare l'ipocrisia sarebbe stato molto più bello se fosse stato l'uomo, l'artista, a sacrificarsi per il cane onde lanciare con più vigore il suo accorato messaggio. Di cani massacrati dagli uomini e di altri immolatisi per proteggere l'uomo ce n'è un'armata celeste! Non trovi?
Pimpa Blu

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 20:10
mi vengono i brividi solo a pensare a quando l'artista cambierà soggetto e messaggio... magari per lanciare un appello contro la fame nel mondo attaccherà a quel muro un bimbo del Biafra... o per manifestare contro il nucleare, un bimbo sovietico terminale di cancro...Non è questo lo spirito del suo complicatissimo "senso dell'arte"?

Inviato da Like00
il 27/03/08 @ 15:52
Sono due casi molto opposti..definire artista una persona così è da imbecilli e stupidi..come definire artista le ss che bruciavano gli uomini e tenevano le scarpe e i loro oggetti personali nei campi di sterminio. Vorrei tanto vedere 'l'artista' legato, mettere del cibo senza poterlo toccare, lasciarlo in un posto umido mentre a turno lo si lapida tutti i giorni. 'E' arte..' Per il transgender più che altro mi preoccupa il figlio. Se voleva diventare uomo doveva esserlo a tutti gli effetti, è comodo fare così, non ha rispetto ne per chi lo fa per bisogno (cambiare sesso) ne per gli altri. Non è neanche naturale farsi 'impiantare'un seme in pancia se è per quello..

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 19:37
Per me, la cosa più aberrante è che nessuno si sia preoccupato della bambina ancora non nata e già così tanto maltrattata!
Max

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Inviato da Anonimo
il 27/03/08 @ 23:35
Deficienti di lesbiche insicure, compratevi un barboncino invece di scassare la minchia al prossimo con le vostre retromarce. Vuliste la babba, i baffi, i pantaluni?... ch'autra minchia vuliti? Lasciasti in paci i criaturi di Dio!

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Inviato da vocedimegaride
il 28/03/08 @ 22:31
Come volevasi dimostrare! Questo post ha totalizzato una FOLLA di commenti MA SOLO PERCHE' TRATTAVA DI UN CERTO PRURITO collegato a fatti schifosi, immondi! Non v'è analoga partecipazione per altri tipi di denunce, di ingiustizie, di emergenze che non contemplano la TRASGRESSIONE FETENTE! Mi chiedo se sia il caso di continuare ad insistere nella Difesa Civile!

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Messaggio N°606 02-03-2008 - 16:39
Tags: Rassegna Stampa

Lettera aperta al presidente della giunta provinciale di Napoli
di Luigi Rispoli

Le recenti vicende che La vedono protagonista di un aspro confronto con i lavoratori della provincia, inducono ad alcune riflessioni sull'operato della Sua Amministrazione anche se riconosco che i vincoli imposti dalle leggi finanziarie agli Enti Locali hanno compresso nel tempo pesantemente le politiche del personale. Gli stretti margini, tuttavia, non hanno impedito alla Sua Amministrazione di procedere ad assunzioni a vario titolo, in particolare di inutili dirigenti; ad aumentare a livelli record gli stipendi degli stessi dirigenti; a conferire consulenze sulla cui utilità per l'ente resta più di un dubbio; alla integrazione economica prevista per gli LSU senza prevedere compiti da assegnare loro; alla mobilità; ed in ultimo, ma proprio in ultimo, ad incrementare le risorse del salario accessorio per il personale dell'Ente. Tutte queste attività sono state puntualmente contestate nella relazione seguita all'ispezione della Ragioneria dello Stato con l'effetto che il panico che ha investito la Sua Amministrazione, ha prodotto come prima conseguenza l'attacco alla posizione più debole: gli stipendi dei lavoratori della Provincia ed in particolare di quelli delle categorie più basse. Di fronte a contestazioni che si basano su presupposti di legittimità, sarebbe difficile criticare più di tanto tali scelte, anche se lascia sgomenti le argomentazioni contenute nella relazione ispettiva e che evidenziano gravi leggerezze nella gestione dei contratti decentrati, in particolare per ciò che concerne i disinvolti aumenti al personale dirigente e le motivazioni giustificanti gli incrementi del salario accessorio dei restanti dipendenti. La norma che consente di incrementare le risorse del fondo destinato al trattamento accessorio della dirigenza è rappresentata dall'art. 26, comma 3 del CCNL del 23.12.99: "in caso di attivazione di nuovi servizi o di processi di riorganizzazione finalizzati all'accrescimento dei livelli qualitativi e quantitativi dei servizi esistenti, ai quali sia correlato un ampliamento delle competenze con incremento del grado di responsabilità e di capacità gestionale della dirigenza ovvero un incremento stabile delle relative dotazioni organiche". Tale norma, come si rileva dalla stessa relazione, è speculare a quella prevista per il personale dei livelli, ma parte da presupposti differenti, tipizzanti la funzione dirigenziale, e che avrebbero dovuto trovare come immediato riscontro l'ampliamento delle competenze e l'incremento del grado di responsabilità. In realtà, l'Amministrazione da Lei presieduta ha fatto l'esatto contrario approvando il nuovo assetto organizzativo. Sono stati, infatti, aumentati i posti per dirigente e con ciò diminuite le competenze ed il grado di responsabilità di ognuno di loro. Ma la responsabilità politica più grave che Le attribuisco, è di aver perso una grande occasione. La Sua riorganizzazione, infatti, ha rappresentato soltanto una serie di caselle da riempire, senza avere alla base nessuna analisi dei bisogni e nessuna ricognizione di quelli che sono i compiti e le funzioni cui la Provincia è chiamata ad assolvere. Solo posti per Dirigenti, regolarmente poi assunti o promossi, e basta. Dal punto di vista politico nessuno potrà mai assolverla per aver perso un'occasione, quindi, per rilanciare il ruolo dell'ente di Piazza Matteotti smentendo così i tanti che chiedono, invece, l'abolizione delle Province. I rappresentanti dei lavoratori in più occasioni hanno chiesto l'avvio di un reale processo riorganizzativo, che partisse dal basso, dalla rilevazione dei bisogni per poi passare ad una ricognizione dei compiti e delle funzioni. Richieste che si basavano soprattutto sull'incremento delle competenze della polizia provinciale e del mercato del lavoro. Per questo motivo i sindacati hanno chiesto, a più riprese, tavoli tecnici per avviare una seria pianificazione. Sforzi inutili. L'Amministrazione Provinciale ha ritenuto sufficiente elemosinare pochi spiccioli per tacitare le richieste e non essere distolta dalle cose che realmente interessavano la parte politica che l'ha sostenuta. Presidente, in quest'ultimo scorcio del suo mandato ha l'occasione di cambiare rotta e non continui a prendersela con chi è solo vittima di questa cattiva amministrazione, ponga rimedio. Presti cura ed attenzione a servizi importanti come la Polizia provinciale che è fondamentalmente polizia ambientale. La destini a compiti appropriati, non la distolga dai suoi compiti facendola solo presidiare i palazzi e rendendola comparsa nella partecipazione a cerimonie e manifestazioni. Il territorio della Provincia, certo non Le sfugge, è afflitto da una catastrofe ambientale di dimensioni epocali, come tutto il mondo ha conoscenza. Si preoccupi di incrementare il numero del personale degli uffici che si occupano di ambiente e non, come la Sua Amministrazione ha purtroppo fatto, di ridurlo drasticamente. Dia uno sguardo, almeno di tanto in tanto al mercato del lavoro, perché il mancato funzionamento dei Centri per l'Impiego è un problema grande per Napoli.
immagini: 1) Luigi Rispoli; 2) Dino Di Palma

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0

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