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Messaggio N°608
CONTI ITALIANI IN LIECHTENSTEIN
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Conversioni miracolose
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Messaggio N°649
A Silvio

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Messaggio N°649 15-04-2008 - 22:21
Tags: Politica

A Silvio
di Marina Salvadore

Sai perché c’è stata la “WALTERLOO” qui in Campania, caro Silvio? Perché non hanno mosso un dito, “quelli”, i compagni di merende, per liberarci di Ramsete-Bassolino e delle sue parrocchie... e sono stati puniti! Anche se tolleranti, noi napoletani "nun simmo fessi"!.. Altrimenti, senza dubbio, nell’ “INTELLETTUAIO” à la page in cui siamo sprofondati da decenni, avrebbero ancora vinto loro. Stiamo però in allerta per le prossime amministrative: succedono sempre cose strane qui, in Campania e, ad onor del vero, i "ras" non conoscono concorrenza ne', mai, hanno conosciuto - per arcano mistero - l'eccellenza di un'opposizione. Ora, però, in attesa di accoglierti come nostro gradito "concittadino a tempo determinato", con l’acquolina in bocca per tutte le belle cose che conti di portare a Napoli, un ammonimento più che una preghiera: portaci il tuo RISPETTO! Il rispetto per la nostra Identità, per la nostra gloriosa Storia, per le nostre eccellenze, per la nostra intelligenza, per il nostro karma pesante, per quell’invidia degli dei che ci perseguita da millenni. Non sia per te, Napoli, la solita cartolina fatta di mandolino e babà, luna caprese e panni “spasi”… il solito folklore oleografico. Non venire qui con la solita faccia del “cumenda” anni 60 che villeggiava sulle nostre spiagge con l’aria del lord inglese tra gli “affricani”, dopo che s’era sparato in un niente i fondi della Cassa del Mezzogiorno, lasciando sul territorio scheletri di capannoni industriali mai inaugurati… cattedrali nel deserto finanziate da noi, per il profit di industriette con la sede legale ubicata al nord, fingendo pure di venirci a fare la beneficenza. Il teorema del federalismo del buon Cattaneo è già stato applicato abbondantemente dai cumenda del nord, in quegli anni di "anarchia" demosinistrocatta… e contrariamente a quanto va ostentando Bossi, è stato proprio questo Sud di “assistiti”, di “bifolchi”, di fetenti… a finanziare il nord, per lungo tempo. Noi lo sappiamo benissimo d'essere condannati all'EMERGENZA: ogni emergenza si traduce in gare d'appalto per i soliti imprenditori fuori Napoli!!! Nel mentre ti ringraziamo per averci liberato di Bassolino, di De Mita, di Mastella: radicati sul territorio più di quanto per grazia di Sant’Antonio avremmo mai osato richiedere ad un NOSTRO rappresentante, ti preghiamo di lasciare Napoli e le cose di Napoli in mano ai napoletani; ce ne sono ancora, qui, di persone rispettabili, di grandi personalità tenute per quasi vent’anni sott’olio o sotto sale, come le nostre celebri conserve alimentari, in attesa di sprigionare tutto il loro amore patrio, le loro migliori caratteristiche. Qualcuno, rarissimo, ce l'avevi anche nella lista locale ... ma confinato al 29.mo posto, a fare da riempitivo, al seguito di "stranieri" o di "soliti noti". Soprattutto, caro Silvio, evita di incorrere anche tu, come i tuoi predecessori, nella squallida tiritera di Camorra e Tammorra, quando e se ti dovesse accadere di non poter portare a termine felicemente un progetto qualsiasi. E’ una scusa che non regge più, da quando abbiamo capito, qui al Sud, che l’abusato spurio giurisprudenziale del “concorso esterno in associazione mafiosa” va letto, invece, quale “ concorso esterno in associazione politica”. Mi spiace solo che non sei riuscito a liberarci del giustizialista Di Pietro e che avrai dei problemi quando e se deciderai di aiutarci davvero a tirar fuori di galera il povero Bruno Contrada, napoletano perbene vittima delle toghe rosse… Per favore, dì a Bossi della Lega di tenere il becco chiuso, soprattutto quando parla dei meridionali intesi solo come zozzosi, sporchi, lerci e, come primo atto di governo, cortesemente, acchiappate tutte quelle schifezze di imprenditori del nord che d’intesa con la camorra ci hanno riempito di tutte le sozzure possibili, trasformando Campania Felix in una Chernobyl Infelix! Certo, questi lidi benedetti da troppa grazia di Dio, hanno fatto invidia a troppi, nei millenni… Per questo, ti chiediamo di approfondire la conoscenza della nostra storia, dai tempi in cui da qui si illuminò di Civiltà l’Europa. E liberaci pure da tutti i cinesi e le cineserie cui Prodi e Bassolino hanno svenduto le eccellenze nostre. L’unica cosa che i cinesi non sanno imitare è la mozzarella, lo sai… e han fatto di tutto per distruggere questo prodotto italiano, più esportato di Armani e Versace, pur non avendolo mai importato. Riprendiamoci il Porto di Napoli, ch’è in mano cinese! Facciamo in modo che torni ad essere il porto più importante d’Italia e del Mediterraneo. Ritorniamo a quell’economia marittima e marinara che con la continentalizzazione post-risorgimentale delle nostre magnifiche coste ci ha ridotti in bacino depresso d’Italia e d’Europa. Noi staremo alla finestra a guardare, caro Silvio, silenziosi contrariamente alla nostra indole... perchè siamo stanchi e parecchio incazzati... Speriamo sinceramente di poter, un giorno, aprirti anche le nostre braccia. Per il momento, questa è la chiave della porta di casa nostra: accomodati, mettiti a tuo agio. L'arte dell'ospitalità è ancora tradizione nostra ma tu, per favore, sbircia qualche nozione nel "monsignor Della Casa" e fanne tesoro: è il minimo richiesto per sedere al desco di Napoli Nobilissima!
Buon lavoro, Silvio... e se non hai tempo per leggere ... ti traduciamo il messaggio in immagini e musica.

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 4

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Inviato da Anonimo
il 15/04/08 @ 22:39
Sicuramente farà, cara Marina, non essendo dotato di bacchetta magica non credo che potranno vedersi gli effetti immediati, ma sono certa che ce la metterà tutta. Io ne ho un'idea diversa dalla tua e per questo motivo sono fiduciosa. Buon rinascimento vero e mandate a casa Bassolino e Jervolino appena potete, non votateli mai più, perchè sono i Presidenti di Regione, Provincia e Comune quelli che possono fare o disfare, ben più di un Governo centrale.
Maria

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Inviato da Anonimo
il 16/04/08 @ 00:21
E dagli con la bacchetta magica! A noi non servono i maghi...Cara Marina: sottoscrivo tutto il tuo articolo.
Antimo Ceparano

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Inviato da Anonimo
il 16/04/08 @ 13:18
Anche io sono daccordo con quanto scritto da Marina.
Pero' conoscendo la natura istrionica del Cavaliere, penso che non badera' troppo alle aspettative (rispetto, cultura, identita', etc) auspicate da Marina.
Che dire ?
Speriamo bene !
Ambro

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Inviato da Anonimo
il 16/04/08 @ 15:47
Grazie ad Antimo, Ambro, Maria... soprattutto per l'attenzione concessami. Se qualcuno più vicino al "cavaliere" potesse realmente recapitargli questo messaggio di benvenuto, potremmo forse riceverci una risposta.
marina

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Messaggio N°638 31-03-2008 - 15:13
Tags: Politica

Conversioni miracolose
Boselli l'Unto del Signore

di Antimo Ceparano

Ero piccolino. Potevo avere cinque o sei anni e un mio zio: zio Totonno; un gran bravo uomo convinto che la verità fosse tutta a sinistra e che a destra ci fosse il vuoto totale dei Valori e della Cultura, credendo di parlare a persona adulta mi sussurrava nell’orecchio (credo di sinistra) che Gesù era stato il primo socialista. In verità seppure ancor piccolo ed inesperto notavo la differenza tra lo sguardo duro dello zio e quello dolce di Gesù, la differenza nei dipinti e nelle immagini sacre mostrava l’abisso tra le due culture. Altra differenza è che lo zio odiava, letteralmente odiava! i ricchi, chi non la pensava come lui mentre Gesù aveva il migliore amico che era ricco: Lazzaro di Betania. Va bene! Erano i tempi, gli anni ’70 pieni di contraddizioni! La cosa buffa è che a distanza di più di trent’anni dai comizi di zio Totonno devo ascoltare e vedere uno spot pubblicitario in cui un Gesù moderno (tratto dal film : 7 kilometri da Gersusalemme) si preoccupa di evidenziare il proprio appoggio al partito che fu di Craxi (vi prego di andare al sito di politika del prof. A. Gentile per capire chi era Craxi!) e che ha partorito dei Laeder di “grosso calibro” come Boselli!
Il bello è che il tal Boselli attacca prima la Chiesa con annessi e connessi, poi le “ruba” il Fondatore per ridurlo ad un comiziante stile basso impero. La trovata di Gesù che traccia il cerchio dove rinchiudere il simbolo degli “ a-social-isti “ è addirittura esaltante: mai cazzata fu più degna di dirsi tale!
L’imbecillità di simili laeder viene a galla quanto e quando non affrontano tempi quali: nel 2013 il corridoio economico della Banca centrale europea passerà per l’Europa dell’Est, la dismissione di malpensa va letta in questo senso come pure l’indipendenza del Kosovo. Di noi che ne sarà, visto che resteremo senza aiuti economici? Questa è solo una domanda che Karl Marx si sarebbe posto, come pure Proudot o più semplicemente Rosselli o Salvemini… Tutta la tradizione socialista tranne il “clone” di Fassino : Boselli detto l’Unto.
E’ una buona ragione per votarlo: a Napoli si direbbe “’O vòto sotto ‘e ‘n’ coppa” come a dire lo rigiro sotto e sopra…

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0

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Messaggio N°608 02-03-2008 - 17:19
Tags: Politica

CONTI ITALIANI IN LIECHTENSTEIN
LOTTE INFINITE E SPOILS SYSTEM IN SALSA ITALIANA
di Giuseppe Fortuna

Tra Visco e la Guardia di finanza davvero non corre buon sangue. Sarà probabilmente questa la prima impressione del lettore di fronte alla polemica scoppiata per la questione dei conti italiani nelle banche del Liechtenstein. Soltanto pochi mesi fa il viceministro si era scontrato con gran fragore mediatico e politico con l'allora comandante generale Roberto Speciale. Oggi si lascia trascinare in un'altra polemica imbarazzante addirittura con l'intero organismo parasindacale delle Fiamme Gialle, il Cocer. Il che, considerato il prestigio di cui il Consiglio giustamente gode presso la base, è un po' come litigare con 65mila finanzieri tutti insieme. D'altra parte, lo si sapeva. L'uomo è tanto bravo e competente nella lotta all'evasione quanto ostinato, ruvido e irrimediabilmente antipatico nei rapporti umani. Veltroni lo sa. E lo sa anche, e molto bene, il generale Speciale. Che, come si capisce dall'intervista apparsa ieri su Il Gornale, già scalda i motori in attesa di guadagnare col Pdl uno scranno senatoriale. Queste le apparenze superficiali. Ma la realtà è tutta qui o c'è dell'altro? C'è altro. Molto altro. Questi episodi secondo noi sono segnali di uno dei problemi più delicati, urgenti e complicati che la prossima legislatura sarà chiamata ad affrontare:quello dell'ormai insostenibile divaricazione operativa tra Agenzia delle entrate e Guardia di finanza, cioè tra la componente civile e quella militare della medesima amministrazione finanziaria. Come abbiamo sottolineato più volte (si veda per tutte il documento "Contribuenti per scelta" nella homepage del sito www.ficiesse.it), i due organismi semplicemente SI IGNORANO, si comportano come se l'altro non esistesse, come se non operassero esattamente nel medesimo settore. Per accorgersene, è sufficiente leggere i rispettivi rapporti o relazioni annuali, cioè quei documenti in cui si dà pubblicamente conto (in modo fin troppo autocelebrativo) dei risultati portati a casa nell'anno precedente, di quanto si è stati bravi e di quanto in più si potrebbe fare se si potesse disporre di maggiori risorse. Ebbene, in questi solenni resoconti patinati nessuna delle due strutture fa un seppur minimo cenno all'altra. Tamquam non essent. Finanza? Boh!? Agenzie? De che!? Non ci credete? Fate una prova. Andate al sito internet dell'Agenzia delle entrate e scaricate il file della "Relazione di attività 2006". Digitate con l'apposita funzione (l'icona col binocolo nella barra degli strumenti) le parole "guardia di finanza" e aspettate un paio di secondi. Ecco i risultati, o meglio "il" risultato, perché la locuzione "guardia di finanza" occorre - incredibile a dirsi - a una sola volta, a pagina 16 del documento, e per una notazione assolutamente incidentale a proposito di una nuova applicazione informatica in materia di segnalazioni sospette. Provate poi a vedere se la GDF dedica maggiore attenzione ai "fratelli-coltelli" dell'Agenzia delle entrate. Ripetete l'operazione con il "Rapporto annuale Guardia di Finanza - Anno 2006". Cliccate il solito binocolino, scrivete nell'apposito campo la locuzione "agenzia delle entrate" e aspettate mezzo secondo. Risultati: zero! Capito bene: z-e-r-o. Anche la Guardia di finanza non parla mai di Agenzia delle entrate. Parole tabù. La domanda, allora, è questa: è normale che i vertici delle strutture deputate alla funzione prima ed essenziale per un paese civile, quella di garantire il finanziamento della società civile da parte dei cittadini sulla base della capacità contributiva di ciascuno, marcino così palesemente ognuna per conto proprio? E che per conto proprio facciano marciare anche le quasi 100mila unità di personale - più di ogni altro paese dell'Unione Europea - di cui complessivamente dispongono? No, non è normale. Nel frattempo, probabilmente ripartiranno le logiche dello spoils system in salsa italiana. Con resa dei conti e ulteriore avvicendamento tra i soliti ministri e i soliti direttori di agenzia. Con altri sassolini da cavarsi dalle scarpe e altri avvicendamenti prima della scadenza dei contratti.
Tanto paga Pantalone.


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di Rino Cammilleri
Fisco
I pensionati stanno ricevendo in questi giorni (febbraio 2008) una lettera dall’Inps: si rechino al Caf più vicino per dichiarazioni, verifiche etc. Tanto, i pensionati non hanno niente da fare. Anche quelli che sono vecchissimi, malatissimi e solissimi. E’ nel dna degli statalisti (tutta la sinistra, ma anche quella ex democristiana e gli ex missini) “lottare” contro l’evasione fiscale, che per loro è il peggiore crimine che mente umana possa concepire. Questo refrain della «lotta all’evasione» lo si sente da sempre, con un picco ossessivo al tempo di Craxi (ricordate lo slogan governativo «Io pago le tasse. E tu?»; allora come oggi bisognerebbe rispondere: «E tu, Stato, cosa ne fai di tutti i soldi che ti diamo?»). Tuttavia, gli studenti del ragioneria sanno che anche la «lotta» ha un costo. E che, se questo costo supera il guadagno, la «lotta» non merita farla. Ecco perché con i cosiddetti «grandi evasori» (quelli in milioni di euro, quelli che hanno la residenza a Monaco o a Londra o in Svizzera o alle Cayman…) il Fisco «patteggia», contentandosi di una parte di quel che gli spetta (secondo le regole, va detto, che esso stesso ha posto). Sì, perché i ricchi, potendo pagarsi fior di avvocati e di fiscalisti, possono dare tanto di quel filo da torcere al Fisco da provocare la situazione di cui si diceva sopra: un costo, anche in ordine di tempo (che è denaro) molto vicino, se non pari, all’eventuale ricavo. Meglio un uovo oggi che una gallina (forse) domani. E’ uno dei princìpi-base della scienza economica. Perciò, il Fisco, fatti due conti, realizza che sottraendo mezzo euro a testa a milioni e milioni di poveracci indifesi, incassa molto di più, e subito, rispetto alla caccia alle, tutto sommato poche, megatrasgressioni. Così, la cosiddetta «giustizia» si risolve in un pernacchio. Tuttavia, i soliti studenti di ragioneria sanno che c’è un altro mezzo per lottare contro l’evasione: renderla poco conveniente. Il che si realizza solo tenendo basse le imposte. I miei lettori utilizzino questo piccolo promemoria per distinguere, alle prossime elezioni, chi sta davvero «dalla parte del popolo».

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 0

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