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Messaggio
N°85 del 17-12-2006 - 10:36
Tags: Giustizia
Incredibile
Sanità!
di don Giuseppe Rassello
Incredibile
Sanita! Le vecchie mura, sature di storia, si screpolano negli
ardori d'estate. Tutto e' vecchio, nulla sembra esistere d'antico.
La Sanita' scoraggia.
Anche il sorriso splendente dello scugnizzo - periegeta tradisce,
d'un tratto, l'atroce Campana protervia.
E scompare, rubandoti quel tanto di storia e di vita che t'aveva
fatto balenare agli occhi.
E' l'esperienza di un turista qualsiasi che scenda quaggiu' a
cercare antichi, celebri nomi e gloriose vestigia. La gente ti
guarda, un po' incredula, un po' maliziosa, ammiccante. Sanita',
inafferrabile, incostante bellezza.... Ed imparerai, con dolore,
che la Sanita' e' uno di quei posti dove l'umanesimo o diventa
umanita', o muore. Tu che hai studiato, e t'intendi di greco e
di latino, puoi dedicarti quaggiu' alla filologia dell'anima,
dove, da quel dannato palinsesto che e' il cuore umano su cui
la storia d'ogni giorno incide con stilo atroce la sua vicenda
di vita e di morte, cancella memorie sbiadisce immagini e crea
nuove, inaspettate situazioni; tu, con delicatezza estrema, ricorrendo
agli occhi tuoi ed alle mani, chiedendo al tuo cervello, al tuo
cuore, al tuo corpo lo sforzo supremo, tenterai una mirabile restitutio.
Ti asterrai, pero', se sei saggio, dall'emendare, dal respingere,
e, sovente, anche dal glossare, finche' non ci avrai dato su l'anima
e potrai scrivere sul frontespizio della tua storia il verso catulliano
caro all'eroico Studemund: Nei te plus oculis meis amarem... Se
non t'amassi piu' degli occhi miei... Si, perche' chi ama la Sanita'
ci resta. Senza retorici irredentismi. Senza la 'carita' pelosa'
di donna Prassede. Senza il bla-bla pauperistico di vecchi e nuovi
socialismi. Qui e' davvero Napoli, tremendum fascinans. Vengono
i momenti in cui ne scapperesti via, ma una sottile malia ti trattiene,
affatturato. Qui la gente bellissima e proterva, ti discopre inattese
tenerezze, cosi che, in fondo, ti spiacerebbe andartene. Qui potresti
scrivere una storia, in bilico tra l'umile e il sublime, che forse
nessuno leggera', ma ti potra' accadere la ventura di essere capito,
e t'ameranno.
Nota
della redazione: In memoria di don Giuseppe Rassello, parroco
di Santa Maria alla Sanità, insigne letterato, appassionato
difensore delle radici meridionali e dell’orgoglio identitario,
prete-coraggio dei bollenti anni ’90 napoletani che ha pagato
con la vita la militanza nel sociale, la lotta alla camorra nel
quartiere più malfamato di Napoli, macchiato dall’onta
della più abietta menzogna, arma letale in mano ai suoi
nemici che pur avendolo annientato hanno perso contro di lui,
perché tanti giovani della Sanità, suoi allievi,
portano ancora in giro per Napoli i suoi valori, i suoi ideali,
moltiplicati all’ennesima potenza.
Ai nostri lettori abbiamo voluto donare questa sua stupenda pagina
d’amore per Napoli, dalla quale promana la dignità autentica
dell’uomo che trionfa sulla perfidia immonda dei suoi aguzzini.
Inviato
da: vocedimegaride Trackback: 0 - Commenti: 2
Inviato da
Anonimo
il 18/12/06 @ 18:54
Quando si scrivono cose belle, i commenti
disturbano. Ma qualcosa volevo scriverti, caro don Giuseppe: sapremo
amare e sapremo cambiare non solo la Sanità(che ironia
tale nome!!), ma tutti i Malanni, che con le poche forze affronteremo
uniti.Credici. Addio
___________________________________
Inviato da
Anonimo
il 18/12/06 @ 18:57
Il commento precedente è mio. www.raffaelesaccomanno.net
__________________________________
Messaggio
N°30 del 22-11-2006 - 15:52
Tags: Giustizia
In nome della legge
di Nunziante Minichiello
Tutti i malanni
o quasi tutti i malanni napoletani e con questi quelli siciliani
e quelli calabresi, stando alle informazioni correnti, sono dovuti
alla camorra, alla mafia ed alla ‘ndrangheta. Non si accenna minimamente
alla volontà politica ed alla capacità politica.
Vuol dire allora che anche i politici sono vittime ( che hanno
pagato anche con la vita ) e per giunta due volte vittime della
cosiddetta malavita: una volta come cittadini ed una seconda volta,
molto più gravemente, come rappresentanti del Popolo, al
quale essi politici non hanno potuto e non possono garantire legalità
e sicurezza. Se dunque i cosiddetti malavitosi, autori di crimini
di ogni genere direttamente commessi ed acclarati, hanno diritto
alla difesa alla stessa maniera, per analogia, hanno diritto alla
difesa per i danni loro pure imputati, quali degrado, disoccupazione,
mancanze di strutture e di infrastrutture, disservizi e disfunzioni
vari, urbanistica, viabilità e poi corruzione, illegalità,
sottosviluppo ed annessi e connessi. Se però non si riesce
a dimostrare la responsabilità, diretta od indiretta, della
cosiddetta malavita in quelle faccende, che vanno dal degrado
al sottosviluppo, vuol dire che queste faccende, che vanno dal
degrado al sottosviluppo, potrebbero essere attribuite ad altri
autori e che quindi se si riesce a dimostrare la estraneità
per mancanza di prove di colpevolezza della cosiddetta malavita
vuol dire
che sarebbe consigliabile ricercare altrove le cause e gli autori
di quelle faccende. Con che la cosiddetta malavita si potrebbe
ritenere vittima e potrebbe chiedere il risarcimento per persecuzione
psicologica, per diffamazione, per calunnie e così via.
Non solo, ma potrebbe anche dichiararsi vittima del sistema che
produce dal degrado al sottosviluppo, nei quali ultimi sarebbe
anche rimasta invischiata, per cui la cosiddetta malavita con
tutti gli addebiti penali e non penali che le si fanno, non sarebbe
esistita senza quel sistema. Se ciò venisse dimostrato
non ci sarebbe più bisogno di indulto per mettere in libertà
tanti cosiddetti malavitosi, che avrebbero diritto anche ad un
risarcimento. Non è fuori posto ricordare che i Romani
liberarono dai pirati prima l’Adriatico e poi il Mediterraneo.
Per cui si può augurare anche agli Italiani di risolvere
con la massima soddisfazione ed al più presto certi loro
rapporti interni, prima che diventino internazionali. I cosiddetti
malavitosi potrebbero essere anche
convinti a seguire l’esempio di tanti ricconi, cioè ad
arricchirsi facendo nella legalità impresa, che non sempre
è meno redditizia e più impegnativa della distribuzione
della droga o della riscossione del pizzo, ma che però
non comporta rischi penali e personali e che per giunta può
addirittura far aspirare ad onorificenze ed onori, con la certezza
di poter operare alla luce del sole e senza temere la confisca
dei beni e senza neppure mettere continuamente a rischio la propria
e la vita dei propri prossimi e spesso di terzi che non hanno
proprio niente a che fare con loro e con i loro contrasti con
gli altri. L’interessamento dei rappresentanti delle più
alte istituzioni dimostra che la situazione è piuttosto
grave e quindi non c’è da perdere tempo. Le ragioni di
tanta calamità vanno ricercate ovunque, perché la
mala pianta va colpita alla radice, per non vedersela riprodotta.
Allora la società civile si dia da fare per essere tale,
cioè regolata da norme approvate, riportate nei codici
e che valgono per tutti, proprio per tutti, pena, in caso di mancanza
di rispetto, il pagamento di sanzioni certe e rapide, a prescindere
dal destinatario che si è messo in difetto.
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 0
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