ARCHIVIO

Prima pagina
Arte e spettacolo
Attualità
Comunicati stampa
Copertina
Cron(i)che Napolitane
Denunce ed appelli

Economia e sviluppo
Anno 2006
Messaggio N°27
Un dramma in due atti:
Colonizzazione e Continentalizzazione

commenti 2

Anno 2007

Anno 2008

Editoriali
Eventi socio-culturali
Fotoreportages & VideoNews
Giustizia
Identità
Lettere al Direttore
Personaggi
Piove (Governo Ladro)
Pizza e mandolino
Politica
Rassegna stampa
Segnalazioni utili
Società
Storia-Miti-Eroi
Turismo

Messaggio N°27 del 19-11-2006 - 16:48
Tags: Economia - Sviluppo

Un dramma in due atti:Colonizzazione e Continentalizzazione
di Marina Salvadore

Napoli (tutto il Sud) prima dell'Unità aveva - tra le altre - fiorenti industrie siderurgiche e rifulgeva soprattutto nella cantieristica navale (celebri, per esempio, erano i cantieri di Castellammare; quelli che costruirono in tempi moderni - non tutti sanno - persino la "Vespucci", su preciso disegno delle corazzate della gloriosa Real Marina Borbonica).
 L'industria estrattiva, quella chimica e di trasformazione (ricordiamo le saline e gli zolfi, per eccellenza), la siderurgia di Pietrarsa, Mongiana e Ferdinandea, la cantieristica, la metalmeccanica, supportavano degnamente le prevalenti attività marittime e marinare, con le connesse attività turistiche e degli scambi commerciali (industria del corallo, cartiere, tessile, vetrerie, alimentare, artigianato, agenzie turistiche ecc…) - non solo nell'area del Mediterraneo, ma fino alle Americhe - come si legge dall'attenta analisi dei nostri primati nazionali, europei e mondiali. L'intelligenza e la lungimiranza dei suoi governanti seppero sostenere, far evolvere e tesaurizzare le peculiarità specifiche della particolare geografia e condizioni climatiche di quel Regno che confinava con "l'Acqua Santa e L'Acqua del Mare" - come felicemente ebbe ad esprimersi re Ferdinando II di Borbone, autore della più felice e concreta in assoluto Riforma Finanziaria delle Due Sicilie - e la ricchezza della Nazione poggiava prevalentemente sul binomio "Campania Felix" e "Mare Nostrum", dal quale scaturivano le diversificate attività conserviere, artigianali, manifatturiere e della industria pesante, in un regime di libera concorrenza persino con la "assolutista" Real Casa. Il fenomeno dell'emigrazione - di quei tempi - era inverso: dal Nord si scendeva in quel che è detta ora "Terronia" per trovare lavoro o per investire (specialmente - tra gli stranieri - numerosi erano gli inglesi ed i francesi) nell'imprenditoria; persino, nella Finanza (vedi, il banchiere Rothschild!). Addirittura, le prove di conio della moneta inglese erano costantemente sottoposte all'esame degli artigiani della nostra Zecca, considerati tra i più esperti maestri d'arte orafa e argentiera e…il pavimento del Banco di Napoli - riportano le cronache dell'epoca - crollò sotto il peso della riserva aurea nazionale stipatavi, tanto per citare un dettaglio… piuttosto che un altro… No, non è il prologo di una Fiaba; ciò che racconto è verità e non è neppure mitologia o epica, poiché è storia di neppure un secolo e mezzo fa, che ancora si respira, passeggiando per le strade di Napoli, laddove la sua gente - la cui più sana prerogativa è soprattutto quella di appellare le cose con il loro nome - si ostina a chiamare la "Via Roma" ancora "Via Toledo", la "piazza del Plebiscito" ancora "Largo di Palazzo", la "piazza Trieste e Trento" ancora "piazza San Ferdinando" e… "Via… dicendo"… Il "Risorgimento" (del solo Nord, purtroppo) tra i pochi fatti ed i troppi misfatti si macchiò della primaria colpa - ai danni del Sud - della "continentalizzazione selvaggia" delle Due Sicilie, negando - di lì in avanti e per sempre - ogni specificità, ogni possibilità di sviluppo, di sussistenza, di autonomia, addirittura di "economia" all'intero Mezzogiorno… quasi, a cagione di un sommovimento tellurico, ne fosse stata radicalmente mutata la geografia! I nostri numerosi e importanti porti, cantieri navali, bacini di carenaggio e scali merce e passeggeri, che erano stati fino allora il fulcro del Mediterraneo furono retrocessi agli ultimi posti in classifica; molti, smantellati, tagliando così le vie della produzione interna e dell'esportazione. Tutto l' "interesse" (nel senso più volgare dell' accezione) si spostò sulle coste della Toscana, qualcosa nelle Marche e soprattutto nella piccolissima Liguria, per la resurrezione di Genova. I cantieri militari furono tutti impiantati nella minuscola e spopolata La Spezia, che vide - nel giro di pochi anni - triplicare i suoi residenti. E' motivo di amara riflessione anche il fatto che a tutt'oggi, in un' Italia che brulica sulle sue coste di Musei Navali, di primo, secondo e terz'ordine, ancora si nega alla gloriosa tradizione marittima e marinara napoletana (che era competitiva solo con quella Inglese, in tutta Europa) l'orgoglio di un legittimo trofeo alla memoria, stancamente annuendo, anche nei tempi odierni del Progetto Nausicaa dell'Ente Porto di Napoli, che se la marineria partenopea ci tenesse proprio tanto ad essere eternata in un suo pantheon, potrebbe accontentarsi al più di un paventato "Museo dell'Emigrante", magari intitolato "Partono 'e Bastimenti"… chissà?… Neppure all'epoca dell'Impero Romano e del Vicereame Spagnolo il Sud fu così spietatamente invaso e colonizzato!… Mutata la geografia, mutò la geopolitica! Tanto, per sottolineare ancor più la nostra risorgimentista qualifica di Bifolchi, Briganti ed Emigranti, scientificamente definiti dal Lombroso (ch'era anch'egli un figlio della Diaspora poiché di origine ebrea, eternamente errante) dolicocefali e non dignitosamente brachicefali, come i nostri "Fratelli dell'Italia di su". E, tutto questo, in barba alla vera scienza medica che pure da noi sbocciò autorevolmente, con la Scuola Salernitana e con la Prima Cattedra di Fisiatria! Solo per dirne qualcun'altra a caso. Diventammo - e lo siamo ancora - la più grossa fetta di mercato del Nord, consumando solo ed esclusivamente prodotti del Nord; quegli stessi che da noi abbondavano e che non ci fu più possibile produrre, perché anche le nostre strutture produttive furono traslocate al Nord, quando non serrate del tutto perché intrasportabili, creando ulteriore disoccupazione. Persino la carta per i ministeri, per i loro uffici decentrati del Sud, ci arrivava da Torino!…no, la carta igienica, per fortuna, di quei tempi non era stata ancora brevettata… anche perché non erano stati ancora costruiti, con la "Risanamento" (che pure fa rima con "Risorgimento") palazzi di "10 piani di morbidezza"… ma la carta-danaro, che sostituiva l'oro dei ducati sonanti e delle effettive riserve auree… quella, purtroppo, si iniziò a produrla ed a diffonderla a febbrile gittata continua, proprio da lì : dalle fonti d'origine del nostro italico ed insormontabile DEBITO PUBBLICO, che ancora lievita…lievita. Da allora! Lo sfascio del Sud continua nel presente; anche un cane randagio se ne accorgerebbe. Purtroppo, è la stessa classe dirigente del Sud che continua a ficcare la testa nella sabbia, come uno struzzo! Non ho descritto, in apertura, il Paese dei Campanelli né la Val di Cuccagna ma se - ormai è evidente - i trascorsi meridionali, al sole del presente, rifulgono ancora nostalgicamente sul palcoscenico dell'odierna amministrazione della cosa pubblica, è facile decifrare i segnali di un Sud che racconta di quanto "stava meglio" quando - come si ostinano a riferire i bugiardi - "stava peggio"! E' oltremodo inaccettabile, immorale (o, meglio, amorale) e - ci sembra - pure un tantinello anticostituzionale che al Parlamento Italiano siedano, invece, reazionari secessionisti di una regione italiana, con un "suo" parlamento di mantovana memoria, che non è mai esistita né geograficamente né storicamente : la Padania, di cui neppure i gloriosi "Serenissimi " ambiscono far parte… La Padania surreale che si è trasportata al Nord, con benedizione urbi et orbi, il Treno Pendolino Napoli/Milano che ora è Napoli/Gallarate; quasi che Gallarate, rispetto alla storica ed artistica Caserta (dove non è prevista fermata) abbia avuto l'imprimatur regale di capitale morale del Nord… La Padania, che si è costruita in fretta e furia (prima che scadessero le sovvenzioni) Malpensa… che si è presa di peso, come da un solaio polveroso, la Televisione di Stato, Rai 2!… Cosa aspettano i Romani di Rai uno ed i Padani di Rai due a sdoganarci la Rai tre a Mezzogiorno? Vogliamo dimenticare di quando il Garante per la Pubblicità certificò che la VERA MOZZARELLA DI BUFALA era di esclusiva marca VALLELATA della padano-alemanna GALBANI? … Ci offre da pensare il fatto che la PASTIERA NAPOLETANA, da qualche anno, non è più quella "evangelica" di SCATURCHIO ma quella industriale della BAULI di Verona?… Che i pomidoro e la pasta pare si producano solo in Emilia… che supermercati ed ipermercati vendano agrumi africani e spagnoli, disdegnando la nostra tipica produzione, esportata sino al secondo dopoguerra?… Che la succursale milanese della prestigiosa NOSTRA Scuola Militare della Nunziatella è ora Collegio Teuliè della II Scuola Militare dell'Esercito di Milano?…. che il Ponte sullo Stretto si farà con i soliti appalti ai "soliti noti" del Nord, lasciando volutamente in essere sul territorio meridiano le infrastrutture già obsolete, per emarginare ancor più le realtà locali del "sud del Sud" ed a discapito pure di quella minima economia che supporta quella miserella Fata Morgana, in casa sua, per mezzo delle piccole attività connesse all'indotto del traghettamento (com'è avvenuto di recente in Grecia, con la creazione di altra povertà immolata su di un altro ponte… olimpico)… I tempi malsani del "Lassammo sta', Tirammo a Campa'" ci si auspica finiscano al più presto! Uomini giusti al posto giusto, servitori della Patria che non si servano della Patria; questo, è quanto il Sud, NAPOLI, da sempre reclama. Risulta veramente impossibile prendere la temperatura basale al Mezzogiorno, costruire grafici di funzioni impazzite, diagnosticarne i mali e prescrivere a distanza, dai celebri nosocomi di Roma e Milano, farmaci e rimedi palliativi se le cartelle cliniche, l'anamnesi stessa, è andata smarrita, quindi ogni eventuale diagnosi è necessariamente affidata allo sciamano o curandero di turno, con un sempre più pittoresco rito woodoo, semplicemente perché i dati statistici dell'economia e finanza meridionali non riguardano mai in assoluto le tasche del solo meridione. Finiamola di nasconderci dietro un dito e se davvero c'è la volontà da parte degli Amministratori della "Res Publica" di risanare TUTTO il sistema nazionale - prima che noi ITALIA si finisca come l'Argentina - è d'obbligo tastare il polso ad ogni differente realtà locale ed evitare troppi decentramenti politici ed amministrativi. Occorre approfondire con competenza e professionalità i punti salienti del decadimento di una "civiltà" e se, spesso, durante l'analisi qualche dettaglio indica qualche punto di qualità in opere e provvedimenti del lontano passato, occorre avere l'umiltà di verificarli e di adeguarli al presente, lungi dagli americanismi bocconiani e dallo yuppismo manageriale dell'ultim'ora ... (continua)
(tratto da "Vita, morte e miracoli dell'Economia e del sottoSviluppo in Campania 1860/2004" di Marina Salvadore )

Inviato da: vocedimegaride - Commenti: 2

riferimento

Inviato da kayfakayfa
il 21/11/06 @ 00:07
Gustato tutto fino all'ultima riga. Attendo di leggere il continuo...

----------------------------------------------------

Inviato da vocedimegaride
il 21/11/06 @ 18:19
Il lavoro da cui è tratto l'inserto sulla "continentalizzazione" è on line nella sezione e-book di www.vocedimegaride.it Fu da me dedicato alla DRE Campania che aveva appena pubblicato uno studio su l'Economia e lo Sviluppo in Campania.... Ovviamente, il mio omaggio non giunse gradito al Direttore regionale delle Entrate... che scambiò la mia difesa delle radici per un'offesa a Napoli... Non che mi aspettassi un "grazie" o un encomio (so benissimo che certe verità sgomentano l'amministrazione pubblica, sempre in bilico) ma che si sia fatto di tutto, per ignorare le mie istanze ed il mio lavoro...questo, accresce i miei sentimenti di pena e di rabbia nei confronti delle ipocrite istituzioni.







Pagine viste a tutt'oggi