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N°27 del 19-11-2006 - 16:48
Tags: Economia - Sviluppo
Un
dramma in due atti:Colonizzazione e Continentalizzazione
di Marina Salvadore
Napoli
(tutto il Sud) prima dell'Unità aveva - tra le altre - fiorenti
industrie siderurgiche e rifulgeva
soprattutto nella cantieristica navale (celebri, per esempio,
erano i cantieri di Castellammare; quelli che costruirono in
tempi moderni - non tutti sanno - persino la "Vespucci", su
preciso disegno delle corazzate della gloriosa Real Marina Borbonica).
L'industria estrattiva, quella chimica e di trasformazione
(ricordiamo le saline e gli zolfi, per eccellenza), la siderurgia
di Pietrarsa, Mongiana e Ferdinandea, la cantieristica, la metalmeccanica,
supportavano degnamente le prevalenti attività marittime e marinare,
con le connesse attività turistiche e degli scambi commerciali
(industria del corallo, cartiere, tessile, vetrerie, alimentare,
artigianato, agenzie turistiche ecc…) - non solo nell'area del
Mediterraneo, ma fino alle Americhe - come si legge dall'attenta
analisi dei nostri primati nazionali, europei e mondiali. L'intelligenza
e la lungimiranza dei suoi governanti seppero sostenere, far
evolvere e tesaurizzare le peculiarità specifiche della particolare
geografia e condizioni climatiche di quel Regno che confinava
con "l'Acqua Santa e L'Acqua del Mare" - come felicemente ebbe
ad esprimersi re Ferdinando II di Borbone, autore della più
felice e concreta in assoluto Riforma Finanziaria delle Due
Sicilie - e la ricchezza della Nazione poggiava prevalentemente
sul binomio "Campania Felix" e "Mare Nostrum", dal quale scaturivano
le diversificate attività conserviere, artigianali, manifatturiere
e della industria pesante, in un regime di libera concorrenza
persino con la "assolutista" Real Casa. Il fenomeno dell'emigrazione
- di quei tempi - era inverso: dal Nord si scendeva in quel
che è detta ora "Terronia" per trovare lavoro o per investire
(specialmente - tra gli stranieri - numerosi erano gli inglesi
ed i francesi) nell'imprenditoria; persino, nella Finanza (vedi,
il banchiere Rothschild!). Addirittura, le prove di conio della
moneta inglese erano costantemente sottoposte all'esame degli
artigiani della nostra Zecca, considerati tra i più esperti
maestri d'arte orafa e argentiera e…il pavimento del Banco di
Napoli - riportano le cronache dell'epoca - crollò sotto il
peso della riserva aurea nazionale stipatavi, tanto per citare
un dettaglio… piuttosto che un altro… No, non è il prologo di
una Fiaba; ciò che racconto è verità e non è neppure mitologia
o epica, poiché è storia di neppure un secolo e mezzo fa, che
ancora si respira, passeggiando per le strade di Napoli, laddove
la sua gente - la cui più sana prerogativa è soprattutto quella
di appellare le cose con il loro nome - si ostina a chiamare
la "Via Roma" ancora "Via Toledo", la "piazza del Plebiscito"
ancora "Largo di Palazzo", la "piazza Trieste e Trento" ancora
"piazza San Ferdinando" e… "Via… dicendo"… Il "Risorgimento"
(del solo Nord, purtroppo) tra i pochi fatti ed i troppi misfatti
si macchiò della primaria colpa - ai danni del Sud - della "continentalizzazione
selvaggia" delle Due Sicilie, negando - di lì in avanti e per
sempre - ogni specificità, ogni possibilità di sviluppo, di
sussistenza, di autonomia, addirittura di "economia" all'intero
Mezzogiorno… quasi, a cagione di un sommovimento tellurico,
ne fosse stata radicalmente mutata la geografia! I nostri numerosi
e importanti porti, cantieri navali, bacini di carenaggio e
scali merce e passeggeri, che erano stati fino allora il fulcro
del Mediterraneo furono retrocessi agli ultimi posti in classifica;
molti, smantellati, tagliando così le vie della produzione interna
e dell'esportazione. Tutto l' "interesse" (nel senso più volgare
dell' accezione) si spostò sulle coste della Toscana, qualcosa
nelle Marche e soprattutto nella piccolissima Liguria, per la
resurrezione di Genova. I cantieri militari furono tutti impiantati
nella minuscola e spopolata La Spezia, che vide - nel giro di
pochi anni - triplicare i suoi residenti. E' motivo di amara
riflessione anche il fatto che a tutt'oggi, in un' Italia che
brulica sulle sue coste di Musei Navali, di primo, secondo e
terz'ordine, ancora si nega alla gloriosa tradizione marittima
e marinara napoletana (che era competitiva solo con quella Inglese,
in tutta Europa) l'orgoglio di un legittimo trofeo alla memoria,
stancamente annuendo, anche nei tempi odierni del Progetto Nausicaa
dell'Ente Porto di Napoli, che se la marineria partenopea ci
tenesse proprio tanto ad essere eternata in un suo pantheon,
potrebbe accontentarsi al più di un paventato "Museo dell'Emigrante",
magari intitolato "Partono 'e Bastimenti"… chissà?… Neppure
all'epoca dell'Impero Romano e del Vicereame Spagnolo il Sud
fu così spietatamente invaso e colonizzato!… Mutata la geografia,
mutò la geopolitica! Tanto, per sottolineare ancor più la nostra
risorgimentista qualifica
di Bifolchi, Briganti ed Emigranti, scientificamente definiti
dal Lombroso (ch'era anch'egli un figlio della Diaspora poiché
di origine ebrea, eternamente errante) dolicocefali e non dignitosamente
brachicefali, come i nostri "Fratelli dell'Italia di su". E,
tutto questo, in barba alla vera scienza medica che pure da
noi sbocciò autorevolmente, con la Scuola Salernitana e con
la Prima Cattedra di Fisiatria! Solo per dirne qualcun'altra
a caso. Diventammo - e lo siamo ancora - la più grossa fetta
di mercato del Nord, consumando solo ed esclusivamente prodotti
del Nord; quegli stessi che da noi abbondavano e che non ci
fu più possibile produrre, perché anche le nostre strutture
produttive furono traslocate al Nord, quando non serrate del
tutto perché intrasportabili, creando ulteriore disoccupazione.
Persino la carta per i ministeri, per i loro uffici decentrati
del Sud, ci arrivava da Torino!…no, la carta igienica, per fortuna,
di quei tempi non era stata ancora brevettata… anche perché
non erano stati ancora costruiti, con la "Risanamento" (che
pure fa rima con "Risorgimento") palazzi di "10 piani di morbidezza"…
ma la carta-danaro, che sostituiva l'oro dei ducati sonanti
e delle effettive riserve auree… quella, purtroppo, si iniziò
a produrla ed a diffonderla a febbrile gittata continua, proprio
da lì : dalle fonti d'origine del nostro italico ed insormontabile
DEBITO PUBBLICO, che ancora lievita…lievita. Da allora! Lo sfascio
del Sud continua nel presente; anche un cane randagio se ne
accorgerebbe. Purtroppo, è la stessa classe dirigente del Sud
che continua a ficcare la testa nella sabbia, come uno struzzo!
Non ho descritto, in apertura, il Paese dei Campanelli né la
Val di Cuccagna ma se - ormai è evidente - i trascorsi meridionali,
al sole del presente, rifulgono ancora nostalgicamente sul palcoscenico
dell'odierna amministrazione della cosa pubblica, è facile decifrare
i segnali di un Sud che racconta di quanto "stava meglio" quando
- come si ostinano a riferire i bugiardi - "stava peggio"! E'
oltremodo inaccettabile, immorale (o, meglio, amorale) e - ci
sembra - pure un tantinello anticostituzionale che al Parlamento
Italiano siedano, invece, reazionari secessionisti di una regione
italiana, con un "suo" parlamento di mantovana memoria, che
non è mai esistita né geograficamente né storicamente : la Padania,
di cui neppure i gloriosi "Serenissimi " ambiscono far parte…
La Padania surreale che si è trasportata al Nord, con benedizione
urbi et orbi, il Treno Pendolino Napoli/Milano che ora è Napoli/Gallarate;
quasi che Gallarate, rispetto alla storica ed artistica Caserta
(dove non è prevista fermata) abbia avuto l'imprimatur regale
di capitale morale del Nord… La Padania, che si è costruita
in fretta e furia (prima che scadessero le sovvenzioni) Malpensa…
che si è presa di peso, come da un solaio polveroso, la Televisione
di Stato, Rai 2!… Cosa aspettano i Romani di Rai uno ed i Padani
di Rai due a sdoganarci la Rai tre a Mezzogiorno? Vogliamo dimenticare
di quando il Garante per la Pubblicità certificò che la VERA
MOZZARELLA DI BUFALA era di esclusiva marca VALLELATA della
padano-alemanna GALBANI? … Ci offre da pensare il fatto che
la PASTIERA NAPOLETANA, da qualche anno, non è più quella "evangelica"
di SCATURCHIO ma quella industriale della BAULI di Verona?…
Che i pomidoro e la pasta pare si producano solo in Emilia…
che supermercati ed ipermercati vendano agrumi africani e spagnoli,
disdegnando la nostra tipica produzione, esportata sino al secondo
dopoguerra?… Che la succursale milanese della prestigiosa NOSTRA
Scuola Militare della Nunziatella è ora Collegio Teuliè della
II Scuola Militare dell'Esercito di Milano?…. che il Ponte sullo
Stretto si farà con i soliti appalti ai "soliti noti" del Nord,
lasciando volutamente in essere sul territorio meridiano le
infrastrutture già obsolete, per emarginare ancor più le realtà
locali del "sud del Sud" ed a discapito pure di quella minima
economia che supporta quella miserella Fata Morgana, in casa
sua, per mezzo delle piccole attività connesse all'indotto del
traghettamento (com'è avvenuto di recente in Grecia, con la
creazione di altra povertà immolata su di un altro ponte… olimpico)…
I tempi malsani del "Lassammo sta', Tirammo a Campa'" ci si
auspica finiscano al più presto! Uomini giusti al posto giusto,
servitori della Patria che non si servano della Patria; questo,
è quanto il Sud, NAPOLI, da sempre reclama. Risulta veramente
impossibile prendere la temperatura basale al Mezzogiorno, costruire
grafici di funzioni impazzite, diagnosticarne i mali e prescrivere
a distanza, dai celebri nosocomi di Roma e Milano, farmaci e
rimedi palliativi se le cartelle cliniche, l'anamnesi stessa,
è andata smarrita, quindi ogni eventuale diagnosi è necessariamente
affidata allo sciamano o curandero di turno, con un sempre più
pittoresco rito woodoo, semplicemente perché i dati statistici
dell'economia e finanza meridionali non riguardano mai in assoluto
le tasche del solo meridione. Finiamola di nasconderci dietro
un dito e se davvero c'è la volontà da parte degli Amministratori
della "Res Publica" di risanare TUTTO il sistema nazionale -
prima che noi ITALIA si finisca come l'Argentina - è d'obbligo
tastare il polso ad ogni differente realtà locale ed evitare
troppi decentramenti politici ed amministrativi. Occorre approfondire
con competenza e professionalità i punti salienti del decadimento
di una "civiltà" e se, spesso, durante l'analisi qualche dettaglio
indica qualche punto di qualità in opere e provvedimenti del
lontano passato, occorre avere l'umiltà di verificarli e di
adeguarli al presente, lungi dagli americanismi bocconiani e
dallo yuppismo manageriale dell'ultim'ora ... (continua)
(tratto da "Vita, morte e miracoli dell'Economia
e del sottoSviluppo in Campania 1860/2004" di Marina Salvadore
)
Inviato
da: vocedimegaride - Commenti: 2
riferimento
Inviato
da kayfakayfa
il 21/11/06 @ 00:07
Gustato tutto fino all'ultima riga. Attendo
di leggere il continuo...
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Inviato da vocedimegaride
il 21/11/06 @ 18:19
Il lavoro da cui è tratto l'inserto sulla
"continentalizzazione" è on line nella sezione e-book di www.vocedimegaride.it
Fu da me dedicato alla DRE Campania che aveva appena pubblicato
uno studio su l'Economia e lo Sviluppo in Campania.... Ovviamente,
il mio omaggio non giunse gradito al Direttore regionale delle Entrate...
che scambiò la mia difesa delle radici per un'offesa a Napoli...
Non che mi aspettassi un "grazie" o un encomio (so benissimo che
certe verità sgomentano l'amministrazione pubblica, sempre in bilico)
ma che si sia fatto di tutto, per ignorare le mie istanze ed il
mio lavoro...questo, accresce i miei sentimenti di pena e di rabbia
nei confronti delle ipocrite istituzioni.