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Messaggio N°98 del 29-12-2006
- 22:11 Napoli: pali, alberi e buche killer Da napoletano mi appassiona molto poco questo gioco a scaricabarile che si sta verificando a seguito del tragico episodio di via Caracciolo. Napoli è afflitta oramai da cinismo endemico per la qual cosa i dibattiti si accendono sugli organi d’informazione solo quando accadono eventi luttuosi, per poi spengersi non appena l’argomento perde interesse, mentre il sangue d’innocenti vittime ancora è caldo sulle strade killer del capoluogo partenopeo. Ricordo che nel quartiere collinare del Vomero non un palo della luce ma alcuni platani secolari si sono abbattuti in un recente passato provocando, fortunatamente, solo danni alle autovetture in sosta. Ma il problema non è stato risolto. Molte piante, poste lungo i marciapiedi, ancora manifestano alla base profonde cavità che renderebbero necessaria un verifica statica con provvedimenti consequenziali. Il tutto a cura del servizio giardini dell’amministrazione comunale. Se e quando sarà fatto al momento non è dato sapere. Ma anche per quanto riguarda l’illuminazione stradale la situazione nel popoloso quartiere collinare non è certamente rosea. A parte che in alcune arterie sono installati ancora punti luce che risalgono all’inizio del novecento, come nella centralissima via Luca Giordano, dove in occasione dei recenti lavori di rifacimento dei marciapiedi, ci si è “dimenticati”, anche in analogia con quanto fatto nell’isola pedonale di via Scarlatti, di rimuovere il vecchio impianto d’illuminazione stradale per sostituirlo con uno nuovo, lasciando pali che ricordano la torre di Pisa anche scarsamente efficaci, si riscontrano anche situazioni come quella di piazza degli Artisti, dove un palo che, per dimensioni e forma ricorda quello crollato in via Caracciolo, è fortemente ossidato alla base, mancando anche il supporto in cemento. Nella stessa piazza si trova anche un altro palo arrugginito, che andava rimosso da tempo, non più funzionale, se non per attaccarvi striscioni abusivi. Che dire infine delle numerose buche sulle carreggiate e sui marciapiedi, che mietono decine di vittime ogni giorno. L’ultima si è aperta al centro di via Bernini ed è la dannazione di scooteristi ed automobilisti. Sta lì da giorni ma nessuno provvede a ripararla né quantomeno a segnalarla. Un altro simbolo della superficialità e del pressappochismo che regna a palazzo S. Giacomo, che vive di improvvisi sussulti, repentini quando brevi, solo quando, come nel caso recente, la vittima di turno resta immota per sempre sul selciato. Inviato da: vocedimegaride - commenti 0 _______________________________________
Messaggio N°80 del 13-12-2006 - 23:55 Chi
di panchina ferisce..... Nei
mesi scorsi fece scalpore al Vomero la protesta dei pensionati,
abituali frequentatori di piazza Vanvitelli, per lo spostamento
di alcune panchine installate dall’amministrazione comunale
proprio nella piazza. Tale spostamento era stato determinato
dall’esigenza di ricavare uno spazio adeguato sulla pubblica
via, che più di recente è stato occupato da un gazebo posto
dinanzi ad uno dei bar che ha aperto i battenti nei pressi dello
storico orologio realizzato, circa 80 anni or sono, dall’Ente
Autonomo Volturno, nell’ambito della costruzione dell’impianto
della cosiddetta “ora unica”. Orologio le cui lancette sono
da tempo immote, forse in segno di protesta per l’abbandono
nel quale versa l’antico sito, assediato com’è, vantando di
essere montato su di una colonnina in fusione di ghisa, in stile
vagamente liberty, eseguita dalla fonderia di Capodimonte di
Enrico Treichler, da orridi strutture in plastica e finto legno.
Oggi apprendiamo dalle cronache cittadine che lo schienale di
una di queste panchine, divelto da ignoti vandali, è stato utilizzato,
a mo’ di ariete, per danneggiare le vetrine del suddetto esercizio
pubblico. Ferma restando la condanna del grave episodio, che
testimonia, ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la mancanza
di adeguati controlli da parte delle forze dell’ordine in una
delle più belle ma anche delle più “calde” piazze di Napoli,
parafrasando un noto detto, verrebbe da dire: Chi di panchina
ferisce, di panchina perisce, ovvero, la vendetta della panchina
spostata. ____________________________________
Messaggio
N°72 del 10-12-2006 - 19:01 ________________________________________
Messaggio
N°69 del 08-12-2006 - 16:56 __________________________________________
Messaggio N°59 del 03-12-2006 - 17:50
Sabato
1° dicembre, ore 12,30: scene di ordinario caos a Napoli,
mezz’ora dopo che il provvedimento di blocco delle autovetture
è terminato. Il tuttoampiamente documentato. Una situazione
che si poteva bene immaginare. O il blocco si estende all’intera
giornata e per tutti i giorni o non ha alcun senso effettuarlo.
Se proprio si vuole mantenerlo solo nella mattinata bisogna
prolungarlo almeno fino alle 14. E’ inconcepibile che un milione
di residenti, tanti sono i napoletani che abitano in Città,
debbano subire i problemi dell’inquinamento ambientale, derivati
dal traffico veicolare, solo perché poche migliaia
di commercianti vorrebbero che i loro clienti arrivassero
con l’autovettura sin sotto ai loro negozi. Un’indagine condotta
da un’equipe medica ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno,
che a ragione dell’inquinamento la vita media si riduce di
un anno. Reputo che la salute valga molto di più degli
interessi economici di una singola categoria. Tanto più
questo discorso vale per il quartiere collinare del Vomero.
Un’area servita da ben tre funicolari, da tre stazioni del
metrò collinare e da una serie di linee su gomma, in
modo da collegare la collina con tutti gli altri quartieri
della Città. Pretendere che i vomeresi debbano inalare
le letali polveri sottili che oramai, stando ai dati forniti
dalla centralina posta in via Luca Giordano, sforano costantemente
i limiti di legge, arrivando a picchi di 120 microgrammi a
metro cubo, oltre il doppio rispetto ai 50 microgrammi a metro
cubo prescritti dalla norma, significa dare un ferale contributo
ad un danno fisico irreversibile a carico di decine di migliaia
di residenti. Diciamo basta alle politiche improvvisate che,
nel tentativo di accontentare tutti, mettono in campo dei
palliativi palesemente inconsistenti ed incapaci di risolvere
il grave problema dell’inquinamento da smog. Per il Vomero
occorre subito varare una zona a traffico limitato valida
per tutti i giorni della settimana e dalle 8,00 alle 21,00,
estesa da piazza Medaglie d’Oro a piazza Vanvitelli nell’intera
area compresa tra le vie Tino di Camaino, via Luca Giordano,
via Cimarosa, via Bernini e via Mario Fiore. Può darsi
che con un tale provvedimento rivedremo in strada anche i
vigili urbani appiedati che, da qualche tempo a questa parte,
sembra che si siano totalmente liquefatti, dal momento che
sono letteralmente scomparsi da piazze e strade del quartiere. Inviato
da: Gennaro Capodanno
Commenti: 0 ____________________________________
Messaggio
N°22 del 18-11-2006 - 16:06
Esprimo il mio plauso alle forze dell’ordine, nell’occasione ai carabinieri, per l’azione che ha portato all’arresto dei due estorsori che taglieggiavano un commerciante del Vomero, ma ancor più esprimo vivo compiacimento per il commerciante che ha avuto il coraggio di denunciare coloro che gli volevano imporre il pizzo. Un fenomeno quello del racket che è stato sempre presente al Vomero e che non riguarda solo il settore commerciale ma anche le imprese edili che effettuano lavori sul territorio e pure gli studi professionali, come testimoniano le denunce, purtroppo poche, che si sono avute negli anni scorsi. Proprio le coraggiose denunce sulla presenza del racket nel commercio fanno piazza pulita delle tranquillizzanti quanto infondate dichiarazioni rese in più occasioni da alcuni rappresentanti istituzionali, quantomeno disinformati. Quanto poi all’affermazione che il Vomero sia un quartiere afflitto solo di recente da questi episodi, essa è totalmente fuori dal conteso storico, dal momento che la malavita estorsiva è presente al Vomero da diversi decenni anche se, per paura di ritorsioni, le denunce al riguardo sono state sempre centellinate. Anzi, per ironia della sorte, l’azzeramento dei boss dei clan storici del Vomero, in qualche modo, sembra aver peggiorato la situazione in quanto in questo momento il quartiere collinare, che nel terziario commerciale fattura decine di milioni di euro all’anno, è terra di conquista per gregari e per i clan emergenti di zone limitrofe. Emblematiche alcune vicende, come attentati incendiari e bombe nei pressi delle saracinesche, che hanno visto interessato questo comparto in tempi recenti. Ma esiste anche un altro aspetto su cui gli organi competenti dovrebbero indagare. I troppo frequenti “passaggi di mano” nel settore. Un camaleontismo quello del commercio nell’ultimo decennio che non si era mai verificato al Vomero, dove esistevano solide e storiche ditte commerciali, che trasferivano le attività di padre in figlio da generazioni: tutte scomparse. Come mai tanti titolari abbandonano all’improvviso, dalla sera alla mattina, l’attività? Desiderio di cambiare vita o altro? Sono scelte spontanee o forzate? Domande, che poniamo da tempo, e alle quali le autorità preposte dovrebbero dare una risposta, anche per tranquillizzare gli operatori. Pure cercando di capire da dove provengono i capitali con cifre a sei zero di euro con i quali vengono acquisiti singoli esercizi commerciali che potrebbero poi essere affidati a persone incensurate ed insospettabili, ma dietro le quali si nasconde la camorra e la delinquenza organizzata con il riciclaggio dei proventi delle numerose attività illecite. Inviato da: gennaro capodanno - Commenti: 0 |
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