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Strumenti fiscali indiretti
Dazi (dogane e monopoli)
Imposta Registro e bollo
Tassa postale
Imposta sulla Lotteria
Le entrate pubbliche erano strettamente correlate
alla ricchezza generale. Ne "Le finanze napoletane e le finanze piemontesi
dal 1848 al 1860" ed. Cardamone 1862, Giacomo Savarese osserva: "Entrambi
questi patrimoni sono soggetti alle medesime leggi; crescono e decrescono
insieme, ma la proporzione rimane sempre la stessa. Or se vi è
un paese dove questa regola sia stata rigorosamente applicata, e fino
alla superstizione, noi non temiamo di affermare che questo paese è
stato il Regno di Napoli".
Un richiamo particolare è d'obbligo anche all'istituzione, nel
1818, del primo sistema pensionistico in Italia, con ritenute del 2 per
cento sugli stipendi degli impiegati.
Se facciamo un ulteriore salto indietro, nel 1789, il Regolamento delle
Seterie di san Leucio anticipa di quasi un secolo le prime leggi sul lavoro
in Inghilterra (previdenza, assistenza, asili nido, case ai lavo-ratori);
la realtà di una "comune socialista" realizzata sotto
un sovrano definito assolutista ma anche (in germe) quel che resterà,
in tempi più moderni - per il commendator Olivetti - solo una autentica
utopia!
Per meglio delineare la nostra realtà socio-economica fino all'Unità
d'Italia, si ritiene utile proporre integralmente i segg. due illuminanti
capitoli, tratti dal libro "La Storia Proibita - quando i Piemontesi
invasero il Sud" di Marina Salvadore
ed altri - ed. Controcorrente Napoli/2000:
L'attacco dello Stato
unitario al Sud
Riserve auree e Sistema bancario
Al momento dell'unità, il Sud possedeva riserve auree pro capite
doppie rispetto al Nord.
Alcuni centri del Sud, anche importanti, erano privi di filiali bancarie,
ma questo era anche giustificato dal mite, razionale e semplice sistema
fiscale, ed ai fini dello sviluppo
economico il sistema fiscale non è meno importante di quello bancario.
Inoltre esistevano al Sud 761 stabilimenti diversi di beneficenza, oltre
1.131 monti frumentari, il 65 per cento del totale italiano, che, fornendo
anticipazioni per le attività agricole ad interessi quasi nulli,
erano una
sorta di credito agrario, sia pure embrionale. Ed inoltre vi erano le
casse agrarie e di prestanza...
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I depositi bancari pro-capite alla vigilia dell'Unità
(Lire)
Due Sicilie 21,4
Lombardia 32,0
Toscana 17,0
Romagna, Marche
e Modena 19,0
Parma e Piacenza 0,4
Il relativo ritardo del sistema bancario era dovuto a fattori non strutturali:
non erano i capitali a mancare al Sud rispetto alla media italiana! Inoltre
la borghesia napoletana presentò nel 1860 il progetto per la costituzione
di una moderna banca con L. 25,5 milioni di capitale.
Se non se ne fece niente, lo si dovette al governo "unitario".
Si ripiegò sull'ammodernamento del Banco di Napoli, e nei primi
cinque anni dall'unità si scatenò una lotta feroce con la
Banca Nazionale, piemontese. Il progetto di legge per radunare le riserve
auree del Sud nel Banco non fu approvato dagli organi competenti su pressione
della Banca Nazionale. Verso la fine del '65, la Nazionale era in gravissime
difficoltà e lo Stato intervenne a salvarla con la legge sul corso
forzoso. Ciò prova che la politica del nuovo stato italiano personalizzò
pesantemente il sistema bancario del Sud. E' importante sottolineare che
entrambi questi istituti di credito sono istituti di diritto privato e
pertanto non statali. Ma lo stato dimostra ancora una volta di non avere
a cuore le sorti dell'intera collettività, ma solo di quelle del
Nord.
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