Le zandraglie dei quartieri spagnoli
e le vajasse funnachère d'abbascio 'o puorto, tutte ingioiellate
di lucenti ex voto della Madonna dell'Arco, tentennanti sui tacchi a
spillo delle decolletè Valentino-"origginali", trucidamente
leopardate e zebrate in uno sfavillio di pizzi e merletti, con gerani
parigini pendenti dai reggisenoni a balconcino, si apprestavano a lasciare
il Tempio delle Sangiovannare, per correre ad intascarsi i 10 euro a
testa, per la comparsata organizzata dal circolo nautico Savoja, nell'imminenza
dello sbarco di Vittorio Emanuello e prole.
Dal molo della Canottieri Napoli, rudi manacce di camorristi e "guappi
di cartone" lanciavano in mare originali etno-corone di foglie
d'acacia intrecciate a cespi di cozze del Fusaro, per allestire lo specchio
d'acqua coreograficamente a gradimento dell'esule di ritorno. Poco più
in alto, sulla collina di Pizzofalcone, una comitiva di fieri Luciani,
con un cannone puntava verso l'orizzonte lo sguardo, ben protetta dalla
vegetazione della sottostante Villa Comunale, sullo scenario delle mura
del Rosso Maniero.
Da Castel S.Elmo, il segretario comunale annunciò, con 95 colpi
di cannone, l'avvistamento in rada della fregata "FREGATA"
dell'Ammiraglio Persano, battente bandiera kuwaitiana, come tutte le
"navi del deserto", recante seco il nobile carico.
Fu vista calare in mare dalla "Fregata" lontana un miglio
una scialuppa con baldacchino, dove presero posto le loro altezze reali
ed uno più basso delle loro altezze - ma, roba di qualche centimetro,
eh..- un tale comandante Caracciolo, pronipote del più celebre
martire e patriota... francese.
Tutto era pronto per l'accoglienza, al circolo nautico Savoja : dal
sartù di riso al sotè di vongole! C'erano persino 200
sbandieratori, tutti cavalieri dell'Ordine Costantiniano di Casa Borbone
Due Sicilie e dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro di casa Savoja,
i quali, essendo ognuno cavaliere di censo o di merito nell'uno e pure
nell'altro ordine cavalleresco, ogni 2 minuti e mezzo avevano l'ordine
di rivoltare, facendoli ruotare in aria, i mantelli double-face, così
da non deludere i due Prefetti.
Un grammofono a tromba prese a suonare ininterrottamente l'Hymnu Sardu
e le maestranze del circolo, quasi tutti murattiani e borbonici, si
mescolarono sul piccolo imbarcadero di legno, a picco sul Golfo di Partenope.
Rosa Russo Jervolino, in chiffon azzurro sfoggiava una nuova acconciatura
biondo-platino, per sembrare più nordica e meno casereccia; il
gran capo Bassolino, si esercitava a nascondere la sua pronuncia afragolese
dietro una erre moscia aristocratica ma...peggiorando di molto la sua
dizione, tanto che la gente lo scambiò per Biscardi. Era qui
giunto, dalla lontana ambasciata di Washington, per l'occasione, anche
il commenda Beretta, recando in dono agli ospiti una scatola di automatiche,
tre fucili ed una cassa di munizioni; ogni pezzo recava incise le cifre
e l'arme sabaude in oro puro. Dal Duomo, una squadra di carabinieri
a cavallo aveva condotto fin lì il busto di San Gennaro con le
sue reliquie, perché il Santo salutasse il figliol prodigo, come
carità cristiana comanda ad ogni buon padre di famiglia, dimostrando
di dissociarsi dalla bieca "seccia" gettata ai Savoja da quel
reazionario portasfighe di San Giovanni Bosco. Nugoli di "veline"
e "letterine" affittate come ragazze pon-pon, agitavano nell'aria
enormi tricolore con lo stemma sabaudo, mentre ormeggiata al piccolo
molo sottostante una gondola di Venezia, tutta illuminata da almeno
trecentomila "pisellini" - dorata fuori e rossa all'interno,
uguale a quella degli orrendi souvenir fantozziani ma a grandezza naturale
- attendeva infiocchettata e sprofondata in una vasca di fiori d'essere
donata dal Comune di Napoli al piccolo principe di Venezia Fili-bertuccio,
così ch'egli trovasse tributo anche per sé, nella città
principata dell'augusto genitore.....L'idea delicata e squisita , naturalmente,
era stata delle fondazioni culturali Napoli '99, Istituto degli Studi
Filosofici, la "Benedetto Croce" e quella degli ex allievi
della Nunziatella... E la regal scialuppa si avvicinava alla costa...
"Uh! Comm'è bello, 'o Rre!" gridò Nanninella
dopo avere inquadrato nel binocolo il volto dell'augusto esule. "Damme
'stu binocolo, 'o voglio vedè pur'io" e Bambenella si accaparrò
il binocolo di Nanninella quindi gridò "E' Bello, sì,
pare 'nu tedesco. Ma nun assomiglia à 'o pate e 'a mamma. E'
tale e quale a chillo - comme se chiamma? - chillo d'a Val d'Aosta,
te l'arricordi, Nanninè?"... "siete due ignoranti -
esordì 'onna Filumena 'a rossa - non era d'a Valle d'Aosta. Vuje
forse vulèveve dicere ca assumiglia 'a 'o Duca d'Aosta...eh,
è possibile ca s'assumigliano, sempe cugini erano, di famiglia,
no? Poi, mi pare ci fosse pure del tenero tra loro. Puverella 'a riggina
Maria Josè, quanto ha sufferto p'ammore!""... E la
scialuppa era ancora più vicina e dalla scialuppa i volti regali,
mettendo a fuoco i volti della folla, assunsero pieghe di disgusto e
rassegnazione "Parbleu, mon cher, devon nous nous s'asseyer à
la table de ces brigandes?" tuonò la moglie a Vittorio Emanuello
"j'ai lassè mon fucile sur le bateau... comme feront nous?"...
e intanto la folla si sbracciava dalla riva in saluti e non giungeva
che coperto e tenue l'eco delle gran pernacchie dei Luciani saliti a
Pizzofalcone...
I tamburi della 'ndrezzata procidana, da un traghetto della Caremar
presero a rullare; le mazze a mazzoliare; i procidani lanciavano fiori
all'indirizzo dei sabaudi ma essendo i fiori intrisi pesantemente d'acqua,
questi come proiettili colpivano la scialuppa regale. La moglie di Vittorio
Emanuello, tutta bardata di cuoi nero-borchiato, schizò in piedi
e fece un gestaccio all'indirizzo dei procidani, facendo rullare fortemente
l'imbarcazione e rischiando di far cascare in acqua il V. Emanuello
e il Fili-bertuccio; il gesto fu scambiato dai procidani per un cenno
di saluto cordiale quindi, più entusiasta riprese il lancio dei
fiori.
... "Viva 'o Rre!" gridò Pasqualino 'o pazzo. Qualcuno,
gli lanciò un'occhiataccia ma lui, imperterrito continuò
ad inneggiare al nuovo Re di Napoli... "Pasqualino tene sempe 'a
stessa capa - commentò stancamente donna Concetta Mobili - arriva
Maradona e isso allucca viva 'o Rre; arrivaje Achille Lauro e isso gridaje
viva 'o Rre...ci venne a far visita 'o pronipote d''o Borbone 'e Napoli
e isso gridaje viva 'o Rre....incontrò Taricone del Grande Fratello
a SanGregorio Armeno, che posava per fare la statuina del presepe, eppure
là gridò Viva 'o Rre!... Pure quando venettero Clinton
a Napoli e Ciampi, 'stu scemo alluccaje viva 'o Rre....Non ve ne conto
di cosa combinò quando arrivò Bossi, 'o vuleveno vàttere!
L'hanno da chiudere al manicomio, a Pasqualino nostro"... "Pasqualino
fa bene ad essere così cordiale con tutti i Re di giornata di
Napoli, e specialmente con questo che sta arrivando mò - intervenne
Giuseppe Nunziante, salumiere del Vomero - questo che viene mò,
ha detto che si compra la squadra del Napoli; chisto 'e sorde 'e ttene!
Eppoi, è un principe molto conosciuto in tutto il mondo; se questo
si compra la squadra ammagari ci compra pure qualche bomber straniero,
chillo ca costa 'e cchiù. Quest'uomo è un principe e quindi
un poco d'onore se lo deve pure tutelare, o no? Sicuramente, ci riporterà
in serie A ed il San Paolo tornerà ad essere un vero stadio per
il pallone"..." ..e figurati a quanto arriveranno gli abbonamenti,
seh..seh...così al San Paolo si andranno a guardare le partite
solo Berlusconi e Agnelli", considerò amaramente don Gennaro
Impastato, giornalaio ai quartieri spagnoli..."No, ti sbagli -
intervenne un consigliere di zona del Comune - Vittorio Emanuello regalerà
abbonamenti a tutti i disoccupati di Napoli eppoi, pare aprirà
pure degli asili Calcio Napoli, dove i genitori potranno lasciare i
bambini custoditi durante i tempi della partita. Chist'ommo è
uno che ha girato il mondo, ha una mentalità imprenditoriale,
'o vulisse paragonà a Ferlaino, per caso?. P'ammore 'e ddio!"...
E, la scialuppa con il reale carico distava ormai 500 metri dalla banchina
del nautico Savoja... "Fatemi passare, fatemi passare. Sono un
rappresentante del Movimento NeoBorbonico. Devo impedire lo sbarco di
quell'uomo sul nostro suolo patrio. Tengo la bellezza di duemilioni
di firme che ho raccolto per fare il referendum. Quell'uomo non può
entrare a Napoli. Fatemi passare! Questo è un clamoroso falso
storico. La norma costituzionale non è stata abolita; è
stata solo sospesa...Lasciatemi! Lasciatemiiii." ... "Addò
vai, fesso? Fermate ccà e statte zitto - urlò stoppandolo
un funzionario della Questura - Non renderti ridicolo. Non lo vedi che
il tuo principe di Borbone cù tanto 'e mugliera e suocera sta
sul palco più alto con in mano il vassoio d'argento cu 'nu paro
'e forbici? Secondo te ch'è venuto a fare, a tagliare le palle
a Vittorio Emanuello? Non lo sai che l'amministrazione comunale ha voluto
lui, in rappresentanza del popolo a fare da cerimoniere? Sarà
lui che passerà le forbici a Vittorio Emanuello per tagliare
il nastro sabaudo quando metterà piede su Napoli"........Il
neoborbonico sbiancò in volto e corse urlando come un pazzo sui
massi frangionde. Fu un attimo : si lanciò in mare e...non riemerse!
"Ma mò, avimmo da cambiare 'n'autra vota 'e bandiere d''a
squadra " - chiese preoccupato don Nunziante a Luigi Capasso, pasticciere
di Materdei "Embè, pazienza. Ne abbiamo cambiate di bandiere;
personalmente a casa ne tengo che ci posso aprire un Museo. Tengo quella
con il ciuccio, quella cu 'a capa 'e Kroll, quella con il primo scudetto..quella
con il secondo. Ne tengo pure una con tutti due gli scudetti e 'a capa
'e Maradona. La più recente è quella con lo stemma dei
Borbone. La verità? A me quello stemma mi piaceva, mi faceva
sentire orgoglioso, cu tutti chilli quarti 'e nobiltà autentica
meridionale...però 'si Vittorio Emanuello s'accatta 'o Napule
io pè riconoscenza ci metto lo stemma suo sulla bandiera; anzi,
ci pitto proprio la faccia sua. Sempe meglio 'e 'na capa 'e ciuccio,
è !"... "Ma allora non avete capito proprio niente,
scemi di guerra - spernacchiò una sangiovannara leopardata della
cricca delle comparse - Quello, 'o principe, si compra la squadra ma
a parte gli abbonamenti che regalerà a tutti i disoccupati, sicuramente
regalerà una bandiera del Napoli nuova ad ogni tifoso. Quello,
è ricco e se lo può permettere. Eppoi, ci ama tanto a
noi napoletani. Stiamo nel suo cuore. Tanto è vero che sua moglie
lo disse pure ai giornali che il suo personale di servizio era tutto
napoletano1"..."Brava, brà...'e che bel complimento
che facette madama ai napoletani. A te, zandraglia, ti fa piacere essere
chiamata cammerera? - s'infuocò il notaio Achille Ruspante, pronipote
di un eroe di Gaeta - La verità è che voi napoletani siete
una chiavica, una monnezza. Bacereste il culo pure a Bin Laden se onorasse
Napoli di una sua visita; primo, perché non è napoletano
ma è forastiero e su di voi i forastieri esercitano un fascino
speciale; secondo, perché tiene pure i soldi e dalle sue parti
è considerato un Re. Ora, se è un napoletano ad avere
tanti soldi, a voi v'esce l'invidia ma si è 'nu straniero, pure
'e mmerda, a voi vi pare giusto e naturale che sia importante e l'acclamate
pure Re! Per caso, insieme alle bandiere, il Savoja vi fornirà
pure una trombettella per famiglia?..Eh! Dovete pretenderla. Come farete
ad andare allo stadio, gratis e deo gratias, sulo cu' a bandiera e senza
'a trumbettella?" e, schifato, si allontanò dalla folla,
meditando l'esilio.
La scialuppa attraccò al piccolo molo, una pariglia di sei scugnizzi
napoletani agghindati da Pulcinella, corse ad infilare collane di fiori
e banane al collo dei regali esuli. Fili-bertuccio non sapeva se annusare
o mangiare quel dono ma lo gradì moltissimo e volle baciare i
sei pulcinella ma questi, in un residuato bellico d'orgoglio patrio
nonostante l'umile comparsata, si rifiutarono perché "gli
uomini tra loro non si baciano o sono femminielli", così
predicava la saggezza popolare. Dal piccolo molo d'attracco, gli esuli
stavano per salire sulla banchina del nautico Savoja quando uno scroscio
d'applausi e di urla e di fiori-proiettile cui non erano abituati, li
fece esitare un tantino. "Viva 'o Rre!", si levò un
vocione..Viva 'o Rre! Gridò la folla; il Borbone col piattino
in mano, impassibile, pestava i piedi alla suocera che scalpitava e
lo pregava di far qualcosa per trarsi d'impiccio con un po' di autorità
che gli derivava dal suo titolo di autentico principe del Sud...ma lui
continuava a sorridere, bello e di gesso, come un manichino della Rinascente. La
fanfara dei bersaglieri prese ad intonare Flic e Floc e tutti iniziarono
festosamente a saltare sulla banchina,, ospiti, autorità, personale
di servizio, sangiovannare...eppure il busto di San Gennaro.
Non appena i piedi regali infilarono i primi gradini della scaletta
di legno, per salire alla piattaforma del circolo Savoja, dall'alto
di Pizzofalcone, come un rombo di tuono arrivò una gittata di
pizze Margherita sparate dal Cannone - una tonnellata circa - accompagnata
da un sonoro spernacchiamento, che tutto distrusse. Le lanterne cinesi,
gli addobbi floreali, Flic e Floc, i Savoja, il biondo platino della
Jervolino, i balconcini delle vajasse, Bassolino, il filosofo De Crescenzo,......i
tifosi del Calcio Napoli, sartù di riso e sotè di vongole,
trombe, scetavajasse, pinzillacchere e putipù,...i sei pulcinella,
i principi di Borbone, i murattiani, le caccavelle.....i tricolore sabaudi,..pure
quel povero San Gennaro.Tutto! Tutto e tutti massacrati da franamenti
continui di mozzarella, pomodoro e basilico bollenti. Una strage!
I sabaudi, impauriti, non trovando più ormeggiata la scialuppa
reale, si fiondarono nella Gondolona tutta d'oro di Venezia ed a forza
di braccia la spinsero al largo, verso la salvezza. Intercettarono la
fregata "FREGATA" kuwaitiana e chiesero asilo politico, giurando
di non voler mettere mai più piede in Italia, mentre la cantante
Gloriana, imperterrita, urlava nel microfono "Torna, 'sta casa
apettà a tte!".
I fieri Luciani si erano intanto dispersi per la città, imprendibili.
La notte prese a calare. Rimase sulla banchina del nautico Savoja solo
Pasqualino 'o pazzo, piangendo calde lacrime : "E mò, chi
se l'accatta cchiù 'o Calcio Napoli? E' la fine! E' la fine!".
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Ecco, questo ho sognato stanotte, donna
Carmè, vorrei giocarmi i numeri..ammagari prendo qualcosa e ci
accatto io la squadrta del Napoli a Pasqualino 'o pazzo...ma, ditemi,
voi li sapete interpretare i sogni? Che significa il sogno che ho fatto?...Vabbuò
che ieri sera me sentevo 'nu poco ''o stommaco pesante...sapete, donna
Carmè, m'ero magnata 'na 'mpepata 'e cozze e 'na pizza. Però,
che sogno strano! Voi, dite che è un sogno profetico?
Marina Salvadore
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