Al termine di questo viaggio nel passato
che ha toccato le tappe ignote di una Nazione sepolta come Atlantide,
proibita come la mitica città di Ur
eppure così
moderna ed a noi ancora tanto vicina in senso cronologico, si vuole
chiarire ai lettori che questo lavoro non è frutto di sterile
nostalgia ma è un vero e proprio atto d'amore per quella nostra
Patria che nobilitò e rese autentiche e ben definite le nostre
radici, il nostro stesso carattere. Rimangono, di questa, solo poche
orme sul bagnasciuga di una spiaggia qualsiasi del Sud, laddove i bimbi
d'ogni generazione si ostinano tuttavia ad erigere castelli di sabbia;
orme annerite dal catrame, straziate da spini e da stecci e, prima che
la prossima onda e la bruma del mare dell'indifferenza ne cancellino
anche l'ultima traccia, abbiamo inteso - con lealtà ed umiltà
-non di magnificarla ma di imprimerla così quale realmente è
stata nel bagaglio di ricordi di questa "distratta" generazione
e di quelle a venire, perché i meridionali non abbiano più
a vergognarsi d'essere tali, perché siano orgogliosi delle proprie
radici, perché continuino ad esprimersi nella loro LINGUA senza
imposizioni esterofile di gusto e di maniera. Perché saggiamente
evitino di cadere nel limbo della massificazione, spersonalizzante ed
avvilente. Marina Salvadore - Mauro Caiano - Cuono Gaglione |