Integralismo e integrazione

E van di pari passo l'integralismo risorgimentista e l'integrazione bifolca nei ghetti nordici. Da quando il Risorgimento del Nord fu fecondato artificialmente nel ventre d'Italica stirpe.
Ci vogliono bene, ci coccolano, ci vezzeggiano e paternalisticamente ci blandiscono, i "fratelli d'Italia". Siamo dei monellacci intraprendenti con la sindrome di Pierino, derivataci dalla telluricità del suolo natìo; siamo turbolenti e poco seri, piagnucoloni e inaffidabili, triviali ma "simpatici", necessitiamo solo d'essere educati con dolcezza, perché abbiamo una dote che ci distingue dagli altri migrantes: somigliamo, per colore di pelle e morfologia, agli italiani veri! Ieri, al Nord, non ci avrebbero affittato neppure un solaio o una cantina, perché dicessimo di avere una "casa" anche noi; oggi, a Curtatone, sotto l'ondata dei timori relativi alla nuova emigrazione "di colore", hanno addirittura intitolato una strada alla Calabria, in un turbinio di palloncini, musiche bandistiche e "volemose bene" istituzionalizzati.
Parteciparono alla terribile battaglia di Curtatone, il 29 maggio del 1848, circa 421 napolitani, per lo più provenienti dalle Calabrie. Molti, non fecero ritorno a casa, impossibilitati perché deceduti eroicamente; pochi altri si fermarono in loco, in questa periferia mantovana che oggi conta ben 160 nuclei familiari di origine calabrese. Qualcuno, ha omesso di citare, in proposito, che i calabresi-curtatesi delle generazioni postume all'848, sono probabilmente figli della Diaspora Meridionale post-unitaria, pur di giustificare con una qualche lirica motivazione la generosa ordinanza della Giunta Comunale che sacrificava la vecchia denominazione di una via di periferia padana, spendendola in onore della Calabria. Così, il vasetto di marmellata ammuffita è stato pubblicamente, in odor di mass media e di frizzi e pinzillacchere, consegnato simbolicamente alle 160 famiglie calabre di Curtatone e la TV di Stato ci ha regalato la commovente immagine di una targa di latta attaccata ad un palo e posta sotto, per ironia della sorte, ad un tondo e rosseggiante divieto di transito. Una targa di latta in segno del meritato postumo riconoscimento a far parte del genere umano italiano. Una targa di latta, a designare il nome di un altro ghetto d'Italia!
Le interviste al Sindaco, al Presidente della Pro Loco ed alle pecorelle smarrite del gregge di Calabria si sono sprecate e ci hanno commosso fino alle lacrime....di rabbia. Praticamente, la motivazione di questo nobile nordico atto di "adozione" (chissà, magari a Curtatone, è andato a ruba pure il kit modulistico della Bossi-Fini...ndr) si estrinsecava nel successo della piena integrazione di codesti terroni, che dopo appena 142 anni di Unità d'Italia sono divenute persone civili. Persone!
Per favore, fratellini d'Italia, smettetela di volerci bene!

Marina Salvadore (A.D.2002)         
Nota storica che motiva la decisione di intitolare una via alla Calabria in quel di Curtatone (Mantova):
"Tra le vicende storiche che si svolsero a Curtatone è senz'altro da segnalare la battaglia del del 29 maggio 1848. Lo scontro, se fu un episodio nel tragico quadro del '48 italiano, compendia tuttavia un forte contenuto ideale. Essa è infatti assurta a fattore di unione morale e politica degli italiani di tutte le regioni per la larga partecipazione che vi ebbero giovani volontari e studenti provenienti da ogni parte d'Italia e per l'apporto dato dai reparti regolari napoletani e toscani."    

 







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