Di
fronte ai grandi misteri della Vita e della Morte, in quell'attesa che
precede il manifestarsi del Prodigio anelato, l'uomo annulla se stesso
e le sue paure, dimentico di sé e della sua fisicità,
sospeso a mezz'aria tra la terra e il cielo. Con i piedi che bruciano
all'Inferno e gli occhi immersi nel Paradiso. La realtà circostante,
il mondo e le cose del mondo sbiadiscono d'immagini e di suoni ed il
quotidiano diviene surreale, senza necessità di farsi qualche
canna o di inocularsi acidi...
Marina aveva il terrore degli insetti. Alla vista di un solo scarafaggio,
perdeva il controllo dei nervi. Non ha mai nemmeno ucciso uno scarafaggio,
in tutta la sua vita, poiché non li avrebbe mai inseguiti per
farlo - e non in rispetto ai principi induisti della sacralità
della vita in ogni sua forma bensì per puro orrore - ma il rito
"iniziatico" alla Setta degli Uomini Duri, prescelti dal dio
Destino, prevedeva la prova di coraggio per meritare il Graal della
Salvezza. Il miracolo. Come Indiana Jones, Marina, partì per
la Cerca del graal; coppa mistica che avrebbe guarito il suo Re Ferito,
Enzo, dal cancro.
Aris Zonta, grandissimo scienziato della Chirurgia II del Policlino
San Matteo di Pavia sarebbe stato lo strumento divino, il grande Druido
nelle mani del Dio della Vita, predestinato ad "iniziare"
Marina, per salvare il Re Ferito. Il poverino, che autotrapiantava fegati
e restituiva la vita e la speranza a molti, operava unicamente in ospedale,
in un reparto privo persino di sala per la terapia intensiva; ricoverava
i suoi pazienti operati nella terapia intensiva del più celebre
reparto CardioChirurgia, previa novena al celebre Santo Curandero che
ne era il più famoso Direttore nonché volto noto dei media.
Cosa ricorda Indiana Jones, di quel mese al San Matteo di Pavia? Gli
scarafaggi! Drappelli, Plotoni...Eserciti di grossi scarafaggi ben pasciuti
che avevano occupato tutta la Chirurgia II. Strisce interminabili di
formicolanti zampette che scorrevano come stelle filanti infangate,
all'impazzata, sotto i letti, sulle pareti, sui lavabi, persino sui
fornelli della sala-cucina. Su e giù, giù e su......Ricorda
le nottate insonni, con gli occhi fissi e attenti alle macabre fluttuazioni
delle viscide serpentine di zampette e dorsi lucidi sul pavimento, perché
non risalissero il sentiero dei drenaggi attaccati al letto del Re Ferito.....ma
non aveva più crisi di nervi a tale vista, Indiana Jones; lei,
era lì presente in solo spirito, in mistica adorazione, in virtù
del prodigio a compiersi ed era perennemente in stato di trance da non
rendersi nemmeno conto che tutti quegli scarafaggi non avrebbero dovuto
esser lì. Non se la prese nemmeno quando un indigeno, ad una
sua distratta domanda su quella presenza - nel momento in cui Indiana
Marina valutava come controindicata l'insufflazione di Baygon e DDT
nei pressi del letto di un ammalato grave - questi, rispose che gli
scarafaggi facevano parte dell'habitat naturale pavese, data l'umidità
della zona; ad esempio - diceva costui - se si smontassero tutte le
macchine da caffè nei bar di Pavia, ne uscirebbero da sotto colonie
intere : gli scarafaggi amano così tanto il caffè ed il
tepore che sanno dare le macchine da espresso... "Ah!" fu
tutto quanto riuscì a rispondere Indiana Jones e le vennero in
mente i versi di quella canzonetta di Pino Daniele..".. è
proprio vero che ogni scarrafone è bello à 'a mamma soja.
A Pavia, li tengono pure per mascotte - meditava - a Napoli...sì
'e putessero accidere...Beh, in Asia, addirittura li mangiano al posto
delle patatine fritte.. Paese che vai, scarrafone che trovi!".
Ma aspettava il miracolo, Marina e non poteva perdersi dietro queste
inutili chiacchiere da bar. Doveva pregare e pregare...per scovare la
santa coppa il cui sangue avrebbe salvato il Re Ferito!
Il miracolo non ci fu, la coppa non fu mai trovata. Il Re Ferito morì.
Discese per lunghi anni agli Inferi, Marina ed ora che si sta risvegliando
dalla catarsi, solo ora - chissà perché - è in
grado di realizzare che non era una cosa normale che vivessero in un
ospedale del MITICO NORD tutti quegli scarrafoni. E' troppo tardi, per
denunciarlo? Era il "lontano" 1992, dello scorso millennio!
Marina
Salvadore (A.D.2002)
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