Delle 600, locomotive
occorrenti alle linee ferroviarie italiane solo un centinaio fu appaltato
a Pietrarsa. - Nel 1861 il governo di Torino bandì le gare per gli appalti dei servizi postali marittimi ma le prestigiose compagnie di navigazione delle Due Sicilie (che già vantavano 17 piroscafi) non ebbero neanche l'invito a concorrere alle aste (vinsero gli armatori liguri e tra essi quel Rubattino che aveva avuto un ruolo importante nella recente impresa garibaldina). - Secondo i dati riportati da Francesco Saverio Nitti, tra il 1894 e il 1898 la spesa media per abitante relativa ad opere pubbliche fu per gli abitanti del Centro-Nord di 334 lire a testa, per quelli del Sud di 110 lire. - Tra il 1862 e il 1897 lo Stato italiano spese circa 458 milioni nelle bonifiche idrauliche: 267 per l'Italia settentrionale, 188 per quella centrale, meno di 3 per quella meridionale. - Sempre secondo il Nitti i vantaggi che l'economia settentrionale ricavò dall'unificazione furono "numerosi e notevoli" considerando anche tutto il peso del debito pubblico piemontese (e le conseguenti nuove tasse) caduto sulle spalle dei meridionali (dei 668 milioni di lire-oro di tutti gli Stati italiani messi insieme, 443 erano del Sud) (F. S. Nitti, Scienza delle finanze). La crisi delle industrie del Sud fu rapida e inesorabile soprattutto se rapportata alla contemporanea ascesa di quelle settentrionali: tra il 1860 e il 1971 gli addetti delle industrie meridionali sono passati da 200.000 a 750.000. nel Nord-Italia dai 300.000 a 4.400.000 (dati-SVIMEZ). Interventi ordinari e straordinari anche più recenti non hanno cambiato la situazione e il divario tra Nord e Sud è sempre più netto e pesante. Difficile conciliare l'immagine falsa e stereotipata dei meridionali nullafacenti o al massimo impegnati nei campi o in piccole botteghe da artigiani con quella di ciminiere e vapori, di turni di lavoro e di operazioni bancarie. Si cerca, ora, di restituire alla storia una parte di una verità troppo spesso trascurata, ignorata o mistificata. Il Sud aveva le sue industrie, aveva i suoi operai e le scelte del nuovo governo unitario interruppero irrimediabilmente un processo, distrussero un progetto che, pur conservando magari i suoi difetti, ero stato realizzato e stava continuando a realizzarsi. Tra il 187O e il 1913cinque milioni di merdionali, senza alcuna prospettiva di lavoro nella loro terra, furono costretti ad emigrare per paesi che non avevano mai conosciuto e che mai avrebbero pensato di conoscere. Anno dopo anno sono diventati oltre 20 milioni sparsi nel resto dell'Italia e del mondo. Ancora oggi, per moltissimi giovani dei Sud, l'unica soluzione possibile sembra l'emigrazione. |