La canzone di Franceschella


Era bella, ricca e famosa. L'invidia degli Dei la spinse giù per la scogliera. Nel suo antico oceano di vanità, tra ondate di vodka e gocce di ansiolitici, fluttuando per le brume spumose di fragili coppe di champagne, smarrì la corona di reginetta, bella fra le belle. Francesca, sfuggì ai mostri terrestri e si precipitò tra le sirene del piccolo golfo. Ora, incanta solo marinai e pescatori; gente semplice e modesta, dal cuore tenero.. e muta è ormai, come i compagni pesci. La notte di cristallo lì nel profondo mare è fatta di silenzio e di stelle cadute. Lassù, alla villa, voraci e inquieti si sbranano gli squali, nell'acquario.
Ora, lei è in pace e scivola tra le acque, si perde nelle correnti. Sciacqua e risciacqua, l'onda, il nero bistro sugli occhi, il rosso audace sulle labbra, il biondo stoppa dei capelli.
Un dì, sulla terra, fu giovane e avvenente. Si sentiva onnipotente. Ma il tempo cala in fretta sulle sode carni l'orribile gelatina di vecchiezza e non v'è maga, bisturi o pozione che in nome dell'AMORE provveda all'elisir di giovinezza. Non bastano i lussi e la ricchezza. Non passa il tempo : arriva! Quindi, per lei giunse il tempo della "pienezza", madama ruga sfiorì la sua bellezza. Il fascino del POTERE, quello, Le restò...ma, ahimè....perfido e tiranno è il gioco dei sensi e l'amore è inganno. Se la covarono come gallina faraona, dalle uova d'oro, il suo uomo, i suoi antichi amori e la flessuosa amica dello "stanco" cuore...
Questa, della contessa, è la storia vera, che scivolò nel mare a prima sera...un Re senza corona e senza scorta, bussò cent'anni ancora alla sua porta... per la sua "Fetta di Torta".

Marina Salvadore (A.D.2001)             
(nei giorni ferali di Francesca Vacca Agusta) 
 

 







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