Se
i Savoja avessero nobilmente mirato al lirico progetto di unificare
l'Italia, perché mai dopo l'aggressione di una guerra MAI dichiarata,
dopo la pulizia etnica ed il folle saccheggio del Sud (ma..la guerre
c'est la guerre, dirà qualcuno) distrussero quelle tante benemerite
istituzioni del "regime" borbonico, non trasportabili a Torino?
Perché non utilizzarono appieno, lasciandole in uso sul territorio,
le innumerevoli, moderne ed efficienti risorse e strutture? Penso, agli
stabilimenti siderurgici delle Calabrie, all'Ufficio Topografico di
Napoli che pubblicò il primo atlante completo - il Rizzi Zannoni
- , alla Zecca i cui maestri di conio erano sovente chiamati a perfezionare
le opere degli artisti inglesi
penso alle Officine Meccaniche di
Pietrarsa, all' opera assistenziale Reale Albergo dei Poveri, alle numerose
istituzioni scientifiche e scolastiche; solo, per citarne qualcuna,
essendo stato - il Sud- per circa 800 anni una fiorente nazione autonoma
che mai ebbe a modificare i suoi confini geo-politici. L'arma più
tremenda che sconvolse i destini del Mezzogiorno - più che fuoco
e cannoni e stupri e saccheggi - fu la postuma menzogna storica, per
negare la memoria e l'identità ad un grande popolo, figlio di
innegabile Somma Civiltà. Ciò, fu denunciato anche da
personalità politiche del " risorgimento", da liberali
e anti-borbonici, spesso assisi nel tricolorato Parlamento.
Mentre chiudevano i battenti anche le prestigiose Accademie delle Scienze,
di Archeologia e delle Belle Arti, quello che era il Real Collegio Militare
della Nunziatella, sopravvisse miseramente, avendo i sabaudi spostato
in Torino l'Accademia Militare, fattrice di casta nobile di ufficialanza,
e lasciato in Napoli il solo Collegio, atto a coltivare il vivaio dei
giovani da spedire alla Accademia del Nord. Nell'asfittica realtà
in cui si pasceva quindi il collegio, svaporato d'ogni peculiarità,
si tentò - nel 1873 - addirittura di depennarlo poiché
considerato INUTILE! Ma veder sparire miseramente - come ci raccontava
Roberto Selvaggi - quella ch'era stata comunque una delle più
gloriose istituzioni d'Europa, provocò finalmente un cataclisma
di rimostranze, per cui il Collegio "umilmente" fu tollerato
e lasciato deperire in loco, fino a dissolvimento per autocombustione
(e senza l'onore del botto finale). Nonostante dal 1786 ad oggi "MAMMA"
Nunziatella - com'è affettuosamente appellata dagli ex Allievi
- abbia sfornato una pletora di eroi, di ufficiali, di scienziati, di
dotti, di ingegni, di manager,...di POLITICI - del Nord e del Sud -
unificando davvero un'Italia di generazioni e generazioni di giovani,
che si incontravano nell' "affrica" - a dirla col Cialdini
e col Farini - dei beduini napoletani: fratelli del Nord e del Sud,
eredi di quegli altri che nel 1860/70 si conobbero - come scrisse Alianello
- solo attraverso il mirino d'un fucile, sul finire degli anni '90 del
XX secolo, titoloni della stampa strombazzarono che la mitica Scuola
Militare della Nunziatella avrebbe aperto una sua "succursale"
a Milano, per facilitarne l'accesso a più giovani del Nord desiderosi
di frequentarla, incidendo ancora più drasticamente quel solco
tra nordici e "sudici", non consentendo più a quelli
di Su e di Giù di affratellarsi. Quindi, in breve la virtuale
Nunziatella 2 divenne ( nel marzo '99) quasi "a tradimento",
esclusivamente Seconda Scuola Militare dell'Esercito di Milano, presso
l'istituzione Teuliè, resuscitando quella scuola militare del
Nord fondata nel 1802 e chiusa immediatamente dopo i fatti dell'8 settembre
del '43. Tutto questo, stranamente, è stato reso possibile allorquando
il bilancio della Difesa gridava vendetta e languiva, ma spandendo e
spendendo per la modernissima ed efficientissima scuola milanese
.mentre,
in "affrica", alla Nunziatella veniva tolto anche il suo antico
primato e gli educatori non erano già più da qualche tempo
quelli scelti secondo i parametri del buon fondatore, il ten.col. Giuseppe
Parisi, che aveva inteso realizzare in quel lontano e fulgido 1786 un'opera
preziosa e rara per la gioventù dell'Antico Regno.
E' già segnato il destino della Nunziatella.. Stiamo a guardare
mentre ce la portano via? Il Rosso Maniero , ultimo baluardo della nostra
gloriosa memoria (per chi, ancora ha la fortuna di essersi ricostruito
una "memoria", almeno delle radici, al Sud), ammiccante allo
splendido golfo dall'altura lieve di Pizzofalcone , non avrà
suscitato strane idee in qualche imprenditore d'assalto del Nord, o
magari in un cesto di cervelli di una multinazionale, piuttosto che
in qualche giapponese o francese fabbricante di borse di "plastica
e pelle umana" e cotillons? Certo, il luogo è incantato,
il panorama è da sindrome di Stendhal, la "location"
è incredibilmente bella e aristocratica; magari, si presterebbe
magnificamente all'industria del Turismo d'Affari, riconvertendola da
gloria del nostro passato - della nostra stessa identità! - a
lussuoso centro-convegni, a 5 stelle extra-lusso, con vista diretta
sull'eventuale esclusivo imbarcadero dei legni dei ricchi a convention
nel folklore africano del nostrano solito "mandolino e pizza"
Chissà?
Nel libro della magica "Storia Infinita" è scritto
che " dal Nord avanzò il Nulla, come una fitta nebbia che
tutto inghiottiva al suo passaggio"
legandosi, nell'epilogo
della nostra amara "Storia Proibita," all'ultima scena di
un sipario penosamente calato sull'ultima nostra gloria:."
una fitta nebbia Padana calò sul Rosso Maniero e tutto l'avvolse,
fagocitandolo nel ventre del Nulla!"
Marina
Salvadore (A.D.2002)
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