Mi è capitato molti mesi
fa, durante una delle mie frequenti e veloci immersioni partenopee,
di procedere all'acquisto di un "souvenir" napoletano che
mancava al mio armamentario nostalgico-museale in quel della mia residenza
padana: una sciarpa da stadio della squadra di calcio del "glorioso"
Napoli decaduto (le bandiere, quelle storiche dei due scudetti e la
visiera celebrativa del primo scudetto con annessa tromba e trombetta
non mi mancano: le adoperavo a San Siro e sui balconi nel condominio
nordico, spesso!)
L'abusivo ambulante in zona Fuorigrotta offriva
vasta gamma esclusivamente partenopea: bandiere, magliette, sciarpe
d'ogni foggia e colore
persino di un insolito colore rosa, forse
celebrativo del tipico colore dell'alba su Napoli che nell'arte pittorica
è meglio noto come "rosa napoletano", ritengo.
Stante la tematica storica antirisorgimentale che ispira il mio alquanto
inutile accanimento sudista, in quell'occasione - tra glifi di scudetti
e semi-napoleoniche "N" da calice per il cognac - ho stoicamente
optato per una sciarpina bianca e azzurra recante due grosse "frittate"
borboniche alle estremità: bandiera dell'antico regno delle Due
Sicilie con Napoli Capitale.
All'esperto venditore, durante la prima fase di magnificazione della
merce esposta, nella nostra Lingua ufficiale ho chiesto l'opportuna
consulenza, a riguardo di tutte le bandiere e sciarpe commemorative
di scudetti e di varie stagioni sociali del Calcio Napoli, sapientemente
illustratemi in un surplus enciclopedico d'impeccabili dettagli dall'esperto
commerciante
Effettuata la scelta, ho infierito ancor più
nel sondare la sua preparazione culturale specifica, chiedendogli di
spiegarmi cosa fossero quei due stemmi ridondanti di simboli e glifi
coloratissimi, ricevendo come risposta uno scioccante: "Sono i
due scudetti del Napoli con i marchi di tutte le squadre sconfitte!"
A
tal punto, avvilita, avrei forse dovuto solo stringermela con forza
al collo, per impiccarmi
quella nobilissima sciarpina!
Perché mi è tornato dolorosamente alla mente, solo ora,
quest'episodio che avevo volontariamente rimosso, per aver salva la
vita? Semplice! Credevo, fino a ieri, d'essere appestata di letale fanatismo
ed integralismo sudico ma l'evidente realtà contingente, fatta
di follia e demenza di gran lunga superiori alle mie, mi ha rincuorata
sul piano della patologia personale, che non è così perniciosa
e morbosa quanto quella che ha malamente aggredito alcuni altri "combattenti
meridionalisti"; di quelli che
più che COMBATTERE
(a "chiacchiere" e ben protetti, sovente, dall'anonimato di
una navigazione-pirata in internet)
COMBUTTANO reazioni, vandee,
guerre, vendette e, spesso,
pizze revanchiste in comitiva!
Questi signori, in odore di martirio e santità, emuli di soldatini,
cavalieri, capipopolo e briganti delle Due Sicilie, si ritengono senza
patria, senza cittadinanza che non sia riconducibile all'anagrafe di
oltre 150 anni fa. Sembrano esser vomitati a getto continuo dalle pagine
de IL GATTOPARDO e de L'EREDITA' DELLA PRIORA,il set naturale laddove
si autoemarginano a sopravvivere "in trincea" tra i"
pappici" ed i pidocchi della carta stampata in odor di muffe e
polveri vetuste.
Ai mondiali loro non tifano ITALIA e pretendono che squadristi e cattedre
volanti di historia patria vadano quartiere per quartiere di tutto il
Sud a spiegare alla gente che il tricolore per Lippi, Gattuso, Totti,Cannavaro
e compagnia è vilipendio alla vera storia patria, perché
il tricolore è la bandiera del piemontese invasore! E' autenticamente
vera e incontrovertibile questa tesi che anch'io sottoscrivo, in specie
dai tempi di quando il presidente Ciampi, dall'inizio del suo mandato,
ha orgogliosamente sventolato sotto ogni naso italiano e straniero,
fino alla nausea, addirittura il tricolore con la losanga della repubblica
cisalpina, disonorevole scherno alla memoria storica dei popoli del
Mezzogiorno, ben sapendo, l'illustrissimo, su quali reali principi si
regge il falso "mito" dell'Unità d'Italia
ma è
d'obbligo ricordarci che da un po' di generazioni noi - purtroppo o
per fortuna, come cantava Gaber - si nasce ITALIANI e che la carta d'identità,
la patente, il passaporto, la pensione di anzianità, i contributi
assistenziali, le pensioni di invalidità civile, l'"accompagnamento"
per il nonno, non sono convenienti vessilli, "mappine" dell'esercito
mercenario che garriscono al vento della democrazia italica ma sono
anch'esse equiparabili alla bandiera nazionale, riferita ad una Nazione
ed a quello Stato di cui siamo sudditi, dalla culla alla bara.
E' d'uopo ricordare che non esiste più, dai tempi di Pappagone,
una Nazione Meridionale il cui etereo fantasma non ha quindi motivi
per pretendere, oggi, una sua rappresentativa calcistica in ambito mondiale;
neppure la ormai acclarata Nazione Padana ha una sua nazionale di Calcio.
I calciatori del Milan, dell'Inter, della Juve, del Verona e del Treviso
sono consapevoli di rappresentare realtà associative locali e
il
capitano della Nazionale Italiana è, guardacaso, un napoletano.
Tifo per lui, per motivi di orgoglio patrio
e se nel Napoli che
riconquisterà la serie A ci saranno in maggioranza, probabilmente,
molti giocatori esuli da squadre retrocesse del nord, tiferei ancora
la "mia" squadra, come ho fatto quando è finita in
C
Tifo ITALIA ai mondiali, nonostante CALCIOPOLI (che di sportivo
ha nulla e non coinvolge gli atleti ma i mercanti) e condivido ad ogni
successo in campo la gioia di tutti gli emigranti italiani nel mondo,
che riescono a superare umiliazioni e nostalgie in terra straniera grazie
al magico totem identitario di un pallone.
Sarebbe da chiedere agli obsoleti neomartiri partigiani integralisti
del Mezzogiorno, che rifiutano l'italianità che li ha partoriti,
se sono disposti a rinunciare ai benefici amministrativi e burocratici
della cittadinanza italiana, facendo fino in fondo gli eroi reazionari,
magari innalzando pire nelle pubbliche piazze italiane sulle quali eroicamente
bruciare carte d'identità, patenti di guida, libretti pensionistici,
assegni previdenziali, statini-paga e pagelle scolastiche dei propri
figli iscritti alla scuola pubblica, tessere elettorali, così
come normale coerenza prevederebbe.
Napoli, di questi giorni "mondiali", soprattutto nei quartieri
più popolari, laddove vivono i pronipoti dei " lazzari"
del 1799, dei "luciani d''o rre", dei soldatini borbonici
e dell'antica nobiltà, è tutta un GRAN PAVESE di TRICOLORE
che
si ha persino la brutta sensazione di veder spuntare da dietro lo spigolo
di un "vico" - all'intrasatta - il fantasma di quella schifezza
di Garibaldi con tutti i suoi "mille". Provate, cari signori
martiri integralisti, ad andare a tirar giù dai quartieri spagnoli,
da rione Traiano o da Scampia questi archi di trionfo pallonari, se
volete davvero immolarvi, come fanno i martiri di Alaxa, per la perduta
patria; altrimenti, suvvia, fateci la carità, tornate a rinchiudervi,
ad uso segnalibro, tra le pagine dei tomi di Tomasi di Lampedusa e di
Alianello, insieme - naturalmente - al vostro passaporto ed al libretto
della pensione
a proposito, a che pagina dobbiamo inoltrarvelo l'assegno mensile
di invalidità civile e l'"accompagnamento" per nonno
Vicienzo?
Marina Salvadore (A.D.2006
- 07)