69 I napolitani al cospetto
delle Nazioni civili Esempio unico
Giustizia e operosità Le nostre leggi, prodotto della sapienza
de' secoli, eran nel civile e nel penale sì buone, che fur sovente
di ammirazione e di emenda allo straniero. Solenni e pubblici erano
i riti de' giudizii sicché poteva piuttosto restare il reo impunito,
anzi che condannato l'innocente. Erano le prigioni più ampie
e nette, e ordinate a seconda lo scopo delle pene, cioè la custodia
e la correzione del condannato, fra la religione ed il lavoro. Avevano
la piena libertà civile senza distinzione di caste o di persone,
tutti uguali innanzi alla legge; però talvolta fur visti i magistrati
emanar sentenze fra' sudditi e la stessa cosa del re, e dar torto a
questa. La proprietà era sacra; la sicurezza pubblica non fu
mai tanto guarentita in questo montuoso reame quanto negli ultimi sei
lustri; sicura e facile era la circolazione de' valori, protetta la
santità dei contratti; la successione de' beni era regolata secondo
i più moderni dettami del diritto, senza vincolo; in guisa che
niuna parte di possessione poteva a lungo essere sottratta all'industria
umana. L'amministrazione civile aveva, per la tutela de' comuni, leggi
d'eccezione, che slacciavanla dalle forme consuete; la quale a malgrado
de' pochi suoi difetti (e quale opera umana n'è senza?) pure
in mezzo secolo ha prodotto a' municipi incrementi e beni ignoti agli
avi nostri. La religione e la morale avean rispetto e tutela; il costume
avea forza di buoni esempli; era tutelata la salute pubblica, sostenuta
la istruzione elementare, moltiplicati i matrimonii, e più ancora
le industrie, le colture e i capitoli circolanti. Il commercio era florido,
e forse destava gelosia e invidia; operosa era la marina mercantile:
nuove cale, nuovi porti, nuovi fari, nuovi bacini, da raddobbi, nuove
fortificazioni di difesa sorgevano sulle nostre coste. Le terre incolte
eran messe a coltura, asciugate le
paludose, divise le già feudali fra le popolazioni indigenti.
Con le nuove strade rotabili e ferrate, co' nuovi opifici, con gl'istituti
d'arti e mestieri, con le scientifiche ed artistiche accademie, con
le scuole tecniche ed agricole, con gli orti botanici e sperimentali,
co' monti di pegni e di frumento, con e casse di soccorsi, di prestanze,
di risparmi e di assicurazioni; co' ritiri, con gli ospedali, con gli
asili infantili, con le case pe' proietti, con i conventi e monasteri,
non v'era stato, né età, né condizione dell'umana
vita cui non si desse il braccio soccorritore. Così la pubblica
ricchezza era elevata a grado eminente. Così pel buon governo
le imposte eran le più lievi in Europa e non pertanto bastavano
a pagar ricche liste civili; a tener in piè una flotta ch'era
prima in Italia; a sostentare centomila uomini, armati di tutte arme;
a spendere ogni anno cinque milioni di ducati in fabbriche ed opere
di universale utilità; a bonificare immense terre melmose intor-no
al Volturno; a rettificare e a incanalare il Sarno; a far strade ferrate;
e a metter su quel magnifico edifi-zio di Pietrarsa, che per macchine
di ferro e di bronzo ne avea fatti franchi dalla straniera importazione.
|