66

Il "mezzogiorno" al cospetto dell'Europa
Presentazione de "I Preziosi delle Due Sicilie" al Parlamento Europeo"

Sono state erroneamente valutate ad oggi le istanze di alcune popolazioni italiche lungo lo stivale - dalla Sicilia alle Venezie - che gradirebbero solo il rispetto delle proprie radici e l'onore della propria verità, per riacquisire IDENTITA' poiché un Popolo senza Identità non ha Dignità storica.
Noi meridionali siamo italiani. Sui tanti campi di battaglia, di tante guerre, molte vittime ed eroi italiani furono meridionali; coloro che all'estero fanno grande l'Italia sono nella quasi totalità meridionali.. Noi, non abbiamo in mente di restaurare l'antico Regno espugnato dove sono ancora conficcate le nostre radici; noi - non temete, fratelli d'Italia e d'Europa - non siamo secessionisti e siamo per lo più pacifici poiché del Paradiso nel quale siamo fortunatamente nati abbiamo preso il meglio, imbibendoci di bellezza e di luce, cibandoci di succosi frutti, generosamente regalataci dalla Bontà Divina, nutrendoci di positività e affinando il pensiero...

Siamo la culla della civiltà mediterranea. Da noi, già in epoca molto remota, si esprimeva democraticamente un voto inciso su un coccio di terracotta quando altrove, altri contemporanei, per eleggere il capotribù si fondavano a dar capocciate nella roccia. Memorabile la nostra tradizione della Tavola imbandita dei trionfi gastronomici quando altrove, altri, si cibavano strappando con i denti brandelli di carne sanguinolenta dalle carcasse. Intramontabile e sempre attuale l' uso della nostra forbita Lingua nel Teatro, nella Poesia, nel Canto, nella Filosofia quando altrove, altri, si esprimevano monocorde e con le asce … L'Arte, la Lingua e la Tavola sono da sempre i coefficienti di Civiltà di un Popolo! Non siamo "reazionari". Siamo però "con-sapevoli"dei nostri primati quindi vigorosamente critici verso chi ci sommerge dei soliti, comodi, luoghi comuniai quali
rispondiamo con i fatti del nostro passato. L'istanza delle popolazioni del Sud si traduce nella richiesta di equiparazione in tutti i sensi al resto degli Italiani poiché in questa Nazione ancora si è divisi in caste, laddove il Nord è in serie A, il Centro in Serie B ed il Sud e le isole non figurano neppure nella classifica. Chi gode del privilegio della vetta disconosce oltretutto che se da 143 anni l'Italia è una realtà, essa poggia le basi sul sacrificio meridionale; sono stati i meridionali a riempire la prima Cassa d'Italia di moneta sonante, partecipandovi con un ammontare di lire-oro (i nostri ducati) corrispondente a circa i due terzi di tutto il capitale-danaro fatto confluire da tutti gli altri stati preunitari; moneta sonante tradottasi poi immediatamente - con la nuova gestione - in debito pubblico quindi in denaro virtuale, tramutando l'oro prima in carta, poi in carta straccia, poi in "corpo eterico"…
Ai meridionali va riconosciuta la grande Cultura e soprattutto il gran privilegio di essere già stati presenti in Europa - con Napoli capitale - quando l'Europa era solo Vienna, Parigi e Londra.
Desideriamo combattere i soliti luoghi comuni che ci vogliono, da un secolo e mezzo circa, briganti, mafiosi, emigranti, ignoranti, assistiti. L'Italia ha visto la luce bagnandosi nelle nostre lacrime e nel nostro sangue oltreché nel nostro oro. Noi vogliamo che lo si sappia. Pretendiamo che lo si studi nelle scuole di ogni ordine e grado. Desideriamo il riconoscimento pieno e totale della nostra Dignità Storica e Personale perché tra gli Italiani noi siam degni di reputarci i PRIMI per i motivi testé riportati ed invitiamo ad una riflessione incontrovertibile: noi meridionali siamo il 65% della intera popolazione italiana!
La classe dirigente è del Nord, gli omaggi sono costantemente per il Nord, persino gli investimenti ed i finanziamenti per il Sud colonizzato finiscono nelle casse delle società del Nord; quello stesso Nord che solo oggi - superata l'accezione larvata di federalismo - ritiene invece necessaria la DEVOLUTION. Dei 15.575 marinai della Forza di Pace che navigarono verso il golfo delle guerre, dopo il penultimo conflitto, i buoni tre quarti era meridionale, soprattutto pugliesi.....ciononostante, ancora ci si ostina a reputarci "affricani", com'era in uso alla Scuola Moncenisio del maestro Perboni, secondo la lirica contrita del patriota De Amicis nel suo celebratissimo Libro Cuore, sul leitmotiv degli "eroi" Cialdini e Farini, macellai esecutori delle discutibilissime teorie lombrosiane al sorgere del novecento; periodo o "spazio temporale" dal quale si pretenderebbe far partire ingiustamente la storia ufficiale di tutti i popoli italici.
Il nostro Presidente Carlo Azeglio Ciampi, all'inizio del suo mandato, sostenne con vigore di voler essere "Il Presidente di TUTTI gli Italiani", già sottintendendo, con questa affermazione la consapevolezza della diversità di costumi, di radici, di storia di tante popolazioni che compongono questa incredibile e fantastica Nazione, che ancora non risulta del tutto unificata e ch'è sovente tacciata di estemporaneità, litigiosità e furbizia da chi italiano non è. In fondo, solo la Nazionale di Calcio ed il ciclistico Giro d'Italia suscitano improvvise scariche di nazionalismo ed orgoglio patrio, in questo "Popolo di tanti piccoli popoli". Un esempio lampante? Ovunque, nel mondo - dall'Asia alle Americhe all'Europa - se vi sentono cantare "Funiculì Funiculà" vi chiedono : "Italiano?". Provate a cantare l'Inno di Mameli e vedete se non sgranano gli occhi, perplessi, tutti quanti.
Noi siamo Popolo non "popolazione"! Ciò, a dire che anche se il Mezzogiorno Italiano è da ormai circa un secolo e mezzo ridotto a Bacino depresso d'Italia e ad Africa Nera dell' Europa, è pur sempre una realtà storica incancellabile e che, nonostante la menzogna e l'oblio del tempo, i ruderi, le pietre delle antiche nobili vestigia "cantano" ancora ed ancora ricordano al mondo - attraverso le arti e la cultura, le tradizioni - i nostri fasti, gli antichi splendori : dai tempi della Magna Grecia e fino a quel "Regno del Sole" che fu barbaramente annientato, senza l'onore delle armi, dopo circa 800 anni di gloriosa storia, con l'invasione cruenta e piratesca delle Due Sicilie, in una feroce repressione che non poté dirsi "onorevolmente" GUERRA poiché chi l'alimentò non ebbe nemmeno la dignità di dichiararla.
(Marina Salvadore - "I Preziosi delle Due Sicilie - la dignità proibita" - VIP Edizioni Grafiche Napoli - Bruxelles - Parlamento Europeo - il 3 novembre 2003)






Pagina successiva
Torna dietro     Torna all' indice