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COME TI FINANZIO
IL NORD
Una rilettura critica dell'intervento pubblico a sostegno dell'industria
nel Mezzogiorno
Dopo quasi cinquant' anni dall' inizio
dell' intervento straordinario permane il carattere di dipendenza
dell'economia meridionale dal resto della nazione1 ed il divario
tra Nord e Sud si è andato accentuando ancora di più.
Fin dagli anni Sessanta innumerevoli critiche sono state mosse contro
l'intervento straordinario, sottolineandone il mancato coordinamento
nonché il carattere diffusivo ("a pioggia") e,
quindi, dispersivo. E' stato sostenuto che la Cassa per il Mezzogiorno,
poi Agensud, avrebbe dovuto muoversi all'interno di una logica "aggiuntiva"
e non "sostitutiva" dei normali interventi delle altre
amministrazioni. Poi, il carattere artificioso degli incentivi (modificabili
per decreto e quindi non affidabili nel breve termine) e, soprattutto,
la mancanza di infrastrutture avrebbero determinato uno scarso interesse
verso il Sud da parte degli investitori.
Tutte osservazioni sicuramente condivisibili e note ai più.
Meno noto è che, in realtà, si è perseguita
una vera politica di sviluppo industriale soltanto dal 1958 alla
metà degli anni Sessanta: prima il grosso dei trasferimenti
ha riguardato le opere pubbliche, poi ha prevalso la linea dei sussidi
personali (da cui le definizioni "assistenziale" e "clientelare").
A fronte di una spesa pubblica pervasiva, la quota di trasferimenti
alle imprese è stata bassa.
Decenni di intervento statale, condizionato da interessi ed esigenze
delle aree più sviluppate del Paese, hanno contribuito a
strutturare nel Sud un mercato fortemente dipendente dalle importazioni
di prodotti delle regioni settentrionali. Questo elemento ostacola
fortemente l'ingresso nel mercato di imprese locali, che, comunque,
molto difficilmente riuscirebbero ad essere concorrenziali, a fronte
di un'evoluzione dei consumi sempre più simili a quelli delle
regioni avanzate.
Dopo quasi cinquant'anni dall'inizio dell'intervento straordinario
permane il carattere di dipendenza
Questo lavoro vuole essere un contributo alla rilettura dell'intervento
straordinario a favore dell'industria nel Mezzogiorno, alla ricerca
delle strategie che lo hanno guidato e dei soggetti che, dal carattere
di dipendenza dell'economia del Sud, hanno tratto reali e duraturi
vantaggi.
Lo studio fa riferimento al periodo Gennaio 1976 - Aprile 1993,
data in cui ha termine l'intervento straordinario nel Mezzogiorno
e prende in considerazione sia l'intervento straordinario a favore
delle regioni meridionali che l'intervento ordinario a favore dell'industria
italiana.
L'arco temporale considerato coincide con due momenti importanti
di riforma del regime straordinario di intervento:
- nel 1976, attraverso la legge 2 maggio n. 183, si tenta una prima
riorganizzazione della Cassa del Mezzogiorno, istituita nel 1950
, che grazie ad una serie di proroghe legislative era rimasta sostanzialmente
immutata per oltre venticinque anni.
Nel marzo 1986 la legge n. 183/76 viene sostituita dalla legge n.
64, che segna anche il passaggio dalla "vecchia" Cassa
del Mezzogiorno alla "nuova" Agenzia di promozione per
lo sviluppo del Mezzogiorno (Agensud).
Le speranze di rinnovare la Cassa attraverso l'istituzione dell'Agenzia
muoiono definitivamente nell'aprile 1993, quando si decide di non
prorogare ulteriormente l'intervento straordinario e l'esistenza
dell'Agenzia stessa, prendendo atto del suo fallimento.
Nelle intenzioni iniziali l'analisi avrebbe dovuto comprendere un
periodo di tempo più vasto, dalla fine degli anni Cinquanta
ad oggi, ma le difficoltà incontrate nel ricevere i dati
dagli organi interessati hanno imposto di ridurre il periodo considerato
soltanto agli ultimi venti anni.
1 Con il D.L. 3 aprile 1993, n. 96.